Lo spettacolo per ragazzi, bambini e adulti è ispirato alla fiaba Cappuccetto Rosso. Intenzione degli autori esplorare il contrasto tra il mondo luminoso e sicuro del villaggio e quello oscuro e insidioso della foresta. Andare nel bosco come metafora del percorso che ogni individuo deve affrontare per crescere, lasciando l’infanzia per divenire adulto. Sviluppare il proprio essere attraverso il passaggio nella foresta del proprio lato oscuro e nel caso di Cappuccetto rosso, nella profonda e oscura foresta della femminilità. Andare nel bosco perché la vita abbia inizio.
Attraversare, incontrare il lupo, disobbedire, aprirsi alle possibilità che scaturiscono dal percorrere strade altre, errare per sentieri sconosciuti e interrotti, Holzwege, procedere verso la meta dello svelamento del sé attraverso un continuo sviamento, una irriducibile erranza.
“Nel bosco ci sono sentieri che, sovente ricoperti di erbe, si interrompono improvvisamente nel fitto. Si chiamano Holzwege. Ognuno di essi procede per suo conto, ma nel medesimo bosco. L’uno sembra sovente l’altro: ma sembra soltanto. Legnaioli e guardaboschi li conoscono bene. Essi sanno che cosa significa trovarsi su un sentiero che, interrompendosi, svia”. Martin Heidegger
Il concept pone in atto differenti sguardi sul racconto narrato dalla fiaba, rileva varie sfaccettature dei personaggi, tre diverse Cappuccetto Rosso con caratteri e qualità differenti che reagiscono ognuna a modo suo al compito affidatagli dalla madre e all’incontro con il lupo, determinando tre possibili differenti storie. Stesso spettro di possibilità per il lupo che può manifestarsi come aggressore che inganna e uccide, come amico e guida che conosce il bosco e aiuta la bambina a percorrerlo, come opportunità di incontrare suo tramite la parte selvaggia, l’istinto che è in lei.
“Lo spettacolo incanta, racconta e diverte…permette la fruizione ad un pubblico di diverse età. Un gioiello.”
Ludovica Avetrani NUCLEOARTZINE.COM
Guarda il trailerPATRIZIA CAVOLA studia Filosofia all'Università La Sapienza di Roma IVAN TRUOL si forma come attore a la Escuela de Teatro de la Universidad de Chile, danzatori, coreografi, docenti di danza contemporanea, fondatori e direttori artistici di Atacama dal 1997 e dal 2010 del Centro coreografico La Scatola dell'Arte. Lavorano come danzatori e attori con formazioni di rilevanza internazionale e registi e coreografi di chiara fama (Sosta Palmizi, Corte Sconta, Adriana Borriello, Roberto Castello, Naturalis Labor, Giorgio Barberio Corsetti, Robert Wilson, Marco Baliani, Gigi Dall’Aglio, Jerome Savary) in produzioni di importanti teatri come Teatro alla Scala di Milano, Teatro dell'Opera di Roma presentando spettacoli in Italia, Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Stati Uniti, Canada, Austria, Belgio, Giappone, Cile, Brasile. Truol è attore nel film La Leggenda del pianista sull'oceano di Giuseppe Tornatore Come autori creano un forte sodalizio artistico che da vita a numerosi spettacoli
Fondata nel 1997 dai coreografi Patrizia Cavola e Ivan Truol, Atacama è sostenuta e riconosciuta dal MIBACT e ha ricevuto contributi dal Comune di Roma, dall’Imaie, dalla Regione Lazio.
Ha residenza artistica presso La Scatola dell’Arte di Roma, centro di formazione e produzione, Gestione e Direzione Artistica di P. Cavola e I. Truol. Principalmente impegnata nella produzione di spettacoli e nella loro distribuzione, svolge anche attività di formazione artistica presso il proprio centro e presso accademie e scuole esterne.
Tredici le produzioni con le coreografie di P. Cavola e I. Truol rappresentate in numerosi importanti teatri e festival internazionali in Italia, Germania, Spagna, Belgio.
Inoltre ha sostenuto la produzione di progetti di giovani autori già parte del progetto artistico in qualità di danzatori e di altri coreografi vicini per indirizzo poetico e di ricerca. Tra questi dal 2015 la coreografa Adriana Borriello che debutta nel 2016 alla Biennale Danza di Venezia.
Nel 2007 Atacama è tra i soci fondatori di CORE - Coordinamento Danza e Arti Performative del Lazio, P. Cavola è membro del Comitato Direttivo e Direzione Artistica dal 2007 al 2011. Atacama e' socio AIDAP comparto Produzione all'interno di AGIS FEDERDANZA. Nel 2015 Atacama cura le coreografie e partecipa al film Per Amor Vostro di Giuseppe Gaudino in concorso alla 72 Mostra del Cinema di Venezia.
Dal 2013 ha in carico la Direzione Artistica per la Danza del Teatro Tor Bella Monaca di Roma
“Le Quattro Stagioni di W. H. Auden”, balletto in un due atti, con le coreografie di Fredy Franzutti utilizza le stagioni, intese come mutamento climatico dell’anno solare, per riflettere sulle fasi della vita dell’uomo.
Le stagioni della vita o meglio dei sentimenti non sono dettate da mutamenti repentini scadenzati da giorni precisi del calendario, ma sono legate alla reazione emotiva de “l’uomo collettivo” agli eventi che accadono. Le stagioni delle emozioni, come le stagioni meteorologiche, non durano per sempre e anche quelle (anche se non con una progressione regolare, continua e prevedibile) ritornano, si alternano, ci sorprendono: dopo il gelido inverno di un terribile lutto può ritornare una primavera d’amore.
Scopriamo che l’alternarsi delle stagioni delle emozioni altro non è che la Vita in una società con la paradossale centralità riservata a chi non conta nulla – quei cittadini ignoti che il potere modella come cera, l’industria sfrutta come servi e l’arte canta come eroi.
Per sostenere la tesi Franzutti affida la legazione dei quadri danzati ai versi del poeta inglese (americanizzato nel 1939) Wystan Hugh Auden e alla sua analisi, spesso “peggiorista” – attributo che Auden aveva coniato per sé – della società dell’uomo comune definito “l’ignoto cittadino”. I testi sono interpretati dal valido attore Andrea Sirianni spesso impegnato in produzioni di arti integrate e melologhi.
Alle note familiari di Vivaldi si alternano in contrasto le a-melodie ritmate di John Cage che non solo ci portano alle esigenze dell’uomo moderno (al dissapore e all’amarezza che il confronto con la società ha generato), ma anche alle straordinarie potenzialità espressive di questa età dell’ansia che abbiamo chiamato contemporaneità.
Le scene sono di Isabella Ducrot, esponente di un personale astrattismo coloristico.
Guarda il trailerFredy Franzutti, coreografo e regista, fonda nel 1995 il Balletto del Sud, compagnia che dirige e per la quale ha creato un repertorio di 34 spettacoli. Realizza balletti per diversi teatri internazionali (il Bolshoi di Mosca, il Teatro dell’Opera di Roma, l’Opera di Montecarlo, di Magdeburg, Sophia e Tirana), per diversi enti lirici italiani e per trasmissioni Rai. Ricostruisce balletti perduti sotto la guida di Beppe Menegatti, cura le danze di opera di produzioni realizzate in Francia, Spagna, Russia e Italia, accanto a numerosi registi. Ha realizzato coreografie per étoiles internazionali e partecipato, su invito di Vittoria Ottolenghi, che più volte lo segnala come talento della coreografia italiana, a diverse edizioni di Maratone Internazionali di Danza. La volontà di controllare la coerente realizzazione di ogni suo spettacolo, lo ha portato ad interessarsi alle arti sceniche, affiancando all’attività di coreografo quella di autore, regista, scenografo e costumista.
Il "Balletto del Sud" nasce a Lecce, nel 1995, fondato e diretto dal coreografo Fredy Franzutti.
La compagnia, riconosciuta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali dal 1999, presenta un organico di 16 solisti di elevato livello tecnico e un repertorio di trentaquattro produzioni, con titoli della tradizione classica e titoli moderni, spesso impreziositi dalla partecipazione di etoilè ospiti.
Le molteplici tournèe, in Italia e all'estero, annoverano importanti teatri e festival per un totale di circa 80 spettacoli ogni anno. Il Balletto del Sud partecipa a diversi eventi televisivi di RAIUNO e numerose produzioni d'opera lirica, al Teatro Politeama Greco di Lecce, al ROF di Pesaro, al Teatro Lirico di Cagliari, al Teatro Bellini di Catania, al Teatro Valli di Reggio Emilia oltre che all'estero.
L’attività della compagnia si realizza anche attraverso progetti a cadenza annuale come: “La scuola a Teatro”, progetto di educazione teatrale e di formazione del pubblico, con il coinvolgimento di circa 3.000 studenti ogni anno; “Itinerario Danza”, progetto turistico-culturale che prevede un circuito estivo di spettacoli nei borghi antichi del territorio salentino; “Dall’Alpi alle Piramidi” , progetto di interscambio culturale con i teatri degli stati del Mediterraneo e dell’Est Europa; “La Settimana della Danza”, un ampio progetto con spettacoli, stage, conferenze e matinée per le scolaresche, realizzato, ogni anno, in occasione della Giornata Mondiale della Danza.
Forse l’unico posto dove la bugia non esiste è la nostra anima. Non ha bisogno di vedere e non può essere ingannata. Parlare di BALLE è raccontare del binomio bugia-verità. BALLE è il racconto di un processo emotivo che si snoda dal momento in cui l’incanto della verità è ancora in piedi sino al crollo di fronte alla svelata menzogna. BALLE è il contenitore di storie di vita, di identità mascherate, di emozioni sporche e delicate, senza censura alcuna. BALLE è una performance per chi sa ridere di se stesso, perdere il controllo, amare, sporcarsi le mani, per chi alza la voce, per chi piange e per chi sa dire la verità mentendo sempre un po’!
Guarda il trailerBrindisi il 15.01.1978. Lavora con tanti coreografi tra i quali Bigonzetti, Monteverde, Ismael Ivo, Micha van Hoecke, Millepied, Schreiner and Musin .Con le sue coreografie vince primi premi internazionali come in Polonia il GRANPRIX al “THE IV INTERNATIONAL SERGEI DIAGHILEV COMPETITION OF CHOREOGRAPHIC ART”, con la giuria presieduta da Vladimir Malakhov. Nel 2008 inizia la costruzione di un percorso coreografico che vede la danza svilupparsi anche attraverso argomentazioni legate alle problematiche sociali: detenzione, sordità e sindrome di Down. Firma la regia di video arte/documentari distribuiti a circuitazione mondiale e crea le coreografie per la Compagnia Fabula Saltica, per la Biennale di Venezia, a Seoul per il SIDance 2014. Nel 2015 crea la AlphaZTL Compagnia d'Arte Dinamica, che si occupa di danza contemporanea e video arte. Insegna all'Università di danza di Cheonan in Corea del Sud e al Modem corso di perfezionamento della compagnia Zappalà Danza.
L’Associazione con sigla αZTL promuove, produce ed organizza principalmente spettacoli di danza e si occupa anche di video arte e svolge anche attività editoriale, letteraria, e musicale.
Perchè AlphaZTL?
Alpha, prefisso di origine greca che indica rispetto al termine cui viene apposto valore di negazione, mancanza e privazione (alfa privativo).
ZTL zona a traffico limitata.
AlphaZTL vuole entrare attraverso l'arte in quelle realtà poco calpestabili esistenti in società, come il carcere, comunità di sordi e autistici, abbattendo quelle barriere che non permettono l'integrità sociale. Lo scopo è quello di dare voce a quelle realtà relegate da pregiudizi facendo arrivare l'eco quanto più lontano possibile attraverso le attività che la compagnia svolge
TaikokiaT studi01 nasce dall’incontro di tradizioni, danza, taiko e musica elettronica, nel tentativo di rappresentare due mondi. Il primo governato dagli spiriti che rappresentano l’energia degli elementi naturali, tra cui il Vento e la Foresta, resi manifesti da due creature della tradizione popolare Giapponese. Il secondo, governato dell’essere umano, che attraverso l’Arte può giungere alla radice vitale della propria essenza, dove poter risvegliare le energie del mondo spirituale e realizzarsi in tutta la sua potenza e bellezza. Il progetto nasce dalla naturale vicinanza dei due autori con il Giappone entrambi italo-giapponesi, Masako Matsushita e Mugen Yahiro, rispettivamente lei danzatrice e coreografa, lui compositore e musicista. TaikokiaT non è unicamente la loro storia, ma un incontro tra creativi da diverse discipline, alla ricerca di un dialogo tra gli opposti. Proprio TaikokiaT studi01 nasce dalla collaborazione con un terzo elemento, Federico Moschetti, sound designer, il quale porta al progetto la possibilità di unire, non solo culture distanti, ma di aprire una dialogo tra passato e futuro ponendo le basi per un ambiente multidisciplinare dove la tradizione si incontra con nuovi linguaggi e nuove tecnologie. TaikokiaT si fa così immagine di un confronto tra le diversità e le generazioni, confronto quanto mai necessario in quest’epoca di incertezza identitaria e quanto mai dominata da nuovi muri e confini, nella convinzione della necessità di un apertura verso l’infinita bellezza che è l’altro.
Guarda il trailerMasako Matsushita, coreografa e danzatrice italo-giapponese, connette culture e strutture, generando territori e atmosfere nei quali agire e riflettere. Consegue nel 2012 il BA (Hons) Dance Theatre al TrinityLaban Conservatoire of Music&Dance di Londra(UK) ricevendo il Simone Michelle Award per coreografia. Ha presentato suoi lavori e in collaborazione per festival tra i quali Swallowsfeet UK, Neu/Now NL, ITS NL, Festival Ammutinamenti IT, CivitanovaDanza2.0 IT, Sånafest NOR, Drodesera35° Motherlode IT e 16a Quadriennale d'Arte di Roma. Artista in residenza presso RU-Residency Unlimited Nyc, Hirvela Atelier Fi, CSC Garage Nardini It e, con il duo Curandi Katz, Centrale Fies It. Masako è una dei fondatori di 4bid Gallery Amsterdam. Come interprete per Matteo Fantoni, Sivan Rubinstein, Curandi Katz, Ingvild Isaksen, Cornelia Voglmayr, Josiah McElheny, Susan Sentler. Presente nel libro Acts of Undressing Politics, Erotism, and Discarded Clothing di Barbara Brownie-Bloomsbury Publisher.
GRUPPO NANOU nasce a Ravenna nel luglio del 2004 come luogo di incontro dei diversi linguaggi e sensibilità che caratterizzano la ricerca artistica di Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci e Roberto Rettura. In questo contesto il corpo, il suono e l’immagine trovano un linguaggio comune nella coreografia, dando vita ad un’opera organica. gruppo nanou concentra la propria ricerca sul corpo, inteso come: corpo sonoro, corpo/oggetto, corpo/luce, elementi che si situano sullo stesso piano del corpo del performer, il quale diviene segno tra i segni. Di conseguenza la coreografia è assunta come linguaggio comune alle diverse specializzazioni artistiche che dialogano sulla scena. Vi è una coreografia dell’immagine, il cui movimento è dato da un peculiare utilizzo della luce, ed una coreografia del suono, che non solo accompagna, ma suggerisce e talvolta svela la direzione stessa del corpo e del movimento. L’immagine ricerca un altrove, in grado di sottrarre gli oggetti del reale all’oggettività di cui godono, lasciare fuori scena l’azione che funge da movente per osservare ciò che resta (l’indizio) o ciò che si dona come dato di fatto, carico di mistero, con lo scopo di riconoscere nei luoghi della quotidianità e dell’intimità quella piega da cui deflagra il dato conturbante.
Le produzioni hanno attraversato piazze importanti quali: Fabbrica Europa (Italy), Santarcangelo Festival of The Arts; Teatro Comunale di Ferrara; Drodesera; Operaestate; Les Brigittines; Unidram; Nu Dance Fest
Un atto d’amore è sempre caratterizzato dall’eccitamento, quindi, da un processo che permette al corpo di “uscire da sé stesso. Un corpo attraversato dall’amore è un corpo dedicato al mondo, un corpo che offre i propri limiti personali e tracima verso quello che è e quello che avviene all’esterno. … La natura effimera della danza deriva dal suo carattere amoroso: non c’è niente da trattenere; non c’è niente che possa essere trattenuto. Come succede per l’amore, la danza si fa riconoscere attraverso i segni che lascia sui corpi che attraversa.
Jaime Conde-Salazar, la danza del futuro
Season può essere guardato come se fosse un baccanale, un’adunata che ha a che vedere con il troppo, l’eccesso, ciò che eccita e rende estatici.
In questa celebrazione avviene una costante trasformazione, i performers vanno organizzandosi e scomponendosi in forme transitorie, cercandosi continuamente, trovandosi e perdendosi di nuovo.
Season può essere guardato come un oggetto, lo spettatore è invitato a contemplarlo come si fa con un dipinto, una statua, o un paesaggio.
La luce, la pelle, le immagini e lo spazio potrebbero richiamare alla mente immagini bucoliche, allo stesso tempo la natura concreta dello sforzo, il costante intento degli interpreti di rimanere dediti al momento presente porta la memoria a riflettere sul significato di essere mortali.
Season può essere guardato come un atto d’amore. Il piacere sta nella ricerca.
Guarda il trailerGiorgia è una coreografa e performer indipendente. Crea spettacoli solisti o di gruppo per spazi teatrali, gallerie e musei. Premiati con numerosi riconoscimenti, i suoi lavori vengono selezionati per diverse piattaforme (Aerowaves2015, Vetrina GDA, NID 2014) e attualmente circuitano a livello nazionale ed internazionale. E' la prima artista italiana a diventare coreografa residente presso K3 - Kampnagel Hamburg, dove crea Season. E' docente associata al Balletto di Roma, per cui creerà, nel 2017, una versione de L'apres midi d'un faune. Assieme agli artisti Marco D'agostin e Francesca Foscarini, è fondatrice di Associazione Culturale VAN. Il lavoro di Giorgia è prodotto e sostenuto da: CSC Centro per la Scena Contemporanea, Tanzhaus Zurich, La Briqueterie (Paris), Dansateliers (Rotterdam), Graner/Mercat de les Flors (Barcelona), Gender Bender Bologna, K3 Zentrum fur Choreographie – Hamburg, AtelierSi Bologna, Centrale Fies, The Place (London), Nederlandse Dansdagen.
VAN è un organismo di produzione della danza supportato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Nasce nel 2013 dall’incontro artistico e umano di Marco D’Agostin, Francesca Foscarini e Giorgia Nardin, che avevano da poco creato Spic & Span, spettacolo vincitore della Menzione Speciale al Premio Scenario 2011 e finalista al Concorso Internazionale delle Isole Canarie MasDanza 2012.
I tre coreografi hanno inteso creare una struttura che potesse consolidare sia il loro rapporto con il Veneto, regione di provenienza e primo luogo di incubazione dei loro nuovi progetti, sia la dimensione internazionale, che da sempre è importante punto di riferimento e ne caratterizza le modalità di creazione e di circuitazione.
VAN sostiene, produce e distribuisce gli spettacoli e le offerte formative dei tre autori, assieme a quelli dei coreografi Camilla Monga, Davide Valrosso e Andrea Costanzo Martini.
“Aesthetica–esercizio n°1″, regia di Gennaro Cimmino e coreografie di Gennaro Maione e Gennaro Cimmino per la Compagnia Körper, è una messa in danza delle ossessioni al tempo dei nuovi media e dei social network. Su un tappeto di suoni e suonerie, tra attrazioni e distrazioni, passerelle come per concorsi di bellezza e “confessionali” da reality show, con pose e gesti ripetuti allo stremo su un palco nudo, sei danzatori offrono una sarcastica riflessione sull’odierno culto dell’immagine, sull’uso e abuso degli oggetti di un desiderio che si fa nevrosi e sull’alienazione che diventa violenza. In quest’ottica vanno le citazioni: dalla scimmia di Odissea nello spazio alle hit della discomusic, dall’ironia sull’utilizzo compulsivo di alcool e droghe fino alla messinscena dello scempio del corpo di Pasolini. Sono tasselli che raccontano di un percorso umano che procede a grandi passi verso il proprio – disumano – traguardo.
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Gennaro Cimmino ha studiato danza dal 1970, e dopo aver esplorato molti stili diversi, agli inizi degli anni 1980 ha iniziato un periodo di ricerca che lo ha portato a concentrarsi sulla danza contemporanea. Allo stesso tempo, ha incontrato Maurice Béjart, che lo ha diretto verso la coreografia.
La sua ricerca sul movimento lo ha portato a lavorare nel mondo dell'arte contemporanea, con performance in gallerie e musei d'arte italiane ed europee.
Dal 2000, si è concentrata sulla danza contemporanea e di conseguenza ha fondato la Körper Dance Company.
Con la sua compagnia ha portato le sue creazioni originali a vari festival nazionali e internazionali, tra cui TanzMesse, OrienteOccidente, il Napoli Teatro Festival, Festival di Ravello, Fresh Fruit Festival (NY), Kilowatt, e altri.
2009 La Bisbetica domata NapoliTeatroFestival 2010 G. Beddoes Fonemi vincitore concorso coreografico Danz'è Oriente Occidente 2011 Vis Motus Oriente Occidente 2012 F.Nappa NapoliTeatroFestival Welcome on board 2012 F. Musella Teatro Galleria Toledo Paloma Negra
/Frida Kahlo 2013 F. Colaleo E45 Fringe In Corpo reo G.Maione Elicantropo Piel.il.el 2014 In Corpo Reo Fringe Festival Napoli 2015 Bellini Napoli Aesthetica-esercizio n°1 di Gennaro Cimmino e G. Maione 2015 Körper riconoscimento MIBACT triennio 2015/2017 Giugno 2015 Napoli Teatro Festival La Fura del Baus "Afrodita y el juicio de Paris" Luglio 2015 Orestea coreografie Noa Wertheim Vertigo Company Mercadante 24 Nov/20 Dic 2015 Körper "Change"27 sett/3 ott. 2015 Teatro San Carlo di G.Cimmino/C. Barassi , 6 7 8 ott.2015 Aesthetica-esercizio n°1 Sala Assoli Teatro Nuovo Napoli-29,30,31"Sex Ting"Gennaro Maione Nuovo Teatro Sanità Napoli -Piel Il El, 18,19 Giugno 2016, Gennaro Maione Teatro Off Cagliari-"Aesthetica-esercizio n°1" 15,17 Luglio New York, Fresh Fruits Festival-Festival Kilowatt 22/07-Tanzmesse Dusseldorf 1 Settembre-Festival Artificio Como 4 Dicembre-Galleria Toledo Napoli 16,17,18 Dicembre. Concorso 2 Agosto Piazza Maggiore Bologna, Francesco Nappa.Festival di Ravello 2016, progetto "Abballamm":12/08 "Nowhere" Dimitris Papaioannou, 17/08 "Estro" Emanuel Gat, 2/09 "Cubita" Sandra Ramy. 12,13 Aprile 2017 "Vivianesque" Teatro Nazionale Mercadante.25,26 Giugno NapoliTeatroFestival "Tammurriata"
Il colore rosa è uno spettacolo di danza-teatro, rivolto ad un pubblico di bambini (6 – 11 anni), in cui attraverso la metafora del colore si vuole parlare della ricerca della propria identità, un percorso lunghissimo che comincia assai presto e passa attraverso la trasformazione e l’accettazione di desideri a volte contraddittori. Invece alle bambine si continuano a proporre scarpette, borsette, camerette, tutto immancabilmente rosa spesso di una sola tonalità, artificiale e zuccherosa. Ma chi l’ha detto che il rosa è “da femmine” e il celeste “da maschi” ? Il cielo è maschio o femmina? l’acqua è maschio o femmina? e le montagne? il temporale, le stelle, gli alberi? Il rosa (oltre ad essere stato storicamente anche un colore maschile) è invece, come il femminile e come l’essere più in generale, un colore ricco di sfumature difficili da imitare o da riprodurre: perché ogni rosa è unico e ognuno può essere rosa a modo suo. Protagonisti di questo spettacolo sono quattro personaggi: tre diversi Rosa e Sua Emittenza Rosa, un’antenna attraverso la quale connettersi a una sapienza fuori dal tempo in cui gli opposti si conciliano. Attraverso una scrittura coreografica globale (danza, gesto, voce) Il colore rosa Gioca quindi con gli stereotipi di genere e parla in modo ironico, evocativo e affettuoso del cammino difficile per riconoscersi nella propria diversità, nella possibilità di cambiare e trasformarsi. http://www.aldesweb.org/it/il_colore_rosa
Guarda il trailerAline Nari, coreografa, danzatrice, Dottore di Ricerca in Italianistica, professore in Storia della Danza all'Università di Pisa, ha studiato danza classica e contemporanea (borsa di studio NYU/Unige con D. Dunn). Il suo percorso artistico esplora diversi contesti (danza contemporanea, danza urbana, video-danza, coreografia per teatri lirici) con l'obiettivo di incontrare pubblici e contesti diversi. La sua carriera professionale di interprete inizia nel 1993, danza con R. Giordano e G. Rossi (Sosta Palmizi); nel 2009 lavora per ALDES / R. Castello. Dopo la sua prima creazione Danze Minute (nata nel 2000 e ancora rappresentata), ha firmato diversi spettacoli insieme al performer Davide Frangioni e fondato l' associazione UBIdanza. I suoi spettacoli sono stati rappresentati in Italia e in diversi paesi europei, sostenuti da realtà nazionali e internazionali: Lieux publics, CCN (FR), MDI (UK), Hunge Unde Network, CQD Network, Teatri di Vita, Teatro Akropolis, Festival Corpi Urbani, ecc.
ALDES è un'associazione di artisti e operatori culturali che dal 1993, sotto la direzione di Roberto Castello, produce e promuove opere di sperimentazione coreografica con particolare attenzione alle forme di confine fra danza e arti visive, danza e nuove tecnologie, danza e teatro, realizzando spettacoli, video, installazioni, performance e manifestazioni che hanno come oggetto il corpo, il movimento e la loro rappresentazione.
ALDES è un progetto politico, un esperimento di gestione responsabile della cultura e dell’azione artistica e del rapporto con il territorio. ALDES riunisce alcuni tra gli autori italiani di danza più significativi sperimentando modalità organizzative che mirino a sgravare gli artisti da ogni onere burocratico.
A partire dal 2008 ALDES, nella provincia di Lucca, cura il progetto “SPAM! rete per le arti contemporanee” ospitando residenze, una programmazione multidisciplinare di spettacoli, workshop, attività didattiche, incontri.
ALDES è sostenuta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo / Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo e da Regione Toscana / Sistema Regionale dello Spettacolo.
Gli autori sostenuti fino ad oggi: Roberto Castello, Ambra Senatore, Stefano Questorio, Irene Russolillo, Caterina Basso, Giselda Ranieri, Claudia Caldarano, Silvia Alfei, Massimiliano Barachini, Francesca Foscarini, Giorgia Nardin, foscarini:nardin:dagostin, Aline Nari e Davide Frangioni, Giacomo Verde e Francesca Zaccaria.
La ricerca nell’ambito del mondo dell’intrattenimento, iniziata all’interno del progetto europeo Act Your Age, trova un ulteriore sviluppo in West End. La tenace relazione tra l’Occidente e il declino impone la scelta di uno sguardo. Il nostro non può essere drammatico tout court, perché ha le cadenze del tip-tap. Attraverso il suo ritmo e la sua leggerezza questa performance vuole onorare le ceneri e la rinascita, percorrendo una traiettoria di citazioni, affrontando le inevitabili domande del perché ci sentiamo occidentali e insomma facendo i conti con quest’aria di sconfitta che spira dalle nostre parti.
Ci sono dei semi ai quali saremmo disposti a dare un seguito, e su quali possibilità di rinascita daremmo prova del nostro coraggio? Sì, se qualcuno ce lo chiedesse, proprio oggi che non sembriamo più equipaggiati per puntare alla pienezza e alla gioia…
Coreografa e performer, sviluppa il proprio interesse artistico nell'ambito della danza contemporanea e della performing art. Laureata in biologia molecolare, nel 2006 la sua prima creazione Corpo in DoppiaElica vince il terzo premio al Festival Choreographers Miniatures di Belgrado. Takeya vince il premio GD’A Veneto ed è selezionato all’interno di Anticorpi XL e del network europeo Aerowaves. Dal 2010 è impegnata in progetti internazionali come “Choreoroam”, “Tryptich” e il più recente “Act Your Age”, durante il quale avvia una ricerca sul mondo dell’intrattenimento che darà vita ai due lavori Ballroom e West End. Collabora con il coreografo canadese Emmanuel Jouthe in When We Were Old, debutta al Festival Tangente di Montreal, e presenta la prima europea a Romaeuropa Festival DNA. È ora impegnata nella creazione di una coreografia per il Balletto di Roma e nel suo nuovo solo Himalaya che sarà presentato in anteprima ad agosto al Bmotion Festival.
Creata nel 1988 da Luciano Padovani e Francesca Mosele, con lo spettacolo Taigà (1989) vince il primo premio al Concorso Internazionale di Coreografia Città di Cagliari. La sede organizzativa e operativa della compagnia è a Vicenza (Italia). Svolge un continuativo lavoro di ricerca sulla danza contemporanea, sul tango e sui nuovi linguaggi della danza. Progetta e realizza spettacoli ed eventi unici avvalendosi di collaborazioni con realtà nazionali quali Teatro Olimpico di Vicenza, Festival Oriente Occidente, Operaestate Festival, AbanoDanza, Pergine Spettacolo Aperto, Festival d'Autunno, Segni Barocchi, Concerti in Villa, Festival Lunatica. Realizza tournée in Italia e in Europa. È riconosciuta e sostenuta da Ministero dei Beni e Attività Culturali, Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Comune di Vicenza, Comune di Comacchio e Arco Danza. Promuove rassegne e festival tra cui Forti in Scena, Danza a Comacchio e Danzafest. Recenti produzioni: Romeo y Julieta Tango (per dodici danzatori e musica dal vivo) CREAZIONE 2015 West End (Sostegno alla Produzione) 2016 Where we forgot The Gardeners CREAZIONE 2017 The kitchen theory CREAZIONE 2017 Abrazame / Piazzolla Tango CREAZIONE 2017
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Cicatrici nere su di un pavimento bianco misurano le distanze da percorrere, indicano le direzioni, tracciano un destino già scritto e forse già percorso. Oggetti cavi sono come uteri pronti a crescere nuovi semi, o contenitori predisposti ad accogliere frutti ormai maturi, nel ciclo continuo delle esistenze. Un ventilatore sempre acceso indica che il tempo si è fermato. Un battito e un respiro regolari rivelano che qualcosa di meccanico ancora è in funzione. Bagliori restituiscono ombre. Una figura composta e contenuta, ben truccata, filo di perle al collo, come una statuetta di cera, si aggira esposta in questo luogo, quasi fosse sotto osservazione ma contemporaneamente invisibile. Visibile forse solo a chi la vuol vedere. Attraversa e anima questo luogo incolore, arduo e spoglio, quasi a compiere un silenzioso, magico e misterioso rituale.
Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar è stato il testo ispiratore di questo lavoro.
La Yourcenar s’immedesima nell’Imperatore (che a 60 anni è malato e ormai vicino alla morte) ed immagina le parole che lui stesso avrebbe potuto scrivere in una lettera, rivolta al suo successore Marco Aurelio. Il tentativo è quello di uscire il più possibile da un meccanismo di ricerca del senso narrativo. La scelta è dunque quella di togliere presenza fisica al testo, ed aprire lo spazio al corpo.
M’interessa indagare come le parole del testo riverberano nella memoria della mia carne, come hanno viaggiato all’interno del mio corpo e si estrovertono attraverso di esso, come un’eco lontana. Memorie di Adriano dunque rimane solo una mia traccia interna, rimane il motore che mi muove, in un paesaggio che più che al naturalismo/realismo quotidiano, appartiene ad un luogo dell’anima. Il riverbero e l’eco della memoria di qualcosa che è già stato vissuto, fanno parte dunque della nota fondamentale di questo assolo.
Nasce a Perugia nel 1988. Si forma in danza contemporanea (metodo Nikolais) al Dance Gallery di Perugia. Successivamente si perfeziona in Italia e all’estero studiando con maestri quali Carolyn Carlson, Jan Fabre, Raimund Hoghe, Masaki Iwana, Nina Dipla, Simona Bucci, Giorgio Rossi, Abbondanza/Bertoni, Roberto Catello e molti altri. Frequenta il corso biennale Scritture per la danza contemporanea diretto da Raffaella Giordano. Termina la formazione triennale in Danza Sensibile diretta da Claude Coldy. Attualmente frequenta il corso SME di Body Mind Centering diretto in Italia da Gloria Desideri. Lavora in teatro come interprete per registi e compagnie quali: Dejà Donnè, Teatro Kismet, Teatro Valdoca, Ariella Vidach, Strasse, Cinzia Delorenzi, Leonardo Delogu, Eleonora Chiocchini, Giorgio Rossi, Abbondanza Bertoni, Teatropersona, Zaches Teatro, Carolina Balucani, Mario Martone, Raffaella Giordano,Dance Gallery.
Sosta Palmizi nasce come compagnia a Torino nel 1985. Nel 1990 la Compagnia Sosta Palmizi si scioglie e parte del suo patrimonio creativo si trasforma dando vita‚ con Raffaella Giordano e Giorgio Rossi in qualità di direttori artistici‚ all’Associazione Sosta Palmizi‚ con sede prima a Torino ed in seguito dal 1995 a Cortona. L’Associazione promuove e sostiene l’attività coreografica dei due direttori ed è una realtà di riferimento nell’ambito della creatività coreutica contemporanea; il suo operato è particolarmente sensibile alla qualità dell’esperienza artistica‚ alla formazione e all’accompagnamento delle giovani generazioni. Nel corso degli anni Raffaella Giordano e Giorgio Rossi hanno coinvolto‚ in maniera organica ed autentica‚ numerose persone provenienti da diverse esperienze‚ maturando un nucleo stabile‚ affine per storia e poetica‚ di Artisti Associati alla struttura. Interpreti‚ autori e collaboratori‚ coinvolti nelle produzioni e sostenuti nel loro percorso individuale‚ che hanno contribuito e contribuiscono allo sviluppo e alla crescita dell’arte coreutica nel panorama artistico del Paese.
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EXISTO
I’m ! I Dream!
A partire da un riferimento drammaturgico preciso “Sogno di una notte di mezza estate di W. Shakespeare ed in particolare dall’analisi fattane da Harold Bloom e Jan Kott, il lavoro indaga il rapporto tra sogno e reale ed in particolare la possibilità di vivere il sogno come esperienza del reale. Vivere concretamente il “fantastico” come il vero. Da queste letture è emersa la consapevolezza che il sogno, nel momento in cui esso è vissuto come momento reale, ci fa percepire la veridicità delle persone, dei loro gesti e delle loro azioni. Nel corso del lavoro è emersa la necessità di affiancare al riferimento testuale, un riferimento musicale: la Messa a 5 di G.B.Pergolesi, perché il sogno, così come la preghiera, conduce alla trascendenza, ad uno spazio e un vissuto lontanì, che una volta raggiunti diventano contemporanei e reali. La forza espressiva della musica di Pergolesi, rielaborata in una drammaturgia musicale originale, rende a pieno il rapporto diretto tra corpo, azione e significato. L’azione e il movimento del perfomer diventano parte di una partitura musicale, fatta di suoni e silenzi attraverso cui si “trascende” per restituire allo spettatore la veridicità delle azioni e la forza autentica dei corpi. Lo spettatore legge/assiste ad un’ azione che evoca i segni di un mondo fantastico, ma che al tempo stesso accade concretamente. L’obiettivo ambizioso è portare lo spettatore a chiedersi, per un attimo, se abbia sognato il reale o vissuto realmente un sogno.
Guarda il trailerAntonello Tudisco 2017 EXISTO, Teatro TAN, Napoli Conservatorio Nazionale dell'Uruguay, nuova creazione TO BE OR BODY, New York Triskelion Arts 2016 TO BE OR BODY, START, Napoli CHIAROSCURO, Skopje, Macedonia ACROSS THE BORDER Zawirovania Festival, Internationale TanzMesse Düsseldorf, Kilowatt Festival TO BE OR BODY, Deridda center, Sofia 2015 ACROSS THE BORDER, TAN, Napoli residenza Centro Karen Taft, Madrid Workshop Festival Zawirowania, Varsavia, Festival ProArt Prague, LSA camp, Kosezcin 2014 N_a_place residenza Napoli/Berlino con Tamas Moricz VAPORE CORPOREO, BTT, Balletto di Torino, Collegno 2013 NEFES/RESPIRO per Teatri del Tempo Presente del MIBACT Move_on_Baroque progetto di residenza Napoli/ Newcastle 2012 SUSSURRI, Teatro Galleria Toledo, Napoli RE-LIVEFINKI , PVC, Theatre Freiburg 2011 IN.CO., Teatro Nuovo, Napoli TANZART Festival, Giessen, PIM OFF, Milano 2010 Sebastiano, Biennale danza Venezia, progetto Marathon of Unexpected
Interno5, storica realtà con base a Napoli, che si occupa di produzione e distribuzione di teatro e danza , ha gestito importanti festival come E45 Napoli Fringe Festival, Festival internazionale dell’attore, festival Movi|mentale. Ha fondato Interno5 danza, compagnia di danza, che da tre anni è sostenuta dal Ministero dei Beni Culturali, diretta dal coreografo Antonello Tudisco insieme ad un gruppo di giovani danzatori, che partecipano anche al progetto artistico collettivo NaDa. La compagnia ha ottenuto in breve tempo importanti riconoscimenti, nel 2013 è vincitrice con lo spettacolo “Nefes - respiro” di “Teatri del tempo Presente” bando di incentivo alla distribuzione nazionale sostenuto dal MIBACT , nel 2015 produce lo spettacolo “Across the border” dopo una residenza presso teatri Associati di Napoli TAN, spettacolo selezionato per il TanzMesse di Düsseldorf, per l’occasione la compagnia è sostenuta anche dall’Istituto Italiano di Cultura di Colonia. La tourneè internazionale 2016 fa tappa al Festival Zawirowania di Varsavia al Deridda Dance Center di Sofia. Nello stesso anno la compagnia è stata invitata come unica rappresentante per l'Italia a New York per l'American Dance Abroad Recon. Interno5 danza sostiene anche l'attività di giovani coreografi che collaborano al progetto artistico della compagnia, tra questi Angelo Petracca e Orlando Izzo vincitori del premio DNA appunti coreografi di RomaEuropa Festival.
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Siamo a Kronos, un luogo senza tempo dove lavorano tre bizzarri figuri in camice medico. Precisione, efficienza, natalità: qui si decide il destino di ogni nascituro, qui lo si spedisce ai futuri genitori secondo rigide, imperscrutabili regole che nessuno, fin dai tempi di Adamo ed Eva, ha mai messo in discussione. Finché un giorno un futuro bambino si ribella: proprio non gli va che qualcuno decida per lui. Vuole scegliere da solo. Ma non si possono scegliere i propri genitori. O forse sì… Nel corso dello spettacolo vengono mostrati, raccontati e danzati diversi tipi di mamme e papà: buffi, giocosi, teneri ma anche arrabbiati, nervosi, assenti. Infinito è il catalogo dei candidati, e infinite le sfumature che ciascuno di loro nasconde, perché dietro le apparenze c’è sempre qualcosa di inaspettato. Su chi cadrà la scelta?Col naso all’insù è un libero gioco in cui le emozioni e i comportamenti diventano spunto per la creazione di un momento spettacolare tra parola, danze, clownerie e musica. È un inno al potere dell’immaginazione e della libertà. Un’occasione per divertire, stupire, e delicatamente far riflettere. Una delle ispirazioni viene dal Catalogo dei genitori, un libro di Claude Ponti in cui i bambini possono osservare un’esilarante carrellata di tipologie di genitori fantastici e surreali. Altre letture fondamentali sono state gli scritti di Jorge Luis Borges e Stefano Benni, in cui animali immaginifici popolano mondi paralleli e la fantasia non ha confini.
“L’ispirazione più profonda che riconosciamo come autori per la creazione dello spettacolo è quella di essere stati figli, ancora prima di genitori perchè come scriveva Antoine De Saint-Exupéry ne Il Piccolo Principe : “Dedicherò questo libro a tutti i grandi che sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano)“.
Guarda il trailerPer motivi di spazio si rimanda al file allegato in pdf.
Sosta Palmizi nasce come compagnia a Torino nel 1985. Nel 1990 la Compagnia Sosta Palmizi si scioglie e parte del suo patrimonio creativo si trasforma dando vita‚ con Raffaella Giordano e Giorgio Rossi in qualità di direttori artistici‚ all’Associazione Sosta Palmizi‚ con sede prima a Torino ed in seguito dal 1995 a Cortona. L’Associazione promuove e sostiene l’attività coreografica dei due direttori ed è una realtà di riferimento nell’ambito della creatività coreutica contemporanea; il suo operato è particolarmente sensibile alla qualità dell’esperienza artistica‚ alla formazione e all’accompagnamento delle giovani generazioni. Nel corso degli anni Raffaella Giordano e Giorgio Rossi hanno coinvolto‚ in maniera organica ed autentica‚ numerose persone provenienti da diverse esperienze‚ maturando un nucleo stabile‚ affine per storia e poetica‚ di Artisti Associati alla struttura. Interpreti‚ autori e collaboratori‚ coinvolti nelle produzioni e sostenuti nel loro percorso individuale‚ che hanno contribuito e contribuiscono allo sviluppo e alla crescita dell’arte coreutica nel panorama artistico del Paese.
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Un legame indissolubile è quello tra cielo e terra, così come è indissolubile il legame tra spirituale e terreno.
In questi due livelli vedremo i danzatori muovere l’insieme delle energie dei loro corpi, aprendo lo sguardo sulla scena in maniera fisica e concreta, scoprendo le possibilità ed i limiti dello stesso.
Mentre si attraversano le cause e le conseguenze di ambizioni, fantasie e delusioni, sarà possibile “sentire”, intuire e costruire una verità individuale, filtrata attraverso i vari aspetti della natura umana e dei suoi rapporti rivisti, in alcuni casi, in chiave ironica.
Guarda il trailerVito Cassano entra a far parte della "CRDL" di Mvula Sungani a 18 anni, lavorando nei teatri di Italia, Francia e Germania. Prende parte alla produzione "PUZZLE" di "Kataklò Athletic Dance Theatre", circuitando anche in Olanda, Brasile e Turchia. Nel 2012, lavora con la compagnia Harry Albert in co.produzione con Saint'Etienne Opera di Lione (Francia) per "Le Destin des Images". Nel 2013, crea una coreografia per Claudia Cavalli per la finale della competizione internazionale del PPS Aerial Performance Tournament, Sheung Wan Civic Center – Hong Kong, rappresentando l'Italia nella categoria "Tessuto" e vincendo tutti i premi: miglior tessuto, premio della critica, miglior costume e vincitrice assoluta. L'anno successivo, viene invitato come giudice e insegnante nella stessa competizione. Nel 2015, viene selezionato nel corpo docenti di "Move It" a Londra e del "World Dance Movement" – The International Workshop. Nel 2011, dà vita alla compagnia EleinaD.
COMPAGNIA ELEINA D. La compagnia di danza aerea-contemporanea nasce nel 2011 per unire la spettacolarità della danza aerea con la sensibilità del gesto della danza contemporanea. Vito Cassano e Claudia Cavalli si incontrano presso la Compagnia Mvula Sungani a Roma. Con la produzione “Sete” EleinaD. vince il premio ex aequo del pubblico al bando “G’d’A”. Nel 2013, inizia una collaborazione con Kataklò, come danzatori, coreografi e insegnanti. L’estratto “Pelle” (collaborazione con ZaMaGa) è all’interno della produzione “Puzzle” (Kataklò), circuitato in Italia, Olanda, Brasile e Turchia. Dopo la vittoria al concorso nazionale “Extreme Dance Championship”, Claudia Cavalli vince tutti i premi (miglior tessuto, premio della critica, miglior costume e vincitrice assoluta) ad Hong Kong (PPS Aerial Tournament Performance) con una coreografia di Vito Cassano. Dal 2014, cura le coreografie dello spettacolo stanziale “Hell in the Cave”, spettacolo aereo sotterraneo. A Bari, viene selezionata per gli eventi di celebrazione di San Nicola con “Il volo”, performance aerea selezionata da Sergio Rubini (2015) e con “Il culto”, nell’ambito del progetto “Il mondo di San Nicola” del Teatro Margherita di Bari, Fondazione Nikolaos e Associazione CinEthic (2016). EleinaD. è nel corpo docenti per “Move It” (Londra, 2015) e per il “World Dance Movement” (dal luglio 2016). Attualmente ha all’attivo le produzioni “FramMenti”, “750 volte Dante” e “I’m so confused”.
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Lo spettacolo nasce da un progetto artistico consistente in una serie di ritratti dove la danza e la musica si intrecciano con suggestioni cinematografiche. L’intenzione iniziale della ricerca era di sviluppare una serie di studi che toccassero tre aspetti: la relazione tra musica e movimento, quella tra cinema e danza contemporanea, quella tra arte contemporanea e movimenti artistici del passato. In CINEMATIC.2 è stato isolato l’aspetto MELODICO nella musica classica e nelle partiture.
Il focus è sul personaggio romantico di Charlie Chaplin e sulla sua particolare, animata ed empatica, comprensione del mondo. La natura romantica, partendo dalla nota Ballade di F. Chopin, si intreccia con la continuazione di linee specifiche esplorate dagli artisti nei lavori precedenti: da un lato la ricerca di un’analisi quasi molecolare sulla musica e le sue componenti, dall’altro la definizione melodica in chiave sia musicale che coreografica, nonostante la difficoltà’ implicita dello scardinare la melodia dagli aspetti armonici e ritmici della composizione. Il corpo e il suono si fanno ponte tra storia ed astrazione, tra narrazione e non oggettività’.
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Gabriella Maiorino è una coreografa Italiana residente in Olanda, si è diplomata alla School for New Dance Development di Amsterdam nel 2002, e da allora tutte le sue creazioni sono state prodotte e finanziate da istituzioni Olandesi e coprodotte da diversi enti Europei. I suoi lavori hanno riscosso grandi riconoscimenti di pubblico e critica in teatri e festival in Olanda, Italia, Germania, Portogallo, Spagna, Norvegia, Belgio, Inghilterra, Francia, Polonia, Romania, Brasile ed altre nazioni Europee.
Simone Giacomini ha studiato pianoforte al conservatorio e ha conseguito il diploma di composizione per colonne sonore alla Regia/Accademia Filarmonica di Bologna. Nel 2005 si è trasferito ad Amsterdam dove scrive ed esegue musica per spettacoli di danza, teatro, per video e cinema, collaborando con altri musicisti. Ha composto quasi tutte le musiche delle produzioni della coreografa Gabriella Maiorino dal 2005 ad oggi, e ha collaborato anche altri coreografi internazionali.
Sosta Palmizi nasce come compagnia a Torino nel 1985. Nel 1990 la Compagnia Sosta Palmizi si scioglie e parte del suo patrimonio creativo si trasforma dando vita‚ con Raffaella Giordano e Giorgio Rossi in qualità di direttori artistici‚ all’Associazione Sosta Palmizi‚ con sede prima a Torino ed in seguito dal 1995 a Cortona. L’Associazione promuove e sostiene l’attività coreografica dei due direttori ed è una realtà di riferimento nell’ambito della creatività coreutica contemporanea; il suo operato è particolarmente sensibile alla qualità dell’esperienza artistica‚ alla formazione e all’accompagnamento delle giovani generazioni. Nel corso degli anni Raffaella Giordano e Giorgio Rossi hanno coinvolto‚ in maniera organica ed autentica‚ numerose persone provenienti da diverse esperienze‚ maturando un nucleo stabile‚ affine per storia e poetica‚ di Artisti Associati alla struttura. Interpreti‚ autori e collaboratori‚ coinvolti nelle produzioni e sostenuti nel loro percorso individuale‚ che hanno contribuito e contribuiscono allo sviluppo e alla crescita dell’arte coreutica nel panorama artistico del Paese.
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A Cuore Aperto è uno spettacolo che fonde insieme danza, teatro, musica, poesia e drammaturgia. In scena, l’intreccio è continuo, in stretto dialogo con temi estrapolati dai “Sonetti”, di William Shakespeare (1564–1616), e pagine scritte appositamente. La coreografia di Claudio Ronda, creata sulla partitura composta dal Maestro Paolo Zambelli, si muove sui venti “Sonetti” di Shakespeare, ne coglie le suggestioni per forgiare corpi trasfigurati nelle parole del poeta, corpi trasportati in un’atmosfera terrena e surreale insieme, che non conosce le scadenze del Tempo. Sono corpi che si cercano, e fanno fatica ad abbandonarsi; corpi impegnati nella cadenza aerea e tangibile dei passi a due; corpi che, nei movimenti elegiaci delle varie sequenze, tracciano i rituali della seduzione, del disamore, del sogno. Nella messa in scena di Alessio Pizzech, regista che punta al reciproco rispetto delle identità e delle forme specifiche di ciascun mezzo espressivo, lo spettacolo si sviluppa per nuclei tematici e stacchi improvvisi, ripresi anche a distanza. “A cuore aperto” diventa così una lucida confessione dell’animo, sospesa fra spezzoni biografici, accensioni sentimentali e delusione, turbamenti e furore, ricordi, ragione e struggimenti. Una pagina dopo l’altra, un poema dopo l’altro, danza e poesia diventano racconti speculari e autonomi, ciascuno dotato di una propria fisicità, mirata al coinvolgimento emozionale del pubblico. La posta in gioco è una serrata meditazione sulle stagioni della Vita, la predazione e la violenza dell’Uno sull’Altra, le mille illusioni, e le altrettanto irreparabili delusioni, racchiuse nelle asperità, e nelle dolcezze, di quella cosa chiamata amore.
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CLAUDIO RONDA, formatosi alla Scuola del Balletto Classico Cosi-Stefanescu e a Londra al Pineapple Studio, inizia una carriera da solista come danzatore impegnato in spettacoli creati, tra gli altri, da George Jancu, Robert North, Robert Cohen, Massimo Moricone. Contribuisce alla nascita, nel 1986, della compagnia Fabula Saltica, compagine per la quale firma una ventina di coreografie tra le quali: Pinocchio, Barbablù, Pulcinella, Ballades, Lost in a Dream, Presto Lento Presto, Il Tribuale degli animali...;
alterna a questa attività l'impegno come regista e coreografo sia di opere liriche, anche per bambini, e il ruolo di direttore artistico in rassegne di teatro e danza organizzate in Veneto.
COMPAGNIA FABULA SALTICA
L'Associazione Balletto "città di Rovigo" opera dal 1986 nel settore della produzione e diffusione di spettacoli di danza. Dalla sua nascita dà vita ad una propria compagnia denominata Fabula Saltica. Fin dagli inizi dell’attività fondamentale è la collaborazione con il Teatro Sociale di Rovigo per la produzione di spettacoli di danza con nuove commissioni a coreografi e compositori, per l'attività formativa con l’istituzione di corsi di perfezionamento e per la promozione attraverso l’annuale Stagione di Danza. Negli anni la ricerca di una propria identità culturale ed artistica ha favorito l’incontro con diversi coreografi e artisti (G. Iancu, R. North, B. Cohan, I. Ivo, A. Molin, L. Savignano, M. Loudière, M. Tutino, G. Gaslini, C. Ambrosini, M. D’Amico, P. Zambelli, L. Spinatelli, G. Ferrari, I. Stefanutti, E. Rava, T. Scott...) che con il loro lavoro e la loro esperienza hanno contribuito alla creazione di un repertorio attento alla contemporaneità e alla valorizzazione di una compagnia versatile ed adattabile a diversi stili ed esigenze. Dal 1996 l’Associazione è riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è sostenuta oltre che dal Teatro Sociale di Rovigo, dalla Regione Veneto tramite ArcoDanza. FABULA SALTICA è una compagnia composta da giovani danzatori, per la maggior parte italiani, di formazione accademica, ma con grande esperienza anche nei linguaggi della danza contemporanea.
Soggetto Senza Titolo è un percorso in cui, da una parte, si apre un campo per arricchire una ricerca individuale di movimento e di ricerca del sé, e dall’altra, è soprattutto un’immersione in un mondo intimo e solitario, con il fine di rivelare una sensazione, uno stato d’animo, un colore, il BLU, che in senso figurato, nell’idioma inglese, assume il significato di malinconia, dall’influenze del panorama di un underground metropolitano del vissuto personale dell’artista. L’immagine che ne viene fuori è quella di un omino stilizzato, quasi un fantoccio, informe, liquido, senza una specifica identità, caratterizzato dai colori del rosso e del blu, colori primari che inducono a pensare ad un’origine, o embrione di un’identità. Espongo la mia materia corporale ad una metamorfosi continua che si evolve e si trasforma. Non mi do una forma, né un nome, che possa limitarmi. Come una macchia d’inchiostro, che si espande senza un contenitore, provo a cercare una verità. Vado giù dove è più buio per toccare la mia pelle dal di dentro e lì trovare l’essenza, la radice del mio essere…vivente.
Guarda il trailerDanzatrice e coreografa, nel 2008 si diploma presso l’Accademia d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano, corso teatro-danza. Nel 2010 termina il biennio "Scrittura per la danza contemporanea" diretto da Raffaella Giordano, subito dopo il quale crea insieme ad altri undici artisti il collettivo Famigliafuchè. Nello stesso anno, conclude il corso di formazione per danzatori professionisti, organizzato da Operaestate Festival, B-motion, e studia presso la compagnia Dv8 physical-theatre di Londra. Ha lavorato per l'artista tedesco Tino Seghal, per Costanzo/Rustioni, Arearea, il teatro Valdoca, la compagnia Samotracia e Casa Strasse. E’ autrice insieme a Pieradolfo Ciulli di “Viale dei Castagni 16” premiato al bando Next Milano 2013. Attualmente sta collaborando con Sosta Palmizi, Zerogrammi e Company Blu. Viene selezionata nella rassegna Anticorpi, Giovane danza D’autore con il suo solo “Soggetto senza titolo”.
Sosta Palmizi nasce come compagnia a Torino nel 1985. Nel 1990 la Compagnia Sosta Palmizi si scioglie e parte del suo patrimonio creativo si trasforma dando vita‚ con Raffaella Giordano e Giorgio Rossi in qualità di direttori artistici‚ all’Associazione Sosta Palmizi‚ con sede prima a Torino ed in seguito dal 1995 a Cortona. L’Associazione promuove e sostiene l’attività coreografica dei due direttori ed è una realtà di riferimento nell’ambito della creatività coreutica contemporanea; il suo operato è particolarmente sensibile alla qualità dell’esperienza artistica‚ alla formazione e all’accompagnamento delle giovani generazioni. Nel corso degli anni Raffaella Giordano e Giorgio Rossi hanno coinvolto‚ in maniera organica ed autentica‚ numerose persone provenienti da diverse esperienze‚ maturando un nucleo stabile‚ affine per storia e poetica‚ di Artisti Associati alla struttura. Interpreti‚ autori e collaboratori‚ coinvolti nelle produzioni e sostenuti nel loro percorso individuale‚ che hanno contribuito e contribuiscono allo sviluppo e alla crescita dell’arte coreutica nel panorama artistico del Paese.
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Ci sono opere che nascono quasi all’insaputa di noi stessi, nascono come papaveri spontanei tra le rovine o sul ciglio di una strada. E che gioia per l’occhio attento del passante! Con quella spontaneità Arearea si è avvicinata a Le Quattro Stagioni di Vivaldi. Lo spettacolo viene realizzato prima in versione urbana (Mittelfest 2016) e nel 2017 in versione teatrale. Questa seconda approfondisce la stagione estiva e autunnale. From Summer to Autumn è un viaggio fra il maschile e il femminile, è un’affermazione d’esistenza, è la ricerca di un’atmosfera.
L’Estate è il femminile, è soprattutto il nostro attaccamento alla realtà sensuale del mondo. Ne assaporiamo la quiete dopo una tempesta. La tempesta crea un incantevole disordine: che pace, che frescura! Il desiderio è di ascoltare ogni minimo impulso naturale. Cinque donne si fanno attraversare da un forte vento d’estate e cercano complicità e solitudine. (M.B.)
Autunno, è tempo di transizione, tempo per rivolgersi all’interno, in un malinconico declino verso la madre terra. Uno sparuto gruppetto di uomini tergiversa sui suoi passi, attardando il più possibile ogni piccola decisione. Tra il mesto girovagare e l’agonistico vigore gli uomini gioiscono e danzano allegramente sotto l’albero dei riti antichi. (R.C.)
Qualche parola sulla composizione è doverosa. I primi quattro concerti grossi sono stati composti nel 1727, e riscritti da Max Richter nel 2015. Ricomporre Le Quattro Stagioni, un’idea folle. Farle convivere con ambient music ed elettronica, un sacrilegio. “Non c’era bisogno di riscrivere Vivaldi”,dice Richter,”ma si trattava di un’esigenza personale. Sono sempre stato innamorato delle Quattro Stagioni. Poi crescendo ho incominciato a sentirle ovunque, nei centri commerciali,nelle segreterie telefoniche e in pubblicità. Ad un certo punto le ho odiate. Riscriverle è stato come guidare attraverso un meraviglioso paesaggio conosciuto usando una strada alternativa per apprezzarlo di nuovo come la prima volta”.
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Roberto Cocconi è un riferimento centrale della danza contemporanea per la Regione FVG. La sua carriera artistica si coniuga con la mission di incentivare figure professionali per la creazione di eventi focalizzati sulla cultura del corpo. Nel 1992 fonda la Compagnia Arearea per cui realizza una ventina di opere coreografiche teatrali e urbane tra cui P.E.E.P. OVEST, menzione speciale al Coreografo Elettronico, LE MURA, BOX_TWO, BALLATA e ABOUT:BLANK.
Marta Bevilacqua si forma all’Accademia Isola Danza a Venezia con Carolyn Carlson (2001); collabora stabilmente con la compagnia Arearea dal 1998. Tra le sue coreografie più premiate NEC NEC (Anticorpi Explò), ORGANON (Premio Equilibrio), INNESTI, RUEDIS. Ha danzato con compagnie di ricerca come Adarte, Aldes, Balletto Civile, Ersilia Danza, Naturalis Labor, TPO, Versilia Danza. Ѐ stata coinvolta nei seguenti progetti internazionali: Lieux Publics con DAFNE, Writing site by site con PANTA REI e OLTRE LA LUNA, prodotto da Dance Channels.
La compagnia Arearea è stata fondata da Roberto Cocconi nel 1992, dopo le sue esperienze nella compagnia del Teatro La Fenice di Venezia con Carolyn Carlson e la fondazione assieme ad altri coreografi del gruppo Sosta Palmizi.
La direzione artistica è di Roberto Cocconi e Marta Bevilacqua in sinergia con un nucleo artistico stabile formato da Valentina Saggin, Anna Savanelli, Luca Zampar.
Le creazioni della compagnia si articolano nella doppia dimensione dello spettacolo teatrale e della performance negli spazi del quotidiano. La cifra poetica di Arearea risiede nella messa in discussione delle consuete logiche di utilizzo del palcoscenico e della piazza.
Dal 2007 la Compagnia è sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Dipartimento dello Spettacolo dal vivo – ed è nella sua regione l’unica realtà professionale che opera nel campo della produzione di danza.
Tra le creazioni di maggior rilievo: Le Mura (1999) di: Roberto Cocconi; A Rebours, l’amore ai tempi dell’assenzio (2011) di: Bevilacqua, Bertoncelli, Cocconi, Zampar; Nec Nec (2011) di: Marta Bevilacqua; About:Blank (2013) di: Roberto Cocconi; Ruedis_ruote di Confine (2014) di: Marta Bevilacqua.
Nel 2007 Arearea apre il centro di danza contemporanea LO STUDIO: una condizione, oltre che uno spazio, che favorisce l’occorrenza di progetti performativi multidisciplinari con specifica attenzione a quelli inerenti nuove esperienze coreografiche.
in coproduzione con Fondazione Campania dei Festival
“ – D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.
– O la domanda che ti pone obbligandoti a rispondere.” (Italo Calvino)
Un cortometraggio che attraversa luoghi ricchi d’arte, cultura e ingegno, spesso dimenticati. Un viaggio che ri-percorre le città invisibili della nostra vita attraverso quei temi che riguardano ognuno: la memoria, il ricordo, il tempo, il desiderio, la morte.
Un invito a ri-trovarsi, a “…cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”
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Roberta de Rosa
Nata a Caserta
Le sue esperienze
2014
EVGENIJ ONEGIN Teatro Comunale di Bologna, diretto da Aziz Shokhakimov| MARIUSZ TRELINSKI, EMIL WESOLOWSKI
PARSIFAL Teatro Comunale di Bologna, diretto da Roberto Abbado| ROMEO CASTELLUCCI, CINDY VAN ACKER
2013
TRATTATO DELLA LONTANANZA |C.ie ZEROGRAMMI
MISHIMA Napoli Teatro Festival |arb dance company |ISMAEL IVO
ATTIMO arb dance company |GIORGIA MADDAMMA
2012
TRAVIATA Compagnia Artemis Danza |MONICA CASADEI
SUSSURRI, LA VOCE DEL CORPO (II studio) Collettivo NaDa - Freiburg Theater |ANTONELLO TUDISCO
BUTTERFLY EFFECT Tones on the stones |ISMAEL IVO (musiche Luigi Pizzaleo|Premio Fedora)
IL CERCHIO PRIMO Artgarage – Fringe Festival |EMMA CIANCHI (Dario Casillo)
ALICE (estratto) Artgarage |FRANCESCA LA CAVA
PRECARIATO arb dance company |C.ie ZEROGRAMMI
SUSSURRI, LA VOCE DEL CORPO (I studio) Collettivo NaDa – Pim Off |ANTONELLO TUDISCO
2011
ROJOTANGO Wolfgang Warner Production – Erwin Shrott Perfor
ARB DANCE COMPANY
Compagnia di Danza casertana, fondata nel 2009 dalla Signora Annamaria di Maio che ne cura la direzione artistica. La compagnia è costituita da giovani danzatori dalla grande sensibilità artistica, desiderosi di intraprendere un percorso professionale all’insegna della qualità e della innovazione. L’Arb Dance Company è seguita da un’équipe di professionisti del Teatro e del mondo della Cultura, personalità di alto valore artistico, a cui è dato il compito di ideare e creare progetti multidisciplinari di alto livello da proiettare nel mondo della danza. La compagnia è diventata un punto di riferimento per i danzatori campani che vogliono percorrere la strada che dalla fase didattica li accompagna al professionismo.
Negli anni sono stati prodotti numerosi spettacoli, inseriti nei circuiti della danza contemporanea nazionale ed internazionale. La visione avanguardistica che punta sulla scelta di coreografi internazionali per ogni produzione, è stata la chiave per aprirsi al nuovo, l’idea di tendere la mano a giovani coreografi emergenti ha fatto sì che la compagnia diventasse un punto di riferimento per tutti gli artisti che sentono l’esigenza di misurarsi in un contesto professionale di rilievo.La compagnia nel tempo è diventata sempre più una vetrina, uno sfogo verso l’arte pura e verso le giovani generazioni che qui trovano lo spazio per esprimere le proprie idee.
Luce ed ombra, ombra e luce …. dall’alternarsi di esse è scandita la vita dell’essere umano da sempre: un ritmo ancestrale che risveglia l’animale atavico che è dentro di ognuno e riscopre la forza travolgente del maschio in armonia con la natura, accanto alla sua fragilità davanti alla grandezza di essa.
CONVERGENZE mette in luce la scissione dell’animo umano tra ragione ed istinto che si riconoscono nella tribalità, nella riscoperta delle radici insite nel ritmo della ‘terra’, come nel volo dell’animale libero, bello di una bellezza pura perché naturalmente selvaggio in armonia con la Natura.
Interessante la creazione di Federica Galimberti, che con un linguaggio del tutto personale, pulsante, nuovo, contaminato anche fascino di luce e buio, trova risposte nelle suggestioni ritmico/percussive quasi tribali che incalzano senza sosta i danzatori.
Sviluppando in maniera astratta e visionaria un’interazione con lo spazio, prendono vita forme pure di luce che si dividono e riflettono, componendo spazi nella immaginazione dello spettatore.
Un ritmo primordiale che si materializza in una danza di terra, nell’urban, nell’estrema sfida di se stessi e dell’altro proprio in un astratto quanto coinvolgente ed energetico rapporto tra la musica elettronica ed il suolo, la luce ed il ritmo, la potenza della danza maschile e la gioia della dinamica.
Una scelta consapevole e precisa che la coreografa fa di configurare questa tematica con un ensamble tutto al maschile, di grande impatto scenico, ma anche altrettanto capace di esprimere la fragilità infinita dell’uomo davanti all’immenso. Ed è chiaro che la rappresentazione di temi così antichi, eppure così contemporanei, affascina.
Intrigante la contaminazione della coreografa, che gioca quindi con i diversi elementi, facendoli ‘convergere’, appunto, nell’architettura coreografica costruita anche sulla luce, dando vita ad una pièce molto convincente.
Guarda il trailerEmiliana, innovativa nella creazione e nel linguaggio, contaminata dall’hip hop, carica di teatralità, curiosa, Federica Galimberti dal 2014 è anima/coreografa/regista di E.sperimenti Dance Company, Prod GDO, in team per ‘Per…inciso’, ‘HOPERA’ ed ‘E.sperimenti Dance Craft’, premiere in Bangkok - Italian Dance Thailand, da sola in ‘Convergenze’ e ‘Attacchi di Pane’. Per…inciso replica a New York, HOPERA, NID2015, al Beijing Dance Festival ed al Sziget Festival/Budapest, al SIDC/Shanghai 2017. ‘Convergenze’, è a Women in Dance 2015- Luisiana, ed al Quinzena de Danca de Almeda 2016, con ottimi riscontri. E’ richiesta per la realizzazione di eventi al Comune di Reggio Emilia, grazie alla sua esperienza didattico- coreografica sulle masse come sui piccoli gruppi. Con il GDO tourneè: Palestina, USA,Russia,Francia,Germania,Giordania,Brasile,Thailandia,Cina,Finlandia,Ungheria, anche con specifiche creazioni: Europe Day/Giordania (EUNICE), Korea/EXPO 2012, Cerimonia di passaggio a Milano2015.
E.sperimenti gdo dance Company, compagnia di punta del GDO, è uno spumeggiante ensamble dalle dinamiche più diverse e dagli stili più vari. Spazia dal breakin' al contemporaneo, dal modern al floorwork, dal teatrodanza all’acrobatica ed esprime un linguaggio contaminato, coinvolgente, geniale pronto al ‘sorriso’ in ogni sua espressione artistica.
I componenti sono performers di estrazione e vissuti differenti di spiccata individualità, ma sono un tutt’uno quando lavorano insieme.
Tutte le opere hanno debuttato in Thailandia all’International Dance Festival, promosso dall’Ambasciata Italiana a Bangkok, ed al Festival di Friends of the Arts’, nel 2014 con i suoi due programmi principali ‘Per…Inciso’ ed ‘HOPERA’, e nel 2015 invece, con ‘CONVERGENZE’ ed ‘E.sperimenti Dance Craft’.
Inoltre con ‘Per…Inciso’ ha debuttato a New York nel 2015, invitato al Festival Internazionale ‘Between the Seas’ con grande successo. Ed ancora un apprezzato short di ‘CONVERGENZE’, che è la creazione di di Federica Galimberti, è stato eseguito, al “2015 Women in Dance Leadership” (Baton Rouge, LA - USA), selezionato tra oltre 200 progetti pervenuti da tutto il mondo e nel 2016 al Quinzena de Danca de Almada Festival.
‘HOPERA’, selezionato per la NID Platform 2015, è stato invitato al Beijing Dance Festival 2016, al Vantaa Gala Helsinki, al Sziget Festival e tornerà in Cina nel 2017 per inaugurare il nuovo Teatro SIDC a Shanghai.
Casual bystanders muove dai concetti di percezione e reale in rapporto all’acquisizione di dati fisici e storici di micro collettività casuali e dei passanti occasionali che provvisoriamente le compongono. La performance si fonda sulla riconfigurazione coreografica di un corpus di gesti “non straordinari” ricavati dai frammenti cinetici, motori, gestuali e verbali dedotti da Salvo Lombardo dalla relazione con i passanti in spazi pubblici tra il 2014 e il 2015; le loro posture, i loro gesti, l’andamento ritmico del loro movimento, frammenti sonori e porzioni di discorsi sono il centro di tale processo. Le azioni di raccolta di queste informazioni fisiche, nel loro contesto urbano, sono state finalizzate all’elaborazione dal vero di un certo numero di frammenti motori e gestuali “archiviati” attraverso il corpo e poi trascritti in forma di enunciati su dei taccuini, numerati progressivamente, per essere rielaborati successivamente in forma coreografica: dal procedimento mimetico alla trasfigurazione del gesto semplice; tra le rovine del movimento, nel sedimento di qualcosa che è già-stato, per esperire un corpo- presente.
Guarda il trailerSalvo Lombardo (Catania 1986), performer, coreografo e regista; ha approfondito gli interstizi tra la danza, il teatro e le arti visive studiando e collaborando con numerosi artisti del panorama italiano e internazionale. Ha condotto workshop per IED_Roma, Teatro Stabile di Catania, Festival Attraversamenti Multipli di Roma, Bim Festival di Cesena, Danae Festival di Milano. Nel 2016 è coreografo residente ad Anghiari Dance Hub dove crea Casual Bystanders ospitato nei principali Festival e teatri italiani (tra cui Teatro di Roma, Festival di Polverigi, Terni Festival, Danae Festival, DiD Studio e Studio Azzurro a Milano, Fabbrica Europa, Kilowatt Festival, Oriente Occidente). Dal 2017 è artista associato al Festival Oriente Occidente e coreografo ospite presso la compagnia Aura Dance Theatre di Kaunas (LIT). Attualmente è impegnato nella creazione della performance Immortal present e della installazione site-specific Reappearances pensata per il Museo MART di Rovereto.
Salvo Lombardo (Catania 1986), performer, coreografo e regista; ha approfondito gli interstizi tra la danza, il teatro e le arti visive studiando e collaborando con numerosi artisti del panorama italiano e internazionale. Ha condotto workshop per IED_Roma, Teatro Stabile di Catania, Festival Attraversamenti Multipli di Roma, Bim Festival di Cesena, Danae Festival di Milano. Nel 2016 è coreografo residente ad Anghiari Dance Hub dove crea Casual Bystanders ospitato nei principali Festival e teatri italiani (tra cui Teatro di Roma, Festival di Polverigi, Terni Festival, Danae Festival, DiD Studio e Studio Azzurro a Milano, Fabbrica Europa, Kilowatt Festival, Oriente Occidente). Dal 2017 è artista associato al Festival Oriente Occidente e coreografo ospite presso la compagnia Aura Dance Theatre di Kaunas (LIT). Attualmente è impegnato nella creazione della performance Immortal present e della installazione site-specific Reappearances pensata per il Museo MART di Rovereto.
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APRITI AI NOSTRI BACI – studio sul concetto di muro
Il muro quello dove ci si appoggia per piangere, per cercare le crepe da riparare o da allargare, semplicemente per superarlo, per curiosare, per capire da che lato stare.
Il Novecento, secondo Christian Boltanski, è un muro. Un muro di ferro, immenso, sul quale si aprono centinaia di cassetti. Su ogni cassetto è stampato un numero e dentro ogni cassetto è nascosta una vita. O meglio le tracce di una vita: un certificato di nascita, una fotografia, un atto di proprietà, un documento di identità. Quel muro si intitola “Personnes”, cioè “persone”, ma anche “nessuno”. L’uomo massa diventa l’uomo atomo, la persona diventa nessuno, la convivenza solitudine.
Da una parte è duro, compatto, inscalfibile, è il muro delle moltitudini, ma dall’altra contiene le vite dei tanti nessuno che popolano la storia. E’ il muro dei moti contrari: il muro che esclude, ma che al tempo stesso protegge, che al di là spaventa e al di qua rassicura, il muro che difende i confini, ma che ricaccia indietro lo straniero.
regia e coreografia: Francesca La Cava
drammaturgia: Guido Barbieri
musica originale e live electronics: Fabio Cifariello Ciardi
video mapping: Salvatore Insana
scene e costumi: Chiara Defant
disegno luci: Carlo Oriani Ambrosini
interpreti e collaborazione: Sara Catellani, Andrea Di Matteo, Francesca La Cava, Manolo Perazzi e Valeria Russo
foto: Paolo Porto
produzione: GRUPPO e-MOTION con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione Abruzzo e del Comune dell’Aquila
residenze e coproduzione: Festival Oriente Occidente, CID Centro Internazionale della Danza di Rovereto (TN) e I Cantieri dell’Immaginario
con il sostegno per le residenze di ACS Abruzzo Circuito Spettacolo
Guarda il trailer
Studia danza contemporanea c/o ASMED (IT), AND (IT), borsa di studio London Contemporary School (GB), DAMS-Bologna (IT) e con Jean Gaudin, Jean Cebron, Carolyn Carlson, Nicole Caccivio, Ori Flomin, Richard Move, Suzanne Linke, Julian Moss, Inaki Azpillaga, Russell Maliphant etc..
Ha insegnato danza contemporanea all'Accademia Nazionale di Danza (IT).
E' stata codirettore artistico della Compagnia di Elsa Piperno e Direttore della Danza al Teatro Lirico d'Abruzzo (IT).
Riceve i premi: Stefano Valentini, Roma per il ballo e Vignale Danza.
Ha lavorato come danzatrice contemporanea in Francia, Belgio, Spagna, Brasile, Germania, Messico, Polonia con Joseph Fontano, Enrica Palmieri, Adriana Borriello, Pierre Droulers, Phillis Gutelius, Tere O'Connor, Giovanna Summo, Elsa Piperno, Anouska Brodzacz, etc.
Lavora come coreografa con ASMED (IT), Ambasciata britannica (IT), La Risonanza (IT), Tage Alter Musik (DE), Capella Cracoviensis (P), etc.
E' il direttore artistico del GRUPPO e-MOTION
“La ricerca del gesto e quella personale sono alla base degli spettacoli del GRUPPO e-MOTION, le cui performance sono viaggi poetici e introspettivi all’interno dell’essere umano e della società contemporanea”.
E' una Compagnia di danza contemporanea con sede a L’Aquila finanziata dal MIBACT e sostenuta dalla Regione Abruzzo e dal Comune dell’Aquila.
Le sue creazioni sono state cooprodote e hanno ricevuto residenze da: Vignale (IT), Oriente Occidente (IT), Festival Tage Alter Musik (DE), Italian Institute Munich (DE), Inteatro Polverigi (IT), Workspacebrussels (BE), CCN Le Havre-Haute Normandie (FR), Atelier de Paris Carolyn Carlson (FR), PARTS (BE), CLAPS (IT), ACS (IT) e molti altri.
Il GRUPPO e-MOTION si è esibito in importanti festival e teatri internazionali: CLAPS (IT), Scenario Pubblico (IT), Teatro Sociale Rovigo (IT), Circuito danza Campania (IT), Vignale (IT), Teatro Nuovo Torino (IT), Circuito danza Trentino Alto Adige (IT), Fondazione Toscana Spettacolo (IT), Arteven (IT), ATCL (IT), CEDAC (IT), Napoli Teatro Festival (IT), Milanoltre (IT), AMAT (IT), Teatro Vascello (IT), Circuito danza Friuli Venezia Giulia (IT), Subterraneo des artes escenicas (MX), Dance in the city (BE), Winter Festival (BA), Danca em transito (BR), Tage Alter Musik Regensburg (DE), Tanzart (DE), Orestiadi (IT), Lavanderia a Vapore (IT), DID Milano (IT), Teatro Bellini Napoli (IT), ACS (IT), I Cantieri dell’immaginario (IT), Tendance (IT), FIND (IT), Marche Teatro (IT) e molti altri.
DISMISURA, OVVERO JE N’AI PAS D’AUTRE CHOIX
Da un’idea di ANTONIO MONTANILE (I-B)
coreografia e interpretazione: Antonio Montanile
suono: Flavia Massimo disegno
luci: Danila Blasi
produzione: GRUPPO e‐MOTION con il contributo del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali, della Regione Abruzzo e del Comune dellʼAquila
partner:
Accademia di Belle Arti dell’Aquila (IT)
residenze: Workspace Brussel (BE), Inteatro Polverigi (IT), CND Paris (FR)
con il sostegno di Inteatro Polverigi (IT), C.L.A.P.S. spettacolo dal vivo
Brescia (IT)
Special thanks: La Raffinerie, Charleroi Danses – Brussels (BE) Erika Zueneli Cie
Lyeus – Paris (FR), Antonello Tudisco (IT)
Lʼesagerazione come limite, un luogo fisico e mentale in cui si possa andare
allʼeccesso di un linguaggio che permetta poi di scendere nellʼessenziale del
gesto, del movimento e dellʼazione. Lʼiperbole della dismisura come un
atteggiamento più fisico che mentale, in cui il gesto si esaspera e lʼazione si reitera
fino alla sua estrema estensione, per poter arrivare ad una sorta di Big Beng in cui
lʼuomo, “denudato” del suo esagerato comportamento, riprenda possesso della
semplicità della concretezza senza orpelli ed aggiunte esterne.
La verità va esagerata perché risulti credibile (Joan Fuster – Giudizi Universali
1960/1968)
L’Arte stessa è una forma di esagerazione (O.Wilde – Intenzioni 1891)
Ogni eresia è l’esagerazione mostruosa di un aspetto della verità (Mircea Eliade – Il mito della
reintegrazione 1942)
Esagerare è una forma di creatività che appartiene all’arte. E l’arte è l’espressione
delle emozioni, esagerare fa bene, è un esercizio delle passioni, dalle quali
veniamo sempre più allontanati dalla realtà analgesica in cui viviamo (Oliviero
Toscani – Non sono obiettivo 2004)
Antonio Montanile é un danzatore coreografo attivo in Europa ed oltreoceano. Dopo gli studi musicali e di attore viene catturato dal mondo Tersicore grazie all'educazione ricevuta all'Accademia Isola Danza della Biennale di Venezia grazie a pedagoghi come Carolyn Carlson, Malou Airaudo, Raffella Giordano, Nigel Charnock, Bill T. Jones, Iñaki Azpillaga, Frey Faust, Ivan Wolfe, Susanne Linke, David Zambrano. Con l'inizio del nuovo millennio ha lavorato con direttori quali Caterina Sagna,Erika Zueneli Cie Tant'Amati in Francia, Carolyn Carlson Biennale di Venezia Dance Company Simone Sandroni Déjà Donné, Abbondanza- Bertoni in Italia, Carmen Blanco Principal e Thomas Hauert in Belgio,e Philippe Saire in Svizzera. Oltre alla performance ed all'insegnamento con stage in ogni parte del mondo (Diploma di Stato Francese ottenuto al CND in Lione) e alla creazione di sue proprie coregrafie, egli svolge una continua ricerca sulla scritture creativa, video e suono.
“La ricerca del gesto e quella personale sono alla base degli spettacoli della Compagnia, le cui performance sono viaggi poetici e introspettivi all’interno dell’essere umano e della società contemporanea”. Compagnia di danza contemporanea con sede a L’Aquila, è finanziata dal MIBACT. La Compagnia è sostenuta dalla Regione Abruzzo e dal Comune dell’Aquila. Coproduzioni e residenze: Vignale (IT), Oriente Occidente (IT), Festival Tage Alter Musik (DE), Italian Institute Munich (DE), Inteatro Polverigi (IT), Workspacebrussels (BE), CCN Le Havre-Haute Normandie (FR), Atelier de Paris Carolyn Carlson (FR), PARTS (BE), CLAPS. (IT), ACS (IT) e molti altri. GRUPPO e-MOTION si esibisce in importanti festival e teatri internazionali: CLAPS (IT), Scenario Pubblico (IT), Teatro Sociale Rovigo (IT), Circuito danza Campania (IT), Vignale (IT), Teatro Nuovo Torino (IT), Circuito danza Trentino Alto Adige (IT), Fondazione Toscana Spettacolo (IT), Arteven (IT), ATCL (IT), CEDAC (IT), Napoli Teatro Festival (IT), Milanoltre (IT), AMAT (IT), Teatro Vascello (IT), Circuito danza Friuli Venezia Giulia (IT), Subterraneo des artes escenicas (MX), Dance in the city (BE), Winter Festival (BA), Danca em transito (BR), Tage Alter Musik Regensburg (DE), Tanzart (DE), Orestiadi (IT), Lavanderia a Vapore (IT), DID Milano (IT), Teatro Bellini Napoli (IT), ACS (IT), I Cantieri dell’immaginario (IT), Tendance (IT), FIND (IT), Marche Teatro (IT) e molti altri.
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Su invito del direttore artistico del Balletto di Roma Roberto Casarotto, l’artista associato della compagnia per il triennio 2015/2017 Alessandro Sciarroni porta in scena HOME ALONE, spettacolo di danza con interazioni video per il pubblico giovane interpretato dai danzatori dell’ensemble romano. La produzione rientra nel progetto TEATRO RAGAZZI con cui il Balletto di Roma intende avviare programmi di danza per i più piccoli.
Dopo il grande successo di JOSEPH Kids, creazione del 2013 presentata in Italia e all’estero in prestigiosi contesti fra i quali il Festival d’Automne a Parigi e la Biennale de la Danse a Lione, Alessandro Sciarroni torna ad esplorare i temi della multimedialità per gli spettatori più giovani con una nuova versione dello spettacolo appositamente ideata per la compagnia romana.
Il lavoro intende porre i ragazzi di fronte alla possibilità di osservare i mezzi tecnologici come veicolo di creatività e non di mera alienazione. HOME ALONE fa divertire e anche riflettere, proponendo l’idea di muoversi e agire in uno spazio performativo in modi insoliti e imprevisti. Lo spettacolo richiama la profonda intelligenza e intuizione che ogni giovane spettatore (e possibile performer) porta con sé coinvolgendo piccoli e grandi in un sorprendente gioco visivo. Con l’utilizzo di un computer e di uno schermo in scena, gli interpreti deformeranno, amplieranno e restringeranno lo spazio adattando il proprio corpo alle immagini di un riflesso multiforme. Parte integrante della performance, momenti di gioco interattivo in cui i bambini sperimenteranno il semplice dispositivo tecnologico alla base della performance.
Guarda il trailerSciarroni è attivo nell’ambito delle Performing Arts con alle spalle anni di formazione nel campo delle arti visive e di ricerca teatrale. I suoi lavori vengono rappresentati in festival di danza e teatro contemporanei, musei e gallerie d’arte e prevedono il coinvolgimento di professionisti provenienti da diverse discipline. Ha creato eventi per la Biennale di Venezia, sezione Danza. Ha partecipato a circuiti e reti per la diffusione della danza contemporanea e la mobilità internazionale degli artisti (Anticorpi Explo, Aerowaves) e a residenze di ricerca (Choreographic dialogues, Choreoroam, Performing Gender). Fa parte del progetto Migrant Bodies, progetto di ricerca e produzione coreografica che promuovere riflessioni e creazioni sul tema della migrazione e sul suo impatto culturale nella società europea e canadese. Numerosi i premi ricevuti: Premio Rete Critica, Premio del miglior spettacolo – Puf Festival de Pola (Croazia), Miglior artista emergente – Rivista Danza&Danza
ll Balletto di Roma nasce nel 1960 dal sodalizio artistico tra due icone della danza italiana: Franca Bartolomei. Nel corso dei suoi 55 anni di vita, il Balletto di Roma ha visto susseguirsi prestigiose collaborazioni e molteplici anime creative, e negli anni l’attività produttiva è cresciuta sia in termini di quantità delle opere allestite nel corso delle stagioni. Entrando nel 2015 nel 55° anno di attività, il Balletto di Roma annuncia un cambiamento importante al vertice artistico della struttura. Il maestro Walter Zappolini lascia la direzione artistica dello storico gruppo, e il general manager Luciano Carratoni affida oggi la guida artistica del Balletto di Roma a Roberto Casarotto, figura tra le più interessanti sull’attuale scena nazionale e internazionale della danza contemporanea. Primo traguardo di un processo di innovazione avviato nel 2014, l’apertura internazionale della compagnia inaugurata con la residenza coreografica londinese presso Royal Opera House per la creazione di We/Part a firma del coreografo Paolo Mangiola. Del 2016 le due coreografie Paradox di Itama Serussi e Paolo Mangiola e Giselle di Itamar Serussi (gia ballerino della Batsheva Dance Company) e Chris Haring (Leone D’ora nel 2007 alla Biennale di Venezia). A condividere il percorso di direzione artistica di Roberto Casarotto, tre coreografi associati che rappresentano la storia recente del repertorio della compagnia: Fabrizio Monteverde, Alessandro Sciarroni e Paolo Mangiola.
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L’esigenza di sentire, di percepire qualcosa come la grazia guida il progetto.
Molti elementi legati alla grazia popolano l’immaginario dello spettacolo. La scenografia è un giardino. Quest’ultimo porta con sé l’idea di perfezione, della relazione con la natura e della negoziazione di ciò che è interno e ciò che è esterno. Il giardino è stato inoltre uno specchio ambiguo della civiltà politica europea.
Questi elementi ritornano oggi in un contesto completamente diverso, ma che ci spinge a prestare attenzione alle concentrazioni di potere, al controllo della natura, alla gestione dei limiti di ciò che è interno e ciò che è esterno, alla bellezza e alla forma.
Solo la grazia sembra essere rimasta indietro. Come immaginarla?
La strategia drammaturgica sottesa al progetto è l’assunzione che una dimenticanza ci ha separato dalla grazia. Questo gesto avrebbe sospeso in una bolla di oblio i giardini, i giardinieri e l’intera civiltà che vi passeggiava dentro. Possiamo immaginare di essere stati rapiti in un’altra epoca. Comincia un viaggio quasi onirico nel corso del quale guardare al presente attraverso una lente deformante, tagliata all’epoca in cui l’Europa fioriva nei suoi giardini.
Quattro figure esplorano l’atmosfera del giardino, la sua estetica e la sua politica.
Nonostante il fascino per questo luogo archetipico, la grazia per noi non può essere ancora un’idea formale, ma piuttosto un contatto profondo con il reale: esserne toccati.
Proprio per questo i quattro giardinieri affondano nelle profondità del giardino. Questa caduta, che ci allontana dall’ideale, potrebbe paradossalmente portarci più vicini alla grazia proprio attraverso la distanza che ci separa da essa. Usare grazia verso la materialità della vita, verso la sua vitalità pulsante, lasciarla essere più che controllarla. Questo è in gioco per noi quando pensiamo alla grazia.
Guarda il trailer
Silvia Bertoncelli coreografa e danzatrice, ha lavorato in Italia e all’estero per le compagnie Naturalis Labor, Ersiliadanza, Arearea, Lubbert Das, Cie Blicke, Abbondanza Bertoni, Cie Lanabel. Dal 2010 danza nella Rui Horta Dance Company. Nel 2011 il coreografo portoghese crea per lei il solo Danza Preparata, con il quale attraversa i più importanti festival europei. Nel 2013 diventa assistente di Rui Horta.
Dal 2003 porta avanti come coreografa un proprio percorso compositivo realizzando gli spettacoli Hansel&Gretel (2003), La coda dell'occhio (2006), Chicken (2007), Paper-Wall (2008), '30 Watt (2012), Shakespeare’s songs (2016). Nel 2016 collabora con il Teatro Sociale di Sondrio per l’opera contemporanea Alteramy.
Per la Compagnia Naturalis Labor firma la regia e le coreografie di Naveneva (2013), spettacolo di danza ragazzi, La Guerra Granda delle donne (2015), Oro d’ore (2016), entrambe performance site-specific, e Where we forgot The Gardeners (2017).
Creata nel 1988 da Luciano Padovani e Francesca Mosele, con lo spettacolo Taigà (1989) vince il primo premio al Concorso Internazionale di Coreografia Città di Cagliari. La sede organizzativa e operativa della compagnia è a Vicenza (Italia). Svolge un continuativo lavoro di ricerca sulla danza contemporanea, sul tango e sui nuovi linguaggi della danza. Progetta e realizza spettacoli ed eventi unici avvalendosi di collaborazioni con realtà nazionali quali Teatro Olimpico di Vicenza, Festival Oriente Occidente, Operaestate Festival, AbanoDanza, Pergine Spettacolo Aperto, Festival d'Autunno, Segni Barocchi, Concerti in Villa, Festival Lunatica.
Realizza tournèes in Italia e in Europa.
È riconosciuta e sostenuta da Ministero dei Beni e Attività Culturali, Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Comune di Vicenza, Comune di Comacchio e Arco Danza.
Promuove rassegne e festival tra cui Forti in Scena, Danza a Comacchio e Danzafest.
Recenti produzioni:
Romeo y Julieta Tango (per dodici danzatori e musica dal vivo) CREAZIONE 2015
West end CREAZIONE 2016
Where we forgot The Gardeners CREAZIONE 2017
The kitchen theory CREAZIONE 2017
Abrazame / Piazzolla Tango CREAZIONE 2017
Il compositore Dan Kinzelman e il coreografo Daniele Ninarello per la prima volta si incontrano in un territorio di esplorazione comune: lo spazio come luogo in cui esercitare e trasfigurare il corpo, sonoro e fisico, la sua precarietà, la sua impermanenza, la fatica della resistenza.
Dan Kinzelman lavora improvvisando dal vivo con l’elettronica, mescolando sintesi, rumori interni delle macchine e feedback, assieme a suoni generati dagli strumenti che da anni utilizza maggiormente: sax, clarinetto, flauti, stratificando i vari elementi con l’ausilio di una loop station.
Nel comporre la parte coreografica Daniele Ninarello, oltre a ricercare nel campo a lui abituale della composizione istantanea, opera in un territorio che si crea dal dialogo continuo con il paesaggio sonoro e le informazioni che da questo riceve per contattare quei fili invisibili che uniscono corpo e spazio.
La sperimentazione sonora e quella corporea tendono dunque a tradurre gli elementi percettivi attravarso cui l’evolversi della figura umana si rende visibile.
Qualcosa all’interno del corpo vibra costantemente come una minaccia: è il caos, il rumore interno delle cicatrici e dei pensieri. E riguarda tutti. Soltanto la danza può assestare progressivamente queste tracce nel qui e ora. E ripulire lo sguardo, trovare pace. Come un vero e proprio mantra fisico da esplorare nella sua continuità, perimetro muto di un pensiero correttamente liberato.
Guarda il trailerNINARELLO inserito in CV Compagnia. Dan Kinzelman è nato negli Stati Uniti, ma vive in Italia dal 2005. Si è affermato rapidamente sulla scena italiana, unendosi al gruppo del trombettista italiano Enrico Rava dove ha lavorato come solista, arrangiatore e direttore musicale, e collaborando con i talenti emergenti della sua generazione come Giovanni Guidi, Simone Graziano e William Tatge. Il suo lavoro è caratterizzato da una vena fortemente irriverente, mescola una profonda conoscenza della storia del jazz con un appetito vorace per il rischio e l'esplorazione sonora. I suoi progetti sono difficili da catalogare, spesso combinano selvaggiamente lontane linguaggi musicali in qualcosa di inquietante, ma allo stesso tempo seducente, la loro coerenza estetica deriva paradossalmente dall’estremo contrasto degli elementi E’ figura centrale nella scena musicale italiana. I suoi gruppi si sono esibiti nei più importanti festival musicali in Europa e Usa.
DANIELE NINARELLO frequenta la Rotterdam Dance Academy e danza con coreografi internazionali (Bruno Listopad, Felix Ruckert, Virgilio Sieni, etc) . Dal 2007 presenta le sue creazioni nei festival nazionali ed internazionali. Nel 2010 le sue produzioni entrano nella rete “Anticorpi XL” e sono presentate all’estero grazie a Dance Roads supportato da Mosaico Danza. Nello stesso anno è invitato a partecipare al progetto “Transforme” sotto la direzione artistica di Myriam Gourfink della Fondazionen Rouyamont. Nel 2012 con TROIS CORP ottiene la menzione DNA Romaeuropa Festival. Nel 2013 è finalista al Premio Equilibrio Roma. Nel settembre 2012 collabora con la compagnia EASTMAN – Sidi Larbi Cherkaoui. La prima produzione firmata dalla compagnia “ROCK ROSE WOW” (2013) è sostenuta da MOVIN’UP e vince il bando Teatro del Tempo Presente. Nel 2014 è vincitore del premio produttivo COLLABORACTION con “L.A.N.D. WHERE IS MY LOVE” Danza a fianco di musicisti e compositori di fama internazionale tra cui Kai Gleusteen, Ezio Bosso, Francesco Romano. I suoi lavori sono stati sostenuti da festival e centri nazionali ed internazionali “KUDOKU” (2016) realizzato con il musicista Dan Kinzelman, debutta alla Biennale Danza di Venezia ed è selezionato per Aerowaves Twenty17. STILL (debutto maggio 2017) vince il Premio Prospettiva Danza 2016 ed è parte del progetto STILL Body Experience With Digital Brain vincitore del Bando ORA! - Compagnia di SanPaolo.
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Il Faust è una nuova produzione in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo assieme al giovane visual artist Matteo Stocco, Raphael Bianco affronta la seconda tappa della trilogia della civiltà iniziata con “Orlando”, i due artisti presentano una nuova prospettiva di lettura del Faust di Goethe in cui un ruolo importante è giocato dalla vana onnipotenza del web e dove la scelta dell’installazione coreografica permette di aggregare codici performativi differenti.
Il fulcro della ricerca condivisa fra Bianco e Stocco, è il confronto con la conoscenza, anche quella più sotterranea e più segreta.Immergendosi in un abisso sonoro, visivo e gestuale, lo spettatore è accompagnato e sollecitato a scandagliare pulsioni, situazioni e sentimenti indicibili e inconfessabili ma allo stesso tempo estremamente attraenti.
Pratiche proibite che suscitano la curiosità più morbosa e permeano l’animo umano, che rimane però: un mistero invalicabile al di là di ogni conoscenza
Guarda il trailerNato a Bombay (India), sin dall'età di 12 anni ha studiato danza classica e contemporanea con Susanna Egri, entrando nella sua Compagnia nel 1988 . Nel 1991 si diploma a pieni voti all'Università della Danza per la formazione coreografica. Dal 1992 al 1994 danza con la Compagnia Nazionale Norvegese di danza contemporanea Nye Carte Blanche a Bergen (coreografie di Rui Horta, I.C. Johanssen, Solvi Edvardsen, Arne Fogerholt). In seguito collabora con l'Ensemble di Micha Van Hoecke (1994-1995), col Ballet du Nord in Francia (1995-1999), lavorando con J.C.Gallotta, C.Brumachon, Niels Christe e danzando come solista in molte produzioni della coreografa e direttrice Maryse Delente. Dal 1999 è co-direttore e coreografo residente della Compagnia EGRIBIANCODANZA. Ha collaborato anche con Balletto Nazionale di Gyor e Balletto Nazionale Macedone. Raphael Bianco trova nella versatilità la forza dell’ispirazione , attingendo da molteplici stili e soggetti, gli stimoli per tutte le sue coreografie.
La Compagnia EgriBiancoDanza diretta da Susanna Egri e Raphael Bianco è l’emanazione teatrale della Fondazione Egri per la Danza. L’attuale Compagnia EgriBiancoDanza si compone di sette elementi stabili, provenienti da esperienze professionali di alto livello, e possiede un solido repertorio che spazia dal balletto neoclassico alla danza contemporanea. Il suo stile coreografico riunisce nella preparazione una solida base accademica alle varietà dinamiche della creazione coreografica odierna, accanto ai più innovativi lavori di ricerca nel campo del site specific , installazioni e attività community. In questi ultimi anni EBD ha ottenuto brillanti successi sia in Italia che all’estero. Sotto la direzione artistica di S. Egri e con le coreografie di R.Bianco la Compagnia ha presentato spettacoli in Argentina, Ungheria, Malta, Grecia,Serbia, Russia, Francia e Portogallo, Belgio, Macedonia, Cile, Bosnia Erzegovina, Spagna, Lituania oltre che in tutta Italia tra cui: Sarajevo International Winter Dance Festival - Marzo 2013, Mittelfest - 2013, Stagione Teatro Vascello Roma, Napoli Teatro Festival (Luglio 2013), Aura International Festival 2014 Lituania Pim off Milano 2014, Abril en danza (Spagna) 2015, Festival Invito alla Danza (Roma) 2015, Vignale Monferrato Festival 2016, International Festival “Son of the Soils” (Lituania) 2017. La Compagnia è sostenuta da MIBACT, Regione Piemonte, Città di Torino, Fondazione CRT e Compagnia di San Paolo, Main Sponsor Studio Rolla
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Il nero come sintesi universale, come simbolo di potenza misteriosa, generatrice e complessa, che racchiude l’intelligenza della costruzione, che anticipa la fase della nascita. Luogo degli inizi, luogo di attesa, lo immagino come una grotta che trattiene potenza e germinazione.
Qui lo scorrere del tempo è sospeso, occupa uno spazio parallelo a quello del reale. Qui i nostri corpi riorganizzano un’idea di origine e vicinanza, di tensione l’uno verso l’altro e verso il primo istante. Il nero è una magnetica distanza temporale, come le prospettive di età diverse: un intervallo di 31 anni.
Col passare del tempo ho sentito sempre più spesso la necessità di limitare e mettere in crisi il mio movimento nello spazio, di stare sul bordo, sentire la vertigine dell’equilibrio. Trovare un posto e cercarne subito un altro, saggiare la gravità, la misura delle cose, la libertà nello spazio. Questo succede molto concretamente quando uso degli oggetti e delle forme geometriche semplici, quando riesco a confinare il corpo mettendolo in relazione con qualcosa di definito. Quando mi rapporto con persone che hanno esperienze diverse dalla mia, età e approcci diversi.
Credo che tutto ciò abbia a che fare con la ricerca di un’origine, col tentativo di riscoprire l’istinto o sentire l’istante del principio. Con la necessità di scrollarsi di dosso la consapevolezza e di mettere un’attenzione diversa al tempo e allo spazio, e forse avanzare «a ritroso».
Guarda il trailerInteressata alle potenzialità espressive del corpo e all’interazione con diversi linguaggi, si dedica ad un personale percorso di ricerca collaborando con danzatori e artisti.Di formazione classica, è stata danzatrice solista del Balletto di Toscana. In seguito si è interessata ai nuovi linguaggi della danza contemporanea facendo una lunga esperienza nella Compagnia Virgilio Sieni, dove è stata protagonista, dal ’93 al 2006, di tutte le produzioni e numerose collaborazioni alla coreografia. Nel 2003 è solista e coautrice di Empty Space-Requiem (premio Ubu 2004, miglior spettacolo di teatro danza). Nello stesso anno collabora con Letizia Renzini interessandosi ai nuovi linguaggi multimediali.Dal 2007 inizia un percorso di ricerca personale, nel 2008 con Samuele Cardini vince il Premio Equilibrio della Fondazione Musica per Roma. Spazia in contesti artistici differenti, avvalendosi di una lunga esperienza in teatri, festival, musei, gallerie d’ arte, set cinematografici e spazi urbani.
Fin dalla sua fondazione, nel 2007, l'associazione CAB 008 si dedica alla produzione di alcuni coreografi che, dopo lungo lavoro in compagnie importanti e numerose esperienze in Italia e all'estero, hanno deciso di intraprendere percorsi di ricerca innovativi e personali.In particolare si è voluta privilegiare negli anni una linea che consentisse a giovani coreografi un percorso di sperimentazione, che favorisse l'inserimento negli spettacoli di giovani leve della danza e la coproduzione con altri enti produttivi di rilevanza nazionale e internazionale, come la Fondazione Musica per Roma, la Fondazione Fabbrica Europa, la Biennale di Venezia.Importante per CAB 008 è il sostegno costante agli spettacoli in tutto le fasi della loro realizzazione. CAB 008 mantiene un forte interesse per lavori che pongano al centro il corpo e il rapporto tra l'uomo e il mondo circostante, alla ricerca di un linguaggio innovativo e in grado di creare un forte legame con il momento storico presente attraverso il movimento coreografico.La danza, dunque, la sua grammatica, il suo significato profondo, la ricerca, la relazione con nuovi e interessanti percorsi artistici è quello che CAB 008 persegue con grande impegno e si pone come obiettivo. La direzione artistica è collettiva ed è curata dai coreografi della compagnia e dal Presidente Roberto Mansi.La compagnia opera con il sostegno di contributi della Regione Toscana dal 2010 e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali dal 2012.
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Ra-me e´un progetto che nasce grazie a Dna appunti coreografici di Romaeuropafestival
e al bando Cura
con il sostegno di Promozione Danza della Fondazione RomaEuropa, CSC Centro per la scena contemporanea Bassano del Grappa, L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, Gender Bender di Bologna, Teatro Grande di Brescia, Compagnia Virgilio Sieni/Centro di produzione sui linguaggi del corpo e della danza di Firenze, Residenza Idra, Residenza multidiscipliare Stalker Teatro Torino, Inteatro Festival / Marche Teatro
La scena è abitata da tre performer uomini.
Ad ognuno è affidata un’asta di rame.
Un materiale resistente, freddo al tatto e apparentemente privo di vita si mostra nelle sue possibilità di essere agito.
Così attraverso la caduta, la sospensione e l’assemblaggio di questi tre elementi lo spazio muta insieme ai suoi corpi costantemente alla ricerca di nuove strategie di collaborazione.
Cosa costruire, e´una domanda insita nella danza stessa,e diventa pretesto per i tre di avvicinarsi a un dialogo fatto di responsabilità e accoglienza.
La tattilità permette esitazioni e tregue in cui incontrare un paesaggio e viverlo.
La collaborazione con l’artista francese Mahatsanga le Dantec, è occasione di ricerca sulle geometrie corporee, le possibilità materiche e sonore, verso una visione della scena in sospeso tra
archetipi e nuove identità.
Guarda il trailerLara Russo si forma tra Barcellona e Berlino. Nel 2011 torna in Italia e partecipa al progetto International Festival Accademy presso Inteatro e nel 2013 vince il premio GD'A Giovani Danz’autori con lo spettacolo Allumin-io. Lavora come assistente di Virgilio Sieni alla Biennale di venezia 2013. Riceve la borsa di studio per Ecite, incontro d’insegnanti di C.I. Ponderosa 2014, Germania. Nel 2015 vince il concorso Dna Appunti coreografici a RomaEuropa Festival con lo spettacolo Ra-me, che debutta alla Biennale di Venezia Danza 2016. Considera la ricerca coreografica una possibilità d'incontro con l’altro per sviluppare nuovi modi di espressione: in particolare, il suo campo di d’indagine spazia dal site specific all’interazione tra danza contemporanea e arti plastiche, integrando nelle proprie produzioni musicisti e artisti visivi. La ricerca sul movimento confluisce nel suo metodo d'insegnamento che sviluppa dal 2011 nel corso di formazione professionale dance start up a Bologna.
MARCHE TEATRO è un ente attivo nell'ambito delle performing arts, della produzione e della promozione di progetti artistici contemporanei e nella programmazione ed ospitalità di residenze creative e di ricerca. MARCHE TEATRO è riconosciuto dal MIBACT come TRIC (Teatro di Rilevante Interesse Culturale) con compiti di produzione e ospitalità, è inoltre riconosciuto per le attività di residenza artistica realizzate a Polverigi presso Villa Nappi.
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“Quando la nostra età è tuttavia tenera, egli confonde la sua voce con la nostra, e dei due fanciulli che ruzzano e contendono tra loro, e, insieme sempre, temono, sperano, godono, piangono, si sente un palpito solo, uno strillare e un guaire solo” – Giovanni Pascoli
Re-Garde è uno spettacolo di danza contemporanea che indaga sul senso della vista: dimensione innocente e pulita di uno sguardo che si posa sulle cose e che sa ironicamente divertirsi con la vita. Un’osservazione da fanciullo pascoliano, priva di qualsiasi condizionamento e libera di potersi esprimere ed affermare. In scena due uomini, specchio delle loro proiezioni, sono pronti a subire o ricevere, a dare o perdere, a essere manipolati, provocati, abbandonati. Il corpo è controllato e vigile come lo sguardo, ma non rinuncia a godere di momenti di distensione e respiro. Un ipotetico ed assurdo soggetto noir che ammetta l’esistenza di un colore più gradevole, vicino alla sfera dell’umana e carnale visione della vita in tempi moderni. L’alternanza tra binomi opposti consente di valicare i delicati confini che separano la giovinezza dalla vecchiaia, in un tempo sospeso tra gesto e poesia.
Guarda il trailerFrancesco Colaleo (Napoli, 1988), danzatore e coreografo freelance, inizia i suoi studi di danza classica, moderna e contemporanea presso il Labart T.C.S. di Napoli. Nel 2010 segue, alla Biennale di Venezia, un master di alta formazione per la danza contemporanea. Nel 2011 partecipa al corso di perfezionamento Modem Atelier di Roberto Zappalà. Dal 2010 al 2012 collabora con la Compagnia Zappalà Danza, il Colletivo NaDa di Antonello Tudisco, la Cie Ismael Ivo e la Compagnia Les Danseurs Napolitains. Dal 2013 ad oggi collabora con la compagnia Artemis/Danza Monica Casadei, la Cie Tiziana Arnaboldi, la Cie Anou Skan. Vince, come giovane coreografo, il Fringe di Napoli nel 2013 con In.Corpo.Reo. Nel 2015 viene selezionato, con il duetto Re-Garde, alla vetrina della giovane danza d'autore Anticorpi XL e nel 2016 con il trio Beviamoci su_No Game. Nello stesso anno viene scelto per la seconda edizione di Anghiari Dance Hub.
Nel 1994 Monica Casadei fonda in Francia la Compagnia Artemis Danza, con la quale si trasferisce in Italia nel 1997. Dal 1998 al 2007 la Compagnia è in residenza al Teatro Due-Teatro Stabile di Parma e Reggio Emilia e da maggio 2014 è in residenza artistica presso il Teatro Comunale di Bologna. Ad oggi la Compagnia ha portato in scena oltre trenta creazioni, cui si affiancano le coreografie per numerosi spettacoli teatrali e d’opera lirica. Artemis Danza promuove inoltre opere di giovani autori, tra cui Francesco Colaleo e Maxime Freixas. Dal 2005 Artemis Danza si dedica intensamente alla realizzazione di Artemis Incontra Culture Altre, progetto di residenze artistiche e tournée internazionali che ha dato vita a spettacoli, laboratori, pubblicazioni, reportage e mostre. Parallelamente ha dato vita a Corpo d’opera, progetto di rivisitazione in danza contemporanea dei principali titoli del repertorio operistico, con un focus sulla figura femminile. Ad esso si legano alcune fra le principali produzioni che la Compagnia ha messo in scena negli ultimi anni come Traviata, Tosca X e Carmen K. La Compagnia Artemis Danza è sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Emilia Romagna; per numerosi progetti all’estero dal Ministero degli Affari Esteri e dalla Regione Emilia Romagna - Assessorato alla Cultura e Cultura d’Europa. Nel 2007 è inoltre membro del WDA-World Dance Alliance Europe sotto l’egida del IDC-ITI/UNESCO.
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In questo lavoro suggerito a Samuele Cardini dall”Auditorium Amici della Musica” diretto da Marco Scolastra, il coreografo ha voluto cimentarsi in modo personale alla rilettura di Cavalleria Rusticana di Giovanni Verga, un intreccio di storie di vite e sentimenti. Per farlo si è avvalso di una visione contemporanea novecentesca, costruendo il lavoro sulla partitura del celebre compositore Valentino Bucchi, ispirato a sua volta da Luchino Visconti. Prende corpo quindi una partitura complessa e intricata come la novella di Verga, come l’ intreccio tra un regista, un musicista e un coreografo.
Racconto Siciliano ha una drammaturgia che vede, al contrario della storia originale, non un’evoluzione precisa, ma uno svelare ciò che avverrà in maniera sottile, per entrare poi nelle relazioni personali.
Un lavoro dai toni decisi, con passaggi netti e taglienti tra la parte più umana e animale dei personaggi che popolano la scena: contemporaneo quindi, ma polveroso, caratterizzato dalla
ricerca di una gestualità ormai appartenente alle memorie.
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Samuele Cardini è danzatore, docente e coreografo.
Inizia i suoi studi a Firenze con Rosanna Brocanello e Marga Nativo. Dopo un breve periodo di tirocinio nella Compagnia Opus Ballet, entra a far parte della compagnia Virgilio Sieni Danza, dove resterà per sei anni, collaborando alle coreografie.
Inizia poi un percorso di ricerca coreografica indipendente, collaborando negli anni con altri artisti coreografi vincendo il premio Home di Scenario Pubblico indetto dalla Compagnia Zappalà Danza e il Premio Equilibrio, insieme a Marina Giovannini.
Nel frattempo continua il suo percorso come insegnante tenendo lezioni e laboratori nelle scuole più prestigiose d’Italia e all’estero.
Attualmente è direttore artistico di R.O.S. - Research Open Space, corso di perfezionamento per danzatori contemporanei presso il Centro Coreografico Opus Ballet, con il quale collabora anche come coreografo della Compagnia.
La Compagnia Opus Ballet è diretta da Rosanna Brocanello ed ha sede a Firenze.
Sempre aperta a nuove collaborazioni e molteplici spunti artistici, la Compagnia opera in un costante rinnovamento con grande attenzione per la sperimentazione. Evolvendo da basi di danza moderna nella contemporaneità e proponendo un linguaggio comune tra i generi, mantiene costante il forte impatto espressivo e l'alto profilo tecnico.
Fin dalla sua nascita, la Compagnia si avvale della professionalità di alcuni coreografi di fama nazionale ed internazionale quali Loris Petrillo, Patrick King, Peter Mika, Corinne Lanselle, German Jareguie e Vasco Wellenkamp.
Riceve il riconoscimento e il sostegno della Regione Toscana e presenta i suoi spettacoli in molteplici e importanti contesti italiani ed internazionali (teatri,circuiti e festival).
Le produzioni presentate dal 2012 ad oggi sono "Il lago dei cigni" di Loris Petrillo, "Otello" di Arianna Benedetti e "La belles de sommeil" di Philippe Talard, realizzata in co-produzione col Grand Theatre de la Ville du Luxembourg, che continuano a riscuotere grande riscontro di pubblico e critica.
Recentemente la Compagnia Opus Ballet ha presentato "Bolero&Gaite Parisienne",una nuova produzione sempre firmata Loris Petrillo. Ha inoltre sostenuto il lavoro sia di coreografi consolidati come Samuele Cardini e Angela Placanica che di autori emergenti come Aurelie Mounier, Maria Vittoria Feltre e Gustavo De Oliveira.
La prima rappresentazione di “Pulcinella” è a Parigi, nel 1920, ad opera dei Ballets Russes, con le coreografie di Leonide Massine, le musiche di Igor Stravinskij, le scene e i costumi di Pablo Picasso. Nel realizzarne la propria versione, Merola rispetta il passato, e i grandi capolavori prodotti sul tema, ma si muove per una propria strada. La colonna sonora è composta da alcuni brani del balletto e dalle “escursioni” del compositore Stefano Corrias. La contaminazione della partitura originale è dettata dall’esigenza di disporre di momenti più intimi, più scarni dal punto di vista musicale, per poter chiarire chi sia veramente Pulcinella: il coreografo ha voluto mettere in evidenza il versante solitario, malinconico e drammatico dell’alfiere napoletano. “Pulcinella – dice Merola – è una persona, è un’immagine anche di solitudine, che non muore mai: sembra morire più volte durante lo spettacolo, ma poi sempre si rialza, perché la sua libertà potrebbe essere soffocata, ma sempre torna a vivere.” Nel bianco e nero predominante dei costumi e della scena, compare solo una punta di rosso: è Pulcinella, il cui cuore batte al di là di ogni tentativo di farlo morire, e continua a pulsare, nel bene e nel male, nel bianco e nel nero.
Il coreografo non ha voluto seguire la trama originale, costruita nel 1920, ma si concentra sulla personalità del protagonista e sulle vicende principali, che ruotano intorno a lui: il suo amore per Pimpinella, la presunta morte, il finale, simbolo di rinascita. “La scena conclusiva – dice Merola – in cui Pulcinella indossa di nuovo il suo cappello, che a volte ha all’interno dello spettacolo, ma che spesso si toglie per essere simile al resto della società, simboleggia la sua scelta: si rende conto che essere come gli altri lo vorrebbero non lo porta da nessuna parte, e quindi sceglie di essere se stesso, sceglie la verità”.
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Michele Merola si è formato presso l’Associazione Balletto Classico diretta da Liliana Cosi e Marinel Stefanescu a Reggio Emilia e in seguito ha lavorato come danzatore presso le compagnie Toulon Opera House, Aterballetto, Arena di Verona. Nel 1999 ha fondato la MM Contemporary Dance Company, di cui è direttore artistico e coreografo principale, con cui ha portato in scena molte sue coreografie, sia in Italia che all’estero. Dal 2000 numerose sono le sue creazioni anche per altre compagnie, come l’Aterballetto, il Teatro San Carlo di Napoli, la Dominic Walsh Dance Theatre, il Teatro Massimo di Palermo, lo Junior Balletto di Toscana, il Teatro Nazionale di Belgrado.
Nel 2008 riceve il Premio Positano Leonide Massine per l’Arte della Danza e nel 2016 il Premio Giornale della Danza Award come Migliore Coreografo italiano. Dal 2010 Merola è, con Enrico Morelli, direttore artistico di Agorà Coaching Project, corso di perfezionamento professionale per danzatori con sede a Reggio Emilia.
La MM Contemporary Dance Company è una compagnia di danza contemporanea diretta dal coreografo Michele Merola, nata nel 1999 come centro di produzione di eventi e spettacoli con l’obiettivo di favorire scambi e alleanze fra artisti italiani ed internazionali, testimoni e portavoce della cultura contemporanea.
Il repertorio della compagnia, che ha sede a Reggio Emilia, è ricco e variegato, grazie ai lavori di Michele Merola e alle creazioni firmate da coreografi europei e italiani come Mats Ek, Gustavo Ramirez Sansano, Karl Alfred Schreiner, Emanuele Soavi, Enrico Morelli.
Nel 2010 la MMCDC ha vinto il prestigioso Premio Danza&Danza come migliore compagnia emergente e oggi, è, a tutti gli effetti, una realtà di eccellenza della danza italiana, con una consolidata attività di spettacoli su tutto il territorio nazionale.
Nel 2017 la MMCDC ha vinto il Premio Europaindanza 2017 - Premio al Merito alla coreografia, per lo spettacolo "Bolero" di Michele Merola.
All’estero la MMCDC è stata presente in Corea (Seul International Dance Festival Sidance 2010), Colombia (10° Festival Internacional de Ballet di Cali 2016), Germania (Aids International Dance Gala - Hagen 2016, Tanzmesse 2016 - Düsserdolf, Tanzfestival Bielefeld 2014 e 2017, schrit_tmacher Festival - Just Dance! Aachen 2017).
La compagnia è sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna, Compagnia Naturalis Labor, Teatro Asioli di Correggio, ASD Progetto Danza di Reggio Emilia. Partner tecnico: Pro Music.
Destinata guerriera indaga la figura femminile nei poemi cavallereschi del Rinascimento.
Uscendo dal felice e giocoso mondo dell’infanzia, la donna affronta il suo destino: forza, abnegazione, determinazione, coraggio.
Costretta ad abbandonare la propria femminilità per indossare una corazza che la confonde, protegge e separa, senza distinguerla dagli altri, cavaliere, seguace di Diana, viene destinata alla verginità: non ama, non può, è costretta all’oblio del sentire.
Deve quindi negare se stessa e lottare. Guerriera.
Ma dietro a questo destino ancora si nasconde la femminilità, resiste la sensualità, l’amore non si arrende.
Non avendo altra scelta che quella di accettare gli eventi, non più fanciulla ma guerriera: nasconde i suoi lunghi capelli, abbandona il vestito bianco, occulta i suoi tratti femminili.
Preso possesso della nuova veste e del suo nuovo corpo, la donna guerriera è pronta ad affrontare il proprio destino.
Questo lavoro riflette sulla donna, partendo dal poema cavalleresco per aprirsi anche all’attualizzazione della complessa identità femminile nella realtà contemporanea. La donna deve far convivere la propria femminilità e i ruoli che da sempre le sono propri non tanto con l’essere guerriera, quanto con le necessità della vita professionale e delle responsabilità personali in una società sempre più esigente.
Guarda il trailerNata nel 1991, Isabella Giustina inizia a studiare danza all'età di cinque anni. Nel 2007 si trasferisce a Firenze dove frequenta i corsi di formazione professionale di Opus Ballet e in seguito il corso di tecnica Nikolais con Simona Bucci e Paolo Mereu. Studia a Bruxelles con coreografi internazionali. Partecipa a masterclasses con Carolyn Carlson e con German Jauregui. Nel 2013 partecipa alla Biennale Danza di Venezia diretta da Virgilio Sieni. Tra il 2011 e il 2017 come interprete ha danzato in Visitazione e Locus di Virgilio Sieni; If e (Ri)conoscere della Compagnia Gabriella Secchi; Sguardi nel tempo e Ultima Cena di Giardino Chiuso; Incontri inaspettati e Enter Lady Macbeth della Compagnia Simona Bucci; Angel di Charlotte Zerbey – Company Blu; Arcitaliani e Mille brividi d’amore di Gianfranco Pedullà. Nel 2016 inizia a lavorare con Paola Vezzosi (Compagnia ADARTE) per la sua nuova produzione. Attualmente è iscritta al DAMS di Firenze.
COMPANY BLU è stata fondata nell’89 da Alessandro Certini e Charlotte Zerbey, autori che fin dal 1979 conducono in Italia e in Europa una ricerca tecnica e artistica sulla natura dialogico-segnica della danza. Le linee progettuali della compagnia vanno dalla ricerca, alla produzione di spettacoli, dalla didattica, all’ospitalità. Oltre al lavoro coreografico dei direttori artistici (Zerbey e Certini) la compagnia sostiene da anni le produzioni di Claudia Catarzi, di Massimiliano Barachini e di Elena Giannotti, nonché progetti di giovani coreografi emergenti. Dal 2016 viene anche sostenuto il lavoro di Pietro Pireddu e Isabella Giustina. Company Blu ha residenza artistica presso il Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino ed è sostenuta dal Mibact, dalla Regione Toscana e dal Comune di Sesto. L’idea di coreografia. Per Company Blu la coreografia vive in un sistema di relazioni, di trame e di corrispondenze. La scena è quindi il luogo dell’incontro tra l’energia e il pensiero dei performer, un campo di forze fortemente dinamico e in costante trasformazione che dal gesto porta al senso, dall’astrazione concettuale dell’estetica coreografica alla concretezza dei rapporti umani. Nelle numerose produzioni della compagnia evidente è il rapporto creativo fra più discipline artistiche dosando con attenzione l’equilibrio collaborativo tra danzatori, musicisti, scenografi e video artisti.
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coproduzione Company Blu, Armunia/ Festival Inequilibrio, CCNN | Centre Chorégraphique National de Nantes
con il supporto di spazioK.Kinkaleri, Dance Identity Vienna, Città del Teatro/ Cascina, Teatro il Moderno
creato all’interno del progetto europeo “Be SpecACTive!” – CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro (It), Bakelit Multi Art Center Budapest (Hu), B-51 Ljubljana (Sl), Domino Zagreb (Hr), LIFT London (Uk), Tanec Praha (Cz), Teatrul National Radu Stanca Sibiu (Ro), York Theatre Royal (Uk) con il supporto del Programma Europa Creativa dell’Unione Europea
e nell’ambito del progetto Residenze coreografiche Lavanderia a Vapore 3.0/ Piemonte dal Vivo
con il contributo di ResiDance XL – Rete Anticorpi XL – Network Giovane Danza D’autore, coordinata da L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino
La composizione è giocata da due corpi, un’architettura e un collage musicale. Questi quattro elementi primi hanno segnato la direzione per la creazione di un ambiente, uno stato fisico-mentale, una relazione di eventi.
In questo tableau i singoli avvenimenti si susseguono gli uni agli altri e sono intrecciati tra loro in una partitura musicale fatta di rimandi in continua metamorfosi.
La coreografia è punteggiata da pause, differenti velocità dei corpi, elaborazione di ritardi o anticipi, e si confronta con il risultato della simultaneità e della causalità.
Il “tempo” è il parametro che crea prossimità e continuamente ridisegna nuove geografie e storie tra i corpi.
Elementi questi che il tempo riesce a configurare in modi diversi, in conformazioni che in ogni istante potrebbero evocare racconti, alludere a significati, non fedeli a una narrazione di senso, ma piuttosto costanti nella loro metamorfosi.
Il tempo cambia gli incontri e i raccordi, quindi plasma il risultato delle forme materiche che incontra.
Esso agisce come uno scultore fa con la propria opera plastica.
La performance dunque diventa come l’esperienza dello sfogliare un libro nella sua matericità.
Inizia la sua carriera lavorando con l’Ensemble di Micha Van Hoecke. Successivamente danza tra le altre con la compagnia Dorky Park/ Constanza Macras, Compagnia Virgilio Sieni, Aldes/ Roberto Castello, Company Blu/ Certini-Zerbey, En-Knap Group/ Iztok Kovač, Làszlò Hudi, Compagnia Ambra Senatore.
E' ospite della compagnia Batsheva Dance Company di Ohad Naharin e fa parte di un progetto di ricerca di Yasmeen Godder.
Come improvvisatrice performa a fianco di Katie Duck, Scott Smith, Julyen Hamilton.
Lavora poi a progetti personali quali Qui, ora, vincitore di vari premi, presentato ad Aerowaves Spring Forward Festival 2014 e NID Platform 2014.
Sul Punto debutta all'interno di Romaeuropa /DNA vincendo il premio della giuria e del pubblico. Lavoro invitato a Young Choreographer Session/ Karlsruhe, diretto da Sasha Waltz.
Dal 2013 lavora con la compagnia Sasha Waltz&guests.
Il solo 40.000 centimetri quadrati sarà presentato a Rencontres Chorégraphiques de Seine-Saint-Denis
Company Blu
Company Blu è stata fondata nell’89 da Alessandro Certini e Charlotte Zerbey, autori che fin dal 1979 conducono in Italia e in Europa una ricerca tecnica e artistica sulla natura dialogico- segnica della danza. Le linee progettuali della compagnia vanno dalla ricerca, alla produzione di spettacoli, dalla didattica, all’ospitalità.
Oltre al lavoro coreografico dei direttori artistici (Zerbey e Certini) la compagnia sostiene da anni le produzioni di Claudia Catarzi, di Massimiliano Barachini e di Elena Giannotti, nonché progetti di giovani coreografi emergenti. Dal 2016 viene anche sostenuto il lavoro di Pietro Pireddu e Isabella Giustina.
Company Blu ha residenza artistica presso il Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino ed è sostenuta dal Mibact, dalla Regione Toscana e dal Comune di Sesto.
L’idea di coreografia.
Per Company Blu la coreografia vive in un sistema di relazioni, di trame e di corrispondenze. La scena è quindi il luogo dell’incontro tra l’energia e il pensiero dei performer, un campo di forze fortemente dinamico e in costante trasformazione che dal gesto porta al senso, dall’astrazione concettuale dell’estetica coreografica alla concretezza dei rapporti umani. Nelle numerose produzioni della compagnia evidente è il rapporto creativo fra più discipline artistiche dosando con attenzione l’equilibrio collaborativo tra danzatori, musicisti, scenografi e video artisti.
CORE/Demetra 2.0 è uno spettacolo che si interroga sull’apparenza del potere e sviluppa la sua tematica prendendo spunto dal mito greco di Demetra e di sua figlia Persefone, detta anche Core.
Il lavoro nasce dalla ricerca di un significato condiviso dei simboli, un’indagine interculturale sul rapporto tra l’uomo e l’avatar, tra un oggetto e il suo segno. Un percorso coreografico e scenografico sul valore del simbolo nella società dell’immagine. Un progetto che ha interrogato figure mitiche appartenenti ad una dimensione immaginifica e simbolica. L’identità coreografica si costruisce tra mito e mondo contemporaneo appoggiandosi alle corrispondenze simboliche e visive create dalla scenografia elettronica.
Il percorso non è lineare ma fatto di emozioni, di pensieri e riflessioni, di intenzioni che indagano gli aspetti umani, le pulsioni animali, ancestrali, terrene. È una riflessione sulla società, una società fatta di immagini svuotate di significato e resa viva nella sua volgarità, immortalata in un quadro crudele che rappresenta l’inferno e l’indifferenza di oggi, di un popolo lasciato nel silenzio, che si lacera come carne macellata, che dissolto tenta di riformarsi, di riemergere denudandosi. Un gruppo di danzatori, una immagine, una voce dietro una statua parlante, una divinità simbolo del potere che distrugge e crea un nuovo volto, il volto di una città, simbolo del medioevo che stiamo vivendo.
“Questo spettacolo ci racconta un inferno, un mondo senza speranza. Nonostante la storia si ripeta e ogni momento di crisi ci dia la possibilità di affrontare un cambiamento e di fare nuove scelte, ci ritroviamo in un mondo fatto di poca attenzione per l’altro, siamo trattati come carne da macello, subiamo con aggressività; il pensiero, la coerenza appartengono a pochi e la capacità di compiere azioni per imporre un nuovo modo richiede coraggio e onestà intellettuale. L’aggressività ha preso il sopravvento sulla capacità di controllare i nostri impulsi. Siamo de
Guarda il trailerCoreografa e interprete siciliana, Giovanna Velardi, all'età di 14 anni premiata al concorso internazionale Città di Catane. Dalla fine degli anni 90, lavora in Francia e in Italia e collabora con alcuni coreografi della "nouvelle danse" tra cui Geneviève Sorin. Sviluppa la sua tendenza a lavorare sull'improvvisazione ed esplora le qualità pulsionali del movimento.. Nel 2000 crea la sua compagnia a Marsiglia, collabora con alcuni musicisti e compositori.Tra le sue creazioni: La marionetta, Enormous Room- Ophelia, Alice's Room , Clown, Carmen duo, Core Demetra2.0.... Dal 2011 al 2014 coreografa molti lavori in collaborazione con La Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, il Conservatorio Musicale Bellini di Palermo. Affianca come coreografa alcuni registi tra cui Vincenzo Pirrotta nella messa in scena della Carmen di Bizet al Teatro Massimo Bellini di Catania e Fausto Paravidino " Il Macello di Giobbe". Nel 2015 l'assolo Look Me è presentato alla Biennale di Venezia. Giovanna Velard
Giovanna Velardi è direttrice artistica della Compagnia Giovanna Velardi e presidente dell'associazione FC@PIN.D'OC, associazione finanziata dal Mibact e dalla Regione Sicilia, che sostiene i lavori oltre che della stessa Giovanna Velardi, anche dei coreografi Giuseppe Muscarello, Paola Bianchi, Fabio Ciccalè, Stellario Di Blasi e Simona Miraglia.
Con il suo lavoro di direzione artistica, Giovanna Velardi affronta e sviluppa progetti dedicati alla danza a tutto tondo, in Italia e in Europa e oltre alla creazione coreografica, realizza progetti dedicati alla diffusione e alla promozione della danza e lavora nell’ambito della formazione.
Giovanna Velardi durante la sua attività in Italia ed all'estero ha ricevuto il sostegno del Ministero dei Beni e Attività Culturali, la Regione Siciliana, della Region Paca, Ville de Marseille, Department 13 des Bouches du Rhone, Ballet National de Marseille, Marseille Objectif Danse, Centre Choregraphique National d'Orleans (CCNO Josef Nadj), Point Ephemere (Paris), Stage Centro Danza a Palermo, Rialto Sant'Ambrogio (Roma), Cappella Orsini (Roma). Officine Ouragan Palermo, Istituto di cultura Italiana a Marsiglia, Centre Culturel Français a Palermo, Centre culturel Français a Roma, Core lazio, Duncan 3.0, la Piattaforma Torino, Centro Teatro Danza a Palermo, Stage centro Danza a Palermo, Comune di Palermo Cantieri Culturali della Zisa, Nuovo Montevergini a Palermo, Armunia Festival di Castiglioncello, KLAP Marseille.
R. OSA _10 ESERICIZI PER NUOVI VIRTUOSISMI
R. OSA è una performance che si inserisce nel filone poetico di Silvia Gribaudi, coreografa che con ironia dissacrante porta in scena l’espressione del corpo, della donna e del ruolo sociale che esso occupa con un linguaggio “informale” nella relazionale con il pubblico .
R. OSA si ispira alle immagini di Botero , al mondo anni 80 di Jane Fonda, al concetto di successo e prestazione.
R.OSA è uno spettacolo in cui la performer è una “one woman show” che sposta lo sguardo dello spettatore all’interno di una drammaturgia composta di 10 esercizi di virtuosismo .
R.OSA è un ‘esperienza in cui lo spettatore è chiamato ad essere protagonista volontario o involontario dell’ azione artistica in scena .
R.OSA fa pensare a come guardiamo e a cosa ci aspettiamo dagli altri sulla base dei nostri giudizi. Lo spettacolo mette al centro una sfida, quella di superare continuamente il proprio limite.
R.OSA è in atto una rivoluzione del corpo, che si ribella alla gravità e mostra la sua lievità.
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Silvia Gribaudi_Vincitrice premio pubblico e giuria GD'A Veneto 2009, selezionata nel 2010 in Aerowaves Dance Across Europe, finalista premio equilibrio nel 2013 è ospite in numerosi festival nazionali ed internazionali tra cui nel 2009 alla Biennale di Venezia e nel 2012 alll’ Edinburgh Fringe Festival. Crea Performance specifiche su: identità e Gender ( progetto Performing Gender 2014 Performance Museum Reìna Sofìa Madrid and MAMbo Bologna), riflessioni sulla femminilità Over 60 ( Performance di invecchiamento attivo attraverso arte della danza dal titolo What age are you acting? prodotta nel progetto Europeo ACT YOUR AGE) .
Roger Salas dice di lei su El Paìs :”Silvia Gribaudi es una artista singular que cultiva el feísmo y un humor ácido; su llamativo físico ya va a contracorriente”
Il lavoro di Silvia Gribaudi è sostenuto dall' Associazione Culturale Zebra
L’associazione culturale ZEBRA nasce agli inizi del 2011 dall’incontro di tre coreografe venete che, seppur con identità artistiche diverse, sono accomunate dagli stessi obiettivi di sviluppo culturale territoriale, nazionale ed internazionale.
Chiara Frigo, Silvia Gribaudi, Giuliana Urciuoli si uniscono in una struttura condivisa con l’intento di portare avanti le rispettive produzioni artistiche, e progettualità comuni. Dal 2013 l'associazione culturale ZEBRA sostiene artisti provenienti da diverse discipline (artisti visivi, coreografi e performer) come Anna piratti , Domenico Santonicola, Susi Danesin e Silvia Bugno.
Gli artisti di Zebra sono sotenuti dal Mibact per alcune tournèe estere.
Mezzo Nero, Rosso Mezzo è una celebrazione… Celebrazione dell’incontro tra due anime gemelle; due metà che fanno un intero, due archi che fanno un cerchio.
Il cerchio, non avendo inizio né fine, simboleggia l’eterno e l’assoluto. Il cerchio si chiude su se stesso, con il suo ritmo ed il suo eterno movimento. La più naturale delle forme, un simbolo di accoppiamento e di protezione. Attraverso i suoi sette danzatori, i suoi elementi trasparenti e la sua forma non narrativa Mezzo Nero, Rosso Mezzo ci rivela quello che potremmo non vedere ad occhio nudo…
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Fernando Suels Mendoza
Venezuelano, diplomato alla Folwang Hoschule di Essen e allievo di Jean Cebron è danzatore dal 1995 nella compagnia di Pina Bausch, il Tanztheater Wuppertal. Fernando Suels Mendoza è nato nel 1968 in Venezuela. Nel 1987 iniziò gli studi di danza a Caracas con José Ledezma. Dal 1991 al 1995 ha studiato al Folkwang Hochschule di Essen, Germania. Una volta terminati gli studi è stato selezionato per prendere parte alla masterclass di Jean Cebron. Dal 1995 Fernando Suels danza nel Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch partecipando a tutte le creazioni, incluso l’ultimo lavoro di Pina del 2009 dal titolo “Como el Mosquito en la Piedra, ay si, si, si”.
Nel luglio 2009 nasce l’Arb Dance company costituita da giovani danzatori dalla grande sensibilità artistica, desiderosi di intraprendere un percorso professionale all’insegna della qualità e della innovazione.L’Arb Dance Company è seguita da un’équipe di professionisti del Teatro e del mondo della Cultura, personalità di alto valore artistico, a cui è dato il compito di ideare e creare progetti multidisciplinari di alto livello da proiettare nel mondo della danza. La compagnia è diventata un punto di riferimento per i danzatori campani che vogliano percorrere la strada che dalla fase didattica li accompagna al professionismo.
la direzione Artistica è di Annamaria di Maio
E’ una cosa che fa passare il tempo, altrimenti si resta senza far niente dentro una casa chiusa; E’ un amico, senza ci si sente più soli; non ti fa sudare perché stai fermo … ti dà dei messaggi, ti da anche consigli. E’ un passatempo; Ti dice tutto e non ti fa pensare!
Nasce a Roma il 21 Aprile 1988. Nel 2011 riceve una borsa di studio per il CFP_Corso di Formazione Professionale per danzatori promosso da Electa Creative Arts,sostenuto dal MIBACT e diretto da Eleonora Coccagna dove studia con Manfredi Perego, Enrica Spada, Francesca La Cava.Nell'anno 2014 viene selezionata per il progetto “The Space Between” condotto dal coreografo Daniele Ninarello e presentato ad Interplay 2015.Nel 2015 entra a far parte della compagnia ASMED Balletto di Sardegna danzando per la produzione “Aragosta” di Moreno Solinas,“Soffio” del coreografo Mark Siezkarek.
L'ASMED opera in Sardegna dal 1979. Oltre al valido apporto alla formazione di professionisti della danza, l’ASMED offre un contributo alla creazione di un pubblico colto e attento. Le produzioni creano un repertorio originale avvalendosi di coreografi e danzatori illustri, tra cui B. Stevenson (direttore Chicago Ballet e dello Houston Ballet), J. Fontano, T. O'Connor (direttore della compagnia Tere O'Connor a New York), A.Lucas (danzatore Les Ballets Jazz de Montréal), P. Gutelius (solista di M. Graham), M. Moricone (assistente di E. Terabust al Teatro dell’Opera di Roma), G. Cauley (assistente di R. Nureyev alla Scala di Milano, coreografo di L. Savignano e C. Fracci), C. Wildisen (compagnia K. Saporta), F. André (danzatrice di S. Linke), R. North (coreografo e direttore Royal Ballet e la Scala di Milano), M. Bigonzetti (recentemente nominato direttore del corpo di ballo della Scala di Milano), M. Cantalupo (direttore della compagnia svizzera Linga), M. Piazza (solista nella Lindsay Kemp Company e nei Momix), D. Verga (tecnica Cunningham in Italia), G. Tuveri (coreografo e docente a New York), M. Solinas (giovane promessa che sta ottenendo numerosi riconoscimenti in tutto il mondo), M. Sieczkarek (compagnia P. Bausch). La Compagnia è stata ospite presso: il Teatre Antic di Barcellona, il Festival Integrarte a Pontevedra in Galizia, il Between the Seas Festival di New York, Dantzaldia di Bilbao, l’Albania Dance Meeting di Durazzo e il PAD Festival di Mainz.
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Ósemán | Il cielo
Déjà Donné/ INC innprogress collective
regia e coreografia Afshin Varjavandi
con Luca Calderini, Mattia Maiotti, Jenny Mattaioli, Elia Pangaro, Debora Renzi
luci Fabio Galeotti
suono Nicola Frattegiani
“I sogni non vogliono farvi dormire, al contrario, vogliono svegliare.”
René Magritte
Cogliere ciò che nella realtà è straordinario, surreale; solo così il mondo può divenire ciò che non è (come la pipa di Magritte) e la trama della realtà aprirsi per poterla penetrare e capovolgere.
Volare su di essa, per poterla guardare dall’alto, come gli amanti di Chagall.
La poetica delle opere di Magritte e Chagall ispirano ÓSEMÁN, che in persiano vuol dire “il cielo”, uno spettacolo che nasce da una riflessione sulla luna blu, lo straordinario accadimento astronomico durante il quale si assiste al sorgere di due lune piene nell’arco di un solo mese. Alcuni incontri nella vita sono rari quanto la luna blu, e straordinaria è allo stesso modo la capacità degli esseri umani di provare un amore che sia puro ed incondizionato, frutto di una scelta libera, incurante delle rinunce o delle circostanze imposte dal destino. Un amore che per la maggior parte del tempo fluttua sulle nostre teste e che qualche volta, per caso, ci capita di vedere quando alziamo gli occhi al cielo. Un amore che è come una nuvola, che rincorriamo e tentiamo di afferrare o anche solo di toccare con un dito. E così in ÓSEMÁN, la danza diventa a tratti docile e a tratti irruente, proprio come la nostra corsa dietro alla nuvola che si adegua ai percorsi e ai mondi da attraversare; il suo linguaggio fatto di piccoli movimenti e gesti, minuziosi dettagli e sfumature che hanno dello straordinario diviene eloquente e coglie in una esperienza unica il romanticismo e il sapore amaro dell’oblio ÓSEMÁN racconta un momento in cui l’amore ci chiama a danzare, pullulanti, caldi, violenti e audaci, sotto un cielo in tempesta.
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Il suo percorso formativo inizia con la tecnica hip hop e gli stili urbani e si apre successivamente alla tecnica contemporanea, contact e floor work. È danzatore e assistente della compagnia DaCru; molto giovane, inizia un’intensa attività didattica in tutta Italia e presso importanti centri di formazione professionale (Opus Ballet, Firenze).
Nel 2006 crea INC, InNprogressCollective dance|visual|urban art, un gruppo indipendente che si occupa di danze urbane, visual art e performing art, con il quale crea “HEIM”, vincitrice della Settimana Internazionale della Danza di Spoleto, “Departure”, “Underskin”, “Protest!”(premio Positano), “Oceania”presentato al Festival LaMaMa Moves presso Ellen Stewart Theater di New York e“toPRAY” che debutta alla 58a edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto.
Il regista Giuseppe Tornatore sceglie la compagnia INC per una scena danzata del suo ultimo film “La Corrispondenza”.
La compagnia di danza contemporanea Déjà Donné nasce a Praga nel 1997; nel 2000 la sede si trasferisce in Italia dove è iniziata un’intensa attività di creazione e di circuitazione di spettacoli, sia in Italia che in tournée all’estero. Durante l'anno 2015 si compie una trasformazione che vede l’avvio di un nuovo corso della compagnia, immaginato dalla direzione artistica di Virginia Spallarossa e Gilles Toutevoix. Il loro lavoro intende guidare Déjà Donné verso nuove potenzialità, anche attraverso l’inserimento di nuove figure artistiche, contribuendo a un rinnovamento profondo del segno e dei linguaggi mediante la creazione di propri spettacoli. Le principali attività di Déjà Donné prevedono: creazione e produzione di spettacoli e performance di danza contemporanea; distribuzione regionale, nazionale e internazionale dei lavori prodotti; attività formative per professionisti e non professionisti; creazione di progetti volti alla promozione della danza contemporanea e alla formazione del pubblico, anche attraverso il coinvolgimento di altri soggetti artistici, in Italia e all'estero. I lavori di Déjà Donné sono stati presentati in 26 Paesi, in Nord e Sud America, in Asia e in Europa. L’attività di Déjà Donné è sostenuta dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e dalla Regione Umbria.
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La Tempesta è un laboratorio, l’ isola di Prospero è il teatro e lo specchio del mondo.
Il lavoro, nato in prima stesura come opera performativa, danzata, cantata e recitata dalla stessa autrice-interprete, in questa fase si evolve in un lavoro corale, teatrale e coreografico in cui i danzatori sono i protagonisti. Ogni personaggio crea il proprio racconto e insieme interpretano le suggestioni, le forze della natura, la magia, la follia.
I naufraghi riemergono salvi, con i vestiti asciutti, senza nemmeno un capello fuori posto. Sull’isola incantata Miranda, Calibano, Ariele, Prospero e Ferdinando interpretano il proprio ruolo e si rincorrono in un gioco di specchi e di travestimenti in cui i ruoli si sovrappongono e si scambiano continuamente. Tre Mirande, quattro Calibani, un Calibano rockstar, due Arieli…
Le canzoni nascono dalla potenza evocativa del testo in lingua originale. La musica, composta appositamente per questo lavoro, viene usata in funzione drammaturgica creando spazi sonori e di narrazione attorno all’azione, usando sonorità etnico/elettriche e romantico/rinascimentali.
Danzatrice, attrice, cantante. Diplomata alla Folkwangschule di Pina Bausch. Ha danzato in coreografie di Susanne Linke, Jose Limon, Jean Cebron, Vivien Bridson. Primo Premio Città di Udine 1998 e Premio Pegaso D'oro 2002 per la coreografia. Finalista al Premio Equilibrio 2008. Dal 2006 lavora con Marco Schiavoni con il quale firma la regia di cortometraggi, allestimenti teatrali e progetti musicali. Regista e protagonista del cortometraggio Scompiglio, finalista nella sezione fiction per il Premio Opera IMAIE 2009. Dal 2011 dirige la Compagnia il Balletto di Spoleto. Lo spettacolo Bolero del Drago Rosso, in collaborazione con Schiavoni, vince il Primo Premio e il Premio della Critica al Festival Voci dell'Anima 2013. Nel 2016 partecipa allo spettacolo Soffio di Mark Sieczkarek, prodotto da Asmed e Sardegna Teatro. Maestra coreografa presso lo I.A.L.S. di Roma per le lezioni rivolte ai professionisti. Ha inoltre insegnato al Centre International de Danse Rosella Hightower a Cannes.
L'ASMED opera in Sardegna dal 1979. Oltre al valido apporto alla formazione di professionisti della danza, l’ASMED offre un contributo alla creazione di un pubblico colto e attento. Le produzioni creano un repertorio originale avvalendosi di coreografi e danzatori illustri, tra cui B. Stevenson (direttore Chicago Ballet e dello Houston Ballet), J. Fontano, T. O'Connor (direttore della compagnia Tere O'Connor a New York), A.Lucas (danzatore Les Ballets Jazz de Montréal), P. Gutelius (solista di M. Graham), M. Moricone (assistente di E. Terabust al Teatro dell’Opera di Roma), G. Cauley (assistente di R. Nureyev alla Scala di Milano, coreografo di L. Savignano e C. Fracci), C. Wildisen (compagnia K. Saporta), F. André (danzatrice di S. Linke), R. North (coreografo e direttore Royal Ballet e la Scala di Milano), M. Bigonzetti (recentemente nominato direttore del corpo di ballo della Scala di Milano), M. Cantalupo (direttore della compagnia svizzera Linga), M. Piazza (solista nella Lindsay Kemp Company e nei Momix), D. Verga (tecnica Cunningham in Italia), G. Tuveri (coreografo e docente a New York), M. Solinas (giovane promessa che sta ottenendo numerosi riconoscimenti in tutto il mondo), M. Sieczkarek (compagnia P. Bausch). La Compagnia è stata ospite presso: il Teatre Antic di Barcellona, il Festival Integrarte a Pontevedra in Galizia, il Between the Seas Festival di New York, Dantzaldia di Bilbao, l’Albania Dance Meeting di Durazzo e il PAD Festival di Mainz.
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Inscritta nel progetto pluriennale “Corpo d’opera”, Carmen K è la creazione 2016 di Monica Casadei per Artemis Danza.
Lo spettacolo si compone di due parti che possono essere presentate insieme o separatamente: Carmen DJ e Carmen Suite.
In Carmen DJ Monica Casadei dà carta bianca a 4 giovani dj – scelti in collaborazione con l’Associazione SHAPE – incaricati di rielaborare, nel segno dei propri rispettivi universi sonori, altrettante arie dell’opera Carmen di Georges Bizet. La libertà d’azione lasciata ai dj si accosterà alle musiche di un fedele collaboratore di Artemis Danza, il compositore Luca Vianini. Alla struttura musicale corrisponde l’impianto scenografico, caratterizzato dalla presenza di video che accompagneranno ognuno dei quadri di questa prima parte. Opere di artisti visivi individuati nel ricco bacino artistico della regione Emilia-Romagna, i contributi video si legano ai nomi della fotografa Fabian Albertini, dei contributi video di PIIER, dei ceramisti Elisabetta Bovina e Carlo Pastore di Studio Elica affiancati dal videomaker Fabio Fiandrini. In analogia alle individualità degli artisti scelti, la scrittura coreografica ha un carattere intimo e profondo, dalla qualità preziosa, focalizzata com’è su assoli non di rado muscolari, talvolta anche estremi.
Carmen Suite è invece tutta strutturata intorno all’omonima composizione di Rodion Ščedrin. In assonanza con la libertà con cui il compositore russo aveva mescolato brani e motivi dell’opera originale, Monica Casadei si diverte, con estro audace, a scompigliare temi ed episodi della vicenda di Carmen, in un flusso drammaturgico e coreografico travolgente come un fiume in piena. Non ne emerge però la figura individuale della bella gitana: piuttosto, tutti gli interpreti sono Carmen, poiché la volontà è quella di entrare nel destino, quasi attraverso le sue viscere, di una figura dall’istintiva primordialità, libera nel corpo, nel pensiero e nello spirito.
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Di origine ferrarese e laureata in Filosofia con una tesi su Platone e la danza, Monica Casadei, dopo una carriera agonistica in ginnastica ritmica, si dedica allo studio della danza classica e moderna, prima in Italia, poi al The Place di Londra, infine a Parigi. Qui, decisivi nel suo percorso formativo, i coreografi Pierre Doussaint e Isabelle Doubouloz, così come le contaminazioni derivate dalla pratica delle arti marziali.
Nel 1994 fonda in Francia la Compagnia Artemis Danza, con la quale si trasferisce in Italia nel 1997 e dal 1998 al 2007 è in residenza al Teatro Due-Teatro Stabile di Parma e Reggio Emilia. Da maggio 2014 Artemis Danza è in residenza artistica presso il Teatro Comunale di Bologna. Tra i principali progetti curati da Monica Casadei si ricordano “Artemis incontra culture altre”, incentrato sulla realizzazione di residenze e tournée internazionali, e “Corpo d’opera”, dedicato alle figure femminili del melodramma.
Nel 1994 Monica Casadei fonda in Francia la Compagnia Artemis Danza, con la quale si trasferisce in Italia nel 1997. Dal 1998 al 2007 la Compagnia è in residenza al Teatro Due-Teatro Stabile di Parma e Reggio Emilia e da maggio 2014 è in residenza artistica presso il Teatro Comunale di Bologna.
Ad oggi la Compagnia ha portato in scena oltre trenta creazioni, cui si affiancano le coreografie per numerosi spettacoli teatrali e d’opera lirica. Artemis Danza promuove inoltre opere di giovani autori e iniziative formative volte al perfezionamento professionale e alla divulgazione.
Dal 2005 Artemis Danza si dedica intensamente alla realizzazione di Artemis Incontra Culture Altre, progetto di residenze artistiche e tournée internazionali che ha dato vita a spettacoli, laboratori, pubblicazioni, reportage e mostre. Parallelamente ha dato vita a Corpo d’opera, progetto di rivisitazione in danza contemporanea dei principali titoli del repertorio operistico, con un focus sulla figura femminile. Ad esso si legano alcune fra le principali produzioni che la Compagnia ha messo in scena negli ultimi anni come Traviata, Tosca X e Carmen K.
La Compagnia Artemis Danza è sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Emilia Romagna; per numerosi progetti all’estero dal Ministero degli Affari Esteri e dalla Regione Emilia Romagna - Assessorato alla Cultura e Cultura d’Europa. Nel 2007 è inoltre membro del WDA-World Dance Alliance Europe.
“Ciò significa che il contemporaneo non è soltanto colui che, percependo il buio del presente, ne afferra l’inesitabile luce; è anche colui che, dividendo e interpolando il tempo, è in grado di trasformarlo e di metterlo in relazioni con gli altri tempi, di leggerne in modo inedito la storia, di “citarla” secondo una necessità che non proviene in alcun modo dal suo arbitrio, ma da un’esigenza a cui egli non può non rispondere.”Giorgio Agamben
Tra ombra e luci ci si incontra nel proprio passato e nella propra contemporaneità.
Le immagini emergono dal nulla. Come frammenti di un puzzle vorrei trovare la loro disposizione, ma sono loro a collocarmi in uno spazio e in un tempo… della mia memoria… nella sua memoria.
La purezza dei cristalli, ecco la danza.
La forza della radice, la danza è saknes.
Ovunque… comunque…
solo una danza… una danza…
un sacrificio erotico del cuore
buttato violato amato.
Benedetta Capanna trae ispirazione dalle sue radici mediterranee e baltiche, e dal più che ventennale studio dello Yoga. Attiva come coreografa dal 1998 tra Roma e New York, collabora dal 2013 con Excursus. Lavora col Teatro Potlach, l'Accademia delle Belle Arti di Roma, il Teatro Diana di Napoli, la Kairos Italy Theatre di New York e con musicisti e compositori come il Matthew Garrison, Vittorino Naso e Concetta Cucchiarelli. Collabora con il regista Mauro Raponi e con Richard Sphuntoff è coautrice ed interprete del film "Epiphany of returning" vincitore in Rassegne Internazionali di Video Danza. Partecipa a festival di rilevo in Europa, negli U.S.A e in Giappone. Vincitrice del Concorso d Positano, dall’American Guild of Musical Artist è stata riconosciuta la sua abilità straordinaria nelle Arti come Danzatrice e dalla critica New Yorkese è stata menzionata per la sua ricerca "provocante e ispirata", le sue “impressionanti qualità tecniche” e “gloriose abilità espressive”.
COMPAGNIA EXCURSUS
direzione artistica Ricky Bonavita e Theodor Rawyler
Excursus, “digressione”, come simbolo del discorso coreografico di Ricky Bonavita, delle sue atmosfere rarefatte, della gestualità che ispirandosi al quotidiano è trasfigurata in surreale e stilizzata espressione. Il vasto repertorio della compagnia, protesa verso la creazione contemporanea, dà spazio alla ricerca di un formalismo astratto, alla creazione di universi onirici e simbolici e all’esplorazione dei rapporti interpersonali.
Fondata nel 1994 da Ricky Bonavita e Theodor Rawyler la Compagnia Excursus si è costruita una propria identità nel panorama della danza italiana, in un percorso fino ad oggi aperto al nuovo. Attualmente la compagnia produce anche il lavoro di coreografi emergenti, realizzando per loro programmi di tutoring.
Con base a Roma e sostegno del MIBACT la compagnia ha presentato ad oggi più di 30 produzioni, in tournée in Italia Francia, Spagna, Olanda, Germania, Austria, Norvegia, Polonia, Lettonia, Svizzera, Egitto, Marocco, India, Stati Uniti.
Le produzioni destinate a teatri e spazi scenici tradizionali sono affiancate da progetti di danza urbana, e in collaborazione con ASL e strutture convenzionate da progetti di danza sociale o di comunità.
da un’idea di Maria Carpaneto
interpreti e coreografie: Maria Carpaneto, Ivana Petito
immagini video: Marco Maccaferri, Andrea Canepari
drammaturgia musicale a cura di Maria Carpaneto
luci: Paolo Casati
una produzione Il Filo di Paglia e Fondazione Campania dei Festival
con il sostegno di CIMD e Quelli di Grock
Due curiosi personaggi senza tempo, una sottile vena ironica e un passaggio continuo di stati d’animo. Due creature straordinarie che nascono dalle mura, dai suoni, dai colori, dalle temperature del sottosuolo per fondersi con luoghi intrisi di storie e di gente comune. Un ricordo vivo nel passato e nel presente. Una relazione che come aria traversa tutte le epoche storiche, tutte le età della vita, tutti i generi e tutte le modalità dell’essere soli (s)eppure insieme.
Queste due creature si accompagnano per farsi coraggio ed esaltarsi a vicenda, si incontrano ora nella giocosa gioia dell’incontro, ora sfinite dalle catene della relazione. “Arie di carta”, una pièce ancestralmente e archetipicamente attuale e antica, vestita in abiti vintage in un ambientazione retrò.
Appunti di lavoro
Crediamo profondamente necessario comunicare con il gesto e sempre meno con la parola, in modo da rendere la danza, non solo universale, ma visibile ed interpretabile dal pubblico secondo il proprio vissuto e nel presente.
In “Arie di carta” la musica è l’elemento drammaturgico che porta le due figure femminili ad esprimersi secondo sfumature, colori ed emozioni, uniche ma al tempo stesso archetipi di altre. Stati emotivi e fisici come un paesaggio sonoro.
Maria Carpaneto e Ivana Petito
“Arie di carta” è per me un atto di incontro. E’ la danza di un incontro. Parla di un me e di un te, di un io e un tu che poi altro non sono che l’umanità tutta. Racconta il miracolo e il mistero quotidiano di ogni relazione, un’opera che continua a crescere nella vulnerabilità autentica dell’ incontro.
Guarda il trailerMaria Carpaneto studia pianoforte e violoncello, laurea in Lettere, Filologia della musica. Ha studiato danza negli USA, Francia e Milano, diplomata alla Scuola P. Grassi. Ha danzato per Ellen Stuart, Adriana Borriello, Paco Decina, Cecilia Gallizia, Hervé Diasnas, Denise Lampard,Laurent Dauzou et Cristhine Monnet. Nel 2016 partecipa a rassegne e festival con Arie di Carta vincitore di un premio di produzione al Fringe di napoli 2015 e vince il bando Expolis al Teatro della Contraddizione con un premio produzione per Istantanea on Bowe nel 2017. Partecipa al lungometraggio D.A.D., regia di Marco Maccaferri, sostenuto dal MiBACT e della Film Commission Lombardia. Realizza Bucolive, in coproduzione con Swiss E-motion e l’Isola, presentato a Locarno. Nel 2013 diventa guida GAE (guida ambientale escursionistica). Perfeziona un proprio metodo didattico in natura con principi di Presenza, Mobilità, Danza. Realizza gli spettacoli Variazioni Goldberg (2012); Dunque io son (2011)
L'ass. cult. il Filo di Paglia nasce nel 2011, da Maria Carpaneto e Maccaferri e artisti singoli o gruppi . Sviluppa la propria attività in differenti campi: didattico, artistico, formativo, produttivo, organizzativo, nel campo della danza e del cinema. Da 3 anni è attiva sia a Milano che in Emilia Romagna, con corsi di danza contemporanea, workshops con proprio metodo didattico con principi di PMD (Presenza, Mobilità, Danza) http://www.pmd-presence-mobilite-danse.fr), tecnica che Maria Carpaneto insegna dopo anni di ricerca e formazione con il coreografo Hervé Diasnas. Ha prodotto “Istantanea on BO WE” Studio vincitore Bando Expolis 2016 al Teatro della Contraddizione di Milano. “Arie di carta” vincitore Premio Produzione Fringe Festival di Napoli 2015, “Bucolive”, ospitato dal Atir Teatro Ringhiera sia come residenza creativa e laboratoriale che come produzione in stagione, progetto multidisciplinare basato sulla sceneggiatura del lungometraggio D.A.D Di Marco Maccaferri, di cui l'associazione sostiene la produzione, film uscito nelle sale nel 2016 ."Variazioni Goldberg" per teatro Sociale di Como 2012, “Dunque io son” un assolo di Maria Carpaneto inserito in circuiti teatrali e come guida formativa per gli studenti del Politecnico di Milano.
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Sospeso, finisco sempre in bilico sopra linee inesistenti…Horizon è lo strascico intimo di Dei Crinali. La vibrazione-ricerca di un paesaggio immaginario, luogo da vocabolario: inesistente nella realtà, profondamente connesso e vero nella percezione umana.
Cammino verso un luogo che è allo stesso tempo interno ed esterno, astrazione di una sensazione dello spazio che esiste solo nel desiderio. L’emozione muove il corpo-metafora, concedendosi di essere in un luogo che non esiste se non per definizione, in un atto liberatorio – e laboratorio – per un corpo reale che si misura con l’irreale possibilità di mutare sull’orizzonte. Horizon dà corpo a una poesia-vertigine celata, a un lavoro fisico e mentale di totale svuotamento, cercando di vivere la sensazione di un’immagine che inevitabilmente circonda il corpo.
Guarda il trailerFormatosi nell'ambito delle arti marziali e della danza contemporanea, nel 2002 Manfredi Perego è borsista presso l’Accademia Isola Danza diretta da Carolyn Carlson e si laurea all’Accademia di Belle Arti di Bologna con una tesi sull’improvvisazione coreografica. Dal 2004 al 2014 è interprete in compagnie di danza contemporanea in Europa e in Italia, lavorando tra gli altri con Simona Bertozzi e Damian Munoz. Dal 2013 indaga una scrittura per immagini che si fonda su un movimento primitivo, in cui si intrecciano segno, spazio e grafie in movimento. Nel 2014 è vincitore del Premio Equilibrio con Grafiche del Silenzio. È interessato a trasformare alcuni tratti degli sport praticati in elementi attivi della propria ricerca coreografica. Pratica e insegna in differenti corsi di formazione in Italia ed all'estero. Dal 2015 è sostenuto da TIR Danza.
TIR Danza è un organismo di produzione che opera nel campo della danza contemporanea di ricerca e d’autore, attraverso azioni di accompagnamento e sostegno ad artisti coreografi, valorizzandone le identità e le creazioni. TIR Danza sviluppa la propria progettualità grazie ad un assetto collegiale, mettendo a sistema le differenti competenze ed esperienze professionali dei componenti la direzione artistica (Fabio Acca, Massimo Carosi, Pietro Mazzotta). TIR Danza è caratterizzato dalla capacità di interpretare una linea curatoriale come analisi costante delle relazioni tra soggetti e linguaggi artistici, tra pubblico e strutture produttive, attraverso una pratica di pensiero e di scavo culturale che mira a consolidare il sistema della “nuova danza italiana” nelle sue espressioni artistiche più dinamiche e originali. TIR Danza gestisce in convenzione con le rispettive amministrazioni comunali il Teatro Comunale di Bomporto (MO) dal 2001 e il Teatro Astoria di Fiorano Modenese dal 2005. TIR Danza è riconosciuto dal 1991 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Spettacolo dal Vivo per l'attività di produzione nell’ambito della danza; dal 1996 dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Modena per la sua attività nell'ambito delle arti performative e della promozione culturale.
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Due sono i protagonisti di questa performance, ma la performance non parla di loro. Parla di tutti noi. Parla delle vite segrete che tutti abbiamo quando siamo tra gli altri. Parla di quei momenti – tra un caffè e la danza – in cui l’equilibrio ci abbandona e ciò che ci resta è soltanto il desiderio di gridare. È una performance che si fa luogo per immaginare come le cose potrebbero essere rispetto al modo in cui sono ora.
È semplicemente a room for all our tomorrows, una stanza per tutti i nostri domani.
Guarda il trailerIgor Urzelai e Moreno Solinas vivono e lavorano a Londra. Iniziano a collaborare nel 2007, sono co-fondatori di BLOOM! dance collective (2009) e della compagnia Igor and Moreno (2012). Il lavoro di Igor e Moreno mette a nudo la dimensione animale delle persone e dei rapporti interpersonali; rivendica inoltre l’evento teatrale come momento di assemblea ed esplora le sue proprietà catartiche. Igor and Moreno hanno presentato i loro lavori in Europa, Usa, Cile e Giappone, ottenendo riconoscimenti di pubblico e istituzionali: Rudolf Laban Award (vincitori nel 2010, nominati nel 2011); una menzione speciale al Prix Jardin d’Europe 2010; finalisti al Premio Equilibrio 2014; nominati per i National Dance Awards e Total Theatre Awards nel 2015; selezionati per Aerowaves nel 2011, 2013 e 2015, Anticorpi XL 2014, la British Council Showcase 2015, NID Platform 2015 e British Dance Ed. 2016. Igor e Moreno sono artisti associati a The Place (Londra) e sono sostenuti da TIR Danza dal 2016.
TIR Danza è un organismo di produzione che opera nel campo della danza contemporanea di ricerca e d’autore, attraverso azioni di accompagnamento e sostegno ad artisti coreografi, valorizzandone le identità e le creazioni.
TIR Danza sviluppa la propria progettualità grazie ad un assetto collegiale, mettendo a sistema le differenti competenze ed esperienze professionali dei componenti la direzione artistica (Fabio Acca, Massimo Carosi, Pietro Mazzotta).
TIR Danza è caratterizzato dalla capacità di interpretare una linea curatoriale come analisi costante delle relazioni tra soggetti e linguaggi artistici, tra pubblico e strutture produttive, attraverso una pratica di pensiero e di scavo culturale che mira a consolidare il sistema della “nuova danza italiana” nelle sue espressioni artistiche più dinamiche e originali.
TIR Danza gestisce in convenzione con le rispettive amministrazioni comunali il Teatro Comunale di Bomporto (MO) dal 2001 e il Teatro Astoria di Fiorano Modenese dal 2005.
TIR Danza è riconosciuto dal 1991 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Spettacolo dal Vivo per l'attività di produzione nell’ambito della danza; dal 1996 dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Modena per la sua attività nell'ambito delle arti performative e della promozione culturale.
[…] un pezzo di prossimità che il pubblico contribuisce a ridisegnare e dove la bellezza e la forza del movimento della danzatrice, così come l’esplosiva traccia sonora di Palm Wine, innescano relazioni ritmiche e spaziali accattivanti. — Chiara Castellazzi, Il Sole 24 Ore, 10 giugno 2016
Trigger è un sistema mobile, che si organizza in modo differente in base al luogo in cui viene ospitato. Il sistema ridisegna la geometria degli spazi e, viceversa, lo spazio trasforma l’azione performativa.
La partitura coreografica, costituita da nuclei di movimento prestabiliti, composti tra di loro in maniera istantanea, si sviluppa nell’area interna ed esterna al perimetro di un rettangolo iscritto nello spazio. Il pubblico è disposto lungo i lati del rettangolo, condividendo lo spazio scenico con la performance. Trigger è un’esplorazione personale, orientata alla trasformazione di uno spazio in un luogo, che per un tempo limitato, diventa dimora, luogo di passaggio, tana di un corpo che, in ascolto continuo, amplifica gli spazi interni ed esterni a sé.
Trigger è parte del progetto Pratiche di abitazione temporanea, serie di azioni costruite e vissute in spazi non convenzionali. Venezia, Milano, Firenze, Parigi e Los Angeles sono le città che hanno ospitato diffe- renti azioni coreografiche in spazi esistenti, vissuti e definiti in quanto dimore, soggiorni, ripari, ma non necessariamente case.
Guarda il trailerLaureata in Lettere moderne, si diploma come danzatrice presso la Scuola di Arte Drammatica Paolo Grassi. È del 2013 [In]Quiete, che vince il premio speciale del PremioEquilibrio 2014.Nel 2015 crea Tiny, vincitore di DnAppunti coreo- grafici 2014 presentato a Dna RomaEuropa Festival e alla Biennale di Venezia. Per la Biennale College Venezia 2015 (direzione di Virgilio Sieni), presenta il progetto site specific Būan. Da questa esperienza nasce Pratiche di abitazione temporanea, serie di azioni costruite in spazi non teatrali. Il progetto ha fatto tappa a Milano,(Solo, Fondazione Prada),Firenze (Trigger, Palazzo Pitti e Cango),Parigi (Innesti, Italiano di Cultura),Los Angeles, (De La, Night Gallery),Reggio Emilia (Antala, Musei Civici),Milano (Slide in B, Bonotto Edition). Alla Biennale Danza di Venezia 2016, presenta Imaginary garden with a real tods in them, esito finale della masterclass di Biennale College. Vince il premio Danza&Danza2015 come interprete emergente-contemporaneo.
Fin dalla sua fondazione, nel 2007, l'associazione CAB 008 si dedica alla produzione di alcuni coreografi che, dopo lungo lavoro in compagnie importanti e numerose esperienze in Italia e all'estero, hanno deciso di intraprendere percorsi di ricerca innovativi e personali.In particolare si è voluta privilegiare negli anni una linea che consentisse a giovani coreografi un percorso di sperimentazione, che favorisse l'inserimento negli spettacoli di giovani leve della danza e la coproduzione con altri enti produttivi di rilevanza nazionale e internazionale, come la Fondazione Musica per Roma, la Fondazione Fabbrica Europa, la Biennale di Venezia.Importante per CAB 008 è il sostegno costante agli spettacoli in tutto le fasi della loro realizzazione. CAB 008 mantiene un forte interesse per lavori che pongano al centro il corpo e il rapporto tra l'uomo e il mondo circostante, alla ricerca di un linguaggio innovativo e in grado di creare un forte legame con il momento storico presente attraverso il movimento coreografico.La danza, dunque, la sua grammatica, il suo significato profondo, la ricerca, la relazione con nuovi e interessanti percorsi artistici è quello che CAB 008 persegue con grande impegno e si pone come obiettivo. La direzione artistica è collettiva ed è curata dai coreografi della compagnia e dal Presidente Roberto Mansi.La compagnia opera con il sostegno di contributi della Regione Toscana dal 2010 e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali dal 2012.
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MARS è il terzo episodio della ricerca coreografica di Nicola Galli dedicata al sistema planetario.
Marte è il quarto pianeta per distanza dal Sole e il più simile alla Terra, con un’inclinazione dell’asse di rotazione e una durata del giorno analoghe a quelle terrestri.
Nel pianeta rosso, ricco di ossido di ferro, anche il paesaggio è per certi versi simile a quello del pianeta Terra: valli, vulcani e deserti compongono la superficie marziana, protetta da una minima atmosfera con basse temperature (-140°C / +20°C).
Da queste suggestioni immaginifiche la scena diventa un’officina nella quale il performer prepara un territorio d’azione “infrarosso” e “ultravioletto”, enunciando poi in una prospettiva coreografica la morfologia del pianeta attraverso una serie di simulazioni.
Luminosità geometriche e sonorità siderali si alternano per comporre uno spazio alieno riscaldato artificialmente nel quale il corpo in solitudine si svela, colonizza l’ambiente ed infine evapora.
MARS presenta, in una lunga onda visiva, la meta più plausibile per il futuro sviluppo dell’umanità.
Guarda il trailerNicola Galli (Ferrara, 1990) esordisce come ginnasta agonista e si avvicina ai linguaggi del teatro fisico e della danza presso il Teatro Nucleo di Ferrara. Studia danza contemporanea, rinascimentale, hip hop e riequilibrio muscolare Metodo Monari. Dal 2010 al 2014 danza nella compagnia CollettivO CineticO. Parallelamente intraprende il proprio percorso autoriale spaziando dalla coreografia alla performance, dall'installazione all'ideazione grafico-visiva e sviluppando il progetto MDV [Metamorfosi del vuoto], un'indagine progressiva intorno alle forme pure e alle nozioni di “stratificazione” e “paesaggio”. In linea con la sua ricerca artistica, Nicola Galli sviluppa percorsi formativi e laboratori di danza dedicati a bambini e adulti. Dal 2014 è artista sostenuto da TIR Danza. I suoi lavori sono stati selezionati per festival e rassegne nazionali e internazionali, tra cui Vetrina della Giovane Danza d'Autore , Nid Platform 2015, International Festival D-Caf e Tanzmesse 2016.
TIR Danza è un organismo di produzione che opera nel campo della danza contemporanea di ricerca e d’autore, attraverso azioni di accompagnamento e sostegno ad artisti coreografi, valorizzandone le identità e le creazioni. TIR Danza sviluppa la propria progettualità grazie ad un assetto collegiale, mettendo a sistema le differenti competenze ed esperienze professionali dei componenti la direzione artistica (Fabio Acca, Massimo Carosi, Pietro Mazzotta). TIR Danza è caratterizzato dalla capacità di interpretare una linea curatoriale come analisi costante delle relazioni tra soggetti e linguaggi artistici, tra pubblico e strutture produttive, attraverso una pratica di pensiero e di scavo culturale che mira a consolidare il sistema della “nuova danza italiana” nelle sue espressioni artistiche più dinamiche e originali. TIR Danza gestisce in convenzione con le rispettive amministrazioni comunali il Teatro Comunale di Bomporto (MO) dal 2001 e il Teatro Astoria di Fiorano Modenese dal 2005. TIR Danza è riconosciuto dal 1991 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Spettacolo dal Vivo per l'attività di produzione nell’ambito della danza; dal 1996 dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Modena per la sua attività nell'ambito delle arti performative e della promozione culturale.
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“Ci sono donne, che per molti uomini, sarebbe meglio non incontrare mai”
“Carmen, Les hommes”, lavoro coreografico di Loredana Parrella, ispirato al capolavoro omonimo di Prosper Merimée con la consulenza drammaturgica di Roberta Nicolai, il disegno luci di Gianni Melis, su musiche originali ed eseguite dal vivo da Pino Basile, con alcuni richiami ai brani dell’opera di Bizet.
Uno sguardo femminile attraverso corpi maschili mette in scena sei interpreti, in un’alternanza di ironia e ricerca poetica della loro dimensione interiore. Una fusione tra classico e contemporaneo, le cui melodie si confondono diventando atmosfera unica, che guida e scandisce il viaggio dei protagonisti. La persistenza di un sapore gitano, rappresenta la forza indomabile dalla quale non riescono a liberarsi e che si trasformerà in un banco di prova per ognuno di loro.
“Tutti gli uomini dovrebbero incontrare Carmen”
La fonte principale della pièce è la novella di Prosper Mérimée ed è da questa che l’azione scenica trae la sua necessità. Nella novella i personaggi non sono stabili nell’equilibrio codificato nei meccanismi della seduzione. Sono piuttosto oggetto di indagine da parte dello stesso scrittore il quale, nelle vesti di archeologo, vaga in Andalusia alla ricerca dei resti di un’antica città romana. Sono gli incontri, fatali e quasi magici, tra lo stesso narratore e José Navarra e tra gli uomini della storia e Carmen, a delineare una vicenda umana in cui due leggi sembrano costantemente fronteggiarsi non riuscendo a trovare una sintesi tranquillizzante: quella degli uomini e delle loro regole civili, sociali, culturali e quella selvaggia della natura di cui Carmen diviene espressione, simbolo, paesaggio. Le due leggi sono inconciliabili. Ogni tentativo di ridurre la forza selvaggia e nomade dentro le regole di una cultura dominante e stabile è destinato al peggiore dei fallimenti.
È destinato alla morte.
Nella scrittura coreografica la presenza- assenza di Carmen si del
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Coreografa,danzatrice, regista e attrice. Loredana Parrella unisce l’arte della danza e una visione teatrale della scena e dell’azione, che approda a spettacoli di grande forza spettacolare e coreutica.
Dopo una lunga attività interpretativa che l’ha portata a calcare grandi palcoscenici (dal Teatro alla Scala di Milano all’Opera di Roma) diretta da grandi registi (da Ronconi a De Simone), dagli anni ’90 ha firmato drammaturgia e regia di produzioni di danza contemporanea (tra cui Aterballetto, Balletto Teatro di Torino). Negli anni coreografa e regista per i più importanti teatri italiani ed esteri come Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Comunale di Modena, Birmingham TouringOpera, OperaZuid_Maastricht, Maggio Musica Fiorentino, Teatro Carlo Felice di Genova, Fondazione Cantiere Internazionale d'Arte Montepulciano.
Nel 2011 vince il primo premio alla miglior coreografia al Cortoindanza di Cagliari.
Nel 2017 la sua ultima produzione Little Something vince “I Teatri del Sacro Ved."
Cie Twain physical dance theatre, fondata nel 2006 da Loredana Parrella direttrice artistica e coreografa in collaborazione con il designer Roel Van Berckelaer, sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali Dipartimento dello Spettacolo dal 2011.
Residenza Artistica Nazionale art.45 Triennio 2015/2017 sostenuta dalla Regione Lazio e Mibact.
Dal 2016 è Centro di Produzione Danza sostenuto dalla Regione Lazio.
Ad oggi ha realizzato 19 produzioni che hanno circuitato in tutta Italia, in Spagna, Inghilterra, Serbia, Germania, Cipro, Montenegro, Bulgaria e Stati Uniti.
La compagnia si avvale spesso di importanti collaborazioni come il Teatro Comunale di Modena, Fondazione Cantiere Internazionale d’ Arte di Montepulciano, ATCL Lazio, Teatri di Vetro Festival, Amat Marche, Argot Produzioni, Acs Abruzzo, Rete Teatrale Aretina, Scenario Pubblico, che hanno coprodotto o sostenuto alcune delle produzioni tra le più importanti Lei e Tancredi, Romanza, Carmen_Les Hommes, Era mio Padre, Robin Hood, Don Quijote.
Tra i premi e riconoscimenti ottenuti nel corso degli anni ricordiamo: Vincitore Bando Teatri di Vetro 2007; Finalista Premio Equilibrio 2008; "Migliore Compagnia" 2010 fuori Concorso del MarteAwards; Vincitore Bando Fuori Rotta 2010/2011 Milano , Primo Premio alla Miglior Coreografia al CortoinDanza 2011_Cagliari; Finalista E45 Napoli Fringe Festival 2012, Finalista Ne(x)twork 2013 Kilowatt/Teatro Orologio, Vincitore I Teatri del Sacro V ed. 2017.
Come ci si comporta quando si prova odio, in quanti modi si può esprimere per immagini la sua forza così travolgente?
Tutto può trasformarsi in avversione e poi nel suo contrario: le contrazioni e contraddizioni muscolari, l’opposto di ogni simbolo, l’incomprensione, la non accettazione.
Eppure l’odio reclama un’esigenza di affermazione e un bisogno di appartenenza, la necessità istintiva di lasciare la propria orma. Se siamo capaci di odiare, allora siamo in connessione con l’altro che diventa l’oggetto del nostro sentimento.
In questa composizione del coreografo nato a Tenerife Daniel Abreu, tre interpreti femminili raccontano questa forza primigenia e si coinvolgono con un impulso distruttivo in cui emerge l’idea di strumentalizzare l’altro da sé. L’odio prende vita in un insieme di figure che mettono in discussione la sua idea originaria e ne esprimono l’essenza al di là di ogni morale.
Lo spettacolo è il risultato della collaborazione tra il coreografo Daniel Abreu, selezionato attraverso il bando “C4C-call for choreographer” e Fattoria Vittadini.
produzione
Fattoria Vittadini
supporto
Fondazione Cariplo
coproduzione
Torinodanza festival, Les Halles de Schaerbeek
collaborazione
Arteven Circuito Teatrale Regionale Veneto, Teatro Comunale Città di Vicenza, AMAT – Associazione Marchigiana Attività Teatrali
Guarda il trailerDaniel Abreu nasce a Tenerife, luogo dove inizia il suo interesse per il movimento e per l’espressione di sé sul palcoscenico. Si laurea in Psicologia all’Universidad Nacional de Educación a Distancia. Come performer, ha lavorato in svariate compagnie e gruppi di teatro e danza nazionali in Spagna. Ha collaborato come assistente nella creazione e interprete in molti progetti differenti. Il suo progetto di sviluppare una compagnia nasce quasi impercettibilmente nel 2004. La somma delle sue creazioni e collaborazioni si rafforzò intorno all’idea che è conosciuta oggi come Daniel Abreu Company. Ha creato più di 30 spettacoli di danza, che sono stati presentati in 17 diversi paesi in Asia, Europa e Sud e Centro America. Durante gli anni ha vinto numerosi premi e alcune delle sue creazioni sono state selezionate per il circuito spagnolo Circuito de la Red de Teatros Alternativos dal 2007 al 2012, e i suoi lavori “Perro” e “Equilibrio” sono stati parte di Aerowaves nel 2009 e nel 2011.
Fattoria Vittadini nasce a Milano, nel 2009, dalla volontà di undici allievi appena diplomati al corso dell’allora Atelier di Teatro-Danza della Scuola Paolo Grassi. L’obiettivo era di restare uniti, creando un luogo di formazione continua, di perfezionamento professionale come danzatori, di crescita artistica - collettiva e singola, e di ricerca e contaminazione con altri artisti. Prende forma così un gruppo che decide di proporre una pratica artistica democratica, consolidando la sua estetica attraverso una pluralità di punti di vista, quelli dei danzatori in primis, ma anche di tutti gli artisti con cui il collettivo decide di collaborare. Fattoria Vittadini nasce profondamente convinta di voler trovare nella propria collettività e nel lavoro condiviso una propria modalità di esprimersi, un percorso di crescita artistica coerente e di senso. Contemporaneamente persegue con convinzione l’idea di supportare le individualità, (di qualsiasi natura esse siano), lasciando agli undici interpreti lo spazio per condurre la propria personale ricerca, all’interno e all’esterno della progettualità del collettivo stesso. Ne risulta così un gruppo di artisti estremamente eterogeneo e versatile che è in grado di mettersi a disposizione di coreografi e collaboratori esterni, adattandosi alle pluralità dei linguaggi non solo con una professionalità sempre crescente, ma anche arricchendo il percorso artistico del collettivo e dei singoli.
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Libera ispirazione a “L’apres-midi d’un faune” di S.Mallarmé e al poema sinfonico di C.Debussy
“Volevo essere amato perché ero importante, un grande uomo…ma non sono niente.
Guarda lo splendore intorno a noi…alberi, uccelli…
Ho vissuto nella vergogna, ho umiliato lo splendore e non ne ho notato la magnificenza…
Che uomo stolto.”
T.Malick
È passata una vita intera e non ce ne siamo accorti, troppo presi dal nostro daffare, costruire, disfare; passati dalla pietra al sangue. Abbiamo preso vita e ne abbiamo persa tanta. Vissuti amandoci ed amando tanto, tanto, forse fin troppo, gli altri. Un uomo si evolve, diventa simbolo di un’era, diventa un mito, un filosofo, un semi-dio, diventa potente e invincibile, superdotato; poi si spezza, implode e crolla miseramente fino a tornare molecola, particella in fabbricazione, liquido ematico. Il Fauno qui è un “nuovo nato” (neonato), un virgulto che cavalca la storia, sorpreso ad amare e a scopicchiare, a combattere, a vincere e a perdere miseramente; strappato alla terra, cade nell’eternità della notte e vi si perde. Il suo fare ci ricorda vagamente azioni punitive, elmetti d’oro, “valorose” imprese guerrafondaie, richiami all’Arte Classica e Neoclassica, grida d’amore ammutolite e infondate ostentazioni di virilità. Non vogliamo narrare una storia, ma coglierne un frammento, una suggestione, una solitudine, raccontarne i pezzi mancanti.
Spiamo in scena un’umanità, forse…
Un bianco verginale viene macchiato di nero pece, poi il tracollo e ben presto l’epilogo; nulla più, perché niente rimane al termine dell’apocalisse, e a chi sopravvive l’ingrato compito di riordinare le macerie, seppellire i corpi, dimenticare e andare avanti.
Un essere camaleontico ascolta e si adatta allo spazio circostante passando da forme statuarie riconoscibili nel loro candore, ad un macinato necrotico deforme.
Per una volta avremmo voluto raccontare una favola a lieto fine, ma il lieto fine ha una scadenza e ben presto è marcito.
Guarda il trailerMassari Nel 2000 inizia il percorso professionale: Teatro dell’Argine, Teatro delle Moline, La Limonaia, Biennale di Venezia, CNT, Ramm, Bauci. L’esigenza di un linguaggio fisico lo porta all’alta formazione ATER Balletto e ATER, dove incontra M.Eridau e M.Lucenti. Diverse le esperienze: dal teatro musicale e Opera con Teatro Comunale Bologna, L.Dalla, Rancia, M.Montalbetti, M.Baliani, al teatro fisico di Balletto Civile, Abbondanza Bertoni, Petri Dish. Dal 2011 è co-fondatore di C&C. Jung Laureato alla Dankook Univ e Scuola d’Arte di Seoul; nel 2008 si unisce ai Peeping Tom e partecipa a: 32 rue Vandenbranden, A Louer, Vader e Moeder. Sue creazioni annoverate: A Whistle / 1° premio MODAFE, Ring Wanderung / premio miglior coreografia People Magazine; Vince come miglior ballerino a Ulsan Dance Festival, nel 2009 An Unconvenient Truth viene incluso in MODAFE ed è stato assistente coreografo del film GOGO70. è docente universitario in Sud Korea e collabora con compagnia PetryDish.
C&C è il risultato della collaborazione tra i due artisti indipendenti Carlo Massari e Chiara Taviani, incontratisi come interpreti nella compagnia Balletto Civile. L’esordio del primo lavoro nel 2011: Corpo e Cultura evidenzia da subito una forte vocazione della Compagnia alla ricerca di un linguaggio fisico necessario, fortemente drammaturgico, in stretta relazione con tematiche sociali contemporanee. Ecco quindi che da subito seguono le creazioni e i debutti internazionali di: Maria Addolorata, Tristissimo (selezione AnticorpiXL), 012, Peurbleue e il più recente Don’t Be Afraid; le stesse ricevono negli anni prestigiosi riconoscimenti: “Premio della Giuria” Hiver Oclytes / Les Hivernales (F), “2nd Premio” International Competition for Choreographers in Hannover (D),“2nd Premio della Giuria” Zawirowania Dance competition (PL), “Premio del Pubblico” Konzert Theater Berne (CH), “Finalista” Machol Shalem Dance Competition (I), “Menzione Speciale” Premio Roma Danza (IT), “2nd Premio” Corto in Danza (IT), Premio Palco Aperto (IT). Parallelamente all’attività di produzione teatrale, prendono vita progetti performativi a partecipazione pubblica: ContaminAzioni, SpringRoll (RomaEuropa 2016), Femminile Plurale. Attualmente la Compagnia è impegnata nello sviluppo dell’esteso progetto Beast Without Beauty che vede al suo interno l’alternanza di progetti sociali e produzioni in collaborazione tra diversi partner Europei.
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In Unraveled Heroes, la coreografa Maya M. Carroll e Fattoria Vittadini creano sette personaggi che reinventano “un’altra terra”. Punti di riferimento, cicli temporali, consequenzialità e interazioni sono ricomposti, così come il luogo dell’immaginzazione diventa un segno di profonda esistenza. Muri visibili/invisibili creano sul palco delle stanze come se ci si trovasse in casa, dove i personaggi si incontrano per brevi e urgenti attimi, creando connessioni concrete e oscure. Residuo e risonanza diventano la sfera sotto cui tutti i performer esistono con resistenza, desiderio, sofferenza e vulnerabilità.
Unraveled Heroes mette a confronto realtà intime e miti epici. Finzione e realtà sono fuse in un viaggio collettivo del subconscio che i performer affrontano passando attraverso stati fisici ed emotivi estremi.
L’habitat familiare diventa un’illusione di protezione, dal quale i giocatori sono costretti ad allontanarsi, seguendo il loro futuro da svelare. Camminando su una sottile linea tra lucidità e oscurità, le sette “voci” nel gruppo cambiano facce ed obiettivi mentre il loro viaggio si trasforma da discendente a trascendente.
Produzione
Fattoria Vittadini
In coproduzione con NEXT / Regione Lombardia e MILANoLTRE. In collaborazione con Fondazione Sipario Toscana onlus – La Città del Teatro e con il sostegno del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e del Comune di Milano, del Goethe-Institut Mailand, dell’Istituto Italiano di Cultura di Berlino e dello Studio LaborGras.
Guarda il trailerNata e cresciuta ad Haifa, in Israele, ha iniziato la sua educazione professionale in danza nella Muza Dance Company di Tel Aviv (97/2000). Durante questo periodo ha incontrato la coreografa Lara Barsacq con la quale ha collaborato per un periodo di 5 anni (Israele-Parigi 99/2004). Danzare per 3 anni nella BatSheva Ensamble Dance Company (2000/2003) ha formato Maya come performer e come insegnante e le ha dato la possibilità di sviluppare la sua personale qualità di movimento. Con il sostegno della BatSheva Dance Company ha realizzato 3 brevi piéce. Maya si è trasferita a Berlino nel 2004 con il desiderio di contaminarsi con altri artisti e altre discipline. Ha partecipato al progetto di Ricerca con la Sasha Waltz & Guests nel marzo 2005. Nel frattempo ha presentato il suo duetto Bruno al Lucky Trimmer a Berlino. Negli anni ha prodotto le sue performance con molti danzatori indipendenti e ha creato spettacoli per compagnie di teatri stabili, compagnie indipendenti e accademie di danza.
Fattoria Vittadini nasce a Milano, nel 2009, dalla volontà di undici allievi appena diplomati al corso dell’allora Atelier di Teatro-Danza della Scuola Paolo Grassi. L’obiettivo era di restare uniti, creando un luogo di formazione continua, di perfezionamento professionale come danzatori, di crescita artistica - collettiva e singola, e di ricerca e contaminazione con altri artisti.
Prende forma così un gruppo che decide di proporre una pratica artistica democratica, consolidando la sua estetica attraverso una pluralità di punti di vista, quelli dei danzatori in primis, ma anche di tutti gli artisti con cui il collettivo decide di collaborare.
Fattoria Vittadini nasce profondamente convinta di voler trovare nella propria collettività e nel lavoro condiviso una propria modalità di esprimersi, un percorso di crescita artistica coerente e di senso. Contemporaneamente persegue con convinzione l’idea di supportare le individualità, (di qualsiasi natura esse siano), lasciando agli undici interpreti lo spazio per condurre la propria personale ricerca, all’interno e all’esterno della progettualità del collettivo stesso.
Ne risulta così un gruppo di artisti estremamente eterogeneo e versatile che è in grado di mettersi a disposizione di coreografi e collaboratori esterni, adattandosi alle pluralità dei linguaggi non solo con una professionalità sempre crescente, ma anche arricchendo il percorso artistico del collettivo e dei singoli.
In quanti modi diversi può essere guardato il corpo di una donna?
Quale il significato di sé stessi, sotto i vestiti che indossiamo?
Un corpo umano, un oggetto del desiderio, un’anima, una macchina, una personalità?
La religione può creare differenze e/o separazione tra gli esseri umani?
In uno spazio privato, intimo, una donna sola guida il pubblico in un semplice gioco che dovrà portare a un cambiamento del pregiudizio nel nostro bagaglio culturale.
L’obiettivo principale della performance è quello di suggerire la trasformazione di una circostanza al fine di consentire al pubblico di diventare protagonista!
L’incontro ravvicinato con una certa immagine di donna, l’esperienza di condividere un piccolo spazio, il significato di pagare qualcosa per ricevere qualche cosa in cambio, intende spostare la prospettiva verso una visione più personale che induca ciascuno a riflettere sulla condizione femminile in ogni circostanza, in ogni società.
Un corpo umano ha un valore, così come il denaro ha un valore, la religione ha il suo valore, ma chi decide che cosa è il valore?
Prima di entrare nello spazio performativo, il pubblico sarà invitato a giocare e ogni spettatore riceverà un numero, in corrispettivo di pochi centesimi.
Durante lo spettacolo gli spettatori saranno in grado di riconoscere il loro numero, scritto direttamente sul corpo del danzatore-performer e, all’uscita, verrà chiesto loro di rispondere a una domanda semplice: descrivere esattamente in quale punto, sul corpo del danzatore, è stato individuato il numero assegnato.
Se lo spettatore sarà in grado di rispondere correttamente, allora riceverà un “piccolo compenso”, come in uno scambio. Una somma simbolica di denaro, per premiare l’attenzione di ogni persona che sarà stata capace di concentrare l’attenzione su quel piccolo numero, piuttosto che sul corpo nudo di donna.
La performance è ripetibile più volte nella stessa giornata e nello stesso spazio.
Guarda il trailerLa sua carriera inizia con Arco Renz, Felix Ruckert, Davis Freeman, Andy Deneys e con Koen De Preter. Entra a far parte della compagnia Troubleyn|Jan Fabre partecipando alla tournée mondiale di "Prometheus-Lanscape 2"; successivamente per Akram Khan crea e danza in "Abide with me" per l’apertura dei Giochi Olimpici di Londra 2012. Una nuova tournée mondiale con "Puzzle" per la compagnia "Eastman" di Sidi Larbi Cherkaoui e con Damien Jalet con cui crea "Les Médusées". Collabora con la compagnia 3ART3 di Quan Bui Ngnoc e Daniel Hellman nello spettacolo "Untold". Ha lavorato con Romeo Castellucci nello spettacolo "Human use of human beings" allo Spring festival di Utrecht – Olanda. A settembre 2015, con la compagnia Virgilio Sieni partecipa a "Le Sacre", "Atlante del Gesto" Fondazione Prada – Milano, "1265 Divina Commedia" salone dei Cinquecento - palazzo Vecchio - Firenze. A luglio 2016 è assistente di Sidi Larbi Cherkaoui e Damien Jalet in "Babel 7.16", Cour d'honneur Festival d'Avignon
La compagnia di danza contemporanea Déjà Donné nasce a Praga nel 1997; nel 2000 la sede si trasferisce in Italia dove è iniziata un’intensa attività di creazione e di circuitazione di spettacoli, sia in Italia che in tournée all’estero. Durante l'anno 2015 si compie una trasformazione che vede l’avvio di un nuovo corso della compagnia, immaginato dalla direzione artistica di Virginia Spallarossa e Gilles Toutevoix. Il loro lavoro intende guidare Déjà Donné verso nuove potenzialità, anche attraverso l’inserimento di nuove figure artistiche, contribuendo a un rinnovamento profondo del segno e dei linguaggi mediante la creazione di propri spettacoli. Le principali attività di Déjà Donné prevedono: creazione e produzione di spettacoli e performance di danza contemporanea; distribuzione regionale, nazionale e internazionale dei lavori prodotti; attività formative per professionisti e non professionisti; creazione di progetti volti alla promozione della danza contemporanea e alla formazione del pubblico, anche attraverso il coinvolgimento di altri soggetti artistici, in Italia e all'estero. I lavori di Déjà Donné sono stati presentati in 26 Paesi, in Nord e Sud America, in Asia e in Europa. L’attività di Déjà Donné è sostenuta dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e dalla Regione Umbria.
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NAMU
coreografia e danza Stefano Fardelli
musica originale di Francesco Ziello
Un viaggio in Birmania ispira il coreografo, intento a sperimentare il significato e la connessione tra la spiritualità e il rito attraverso il movimento. L’atmosfera e l’immaginario del lavoro è ovviamente condizionato da quei luoghi lontani, dallo stile di vita di quei popoli e dalle immagini suggestive di una terra quasi incontaminata dall’uomo e dalla società occidentale dello spettacolo. Gli incontri con i monaci buddisti e gli studenti di arti marziali e lo studio delle loro pratiche e cerimonie sono la base della stesura e della rielaborazione coreografica. Lo spettacolo inizia con il danzatore al centro di un mandala e quindi del palco il quale è ricoperto, in tutta la sua superficie, da farina e diversi tipi di terra che creano disegni concentrici che richiamano la geometria sacra. Il danzatore, al suonare di una campana, segno d’inizio delle pratiche dei monaci buddisti, inizia la sua danza rituale. Liberandosi, la danza trova una sua dinamica tra leggerezza, forza e semplicità, rompendo il mandala e lasciando a terra le tracce del suo passaggio in quel luogo.
Stefano Fardelli, danzatore e coreografo diplomato MAS/Susanna Beltrami, collabora con l'Opera di Berlino, BBC, The Place, Finnish National Opera, Les Gens d’Uterpan, English National Opera, Cie Twain, Compagnia Aleph, Benedetta Capanna, etc.. Collabora dal 2014 con la Compagnia Excursus per la produzione. Il solo "Svarupa-vyakta" è selezionato da Anticorpi XL 2014, 2° premio presso il Gdansk Solo Dance Contest 2014 in Polonia, e in tournée in Italy, Norvegia, Spagna e India. Coreografo dei video di danza "Day Off" e "Dear Sofia" presentati al Spontaneous Combustion Festival 2013 e Footprint Dance Festival 2014 a Londra, al Gdansk International Festival 2015 in Poland, al Kgaf 2016 in Mumbai/India e al International Videodance Festival of Chile 2015. Insegna Feldenkrais technique a Roma e Berlino e danza contemporanea in diversi centri internazionali fra i quali The Place, London Contemporary Accademy e Attakkalari in India.
COMPAGNIA EXCURSUS direzione artistica Ricky Bonavita e Theodor Rawyler Excursus, “digressione”, come simbolo del discorso coreografico di Ricky Bonavita, delle sue atmosfere rarefatte, della gestualità che ispirandosi al quotidiano è trasfigurata in surreale e stilizzata espressione. Il vasto repertorio della compagnia, protesa verso la creazione contemporanea, dà spazio alla ricerca di un formalismo astratto, alla creazione di universi onirici e simbolici e all’esplorazione dei rapporti interpersonali. Fondata nel 1994 da Ricky Bonavita e Theodor Rawyler la Compagnia Excursus si è costruita una propria identità nel panorama della danza italiana, in un percorso fino ad oggi aperto al nuovo. Attualmente la compagnia produce anche il lavoro di coreografi emergenti, realizzando per loro programmi di tutoring. Con base a Roma e sostegno del MIBACT la compagnia ha presentato ad oggi più di 30 produzioni, in tournée in Italia Francia, Spagna, Olanda, Germania, Austria, Norvegia, Polonia, Lettonia, Svizzera, Egitto, Marocco, India, Stati Uniti. Le produzioni destinate a teatri e spazi scenici tradizionali sono affiancate da progetti di danza urbana, e in collaborazione con ASL e strutture convenzionate da progetti di danza sociale o di comunità.
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Sketches of Freedom è un progetto coreografico che si interroga sul concetto di libertà creativa.
Una coreografia che si apre a quadri e flussi di coscienza sul tema. Una partitura che lascia pochi spazi a libertà individuali e tuttavia mostra possibilità di apertura verso altri modi di agire.
L’ossessione della partitura aumenta il bisogno di libertà e una riflessione costante sul nostro modo di operare fa da sfondo.
Tuttavia il ritmo, le possibilità che emergono dalla ripetizione, la diversa fisicità degli interpreti aprono le maglie della coreografia stessa e donano momenti di epifania del singolo.
Sketches of Freedom mischia le carte fra performance e teatro, politica e cultura, ricerca del proprio spazio ed abbandono agli eventi stessi.
La ritualità incalzante forse è l’unica via, che come in un sabbath, lascia la speranza di uscire da noi stessi cercando quel ruolo di “tramite” che l’arte per un poco ci dona.
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Tommaso Monza si forma come scultore all'Accademia di Belle Arti di Brera, e si avvicina successivamente al teatro danza e alla danza contemporanea studiando con Compagnia Abbondanza/Bertoni, Julien Hamilton, Roberto Castello, Ivan Wolf, Liat Waysbort, Loren Potter.
Lavora come danzatore e collaboratore per la Compagnia Abbondanza/Bertoni dal 2005
e con la Compagnia Ambra Senatore dal 2010.
Nel 2010 inizia un proprio percorso coreografico. Nel 2012 fa parte del progetto Choreoroam Europe. Dal 2012 lavora al suo progetto ROD- Three Units on Kazakhstan, finalista al Premio Equilibrio Roma 2014, i suoi proggetti vengono presentati in Italia ed Europa.
Nel 2015 è coreografo selezionato per il progetto Anghiari Dance Hub col progetto “Setches of Freedom”. Crea assieme a Claudia Rossi Valli il gruppo Natiscalzi DT e con il loro spettacolo “Mary's Bath” vincono il premio Ermo Colle. Tommaso Monza è sostenuto da molteplici strutture di residenza in Italia.
Dall’esperienza newyorkese nella scuola di Alwin Nikolais agli studi francesi con Dominique Dupuy, attraverso le improvvisazioni ‘poetiche’ di Carolyn Carlson, lo studio e la pratica dello zen, Michele Abbondanza (co-fondatore del gruppo Sosta Palmizi e docente alla Scuola di Teatro del Piccolo di Milano) e Antonella Bertoni fondano la Compagnia Abbondanza/Bertoni riconosciuta come una delle realtà artistiche più prolifiche del panorama italiano per le loro creazioni, per l'attività formativa e pedagogica e per la diffusione del teatro danza contemporaneo.
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Temporaneo Tempobeat è una performance mobile, leggera e transitoria, che focalizza la ricerca sul rapporto tra movimento e suono. Il lavoro indaga la vocalità come estensione dell’azione esplorando il gesto nella sua sintesi, asciugato, incisivo e drastico.
La performance coniuga danza contemporanea, tecnologia wireless portatile e il beat boxing, una tecnica che consiste nel riprodurre i suoni di una batteria e di altri strumenti attraverso l’utilizzo della bocca e della voce.
La coreografia, realizzata in collaborazione con i danzatori, crea un tessuto coreografico contrappuntato da fonemi e beat vocali che fondono in un unico corpo tutti gli elementi performativi. Lo spettacolo diventa un vero happening coinvolgente ed empatico che consente uno scambio continuo di ruoli tra gli interpreti, abbinando in una forma innovativa skills vocali e di movimento.
Guarda il trailer
Ariella Vidach (coreografa) Si forma artisticamente a New York negli anni Ottanta dove ha modo di incontrare e formarsi con i pionieri della danza postmodern americana da Trisha Brown, Twyla Tharp, Dana Reitz, a Steve Paxton e Bill T. Jones. Inizia la sua produzione nella metropoli statunitense con la realizzazione di performance che saranno presentate anche in Europa. Nel 1996 costituisce la Compagnia di danza AriellaVidach - AiEP, con la quale produce Exp ('96), Buffers (2003), DanxyMusic (2004), Id (2005),.Mov (2009). Dirige il centro di ricerca per la danza DIDstudio a Milano presso la Fabbrica del Vapore.
CLAUDIO PRATI (regista) Si forma a New York presso la New York University nei corsi M.A di Videoart e Special Project Mixed Media. Tra il 1989 e il 2006 produce oltre 25 performance multimediali, in collaborazione con Ariella Vidach, presentando i suoi lavori e suoi video in prestigiosi festival internazionali in Paris, Skopje, New York, Montreal, La Havana, Ljubliana.
ARIELLA VIDACH AIEP
AiEP è un laboratorio artistico che ha fatto delle nuove tecnologie un punto di ricerca espressiva attento all’innovazione del linguaggio e centrato su contenuti attuali come quello della percezione del corpo nei confronti dell’ambiente virtuale. In oltre vent’anni di attività i direttori artistici, Ariella Vidach (coreografa e danzatrice) e Claudio Prati (videoartista), hanno esplorato l’utilizzo dei media interattivi in relazione al corpo e al movimento, creando opere d’arte multimediale raffinate e suggestive. Oltre alla produzione di spettacoli, AiEP un importante ruolo di diffusione delle conoscenze sulle tecnologie interattive applicate all’arte performativa, organizzando festival e residenze produttive per giovani autori. I suoi lavori sono stati rappresentati in Italia e all’estero nei maggiori teatri e festival internazionali. La compagnia AiEP è stata insignita nel 2013, per il lavoro innovativo e di ricerca tra tecnologia interattiva e danza, del premio WSA e-content creativity promosso dalle Nazioni Unite.
LA TRAMA:
La fiaba narra la storia di un’eredità lasciata da un mugnaio ai suoi tre figli: il vecchio mulino al primogenito, al secondo un asino e al più giovane un gatto, dando a ciascuno la possibilità di vivere con questi mezzi. Il più giovane è dispiaciuto per la sua parte di eredità, ma il gatto della fiaba è un animale astuto e dotato di parola. Con astuzie ed inganni il gatto capovolgerà la vita del suo nuovo proprietario, fino a fargli sposare la figlia del re.
La favola narra dell’apparente sfortuna di un giovane che, attraverso l’aiuto di un amico assai particolare, un gatto parlante dotato di grande astuzia e desiderio di donare gioia al suo padrone, raggiungerà fortuna e appagamento.
LE TEMATICHE PRINCIPALI
Spettacolo concepito per un pubblico giovane (dai 3 agli 8 anni) che ruota attorno alla figura del Gatto con gli stivali come metafora del valore dell’amicizia, l’arguzia, il valore aldilà delle apparenze, il superamento delle proprie paure.
Il gatto che in apparenza sembra il meno prezioso dei lasciti si rivelerà invece di grande valore. Nella favola tradizionale il gatto munito di grandi stivaloni magici si trasforma in una sorta di guascone, furbo, audace, sfrontato, coraggioso. Nella versione qui presentata il nostro personaggio ha tutte queste qualità ma nasconde una debolezza, in realtà assai grave per l’orgoglio felino: egli non teme nulla se non i topi.
Proprio questa sua grande debolezza renderà il personaggio più vicino alle nature di tutti noi eroi quotidiani costituiti da forze e fragilità e la fragilità del nostro personaggio diventerà la chiave per il raggiungimento dell’intento.
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ROBERTO LORI - danzatore e coreografo
Si forma come danzatore presso il Balletto di Renato Greco a Roma con gli insegnanti Lucia Colognato (Danza Classica), Maria Teresa da Medico (Tecnica Matt Mattox), Cristina Menconi (Contemporaneo). Prosegue i suoi studi nella danza contemporanea con Simona Bucci, Carolyn Carlson, Monica Casadei, Loris Petrillo, Mauro Bigonzetti, Michele Abbondanza - Antonella Bertoni, Ivan Wolfe, Paola Bianchi, Kim Kam, Giovanni di Cicco, Inaky Azpillaga, Giovanni Scarcella, Karl Portal.
Lavora per la Compagnia Artemis danza con sede a Parma sotto la regia e coreografia di Monica Casadei. Nel 2005 inizia a lavorare per la Compagnia di Simona Bucci con sede a Firenze in diverse produzioni. Nel 2007 danza nell’opera musicale Miracolo a Milano, regia di Daniele Abbado, musiche originali di Giorgio Battistelli, coreografie di Simona Bucci. Nel 2010 collabora come danzatore nella Compagnia Virgilio Sieni. Dal 2017 comincia a realizzare proprie coreografie.
Direzione artistica Simona Bucci, già danzatrice solista della Alwin Nikolais Dance Company di New York. Coordinatrice e docente dell’Accademia Isola Danza, La Biennale di Venezia, già assistente di Carolyn Carlson.
La Compagnia nel 2005 vince il “Premio Coreografo d’Europa 2005” e il “Premio Danza&Danza 2005” per la coreografia “I Rimasti”. Nel 2007 La Biennale di Venezia le commissiona la coreografia Arresi alla notte, coprodotta dal Festival Oriente Occidente. Nel 2008 la Compagnia debutta con il suo primo lavoro dedicato a un pubblico giovane dal titolo Giorgio e il drago, coprodotto da la Corte Ospitale e dalla Fondazione I Teatri di Reggio Emilia.
Del 2009 è Indissolubile eco, un duetto liberamente ispirato all’opera di Francisco Goya, “Disparate matrimonial”. Del 2010 debutta con una nuova coreografia per bambini, Boxville_ballata di cartone, omaggio ad Alwin Nikolais per il centenario della sua nascita (1910-2010).
Del 2011 è lo spettacolo Giuditta e Oloferne, coproduzione Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, con il sostegno del CCN - Centre Chorégraphique National di Roubaix di Carolyn Carlson.
Nel 2014 debutta con la coreografia Enter Lady Macbeth, coprodotta dal Festival Danza Estate di Bergamo e Festival Nuovi Orizzonti di Chiusi.
Del 2015 è un nuovo lavoro per bambini, Il gatto con gli stivali, coreografia Roberto Lori.
la Compagnia Simona Bucci, inoltre, sostiene e coproduce anche i lavori dei giovani artisti-coreografi del suo nucleo.
In un limbo bianco. Come una sfilata di moda. Come una collezione di insetti. Come un balletto classico. Romanticismo oltre il contemporaneo e i suoi concettualismi, raffreddato e reso incandescente insieme da un’aria di lacerante e distante citazione, dedica e ossimoro, viaggio nel corpo che si esibisce fino alla nudità estrema più asettica e ascetica, si fa portatore di abiti meravigliosi per nascondersi, per celebrare le proprie oscurità esaltandosi e proiettandosi in un orizzonte mitologico.
Sylphidarium rievoca quel balletto che fu all’origine della danza romantica, La Sylphide di Maria Taglioni del 1832, atto di affermazione del ballo sulle punte e del tutù, evolve ne Les Sylphides, rievocazione astratta delle sue lunari fumisterie del 1909 per mutare ora verso l’entomologia con i silfidi, coleotteri che si nutrono di carogne usati dagli scienziati per risalire all’ora del decesso di un corpo.
Un’autopsia del balletto classico, trasformato e ibridato con ginnastica, acrobatica, culturismo e con un finale aerobico modellato sui video di Jane Fonda, con costumi argentati, lunari, sempre nel bianco di una scena che vuole ripetere l’effetto abbacinante del volteggiare dei tutù. Il fantasy si connette con lo smontaggio ironico dei canovacci dei balletti, della storia di Adolphe Nourrit, come gli slanci verso l’alto lottano con la disarticolazione della postura eretta o si immobilizzano in tableaux che sembra vogliano fermare un tempo ibrido tra il passato, l’oggi, il futuro.
Un lavoro rutilante, sostenuto dalla musica mobilissima di Francesco Antonioni, eseguite dal vivo, e dalle luci cangianti, appena crepuscolari, immaginose di Fabio Sajiz.
Una riflessione sulle forme della tradizione per disegnare un corpo mutante, superando gli stessi stereotipi del genere “contemporaneo”, per avventurarsi in territori inesplorati, che oltrepassano il galateo delle forme predefinite e pure quello delle contaminazioni, in cerca di propria generativa urgenza di espressione
Guarda il trailerFrancesca Pennini [Ferrara, 1984] esordisce come ginnasta e si forma esplorando discipline eterogenee che vanno dalla apnea alle arti marziali, dal butoh alla disco-dance. Studia al Balletto di Toscana e al Laban Centre di Londra. Lavora come danzatrice freelance per Sasha Waltz & Guests. Nel 2007 fonda CollettivO CineticO per cui firma 37 produzioni ricevendo numerosi premi tra cui: Premio Giovani Danz’Autori 2008; Jurislav Korenić Award Miglior Giovane Regista 2014; Premio Rete Critica 2014; Premio Danza & Danza 2015 miglior coreografa e interprete, nomination UBU miglior performer under 35, MESS Prize 2016 - Birmingham; Premio Hystrio Iceberg 2016; Premio Nazionale dei Critici di Teatro per il Teatro Danza 2016. Da sempre interessata alla didattica tiene percorsi di formazione professionali e workshop, in particolare sviluppando metodologie di organizzazione del movimento per corpi che non hanno una formazione canonica e dispositivi che ripensano la visione e l’atto di creazione.
CollettivO CineticO nasce nel 2007 ed è diretto della coreografa Francesca Pennini in collaborazione con il dramaturg Angelo Pedroni e oltre 50 artisti provenienti da discipline diverse. La ricerca del collettivo indaga la natura dell’evento performativo con formati al contempo ludici e rigorosi che si muovono negli interstizi tra danza, teatro e arti visive. Uno dei caratteri salienti è l’ideazione di metodi di composizione in grado di incontrare corpi estremamente differenziati e dispositivi che discutono il rapporto con lo spettatore.
CollettivO CineticO è compagnia residente del Teatro Comunale di Ferrara e all’oggi ha prodotto 37 creazioni ricevendo numerosi premi tra cui: Jurislav Korenić Award Best Young Theatre Director; Premio Rete Critica 2014 come miglior artista 2014; Premio Danza & Danza 2015 a Francesca Pennini come miglior coreografa e interprete, nomination premi UBU miglior performer under 35; Premio Hystrio Iceberg 2016; Premio MESS al BE Festival di Birmingham 2016; Premio Nazionale dei Critici di Teatro per il Teatro Danza 2016.
Dal 2013 la compagnia è sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dal 2015 da Regione Emilia-Romagna e dal 2016 è parte del network internazionale APAP.
I lavori sono stati presentati in: Austria, Belgio, Bosnia, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Serbia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Taiwan e tramite proiezioni live streaming negli USA e in Corea.
Rapiti dalle “Baccanti”, siamo stati rapiti a nostra volta dal femminile, dalla sua costante capacità di contenere e di manifestare il senso della morte e della rinascita.
Per Lara Guidetti, Joao Garcia Miguel ha creato un assolo sulla morte e sulla rinascita del divino che vive in ogni essere umano. Un approccio alle Baccanti dal punto di vista di chi danza.
Il divino che può ispirare, liberare e svegliare ogni uomo e ogni donna, che si muove e si manifesta attraverso quattro diverse forme: la donna, l’acqua, l’uccello e il cielo.
Lara Guidetti danza le metamorfosi della divinità: il corpo della danzatrice permette di accedere al simbolo, alla profondità della trasformazione.
Ci avviciniamo così al presente chiuso nella sua indecifrabilità, attraverso le metafore architettate dal corpo: un corpo che diviene un Dio a molte facce grazie ai propri attributi narrativi eccentrici e alle sue molteplici possibilità; un corpo che detiene quella singolare capacità narrativa che connette direttamente l’osso, il muscolo, l’impulso nervoso, obbligando a confrontarsi con un’architettura di realtà che si supera e si contraddice a sua volta.
Il centro del testo di Euripide è l’interdizione del corpo, il suo diniego e al tempo stesso il suo illimitato potere di trasporre lo spazio e di accendere grandi fuochi.
Investigare questo processo creativo porta l’occhio di chi guarda a confrontarsi con questo grande potere incendiario del corpo e con la grande chiarezza con cui sostiene la sua stessa ricerca.
In SKIES il corpo diviene testo, una pagina da far leggere ad altri corpi.
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João Garcia Miguel ha iniziato la sua carriera professionale negli anni '80, attraversando diversi espressioni artistiche. E' uno dei fondatori dei collettivi artistici: Canibalismo Cósmico, Galeria Zé dos Bois e OLHO - Associação Teatral, di cui è stato direttore artistico tra il 1991 e il 2002. Nel 2003 ha fondato la compagnia JGM e ha avviato un percorso d'arte di ricerca. Dal 2008 è Direttore Artistico del Teatro - Cine de Torres Vedras. I suoi spettacoli sono stati rappresentati in Portogallo, Spagna, Regno Unito, Angola, Brasile, Germania, Francia, Cina, Mozambico.
Lara Guidetti è Direttrice artistica di Sanpapié a partire dall'anno di fondazione. Si è formata come danzatrice e coreografa presso la Scuola Paolo Grassi di Milano. É coreografa (e quasi sempre anche interprete) di tutti i lavori della compagnia. Fuori da Sanpapié, ha lavorato - tra gli altri - con Peter Greenaway, Marianna Kavalieratos, Joahna Boaker, Bob Wilson, e fa parte del corpo del Teatro La Scala.
Sanpapié rinuncia alle definizioni già a partire dal nome, scelto per evocare un lavoro drammaturgico non scritto a priori, ma capace di nascere in sala insieme alla coreografia e alla musica.
La poetica della compagnia, è da sempre attenta alla dimensione dell'umano, colto nella sua potenza come nelle sue fragilità: attraverso la lente della drammaturgia, ci si avvicina a un corpo che viene attraversato da ricordi, emozioni e storie, e le restituisce attraverso il movimento, cercando di intrecciare insieme alla musica un percorso che nella testa dello spettatore possa essere accolto e nutrito di nuove suggestioni e sensi differenti.
Il tentativo della compagnia è quello di traghettare la tradizione del tanztheater dentro i canoni dello spettacolo contemporaneo, che per natura ibrida tradizione, performance e nuove tecnologie.
Dalla sua nascita, gli spettacoli di Sanpapié sono andati in scena in Italia, Spagna, Portogallo, Regno Unito, Germania, Francia, Cina.
La compagnia dal 2015 è riconosciuta dal Mibact come organismo di produzione danza, ed è una delle imprese culturali creative premiate dal bando Funder 35 per il triennio 2017-2019.
Questo lavoro nasce dalla collaborazione con il duo Sigourney Weaver (formato dai performer musicisti Biagio Caravano e Daniela Cattivelli) e si sviluppa come una sorta di concerto di danza, che include brani coreografici e canzoni creati dalle posture di corpi messi davanti ad un microfono, corpi colti nell’attimo della presa di parola, nel momento dell’attacco del movimento. Corpi che usano ogni strategia per dare voce al respiro: ruggiti fisici e verbali, proclami, fischi, playback, rapide conversazioni e soffi nelle conchiglie.
Tutto ciò che è nello spazio è intersecato e sovrapposto, pronunciato ed esposto. I luoghi sono creati dalla relazione e dall’abbondanza, i corpi sembrano mossi dall’urgenza di dire qualcosa di cruciale ma ciò che si produce assomiglia ad uno strano vaudeville che va continuamente in cerca di un orizzonte per placare tutta questa frenetica attività scenica. Quel che si nasconde sotto la superficie è un senso di “arrotondamento” (della conversazione così come delle danze), un desiderio di prossimità, un’accettazione dei fraintendimenti, la produzione di una convessità tutta coreografica che sia capace di includere nella danza ciò che sta fuori ed accanto.
HEY sembra riferirsi stranamente alla curvatura della terra, a quella spinta che ci fa andare dappertutto con la consapevolezza che viviamo su un globo, ma non dentro di esso.
Lo spettacolo prevede una versione leggermente più lunga con l’introduzione del chioccolatore professionista Camillo Prosdocimo.
(la registrazione video non contiene la performance del chioccolatore)
Guarda il trailerMichele Di Stefano Milano 1963 Coreografo e performer, dopo anni di attività musicale in band punk/new wave intraprende una ricerca autodidatta sul movimento, che lo porta a fondare nel 1999 il gruppo mk. Ha ricevuto commissioni coreografiche da Aterballetto, la Biennale di Venezia, la Scuola P.Grassi di Milano, l’Accademia Nazionale di Danza, la Korean National Contemporary Dance Company (Seoul 2014). Collabora con artisti visivi e coreografi a progetti curatoriali ed è molto attivo sul piano dell’invenzione di ambienti performativi condivisi. . Tra le diverse pubblicazioni, Agenti autonomi e sistemi multiagente , testo di istruzioni coreografiche e report meteorologici scritto con Margherita Morgantin (Quodlibet 2012). Nel 2000 riceve il premio Danza&Danza per il contemporaneo. Nel 2014 riceve il Leone d’argento per l’innovazione nella danza alla IX Biennale di Venezia.
MK si occupa dal 1999 di performance, coreografia e ricerca sonora. Tra le produzioni piu recenti: Robinson, Impressions d’Afrique e Hey, indagini coreografiche in bilico tra paesaggio puro e ricostruzione tormentata dell’esotico; il gruppo produce poi, in collaborazione con diversi artisti, formati ambientali ed installativi, come SUB (festival Uovo 2015), Fronterizo (Live Arts Week 2015), Veduta (2016) e la Piattaforma della danza balinese (Festival Internazionale di Santarcangelo 2014-15). Nel 2012 esce per i tipi di Quodlibet, Agenti autonomi e sistemi multiagente, di Michele Di Stefano e Margherita Morgantin, un testo di istruzioni coreografiche e report meteorologici. Nel 2014 Michele Di Stefano, coreografo della compagnia, riceve una commissione creativa da Aterballetto (Upper East Side) e dalla Korean National Contemporary Dance Company (Line Rangers, Seoul). Nel 2015 riallestisce per il progetto RIC.CI (Reconstruction Italian Contemporary Choreography) il duetto di esordio della compagnia, e-ink, con due interpreti di Aterballetto e Giuda per Biagio Caravano. Nel 2014 la Biennale Danza di Venezia gli assegna il Leone d’argento per la Danza. Oltre alla costante circuitazione in Italia e all’estero (Europa, Asia e SudAmerica), mk svolge una intensa attività di formazione con collaborazioni quali la Scuola Paolo Grassi di Milano, il Teatro Stabile di Torino e la Biennale di Venezia. Dal 2010 mk è sostenuto dal MIBACT.
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Esemplari Femminili (titolo italiano definitivo della versione estesa di Why are we so f***ing dramatic?) è il risultato finale di un processo di ricerca iniziato dalla collaborazione tra Francesca Penzo coreografa e performer Italiana e Tamar Grosz coreografa e performer Israeliana che due anni fa hanno iniziato ad investigare sul tema della donna e della femminilità. .
L’intento era quello di offrire uno sguardo personale sul tema ma anche uno sguardo che potesse essere universale e riferirsi in modo chiaro e poetico ad un pubblico sia maschile che femminile.
Tale processo ha visto una prima tappa nella versione breve dal titolo “Why are we so f**ing dramatic? “.
A questa versione breve è seguito un ampliamento, una necessità di approfondimento, un’indagine meditata sul tema che ha permesso la creazione di una nuova versione, proposta ora nella sua forma compiuta.
Il lavoro nasce dalla volontà di comprendere i diversi aspetti che arricchiscono il genere femminile e cosa significhi per due donne essere tali all’interno della società contemporanea. Attraverso la metafora documentaristica, due esemplari femminili si fanno osservare e svelano le dinamiche proprie di un mondo che abitano quotidianamente. La loro è una dichiarazione di femminilità ed esistenza, una primavera annunciata nel loro essere donne.
Dopo un inizio scanzonato ed esuberante, lo sguardo si fa più intimo e riflessivo, a voler indagare una maturità, una interiorità che trasporta lo spettatore verso il lato oscuro della femminilità, in una tensione fisica ed emotiva che portata al suo culmine, atterra in un paesaggio onirico, intimo.
Il progetto ha visto la collaborazione di diversi artisti che hanno condiviso e contribuito alla visione femminile e femminista che lo caratterizza.
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Coreografa e performer vive tra Bologna e Berlino.
Dopo il diploma all'Accademia Paolo Grassi di Milano nel 2009 e una laurea in Culture e Diritti Umani presso la facoltà di Scienze Politiche di Bologna, fonda la compagnia di danza Fattoria Vittadini con base a Milano.
Ha lavorato tra gli altri con Lucinda Childs, Maya Weinberg, Matanicola, Maya Carrol, Giulio D'Anna e presso la compagnia Enzo Cosimi all'interno del programma Ric.ci Reconstruction Italian Choreography.
Da tre anni sta sviluppando un percorso autoriale come coreografa ed insegnante in collaborazione con artisti visivi, musicisti e light designers. Vince il bando NEXT Lombardia nel 2015 anno in cui entra nella rete Anticorpi XL dell'Emilia Romagna.
Il suo lavoro viene presentato in vari festival quali: Mirabilia Festival, MILANoLTRE Festival, Danza Urbana, Mainz Festival, 100Grad Festival Berlin. Nel 2017 la sua nuova produzione viene sostenuta da Fattoria Vittadini e dal CID di Rovereto.
Fattoria Vittadini nasce a Milano, nel 2009, dalla volontà di undici allievi appena diplomati al corso dell’allora Atelier di Teatro-Danza della Scuola Paolo Grassi. L’obiettivo era di restare uniti, creando un luogo di formazione continua, di perfezionamento professionale come danzatori, di crescita artistica - collettiva e singola, e di ricerca e contaminazione con altri artisti.
Prende forma così un gruppo che decide di proporre una pratica artistica democratica, consolidando la sua estetica attraverso una pluralità di punti di vista, quelli dei danzatori in primis, ma anche di tutti gli artisti con cui il collettivo decide di collaborare.
Fattoria Vittadini nasce profondamente convinta di voler trovare nella propria collettività e nel lavoro condiviso una propria modalità di esprimersi, un percorso di crescita artistica coerente e di senso. Contemporaneamente persegue con convinzione l’idea di supportare le individualità, (di qualsiasi natura esse siano), lasciando agli undici interpreti lo spazio per condurre la propria personale ricerca, all’interno e all’esterno della progettualità del collettivo stesso.
Ne risulta così un gruppo di artisti estremamente eterogeneo e versatile che è in grado di mettersi a disposizione di coreografi e collaboratori esterni, adattandosi alle pluralità dei linguaggi non solo con una professionalità sempre crescente, ma anche arricchendo il percorso artistico del collettivo e dei singoli.
L’anestesia dei sentimenti è una patologia psichiatrica venuta alla luce negli anni ’70. Altro non è che l’assenza di sentimento provocata da uno choc. Inizialmente questa patologia fu imputata alla liberazione ed emancipazione sessuale del ’68. , tutto era permesso e lecito tanto da regnare intimamente nell’anarchia. La vulnerabilità emotiva che questa condotta di vita creava iniziò a disturbare le persone perché si rendevano conto che non vi erano più né filtri né protezioni nell’esporsi a delusioni amorose e in forma più estesa verso ogni aspetto del sentimento.
La reazione a tutto questo fu la totale chiusura dell’essere e la ricerca di una quasi totale assenza dal provare emozioni, innalzando una barriera fittizia che riflettesse le sensazioni senza farle penetrare in se stessi. Partendo dalla ricerca sull’incomunicabilità del lasciarsi andare all’amore, si snoda un percorso fatto di muri e protezioni dell’essere, al fine di darsi a metà e non avere coinvolgimenti.
Si è in due ma si è sempre soli.
Produzione 2015; con il sostegno del MIBACT- Direz.Generale Spettacolo dal Vivo; Regione Autonoma della Sardegna
Guarda il trailerLivia Lepri studia danza classica, danza moderna e contemporanea con Fabrizio Monteverde, Michele Abbondanza, Dino Verga, Milena Zullo, Mauro Astolfi, Suzy Taylor e Mia Michaels.I suoi studi proseguono con Susanne Linke, Carolyn Carlson, Mauro Bigonzetti, Susan Sentler, Simona Bucci, Richard Haisma, Loris Petrillo, Cristina Amodio, Eugenio Buratti e Bradley Shelter e tanti altri insegnanti prestigiosi.Nel 2006 partecipa al progetto “Insieme” come assistente personale di Micha Van Hoecke. è attualmente il direttore artistico della Compagnia Danza Estemporada per la quale è anche coreografa. Tutte le produzioni della Compagnia portano la sua firma.
La Compagnia Danza Estemporada di Livia Lepri si costituisce nel 1998. È riconosciuta dal MIBACT (dal 2005) e dalla Regione Sardegna.La Compagnia ha realizzato spettacoli di successo come “Anima”–dedicato alla vita di Grazia Deledda-, "Paesaggio di luna fredda" basato sul racconto di Carmen Yanez, commissionato dallo scrittore Luis Sepulveda; dal 2000 la trilogia su Dante, con "Ruh-Ira – Studio in rosso per l’Inferno, "Kyrios- studio in blu per il Purgatorio, "Freja studio in luce per il Paradiso”; "Carmen"; “Passaggio in terra"; "La Traviata – Amore e Morte"; "Don Quixote, elogio della follia", preceduto vari reading in collaborazione con l’Università di Sassari; "Macbeth, la follia del potere" preceduta dalla lettura "Da Giselle a Lady Macbeth. Follia e passione nella danza del 900" della Dr. Carmela Piccione; nel 2007, debutta "La Ragione della follia", prodotta in collaborazione con DJ Alessio Bertallot di Radio Deejay. Il lavoro della compagnia continua con le performances "Romeo + Juliet"; "Al crepuscolo con il vampiro”;"Feminas-Maria Carta l’eco di una voce" in co-produzione con I’mperfect Dancers Company di Matteini e la Fondazione Maria Carta; "Tributo a Michael Jackson", spettacolo di danza moderna contaminata da contemporaneo e hip hop; "Cenerentola"; "Le 4 stagioni"; "Poemi d’amore”; “Incanti”; “Lo Stato della materia”. Nel 2015 la compagnia debutta con “The Wall” ispirato all’omonimo album dei Pink Floyd e “Anestesia dei sentimenti”. Nel 2016 "Partigiane".
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Lo spettacolo può essere anche eseguito con musica dal vivo dal complesso Matita dal cui lavoro è nata l’idea della produzione. La coreografia è firmata dall’americana Renata Sheppard ed è eseguita su una partitura prodotta dai suoni creati dallo sfregare delle matite da disegno che i musicisti muovono sulla carta. Carta che è anche protagonista della danza che condiziona e con la quale dialoga.
La coreografa Renata Sheppard esplora il corpo, la carta e la memoria ispirandosi ai concetti buddisti, che derivano dal wabi-sabi, l’abbraccio dell’imperfezione.
Questo nuovo lavoro è stato prodotto dal Balletto Teatro di Torino in collaborazione con Rivolimusica assieme all’Ensemble musicale Matita, che ha suonato dal vivo alla prima esecuzione del 4 febbraio 2017 al Castello di Rivoli – Museo d’arte Contemporanea
“Perfect Broken è un site-specific, un’installazione che esplora la geometria del corpo, la meditazione fisica e spirituale, utilizzando le sequenze coreografiche e le improvvisazioni strutturate che portano i ballerini in autentici momenti di scambio.
Perfect Broken tocca l’empatia, la temporaneità, la curiosità e la consapevolezza di vedere i difetti e imperfezioni come l’essenza stessa della propria identità, invece di qualcosa da nascondere o evitare.” Renata Sheppard
Renata Sheppard (1982) è un’artista multimediale che ha sviluppato la sua carriera negli Stati Uniti, in Europa e in Asia. Ha conseguito il Master of Fine Arts in “Dance Performance and Choreography” presso la University of Illinois at Urbana-Champaign, specializzandosi in tecnologia, cinema e interattivitá, ottenendo inoltre il “Laban Movement Analysis Certificate” presso il Laban Bartenieff Institute of Movement Studies a New York. È stata Fulbright Scholar, Henry Luce Scholar, Kate Neal Kinley Fellow, ricevendo inoltre supporto artistico dall’Ambasciata americana. È riconosciuta a livello internazionale per le sue metodologie innovative che uniscono la danza a diverse discipline, creando opere per il palcoscenico, per lo schermo e per performance site-specific lineari e interattive.
Fondato da Loredana Furno, il Balletto Teatro di Torino vanta oltre 35 anni di attività continuativa, ed è attualmente una formazione composta da sei/otto danzatori che provengono da esperienze importanti a livello internazionale che, con crescente successo, continua il suo originale percorso di creazione riconosciuto ormai dalla critica più attenta. Nel formulare il proprio programma, si è rivolta particolare attenzione alla coreografia di ricerca, ai giovani coreografi (per tutti citiamo Marco De Alteriis, talentuoso artista che si affaccia oggi sulla scena coreografica italiana) ed alle musiche originali, comprendendo un numero significativo di esecuzioni dal vivo in collaborazione con RivoliMusica. A partire dal 2014 il BTT allarga il suo percorso artistico aprendo ad importanti autori internazionali, in particolare all’israeliano Itzik Galili che apre una serie che proseguirà nel tempo, dedicata a I Maestri della Coreografia Contemporanea. Accanto ai grandi della danza il progetto di scoperta e valorizzazione di giovani talenti che trovano nella Compagnia modo di realizzare i loro progetti. Nel 2009 assume la direzione artistica della Lavanderia a Vapore (raro caso di Centro coreografico in Italia) che cura per sei anni rimanendovi oggi “in residenza nell’ambito delle iniziative della Fondazione Piemonte dal Vivo. Il Balletto Teatro di Torino gode di un contributo ministeriale, di quello della Regione Piemonte e quello delle Fondazioni Bancarie torinesi
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Un inabissarsi del corpo nel vuoto del presente.
VERBO PRESENTE nasce intorno a una serie di riflessioni sulla percezione, sull’immaginazione, sulla loro connessione e interdipendenza, sulla plurivocità in contrapposizione all’univocità, sulla soggettività in contrapposizione all’oggettività dell’immagine data in visione collettiva.
Inizialmente la riflessione si è concentrata su quanto la descrizione verbale delle posture e dei movimenti di un corpo renda universale la visione di quel corpo.
Le posture dei corpi che ho scelto provengono da alcuni inchiostri di Andrea Chiesi, in particolare le figure umane. Ho scelto quegli inchiostri per la cecità dei volti, per la loro assenza di espressione – assenza, non negazione – un’assenza che diventa presenza grazie alla restituzione data dalla forma di quei corpi. Ho quindi descritto verbalmente e registrato in voce quelle posture trasposte nel mio corpo, lasciando dei buchi di connessione tra una forma e l’altra. In quei buchi, ho creato la coreografia partendo da immagini letterarie e scientifiche relative alla condizione di cecità.
Lo studio dello spazio è stato tracciato analizzando Il trionfo della morte di Pieter Bruegel. Ho riflettuto sul modo in cui nel dipinto lo spazio viene delimitato e sezionato. Quello spazio segnato dall’inesorabile procedere della morte, della sua conquista sulla vita, ha indicato le direzioni e le coordinate spaziali della coreografia.
Questo, il mio percorso di ricerca intorno alla percezione e all’immaginazione.
Ma cos’è in fondo l’immaginazione se non l’azione dell’immagine, il movimento agito in noi dall’immagine esperita?
Sarà lo sguardo di ogni spettatore a creare la visione compiuta in quanto tassello finale e necessario alla costruzione dell’azione coreografica nella sua totalità
Guarda il trailerCoreografa e danzatrice indipendente. Con i suoi lavori partecipa a numerosi festival internazionali di teatro e danza. Nell'intento di promuovere la diffusione della danza contemporanea Paola Bianchi ha curato negli anni la direzione artistica di alcune rassegne e festival e numerosi laboratori di ricerca. Periodicamente conduce lezioni teoriche incentrate sul tema della danza presso alcuni atenei italiani. Nel 2014 viene pubblicato per la casa editrice Editoria & Spettacolo (collana Spaesamenti a cura di Paolo Ruffini) il suo volume Corpo Politico _ distopia del gesto, utopia del movimento curato da Silvia Bottiroli e Silvia Parlagreco. Il corpo è il suo specifico linguistico, il suo strumento, ma è anche l’area di indagine intorno a cui ruota la sua ricerca, poetica del corpo.
L’associazione culturale FC@PIN.D'OC nasce nel 2002 dalla volontà del coreografo-danzatore Fabio Ciccalè. Negli anni l'associazione sostiene il lavoro di alcuni coreografi tra cui Caterina Inesi, Sara Simeoni, Alessandra Giambartolomei. Dal 2003 la Compagnia è stata ammessa ai finanziamenti pubblici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Nel 2011 Fabio Ciccalè decide di non presentare istanza al Ministero e nel 2012 cede la direzione artistica a Giovanna Velardi che diventa anche il presidente e legale rappresentante dell'associazione. Dal 2013 Giovanna Velardi inizia a produrre i propri lavori con l'associazione FC@PIN.D'OC e gli spettacoli di due coreografi siciliani, entrambi danzatori che da anni collaborano con lei, Giuseppe Muscarello e Simona Miraglia. Dal 2013 l'associazione viene finanziata, oltre che dal Mibact, anche dalla Regione Siciliana. Nel 2015 l'attività dell'associazione si arricchisce producendo il lavoro di altri tre artisti: il giovane Stellario Di Blasi, già danzatore della compagnia di Giovanna Velardi, Fabio Ciccalè, fondatore dell'associazione, e Paola Bianchi, coreografa già ampiamente affermata.
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“Indaco”
un colore per un danzatore
di e con: Fabio Ciccalè – disegno luci: Danila Blasi – durata: 30 minuti
Una produzione: FC@PIN.D’OC
con il contributo di: MIBACT, REGIONE SICILIA ASSESSORATO AL TURISMO SPORT SPETTACOLO
Con il sostegno di: San Lo’, Roma.
“Indaco” è la tappa conclusiva di un progetto solistico iniziato nel 2006 con “Count Down” e continuato nel 2009 con “Estatica Attitudine”.
Come in un processo alchemico, che, attraverso le tre fasi (nigredo-albedo-rubedo), trasforma la vile materia in pietra filosofale, “Indaco” vuol essere il momento della temporanea consapevolezza del proprio linguaggio coreografico, un punto di arrivo prima di una nuova partenza.
“Indaco” è una grottesca rappresentazione di situazioni interrotte, intense nella gestualità e orfane nei movimenti. Un succedersi di diverse possibilità create dall’interprete stesso, attraverso cambi di musica, luci e attraverso l’uso di oggetti, che vanno a creare un carosello di immagini e suggestioni sintatticamente svincolate da ogni logica data ma liberamente interpretabili grazie alla minuziosa calligrafia coreografica. Ironia, ripetizioni, contrasti e curiosità sono protagonisti assoluti della scena. La danza è viva e pura, estremamente seria ma divertente allo stesso tempo; è un modo di interpretare e di lasciar interpretare le possibilità dell’essere umano.
Guarda il trailerLavora con Compagnia Alhena, Compagnia Enzo Cosimi, La bilancia Produzioni, Nuova Euroballetto, Compagnia Giuseppina Von Bingen. Dal 2002 fonda la propria compagnia per la quale firma tutte le coreografie, di cui è anche interprete. Con i suoi lavori ha partecipato a numerose rassegne di danza: Nuovi movimenti, Around twenty, Danza da bruciare, Che danza vuoi?, Lavori in pelle, Body shot, Danze barbariche, D10 Spazi per la danza contemporanea (promosso dal MIBAC e dall’ETI), Civitanova Danza tutto l'anno, Uscite d’emergenza, Short Format. E' stato ospite a SPAM, nell'ambito del progetto DA.TO. - Danza in Toscana, a Torino alla Piattaforma Coreografica, a “Dinamiche dal Core” al Teatro Palladium di Roma, al festival “Opere Festival”, all''Officina Coreografica della regione Lazio. Nel novembre 2010 collabora alla creazione e danza nelle coreografie di Roberto Castello per il programma di Fazio/Saviano "Vieni via con me " in onda su RAI 3.
La ass. cult FC@PIN.D'OC nasce nel 2002 dalla volontà del coreografo-danzatore Fabio Ciccalè di misurare le sue capacità creative e compositive con un proprio gruppo. Dal 2003 la Compagnia è stata ammessa ai finanziamenti pubblici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Nel 2012 la direzione artistica passa a Giovanna Velardi, che ha nel frattempo lasciato la direzione artistica dell'associazione I.B.I. e che diventa anche il presidente e legale rappresentante dell'associazione FC@PIN.D'OC. Il nuovo direttore artistico porta quindi con se il progetto che già aveva portato avanti negli anni precedenti con la sua vecchia associazione e dal 2013 inizia a produrre con l'associazione FC@PIN.D'OC, oltre ai propri lavorie a quelli di Fabio Ciccalè, anche le produzioni di due coreografi siciliani, entrambi danzatori che da anni collaborano con lei, Giuseppe Muscarello e Simona Miraglia. Dal 2013 l'associazione viene finanziata, oltre che dal Mibact, anche dalla Regione Siciliana. Nel 2015 l'attività dell'associazione si arricchisce producendo il lavoro di altri due artisti: il giovane Stellario Di Blasi, già danzatore della compagnia di Giovanna Velardi, Fabio Ciccalè e Paola Bianchi, coreografa già ampiamente affermata.
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Nel 2029 la sonda sviluppata dalla NASA per l’esplorazione di Plutone e le sue lune abbandonerà il sistema solare portando con sé un messaggio costituito da immagini e suoni, breve autoritratto dell’uomo e della Terra destinato ad eventuali forme di vita extraterrestri.
La navicella proseguirà il suo moto anche quando la specie umana sarà estinta e diverrà unica traccia a testimoniare l’antica esistenza nel Sistema Solare di una forma di vita intelligente; l’essere umano cerca di valicare i confini biologici, di avvicinarsi al concetto di eternità e infinito lasciando nel cosmo un’impronta indelebile della propria esistenza.
Il progetto prende spunto da questa operazione promossa dalla Nasa, per portare avanti una riflessione sulla condizione esistenziale dell’uomo contemporaneo, sul suo continuo bisogno di confronto con l’Assoluto, con una dimensione sacrale sempre latente. Una danza minimale costruita su un attento uso del corpo e della luce che crea un luogo di grande suggestione, un continuo dialogo tra luce, spazio e i corpi dei due performer.
Guarda il trailerFrancesco Marilungo_Dopo gli studi in Ingegneria Termo-meccanica e un periodo di ricerca al Von Karman Institute di Bruxelles, frequenta l'Atelier di Teatrodanza presso la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Prosegue la sua formazione come performer seguendo il percorso IFA – Inteatro con Idoia Zabaleta, Geraldine Pilgrim, Iris Karayan e Claudia Dias. Con quest'ultima e con João Fiadeiro approfondisce anche successivamente la pratica dell'RTC Method. Dal 2012 inizia una collaborazione con la Compagnia di Danza Enzo Cosimi ed è interprete in due suoi spettacoli : Calore e Welcome to My World. È interprete in due lavori della Compagnia Mara Cassiani: TrashX$$$ e If you can (not) advance. Partecipa con il suo primo assolo Emily al Concorso Internazionale di Danza Out d’autore Salicedoro (primo premio e Premio Armunia) e nel 2014 viene selezionato dalla rete Anticorpi XL per la Vetrina della Giovane Danza d'Autore 2016.
Francesco Marilungo_Dopo gli studi in Ingegneria Termo-meccanica e un periodo di ricerca al Von Karman Institute di Bruxelles, frequenta l'Atelier di Teatrodanza presso la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Dal 2010 viene a contatto con danzatori e coreograf di fama internazionale - Lisa Kraus ed Elena Demyanenko (Trisha Brown Dance Company), Cristina Morganti, Julie Anne Stanzak, Juliana Neves e Quan Bui Ngoc (Les Ballets C de la B), Cristina Rizzo, Masaki Iwana, Gabriela Carrizo (Peeping Tom) e Yasmine Hugonnet. Prosegue la sua formazione come performer seguendo il percorso IFA – Inteatro con Idoia Zabaleta, Geraldine Pilgrim, Iris Karayan e Claudia Dias. Con quest'ultima e con João Fiadeiro approfondisce anche successivamente la pratica dell'RTC Method. Nell'estate 2014 segue la Choreografc Research Week al festival B-motion di Bassano del Grappa. Dal 2012 inizia una collaborazione con la Compagnia di Danza Enzo Cosimi ed è interprete in due suoi spettacoli : Calore e Welcome to My World. È interprete in due lavori della Compagnia Mara Cassiani: TrashX$$$ e If you can (not) advance. Partecipa con il suo primo assolo Emily al Concorso Internazionale di Danza Out d’autore Salicedoro (primo premio e Premio Armunia) e nel 2014 viene selezionato dalla rete Anticorpi XL per la Vetrina della Giovane Danza d'Autore 2016. New Horizon, progetto sostenuto dalla rete europea Open Latitudes, debutta in prima assoluta al Danae Festival 2016.
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Col Corpo Capisco non è solo un titolo, ma una dichiarazione, un manifesto, un modo di stare al mondo.
Cuore del lavoro è la trasmissione, da corpo a corpo, attraverso il movimento come pratica e linguaggio, il cui strumento principe è il sentire: nella ricerca della perfetta aderenza al qui ed ora, l’interezza dell’esserci si perde nel sempre e ovunque. Il movimento come arte dell’impermanenza parla con le parole del Tempo e dello Spazio, e in essi imprime, plasma, scolpisce, dà forma all’invisibile.
La danza, essenza dell’atto “inutile” che riflette su se stesso, diventa medium di conoscenza della non-conoscenza, la sapienza del corpo, dell’esserci.
Qui la danza è musica del movimento e la musica è danza dei suoni, territorio comune il corpo.
In scena due giovani danzatrici e me – corpo/matrice il mio, corpi/ricettori (poi a loro volta creatori) gli altri – e la musica, con cui la nostra danza risuona.
Diplomata all’AND di Roma e al Mudra di M. Béjart a Bruxelles, pratica Tai-Chi dal 1984. Partecipa alla fondazione del gruppo Rosas e collabora con Pierre Droulers come danzatrice e coreografa. Da allora alterna creazione coreografica e attività pedagogica: fonda nel 1986 a Parigi la sua prima compagnia ed è coreografa ospite per Enti, Teatri e compagnie; conduce workshop in Italia e all’estero e insegna in prestigiose Università e Accademie. A Milano dal '97 al '99 realizza una residenza coreografica presso Teatridithalia e nel '98 dirige il Corso di Formazione per Danzatore Contemporaneo Interdisciplinare. Dal '98 al 2014 è Coreografa e Maestro ospite presso l’AND di Roma. Dal 2012 al 2014 è Direttore artistico del Progetto Danza al Teatro Gesualdo (Avellino) dove attiva un Triennio Universitario Tecnico-Compositivo per l’AND. Dal 2015 riavvia l'attività coreografica a Roma con un ciclo di lavori sulla "trasmissione", di cui il più recente debutta alla Biennale Danza di Venezia 2016.
Fondata nel 1997 dai coreografi Patrizia Cavola e Ivan Truol, Atacama è sostenuta e riconosciuta dal MiBACT e ha ricevuto contributi da Comune di Roma, Imaie, Regione Lazio. Ha residenza artistica presso La Scatola dell’Arte di Roma, centro di formazione e produzione con la direzione artistica e organizzativa di P. Cavola e I. Truol. Principalmente impegnata nella produzione di spettacoli e nella loro distribuzione, svolge anche attività di formazione artistica presso il proprio centro e presso accademie e scuole esterne. Tredici le produzioni con le coreografie di Cavola e Truol rappresentate in numerosi importanti teatri e festival internazionali in Italia, Germania, Spagna, Belgio. La compagnia ha inoltre sostenuto la produzione di progetti di giovani autori già parte del progetto artistico in qualità di danzatori e di altri coreografi vicini per indirizzo poetico e ricerca. Tra questi dal 2015 Adriana Borriello, il cui ultimo lavoro ha debuttato alla Biennale Danza di Venezia 2016. Nel 2007 Atacama è tra i soci fondatori di CORE-Coordinamento Danza e Arti Performative del Lazio, di cui P. Cavola è membro del Comitato Direttivo e Direttrice Artistica dal 2007 al 2011. Atacama è socio AIDAP comparto Produzione all'interno di AGIS FEDERDANZA. Nel 2015 Atacama cura le coreografie e partecipa al film "Per Amor Vostro" di G. Gaudino in concorso alla 72 Mostra del Cinema di Venezia. Dal 2013 ha in carico la Direzione Artistica per la Danza del Teatro Tor Bella Monaca di Roma.
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Cenerentola è un nuovo spettacolo costruito con una chiave di lettura tra l’ironico, il drammatico e il grottesco: le tracce musicali utilizzate fanno parte di: La Cenerentola di Gioacchino Rossini e Cenerentola di Sergej Prokof’ev. Lo spunto è sulla trama classica di Charles Perrault, ovvero quella più conosciuta dal pubblico giovane e adulto. Tuttavia Cenerentola non sarà la bella fanciulla che risponde all’ideale di perfezione fisica e morale, ma è un personaggio del tutto nuovo. Disabile, quindi fisicamente debole, svantaggiata, i suoi valori non sono evidenti, ma visibili solo a chi ha la pazienza di conoscerla, di approfondire la sua storia, scoprirla. In una società grottesca, con le sue bruttezze e carenze di sensibilità, lei è esclusa perché diversa e la sua bellezza nascosta richiede grandi sforzi per essere scoperta. La sua vittoria sarà quella di trovare una “normalità” in questo difficile contesto e di prendersi le sue rivincite. Luci e ombre, quindi, su un personaggio che non sarà così semplice come ce lo aspettiamo. I temi trattati non sono tuttavia mai opprimenti ma sempre pervasi da una profonda ironia. In quest’ottica la Direzione Artistica riprende il tema dell’emarginazione così centrale per un pubblico in formazione come quello scolare. Il finale dello scpettacolo costringe a considerare la storia da diversi punti di vista e invita a guardare entrambi i lati della medaglia. Il pubblico di destinazione è sia quello più giovane che quello adulto.
Guarda il trailerNato a Roma, Roberto Sartori inizia a studiare danza al Renato Greco Dance Studio. Nel 1985 entra nella "Compagnia Italiana Danza Contemporanea".Due anni dopo si trasferisce a Parigi per studiare con il Maestro dell’Opéra Nationale de Paris, Dan Moisev. Nel 1989 entra a far parte del "Balletto di Toscana" fino al 2000. Ha lavorato con importanti coreografi e danzatori internazioli. Dal 2001 insegna e tiene stage di contemporaneo. Nel 2006 dà vita, in qualità di Direttore Artistico, alla compagnia "KAOS Balletto di Firenze". Nato a Sassari, Christian Fara inizia a studiare danza a Porto Torres. Si trasferisce in Inghilterra per studiare presso la London Contemporary Dance School. Nel 2005 inizia a studiare presso il “Balletto di Toscana” e “KAOS Professione Danza”. Nel 2006 entra nel nucleo stabile della compagnia "KAOS Balletto di Firenze".Ha lavorato con importanti coreografi internazionali. Dal 2009 insegna e tiene stage. Il 2010 è l'anno in cui inizia la professione di coreografo.
KAOS Balletto di Firenze è una Associazione Culturale che si dedica alla valorizzazione e promozione della danza contemporanea attraverso l’ideazione e rappresentazione di coreografie originali nonché la collaborazione con altri enti e istituzioni culturali per la realizzazione di coproduzioni anche interdisciplinari e fortemente basate sulla contaminazione degli stili e delle arti. Per raggiungere la propria finalità KAOS si dedica anche all’organizzazione di corsi, stage formativi e di azioni divulgative sulla danza, dedicate sopratutto ad un pubblico giovane. KAOS si propone di esplorare gli orizzonti della danza contemporanea mantenendo al contempo un elevato rigore stilistico. Ufficialmente costituitasi nel 2006, sostenuta dalla passione e dall’impegno dei suoi fondatori e componenti. Negli anni si è esibita con successo presso importanti teatri ed eventi toscani, del resto del Paese e all'estero ed è inserita in importanti circuiti di danza. Nel suo repertorio si annoverano coreografie del direttore artistico Roberto Sartori, Christian Fara, Valerio Longo, Michele Pogliani, Francesco Ventriglia ed altri.
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“Mysterious Engine” …ovvero l’esigenza dell’autentico
ME è la prima di 2 parti di una nuova creazione che rivendica la ”condizione “ di non libertà degli uomini. L’intenzione di noi esseri umani con il tempo diventa impermeabile, muta frequentemente, e a causa di questo mutamento si perde il contatto con i colori, con i suoni, con le parole…bisogna sapersi riprogrammare, partire dal corpo, dai nostri movimenti scomposti, disorganizzati per ridisegnare una strada percorribile e comprensibile. Bisogna ripristinare le condizioni per una libertà interiore e difenderla dagli attacchi degli istinti scatenati, cercare di rimanere autori dei propri desideri, piuttosto che far costruire le nostre vite dai desideri. La possibilità di questa scelta rende concreta la nostra ricerca per la libertà.
ME incentra la sua ricerca sui fattori che determinano un aumento del campo di visione di tutto quello che ci circonda: la pelle, le ossa, il battito cardiaco diventano altro rispetto a quello che anatomicamente si conosce. ..Un altro piccolo passo per la conquista della libertà è sprofondare nel mistero del nostro funzionamento e non dare nulla mai per completamente conosciuto. (M.A.)
Hesitation day è quel giorno, quel momento dove c’è una sospensione temporanea di
una azione, di un pensiero o di un giudizio. In realtà è un momento prezioso, quasi un reset
dove ricordare cosa vogliamo portare di noi nel mondo esterno.
L’altro significato di “ esitare” e’ di trasportare qualcosa, di farlo arrivare a destinazione…
proprio questo doppio e apparentemente opposto significato della parola ha innescato
questo lavoro… a volte il non sapersi (apparentemente) decidere, sta comunque portando
delle nostre informazioni da qualche parte e, di certo, qualcuno le avrà…Qualcuno ci
comprenderà. Ma per molti rimarremo illeggibili è indecifrabili, per tutti quelli che sapranno
leggere solo il movimento continuo e non tutto che è subito prima e subito dopo l’azione.(M.A.)
Guarda il trailerMauro Astolfi è uno degli autori contemporanei italiani maggiormente rappresentativi . Dopo la lunga permanenza statunitense fonda nel 1994 Spellbound Contemporary Ballet- progetto produttivo che condivide con Valentina Marini oggi leader sul mercato internazionale nell’ambito della scena contemporanea. Oltre alle numerose produzioni per Spellbound Astolfi e’attivo come coreografo free lance con firme per Kitonb Extreme Theatre Company, Thatreschool di Amsterdam , Balletto di Roma , Szegedi Kortárs Balett in Ungheria, , Liepziger Ballet e Gärtnerplatztheater in Germania, River North Chicago Dance Company e Ballet Ex negli Stati Uniti, Arts Umbrella Dance Company e Proartedanza in Canada e prossimamente per Israel Ballet, Magdeburg Ballet in Germania e Compania Nacional de Ballet in Colombia. Dal 2009 è inoltre Direttore del dipartimento modern contemporaneo del Centro D.A.F. a Roma. Dal 2016 e' inoltre docente ospite presso la Scuola di Ballo del Teatro dell'Opera di Roma.
Spellbound Contemporary Ballet nasce nel 1994 per volontà del coreografo Mauro Astolfi cui si è aggiunta alla guida due anni dopo Valentina Marini con cui la compagnia ha avviato una intensa attività di internazionalizzazione.Forte di una cifra stilistica inconfondibile esaltata da un ensemble di danzatori considerati tra le eccellenze dell’ultima generazione, Spellbound si colloca oggi nella rosa delle proposte italiane maggiormente competitive sul piano di una dialettica internazionale, espressione di una danza che si offre al pubblico con un vocabolario ampio e in continua sperimentazione, convincendo le platee dei principali Festival di Europa, Asia, Americhe. La Compagnia ha posto negli anni le basi di un percorso dove il divario tra spettatore, amatore e artista si è fatto sempre più sottile, alimentando attraverso venti anni di seminari e workshop una filiera creativa che ha avvicinato al palcoscenico migliaia di danzatori e curiosi e consolidando questo processo ha dato luogo a un autentico vivaio in termini di formazione in rapporto dialettico con la Compagnia, processo culminato con la residenza presso Daf Dance Arts Faculty.
Le attivita' di Spellbound, oltre alle creazioni di Astolfi, abbracciano una serie di produzioni e progetti in rete con altri artisti e istituzioni su scala internazionale, come il recente "La Mode", installazione a firma di Tomoko Mukayiama e Tojo Ito che ha inaugurato il National Taichung Theater a Taiwan
“Le Foglie e il Vento” tratta poeticamente la tematica del ciclo della vita, con il desiderio di suggerire a tutte le età una domanda sull’esistere: domanda silenziosa, senza testo, posta attraverso la suggestione di gesti, immagini e suoni che, da un lato, rispecchiano i cicli della natura, e dall’altro, contengono simbolicamente le tracce della vita dell’uomo e delle sue ritualità.
Uno spettacolo per “bambini di tutte le età” che, con semplicità e naturalezza, avvicina al senso profondo della vita apparentemente circoscritta da un inizio e da una fine.
La storia di un albero e della sua foglia, dallo spuntare delle prime gemme, allo sbocciare dei fiori la primavera successiva.
Un racconto danzato, una metafora dell’esistenza, che evolve invece da uno stato ad un altro, seguendo leggi universali dove nulla muore e tutto si trasforma.
Il tappeto sonoro ci accompagna in un bosco immaginario, tessuto con musiche, suoni della natura, e con lo ‘stropiccio’ della carta che evoca la brezza fra i rami, e i passi felpati sulle foglie in autunno.
I danzatori propongono una qualità del movimento che risuona dei linguaggi della Danza Sensibile® e del teatrodanza, per avvicinare nuovo pubblico alla naturalezza del corpo, alla simbologia del gesto poetico e al linguaggio coreografico.
Guarda il trailerMariachiara Raviola - laurea in Pedagogia, 110/100, tesi sulla danzaterapia - ha una formazione di danza e teatro. Curatrice, regista-coreografa, lavora per la promozione della danza e della poetica del gesto nei suoi significati artistici ed educativi. Realizza percorsi formativi volti alla creazione di spettacoli ed eventi partecipati e inclusivi. Dal 2000 è coreo-regista per Associazione Didee (di cui è presidente) e per le compagnie: Teatro Nuovo, Fondazione Teatro Ragazzi, Torino – Il Melarancio, Cuneo - I Teatrini, Napoli. Tra i suoi spettacoli: 2011 L’Attesa / 2008 Piccole Donne / 2007 Ikebana / 2006 Apriti Cielo / 2000 Talita Kumi / 1999 Theatron E quelli tout public: 2014 Le Foglie e il Vento/ 2009 Narcisi / 2007 Mamma di Terra / 2005 Piè di Pancia / dal 2001 al 2013 Orsetti / 1999 Specchio specchio Dal 2003 è direttrice artistica e/o organizzatrice di: Piattaforma teatrocoreografico/ Dimora coreografica / PerCorpi Visionari / Piattaforma. Nuovi corpi, nuovi sguardi
Associazione DIDEE dal 2001 promuove la danza e la poetica del gesto nei suoi significati espressivi, sociali ed artistici. Sotto la direzione di Mariachiara Raviola, vanta collaborazioni e sinergie con realtà nazionali ed internazionali, produce e coproduce spettacoli, anche rivolti all’infanzia, ed organizza rassegne di danza ed eventi partecipati ed inclusivi. Ha realizzato 12 edizioni di La Piattaforma – tetrocoreografico, (sostenuto dal 2003 da Regione Piemonte, Città di Torino, Fondazione CRT e dal 2008 dal Mibact), vetrina delle realtà di danza contemporanea emergenti ed innovative del territorio regionale ed europeo. Didee è promotrice ed ideatrice del progetto PerCorpi Visionari (progetto europeo vincitore del P.O. Transfrontaliero IT-CH 2007-2013), per il quale ha valorizzato la danza in nuovi territori turistico-culturali e il convegno Radici e Germogli nella Danza contemporanea e di comunità. Nel triennio 2015/17, con il sostegno del Mibact (azioni trasversali di formazione del pubblico), in partenariato con Filieradarte, promuove un nuovo sguardo sullo spettacolo dal vivo da parte di un pubblico intergenerazionale con il progetto La Piattaforma. Nuovi corpi, nuovi sguardi nella danza contemporanea di comunità, nel cui ambito riallestisce lo spettacolo tout public Le Foglie e il Vento e nel 2016/17 cura la produzione di Altissima povertà, un progetto di virgilio Sieni per la città di Torino che ha coinvolto dalle periferie al centro 75 cittadini e danzatori.
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Il Lago dei Cigni
Coreografie Marius Petipa rivisitate da Chiara di Giulio
Regia Luigi Martelletta
Musiche : P.I. Chaikovskj
coppia di etoiles internazionali primi ballerini del Balletto di Cuba
Vittorio Galloro e Arianne Lafita Gonzalves
Lo spettacolo nasce da un’idea che da molti anni il Regista e coreografo Luigi Martelletta inseguiva e sperava di mettere in scena, la sua lunga ed intensa carriera come primo ballerino al Teatro dell’Opera di Roma ed in tanti altri Teatri Italiani ed Europei gli ha permesso di studiare a fondo, di esaminare e di danzare molte volte questo spettacolare balletto. La coreografia originale del repertorio classico infatti non ha mai sottolineato alcuni aspetti del libretto, che però in questa versione vorremmo esaminare e sviscerare; la drammaturgia classica teatrale del balletto infatti, è abbandonata a favore di una forma di riappropriazione della realtà e dell’esperienza comune basata sui particolari e sulle singole situazioni riunite tra loro in collage ampio e sfaccettato, secondo una metodologia di lavoro di ricerca e di graduale progresso. Fortemente legato alla tradizione accademica, Luigi Martelletta proporrà un lavoro stilisticamente più snello, più vivace, alleggerendo tutti i manierismi e le pantomime che fanno parte del repertorio classico, mantenendo comunque le coreografie originali presentando tutte quelle danze e quell’itinerario danzato che molti conoscono e si aspettano: I cigni, la danza spagnola, la danza russa, il valzer, i passi a due, e molto altro..
La particolarità , di questo spettacolo consiste proprio nella capacità di unire fantasia e realtà , di proporsi vivo e attualissimo,pur dimorando in un suo pianeta espressivo che sa di antico,di già visto,di già vissuto . L’ideale neoclassico di una bellezza assoluta ,regolata da un ordine imperturbabile,è l’obiettivo totalizzante della creazione.
Guarda il trailerLuigi Martelletta Inizia gli studi all'età di sei anni alla scuola di danza del teatro dell'opera di Roma,a soli sedici anni entra a far parte della compagnia e, a 19,ne diventa il primo ballerino. Danza con Carla Fracci e R. Nureyev (1978 ) "Marco Spada" e "Papillon" (79/80/81) Nel 1982 /83 / 84 "Schiaccianoci" "La bella addormentata" "Paquita".Nel 1985 /86 / 87 "Le creature di prometeo" "Coppelia""Don Quixote" "Cenerentola" "Lago dei cigni" "La Silfide".Da allora ha sempre danzato tutti i ruoli del repertorio classico con partners internazionali. Firma innumerevoli coreografie partecipa a numerosi programmi televisivi e dirige L'Atelier della Danza a Roma .
COMPAGNIA NAZIONALE
Nel 2006 Raffaele Paganini fonda la sua Compagnia Nazionale e , per la prima volta produce in proprio lo spettacolo : Da Tango a Sirtaki - omaggio a Zorba - con musiche di Astor Piazzola e coreografie di Luigi Martelletta . La collaborazione con l’amico e coreografo continua anche nelle rappresentazioni successive: Coppelia ( 2006/2007 ) –Serata si Gala 2008 – Ho appena 50 anni (2008/2009). La Compagnia si avvale ,dalla sua nascita ,dello stesso nucleo artistico di estrazione classica che nel corso degli anni si è perfezionato ed è cresciuto artisticamente raggiungendo un alto livello tanto che alcuni elementi sono stati chiamati direttamente da Enti Lirici e Compagnie straniere . Gli spettacoli registrano il tutto esaurito in tutti i maggiori Teatri Italiani e toccano anche mete extraeuropee come la Turchia e l’Etiopia . Nella stagione 2011/2012 in coproduzione con la Compagnia Almatanz nasce lo spettacolo George Gershwin diario di Viaggio da UN AMERICANO A PARIGI sempre con le Coreografie di Luigi Martelletta , 9 elementi più il Maestro Paganini che ne è l’interprete principale . Nella stagione 2013/2014 produce il balletto classico lo Schiaccianoci e nella stagione attuale ( 2014/2015) continua la produzione dello Schiaccianoci con la partecipazione di due ospiti internazionali :Vittorio Galloro e Arianne Lafita Gonzalves del Balletto di Cuba , intensifica la produzione con un secondo spettacolo ” Carmen e Carmina Burana “
Regia e Coreografia: Francesca Lettieri
Interpreti: Francesca Lettieri, Sara Orselli, Riccardo Meneghini, Vladimir Rodriguez
Musica: Jordi Savall, Pan Sonic, Bonobo, Mina
Produzione: Compagnia ADARTE
Coproduzione: Vernice Progetti Culturali, Fondazione MPS, Festival Fenice of Nine Arts
Festival Ballo Pubblico Outdoor, Comune di Poggibonsi, Fondazione Elsa, Timbre Teatro Verdi.
Con il sostegno di Regione Toscana e Ministero per i Beni e le Attività Culturali
“SVANISCO” è un lavoro che attraversa vari stati d’animo in un dialogo costante con il pubblico.
Il progetto nasce da un ragionamento sull’effimero, dalla impercettibile ma costante sensazione del tempo che passa, dalla difficoltà di afferrare l’esistenza che scorre rapida sotto l’inesorabile peso del tempo. Come di fronte ad uno “scadere del tempo” il corpo si ribella esprimendosi in tutta la sua forza e intensità, i danzatori urlano, ridono, rotolano, cadono per poi arrendersi concedendosi fragili e vulnerabili. Svanisco è un atto di ribellione, un viaggio attraverso stati diversi della natura umana, un atto di coraggio e una dichiarazione d’amore per la vita.
“ Il corpo è il mio costante legame con la realtà, la mia certezza, il corpo ha il potere di scavare in un mondo sotterraneo e invisibile denso di emozioni e percezioni difficili da esprimere con le parole ma che tutti noi viviamo quotidianamente. Mi piace cha la mia danza si muova in questo spazio dell’animo rischioso, sensibile ed estremo, mi piace dare al corpo la missione di rendere quell’universo visibile”
Francesca Lettieri
Guarda il trailerCoreografa e danzatrice la sua formazione artistica è legata all’incontro di numerosi maestri e coreografi della scena nazionale e internazionale. Nel 2001 in seguito ad una audizione internazionale è ammessa all’Accademia Isola Danza-La Biennale di Venezia dove lavora con importanti danzatori, coreografi e con Carolyn Carlson alla quale è particolarmente legata per collaborazioni e progetti artistici. Le sue creazioni per spazi urbani e per spazi teatrali sono state presentate in numerosi festival e teatri in Italia, Francia, UK, Spagna, Albania, Germania, Messico, Brasile e Israele. E’ direttrice artistica della compagnia ADARTE sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (dal 2006) e dalla Regione Toscana (dal 2002). Dal 2009 è direttrice artistica del Festival Ballo Pubblico, Festival Internazionale di Danza Contemporanea in Spazi Urbani giunto alla sua 7° edizione.
La Compagnia ADARTE è impegnata nel promuovere la cultura in modo innovativo attraverso attività di produzione, formazione del pubblico, organizzazione di eventi culturali e attività didattica. ADARTE è sostenuta dalla Regione Toscana dal 2002, dal Ministero per i Beni e le Attività culturali dal 2006. Collabora stabilmente dal 2003 con la Città del Teatro di Cascina ( Pi), dal 2006 è in residenza artistica presso il Teatro di tradizione Rossini di Pontasserchio, Pisa. Da anni svolge un lavoro capillare sul territorio toscano e italiano; collabora continuativamente con enti locali come il Comune di Siena, Poggibonsi, S.Giuliano Terme (Pisa), Comune di Firenze e con importanti istituzioni cdirulturali come: FTS, ACS Abruzzo, Università degli Studi Siena, Fondazione la Pergola (Firenze) , Accademia Chigiana (Siena). Le produzioni della Compagnia hanno una circuitazione nazionale e internazionale. ADARTE organizza e dirige il Festival MOVING STORIES (Forum di Danza contemporanea e letteratura) -Firenze direzione artistica Paola Vezzosi e BALLO PUBBLICO Festival internazionale di danza contemporanea in Spazi Urbani Siena Poggibonsi -direzione artistica Francesca Lettieri
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Un’indagine sulla cultura della trance a partire dal Tarantismo, senza ambizioni archeologiche o vizi necrofili. Un’occasione per guardare alla danza come pratica collettiva di cura e protezione. Un lavoro che si esercita sulla ripetizione, la ciclicità, lo scuotimento, il tremore e la vibrazione come strumenti per spingere il danzatore e lo spettatore oltre l’orizzonte della crisi di presenza che ammorba gli individui e la collettività.
La musica percussiva di Pino Basile, artista spesso legato alla danza e al circo contemporaneo (Roberto Olivan, Akram Khan, Ruspa Rocket) e cinque danzatori provenienti da luoghi ed esperienze differenti completano un’esogamia sincretica che mescola culture, evoca luoghi rurali, metropolitani e genera una babele in cui fomenta il nuovo e germoglia il vecchio.
L’opera inaugura una ricerca sulla ritualità corporea contemporanea e sulla necessità collettiva del danzare in relazione ai luoghi, alle comunità e alle culture che la compagnia Menhir svilupperà nel triennio 2016-18.
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GIULIO DE LEO
Ruvo di Puglia, 1973
Dal 1997 al 2006 è interprete e collaboratore di Giorgio Rossi, Raffaella Giordano, Compagnia Virgilio Sieni Danza, Virginia Heinen/Cie Blicke di Strasburgo, Teatro delle Briciole, Teatro Petruzzelli e Teatro Kismet OperA. Nel 2008 fonda la Compagnia Menhir con cui crea Danze di neve, Radicchio, Cigni a sud, Solitario, Trilogia, Le Danzatrici, Il vangelo di Pasolini and Gesto Sospeso. Dal 2010 torna a collaborare con Virgilio Sieni in veste di assistente nell’ambito di Dialoghi sul corpo, Grande Adagio Popolare_Agorà Bari, Trois Agoras Marseille, La Biennale di Venezia Danza 2013, Cerbiatti di Puglia. Dal 2014 al 2016 è assistente alla direzione artistica di Sieni della Biennale di Venezia Danza come coordinatore del College Danza e assistente alla coreografia per il progetto speciale Vangelo Secondo Matteo. Dal 2015 dirige le attività danza del Teatro Garibaldi di Bisceglie con il supporto di Teatro Pubblico Pugliese e Città di Bisceglie.
Nasce nel 2008 da un progetto di Giulio De Leo.
La ricerca coreografica della compagnia è stata da sempre contrassegnata dalla collaborazione e dal confronto con coreografi e interpreti provenienti da tutto il territorio nazionale ed europeo, senza trascurare la relazione con il territorio, le comunità e i luoghi. La compagnia ha prodotto le coreografie Danze di neve, Dear Dad, Radicchio, Nina e le nuvole, Solitario e Trilogia dello stesso De Leo, offerto supporto ad altri danzautori, coprodotto con la Cie Blicke di Starsburgo Romanze di Virginia Heinen e realizzato i progetti speciali Le Danzatrici, Il Vangelo di Pasolini e Gesto Sospeso (Ulivi e Biosculture) di De Leo e Dialoghi sul Corpo, Grande Adagio Popolare_Agorà Bari di Virgilio Sieni.
Dal 2013 al 2014 e nel 2016 in partenariato con la compagnia teatrale Teatroscalo, la Compagnia Menhir ha ottenuto la residenza artistica presso il Teatro Saltimbanco di Santeramo in Colle nell’ambito del progetto TEATRI ABITATI della Regione Puglia, cofinanziato con l'intervento dell'Unione Europea. Dal 2015 Menhir risiede presso il Teatro Garibaldi di Bisceglie dove si occupa delle attività Danza di formazione coreutica, promozione del pubblico e programmazione.
Fra i numerosi progetti di formazione realizzati spiccano CERBIATTI DI PUGLIA di Virgilio Sieni (2011-2013) e LIBERO CORPO progetto biennale di formazione coreutica (2015/17) realizzato con il sostegno di Teatro Pubblico Pugliese e Città di Bisceglie.
Una visione della guerra che nasce dalle testimonianze, dalle lettere che i militari scrivono a poche ore, a pochi giorni, dai combattimenti, dopo aver visto i compagni cadere, ancora con la morte negli occhi e il fiato sul collo.
Sono lettere inviate a madri, sorelle, mogli, fidanzate, persone care, dove con facilità si passa dai toni tragici della battaglia appena terminata ai ricordi cari, affettuosi, persino alla descrizione di episodi buffi o a vicende fatue. L’umano troppo umano che trasborda dalle lettere, è l’unica possibilità di sopravvivenza. Quando la fatica e la crudeltà della guerra di trincea diviene intollerabile, subentra l’evasione, la gioia delle piccole cose, la risata per l’inadeguatezza e anche un pidocchio che impedisce di dormire diviene motivo di riso.
Persino la fratellanza col nemico, avvenuta in una notte di capodanno, i canti, il cibo condivisi, dopo essere usciti allo scoperto dalle trincee, sgorga all’improvviso come un fiotto non controllabile, l’umanità trova forme imprevedibili, al riparo dagli occhi dei Generali e alla fine ci si domanda: perché questa guerra? perché ammazzare un uomo come me, con le stesse sofferenze e privazioni, anche lui figlio, sposo, fratello? È il grido disperato che viene fuori con urgenza.
E le donne? Sono fidanzate, mogli che devono da sole portare avanti la casa e crescere i figli, quelle che stanno zitte e lavorano. Sono le crocerossine che condividono le sofferenze della guerra, prodigandosi per la vita o per una morte accettabile. Sono le prostitute. Sono tutte donne che aiutano gli uomini in guerra a sopravvivere. Lo spettacolo strutturato in maniera contrappuntistica tra toni drammatici e altri ironici, persino giocosi e divertenti, anche attraverso l’uso dei dialetti, vuole evidenziare come in situazioni estreme e tragiche come le guerre, l’umanità prorompe sempre, improvvisa e ci fa chiedere se ha senso ammazzarsi l’un l’altro, se è giusto sottostare al prevalere della barbarie.
Guarda il trailerFlavia Bucciero è danzatrice, coreografa, direttrice artistica della Compagnia Movimentoinactor/Con.Cor.D.A. (dal 1987) e del Festival “NavigArte, NavigAzioni fra danza, musica, arti visive”. È stata allieva di Etienne Decroux Christian Trouillas al Tanztheater of Pina Bausch, Ko Muroboushi, Maria Fux e Lilia Bertelli. Nel 2016 realizza le coreografie dello spettacolo “Danzando Spassiunatamente”, con Peppe Servillo e i Solis String Quartet, presentato al Festival Campania by Night a Villa Arbusto (Ischia), al Festival NavigArte 2016 e che sarà presentato a Napoli, il 22 Aprile 2017, in occasione del Festival MANN/Muse al Museo organizzato dal Museo Archeologico di Napoli. Nel 2008 è una delle socie fondatrici del Consorzio Con.Cor.D.A. (sostenuto dal MiBACT e dalla Regione Toscana) di cui è codirettrice artistica e vicepresidente. Dal dicembre 2014 è terza classificata nella graduatoria per l’insegnamento di Regia e drammaturgia nella danza dell’Accademia Nazionale di Danza.
La Compagnia, diretta dalla coreografa Flavia Bucciero, vanta un curriculum e un'attività trentennale nel campo della danza e del teatro danza a livello nazionale e internazionale. Le attività produttive sono da sempre orientate verso l'integrazione di persone e popoli diversi e verso la valorizzazione delle differenze. Si tratta di una ricerca coreografica contemporanea con profonde radici nelle culture mediterranee, una forte relazione tra movimento e musica, con l’arte visiva e con luoghi di rilievo museale, artisticoarchitettonico e paesaggistico.
Nell’estate del 2011 crea il Festival “NavigArte. NavigAzioni fra danza, musica e arti visive” collocato in vari luoghi simbolici della città di Pisa e del suo territorio, sostenuto da molti enti tra cui il Comune di Pisa e Fondazione Pisa.
Più di recente, nel giugno 2015, la compagnia realizza una tournée (sostenuta nell’ambito delle tournée all’Estero dal MiBACT) in Slovacchia e Polonia, con lo spettacolo “Pina…why not Naples?” ospite nella Rassegna di Elledanse e del Festival Dolce Vitaj-dell’Istituto Italiano di Cultura a Bratislava e dell’XI International Dance Theatre Festival Zawirowania (Varsavia).
A Luglio 2017 la compagnia sarà ospite del Festival “Mouvements sur la Ville” a Montpellier (Francia), con più spettacoli.
La compagnia Movimentoinactor è cofondatrice di Con.Cor.D.A. sostenuta e finanziata dal MiBACT, dalla Regione Toscana , dal Comune di Pisa.
TRE | 14
coreografia di Virginia Spallarossa
regia Gilles Toutevoix
intervento di analisi sul processo creativo attraverso la prospettiva coreologica di Claudia Monticone
con Andrea Rampazzo, Chiara Burla, Nicholas Guido
e Adriano Bolognino, Alice Pelucchi, Cristian Tremishi, Francesca Roini, Mirko Ingrao
musica Tortoise
produzione Déjà Donné con il sostegno di Claps Spettacolo dal Vivo nell’ambito di NEXT – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo – Edizione 2016 e Spazio MIL.
Un numero infinito nel quale ogni combinazione di numeri è possibile. Infinite coincidenze che generano infinite combinazioni di lettere e ogni messaggio mai scritto.
La data della nostra nascita, il modo in cui moriremo, il nome di tutte le persone che conosciamo e di tutte quelle mai esistite; il codice genetico di ogni organismo mai vissuto sul nostro pianeta e in tutto l’Universo, la risposta a ogni domanda che ci siamo mai posti e quella che non ci porremmo mai, ogni libro pubblicato, ogni libro mai scritto: è tutto lì, in una infinita stringa di numeri. Ogni momento esistito, che sta esistendo, che esisterà, che non è mai esistito e che mai esisterà è qui, contenuto nel rapporto di una circonferenza e del suo diametro.
Guarda il trailerSi forma professionalmente presso il Teatro alla Scala e l’Académie Princesse Graçe; sposa la danza contemporanea studiando con i principali maestri di Release technique. Dal 2007 è danzatrice e assistente della compagnia internazionale Déjà Donné; ha danzato nell’Olympic Contemporary Ballet in “Medusa” coreografie di Wayne Mc Gregor. In qualità di danzatrice ha lavorato al Teatro alla Scala, Teatro Lirico di Cagliari, Arena di Verona, Rossini Opera Festival, Teatro Carlo Felice, Opera di Bilbao, Opera di Roma, Comunale di Firenze, Bunkakhan a Tokio, Bayerische Staatsoper di Monaco. È stata docente ospite all’Università Cattolica di Milano, International Dance Theatres, Festival di Lublino, al SEAD di Salisburgo, al Duncan Center Conservatory di Praga. Nel 2012 fonda Pandanz, crea e dirige il Festival internazionale Pillole, somministrazioni di danza d’autore e Vuoti Urbani. Dal 2015 è direttrice artistica di Déjà Donné.
La compagnia di danza contemporanea Déjà Donné nasce a Praga nel 1997; nel 2000 la sede si trasferisce in Italia dove è iniziata un’intensa attività di creazione e di circuitazione di spettacoli, sia in Italia che in tournée all’estero. Durante l'anno 2015 si compie una trasformazione che vede l’avvio di un nuovo corso della compagnia, immaginato dalla direzione artistica di Virginia Spallarossa e Gilles Toutevoix. Il loro lavoro intende guidare Déjà Donné verso nuove potenzialità, anche attraverso l’inserimento di nuove figure artistiche, contribuendo a un rinnovamento profondo del segno e dei linguaggi mediante la creazione di propri spettacoli. Le principali attività di Déjà Donné prevedono: creazione e produzione di spettacoli e performance di danza contemporanea; distribuzione regionale, nazionale e internazionale dei lavori prodotti; attività formative per professionisti e non professionisti; creazione di progetti volti alla promozione della danza contemporanea e alla formazione del pubblico, anche attraverso il coinvolgimento di altri soggetti artistici, in Italia e all'estero. I lavori di Déjà Donné sono stati presentati in 26 Paesi, in Nord e Sud America, in Asia e in Europa. L’attività di Déjà Donné è sostenuta dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e dalla Regione Umbria.
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Parliamo di tempo costante . “Hai tempo per parlare con me ” o ” scusami devo finire il lavoro ” e così via .Quello di cui realmente parliamo è la durata , il tempo tra l’alba e il tramonto . Il tempo è quindi una cosa reale e possiamo sperimentare il trascorrere del tempo in un modo concreto quasi come se fosse un oggetto tangibile.
Ma quando i tempi si allungano , diventa sempre più difficile da comprendere . Il tempo di vita tra la nostra nascita e la morte è in realtà difficile da afferrare veramente .
Ci svegliamo ogni mattina e andiamo a letto ogni sera, ma abbiamo davvero sperimentato come il nostro tempo si sta lentamente esaurendo ? All’inizio l’umanità interpretava il tempo in modo diverso; il tempo si percepiva attraverso il movimento del sole o di altri fenomeni naturali . Per dare al tempo una struttura e una forma comprensibile, l’umanità ha inventato l’orologio suddividendo il tempo in unità definite . Da allora è stato possibile misurare esattamente lo scorrere del tempo . L’orologio aveva concretizzato il tempo; in ore, minuti e secondi .
Ma questo sistema può davvero spiegare il tempo ? Il tempo oggettivo, invece, può essere applicabile a tutte le persone e le situazioni ? Come abbiamo sicuramente tutti sperimentato, il senso e la velocità in cui il tempo passa è spesso molto diversa . Quando si è in attesa o impazienti che accada qualcosa, il tempo sembra rallentare . A pochi minuti dall’evento invece, può sembrare un’eternità . Questi pensieri hanno portato alla creazione del nostro pezzo, in cui si cerca di illustrare il tempo in termini di movimento . Vogliamo provare a sperimentare in modo divertente la nozione di tempo , fermarlo , ritardando il suo progresso , sperimentarlo all’indietro o scollegarlo. Il tempo è relativo, i nostri movimenti possono quindi non essere sempre simultanei o essere nello stesso tempo parte del sistema .
Guarda il trailerClément Bugnon nato a Orbe, Svizzera. Dopo aver frequentato l'Ecole Supérieure de Danse de Cannes, ha completato la sua formazione presso la John Cranko Ballet-School di Stoccarda, in Germania.Nel mese di agosto 2006 ha iniziato la sua carriera professionale presso la StädtischesTheater a Chemnitz, Germania. Nel 2009 si è trasferito al Tiroler Landestheater di Innsbruck in Austria. Dal 2011 fino al 2012 è stato membro della compagnia nel "Teatro Lüneburg", Germania. Inoltre ha lavorato come solista con numerosi coreografi come Philippe Talard,Stefan Thoss, Robert North, Jochen Heckmann, Rudi van Dantzig, Yuki Mori e Kinsun Chan.Matthias Kass è nato a Friedrichshafen, Germany.He ha iniziato la sua formazione come ballerino presso il John Cranko-Ballet-School di Stoccarda, Germany.In settembre 2010 entra a far parte del "Hessisches Staatstheater" di Wiesbaden, sotto la direzione di Stephan Thoss. Inoltre ha lavorato con numerosi coreografi come Rui Horta, Sylvia Camarda, Jiri Bubenicek
La Compagnia Equilibrio Dinamico/EDC nasce nel 2011 sotto la direzione artistica di Roberta Ferrara e si contraddistingue per un lavoro di ricerca e sperimentazione della danza contemporanea.
E' stata ospitata in rassegne nazionali e internazionali (si ricorda tra gli altri, il Festival internazionale “Interdans” -BE-). EDC., attraverso il progetto di residenza “Experimental”, ha ospitato coreografi di caratura internazionale come I.Perez, I.Ansa e M.Morau, A.Tudisco, Laccio, E. Schiavulli, A. Disanto, G.Montecasino.
Le produzioni della Compagnia vantano, tra gli altri, le firme dei coreografi Bert Uyttenhove (BE), Matthias Kass (D) , Clemént Bugnon (CH), Igor Kirov (Macedonia). A conclusione del progetto “Experimental 2015”, con il sostegno del Teatro Pubblico Pugliese/TPP, hanno firmato le loro creazioni in esclusiva per Equilibrio Dinamico: Jiri Pokorny (CZ), danzatore e coreografo Nederlands Dans Theater ; e Marco Blazquez (ES), danzatore Ballet Madrid, DanceForm, Staatstheater Mainz e NDT2. Tra le attività della Compagnia la collaborazione con l'Apluvia Small Orchestra diretta dal M° Silvestro Sabatelli nelle opere “Carmen” e”Ildegarda”, quest'ultima tra i vincitori del festival “I Teatri del Sacro” 2013.In agosto 2015 la Compagnia vince il “Premio Ecceplast” del Festival Troia Teatro (2015) con la creazione “Once upon a time when pigs were swine” di Blazquez. Nel maggio 2016 è stata programmata presso il Teatro de la Danza (Città del Messico)
LE MILLE GRU _ Omaggio a Sadako Sasaki (Produzione 2015/2016)
Anteprima Internazionale 17 Dicembre 2015 “Festival Internazionale della Danza Contemporanea di Algeri” Teatro Nazionale Mahieddine Bachtarzi – Algeria;
Debutto Nazionale 21 Settembre 2016 “Giornata Internazionale della Pace” Teatro Greco – Roma;
Selezionata al PREMIO Internazionale “Il Teatro Nudo” di Teresa Pomodoro 1°e 2 Marzo 2017 Teatro No’Hma – Milano.
Regia: Paola Sorressa
Musiche Originali: Claudio Scozzafava
Live Set Electronics: Claudio Scozzafava
Violino: Corrado Stocchi
Scenografie e disegno Luci: Lucien Bruchon
Drammaturgia: Paola Sorressa e Lucien Bruchon
Costumi: Paola Sorressa e Sartoria Bolero
Produzione sostenuta da: MIBACT, Comune di Ladispoli, RP Consulting, Peace One Day, European Choreographic Organization e Mandala Dance Company.
Residenza: Spazio Performativo Agorà – Ladispoli, Centro di Arte e Cultura – Città di Ladispoli, Opificio in movimento – Roma e La Scatola dell’Arte – Roma.
LE MILLE GRU_Omaggio a Sadako Sasaki “Un inno alla pace mondiale, un momento di connessione interraziale e religiosa”.
E’ una performance di danza contemporanea che attinge alla vita reale ovvero al vissuto della giovane Sadako Sasaki, che a 11 anni si ammalò di leucemia, causata dall’esposizione alle radiazioni della bomba atomica, nel 1945, a Hiroshima. Secondo una credenza chiunque piegasse mille origami di gru, simbolo di immortalità, avrebbe visto i suoi desideri esauditi, così Sadako iniziò a realizzarle, nella speranza di guarire, auspicando la pace mondiale e la guarigione di tutti i malati.
Morì prima di poter terminare il lavoro che fu completato dai suoi amici. Oggi, nel Parco della Pace di Hiroshima, si può vedere la sua statua, in piedi, con le mani aperte e una gru che spicca il volo dalla punta delle sue dita. Ogni anno questo monumento è ingemmato con innumerevoli corone di gru. A lei è stata anche dedicata una statua nel Parco della Pace di Seattle.
Guarda il trailerPAOLA SORRESSA coreografa e performer, danzatrice e docente laureata presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma, lavora in varie compagnie: Danza Oggi di Patrizia Salvatori; Botega di Enzo Celli; Altroteatro di Lucia Latour, effettuando numerose tournée in Italia ed all’estero. Fonda Mandala Dance Company (MIBACT), di cui è direttrice artistica e coreografa proponendo una personale poetica e un linguaggio in continua evoluzione basato su un lavoro di destrutturazione corporea unito al floor work, flying low, contact e improvvisazione che approda ad un lavoro d’intesa fluido, dinamico e fisico. Con MDC effettua numerose tournèe in Italia e all’estero (Chicago, Bangkok, Algeri) riceve residenze e premi per varie produzioni da: CORE Lazio - Officine Coreografiche (MIBACT) per Impermanenza e Alchemic Games; Ruth Page Awards – Chicago, con Il Trittico Motus (L’Attesa, Water Flowing, Punto Zero); Premio Internazionale “Il Teatro Nudo” di Teresa Pomodoro – Milano, per “Le Mille Gru”.
Mandala Dance Company, compagnia di produzione contemporanea, costituita nel 2010, dal 2013 sostenuta dal MIBACT, si propone come compagnia d’autore, abbracciando il linguaggio della coreografa Paola Sorressa. Propone una poetica e un linguaggio in continua evoluzione basato su un lavoro di destrutturazione corporea unito al floor work, flying low, contact e partnering, che approda ad un lavoro d’intesa fluido, dinamico e fisico. E’ residente a Ladispoli (RM) presso lo Spazio Performativo Agorà e il Centro d’Arte e Cultura del Comune, a Roma presso il Teatro Greco (Ente di promozione E.C.O. Italia) e Opificio in movimento. Calca le scene di numerosi Teatri italiani prendendo parte a importanti Festival e Rassegne nazionali ed internazionali. Nel 2014 la coproduzione con il Teatro Comunale di Modena “L’uccello Di Fuoco_From One Birth To Another One #Thephoenix”. Riceve residenze e premi alla coreografia da: CORE (Coordinamento Danza e Arti Performative del Lazio) all’interno del Progetto Officine Coreografiche (MIBACT); Premio Internazionale “Il Teatro Nudo” di Teresa Pomodoro 1/2 Marzo 2017, “Le Mille Gru”. Effettua tournée all’estero con gli Istituti Italiani di Cultura: 2014/15/16/17 USA Ruth Page Theatre Chicago; 2015 Algeria Théatre National Mahieddine Bachtarzi di Algeri, “Festival Internazionale di Danza Contemporanea”; 2016 Thailandia “International Solo Festival” di Bangkok (invito con “Focus” per “International Dance Festival” 2018); 2017 Argentina “Festival.
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“…Della necessità chi è che tiene il timone? …”
Eschilo, Prometeo Incatenato
In questo quadro finale sono presenti cinque interpreti, adulti e adolescenti, insieme per ribadire, del Prometeo, la riflessione sulla technè e sulla trasmissione del “saper fare” in quanto pratica non esauribile, tesa al turbamento della natura umana.
Sono Anna e Arianna, rispettivamente tredici e quindici anni, a tessere la trama del costrutto coreografico.
Irrompono nello spazio solcato dalle azioni dei tre adulti, come il coro delle Oceanine che per prime giungono al Prometeo incatenato e, all’unisono, con agire misurato, netto e via via sempre più perentorio, segnano le traiettorie su cui si innesterà l’intero percorso, scandendo le tappe di un possibile dialogo tra età, intenti e proiezioni.
La danza di adulti e adolescenti diventa così il territorio in cui far deflagrare le improvvise rivelazioni, la trama dei desideri e delle sorprese, l’impossibilità di un arresto.
C’è tanta forza, ma anche fragilità e sbilanciamento, come di fronte a ciò che non si può prevedere.
Il corpo in crescita si lancia e sovrappone a quello maturo. L’adulto osserva l’adolescente introiettando pulsazioni elettriche e perentorie esercitazioni.
Si stratifica il sapere appena appreso per predisporsi alla vertigine successiva.
E’ una fiamma che non si estingue. E l’orizzonte resta sospeso tra possibilità di caduta o elevazione.
(S.B.)
Guarda il trailerCoreografa e danzatrice, vive a Bologna, dove si laurea in Dams. Dopo studi di ginnastica artistica e danza classica, approfondisce la sua formazione in danza contemporanea tra Italia, Francia, Spagna, Belgio e Inghilterra. Danza, tra gli altri, per Tòmas Aragay e Virgilio Sieni. Dal 2005 è impegnata in un percorso autoriale di ricerca coreografica e nel 2008 costituisce la Compagnia Simona Bertozzi | Nexus. Nei suoi lavori il riferimento alle arti visive, alle scienze e all’antropologia declina il linguaggio del corpo verso la complessità dell’atto creativo e il suo dialogo con la contemporaneità. Dal 2014 il percorso di creazione si è rivolto anche a giovani interpreti, bambini e adolescenti. Le sue creazioni hanno vasta circuitazione (Romaeuropa, Biennale Danza Venezia, Aerowaves Londra, Dance Week Festival Zagabria, Tanec Praha Praga, Correios em Movimento Rio de Janeiro, Masdanza Spagna, Intradance Mosca, Fringe Festival Edimburgo ecc.). Si occupa anche di alta formazione.
Nel 2008 Simona Bertozzi fonda la Compagnia Simona Bertozzi | Nexus e inizia a creare lavori con varie tipologie di danzatori, occupandosi della trasmissione della sua ricerca e della pratica corporea a performer adulti ma anche bambini e adolescenti. Nel suo lavoro, la coreografia appare come un territorio di eventi, un sistema architettonico dove ogni movimento non può esistere senza la chiara percezione dell’ambiente dove questo è agito. Ciò è particolarmente evidente in Homo Ludens (2009-2012) progetto sulle categorie ludiche, Animali senza favola, ispirato al pensiero di Maria Zambrano e negli ultimi progetti Prometeo (2015-2016) e Anatomia (2016), entrambi basati sull’idea di coreografia come sistema architettonico ed epidemico. Dal 2014 la sua produzione coreografica si rivolge anche a bambini e adolescenti. Nell’ambito della Biennale Danza presenta Guardare ad altezza d’erba, un sestetto di giovannissimi danzatori tra i 10 e i 12 anni, co-prodotto dalla Biennale Danza di Venezia e dal Teatro Stabile dell’Umbria. I lavori della Bertozzi sono stati presentati in prestigiosi festival e stagioni teatrali, in Italia e all’estero. Tra tutti: Romaeuropa Festival, Biennale Danza Venezia, Mittelfest, Santarcangelo dei Teatri, BMotion Bassano, Interplay Torino, Aerowaves Londra, Dance Week Festival Zagabria, The Turning World Londra, Tanec Praga, Correios em Movement e Danca em Transito Rio de Janeiro, Masdanza Gran Canaria, Intradance Mosca, Fringe Festival Edimburgo.
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I am shape, in a shape, doing a shape trae origine da uno studio sull’empatia tra un essere umano e un cane. Un flusso di movimenti e parole, un linguaggio con cui Barbara Berti, attraverso un repertorio di sequenze in parte scritte e in parte improvvisate, esplora l’interazione con il pubblico. Un esperimento coreografico di sensibilità che amplifica ogni minima variazione di energia nell’ambiente. Una sequenza di azioni in cui si susseguono cambi di atmosfera veloci e imprevedibili, tra il lirico e l’umoristico. La creazione si avvale di un metodo di ricerca elaborato dall’autrice dal 2013 e centrato sull’esplorazione delle connessioni invisibili tra corpo e mente, attivate in tempo reale dalla performer e dagli spettatori in una sorta di interazione dialogica tra i rispettivi spazi interiori. Tale metodo è già, nel suo attuarsi, uno specifico linguaggio coreografico, una precisa cifra stilistica dell’autrice, che pone al centro dell’indagine il pubblico come necessaria e imprescindibile polarità dell’atto performativo. «I am shape, in a shape, doing a shape è una sottilissima pratica di presenza. Un mettersi in condizione di apertura rispetto alla corrente di micro-informazioni che proviene dal pubblico convocato. La performer si fa medium, o sciamana, nel rinegoziare la propria identità e nel depositare quanto accade in partiture coreografiche istantanee, essenziali e imprevedibili. Qui non si tratta di spettacolo, ma di una ricerca che si assume – non senza autoironia – il rischio costante del fallimento»
Guarda il trailer
Nata a Bologna e residente a Berlino, Barbara Berti è danzatrice e
coreografa. Dopo una prima formazione come graphic designer, si è
avvicinata alla arti performative collaborando con artisti, performer e
danzatori quali Judith Seng, Tino Seghal, Gabi Schilling e Isabelle Schad.
Contestualmente ha sviluppato una propria dimensione autoriale nell’ambito
della danza contemporanea, elaborata in un personale linguaggio
coreografico grazie al contributo di discipline ibride quali istant composition,
body-mind centering, meditazione e contact improvisation. Nelle sue
creazioni è centrale la ricerca sull’empatia cinestetica e la trasmissione
dell'esperienza fisica del performer in un rapporto di forte interazione con il
pubblico.Nel 2014 ha vinto il premio giuria del festival 100° Berlin con I am a
shape, in a shape, doing a shape, selezionato nel 2016 alla Vetrina italiana
della Giovane Danza d’Autore. Da novembre 2016 è un’artista sostenuta da
TIR Danza.
TIR Danza è un organismo di produzione che opera nel campo della danza contemporanea di ricerca e d’autore, attraverso azioni di accompagnamento e sostegno ad artisti coreografi, valorizzandone le identità e le creazioni.
TIR Danza sviluppa la propria progettualità grazie ad un assetto collegiale, mettendo a sistema le differenti competenze ed esperienze professionali dei componenti la direzione artistica (Fabio Acca, Massimo Carosi, Pietro Mazzotta).
TIR Danza è caratterizzato dalla capacità di interpretare una linea curatoriale come analisi costante delle relazioni tra soggetti e linguaggi artistici, tra pubblico e strutture produttive, attraverso una pratica di pensiero e di scavo culturale che mira a consolidare il sistema della “nuova danza italiana” nelle sue espressioni artistiche più dinamiche e originali.
TIR Danza gestisce in convenzione con le rispettive amministrazioni comunali il Teatro Comunale di Bomporto (MO) dal 2001 e il Teatro Astoria di Fiorano Modenese dal 2005.
TIR Danza è riconosciuto dal 1991 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Spettacolo dal Vivo per l'attività di produzione nell’ambito della danza; dal 1996 dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Modena per la sua attività nell'ambito delle arti performative e della promozione culturale.
Una donna entra in un supermercato e prova una fifa blu;
Il blu non fa rumore,
è un colore timido, senza secondo fine, presagio, né progetto, che non si scaglia bruscamente sullo sguardo come il giallo o il rosso, ma che lo attira a sé, lo ammanisce a poco a poco, lo lascia giungere senza fargli fretta, di modo da affondare e annegare in esso senza rendersi conto di nulla.
Il blu è un colore propizio alla scomparsa.
Un colore in cui morire, un colore che libera, il colore stesso dell’anima dopo che si è spogliata del corpo, dopo che è sprizzato tutto il sangue e si sono svuotate le viscere, le tasche di ogni sorta, traslocando una volta per tutte il mobilio dei nostri pensieri.
Indefinitamente, il blu evade. (…)
Tratto da “Histoire de bleu” di Jean-michel Maulpoix.
PEURBLEUE si concentra e si rivolge ad un sentimento di paura e di semi e/o totale terrore.
Rendendolo assurdo, dilatato, talvolta molto ironico quanto tristemente drammatico… portando l’interprete a confrontarsi con se stesso mettendo in risalto paure comuni di fine, di inizio, degli altri, di noi stessi, di storie, di politiche e di religioni. Temi eternamente discussi e probabilmente senza fine. Tanto violenti da renderli “atti a parte”. Tagli in una storia. Salti in un vuoto. Tentare di capirli o di sentenziarli sarebbe inadeguato. Proviamo a metterli in immagini ed in colore. Per imprimerli nelle nostre teste e far fare loro leva sulle nostre visioni future e sulle nostre infinite fragilità. Mettendo a fuoco comuni debolezze ed atrocità del puro caso raccontiamo una deambulazione femminile. Comune e retorica quanto la spesa quotidiana in un supermercato, le azioni e le scelte di tutti giorni diventano per un attimo degli out/out fondamentali.
Guarda il trailerChiara Taviani Primi studi presso l’Accademia di danza classica Princesse Grace di Monaco sotto la direzione di Marika Besobrasova, in seguito a Milano con i maestri Dimitri Chabardin, Emanuela Tagliavia e Maurizio Salvalaglio. Raggiunge in seguito il gruppo Coline vicino a Marsiglia diretto da Bernadette Tripier dove sarà interprete per le opere di: Emanuel Gat, Edmond Russo e Shlomi Tuizer, Mathilde Monier, Georges Appaix, Salia Sania e Seydou Boro, Lisi Estaràs des Ballets C de la B. Parallelamente inizia la sua collaborazione con diversi registi francesi come Emanuel Trousse e Martin Tronquart con i quali collabora come coreografa nei loro corti/medio metraggi. Dal 2010 è interprete per la compagnia di teatro fisico Balletto Civile di Michela Lucenti dove incontra Carlo Massari con il quale nel 2013 fonda la compagnia C&C. Nel 2014 viene selezionata come coreografa per il progetto Prototype/Royaumont Parigi, diretto da Hervé Robbe dove presenta il lavoro “Figli dei Fiori”.
C&C è il risultato della collaborazione tra i due artisti indipendenti Carlo Massari e Chiara Taviani, incontratisi come interpreti nella compagnia Balletto Civile. L’esordio del primo lavoro nel 2011: Corpo e Cultura evidenzia da subito una forte vocazione della Compagnia alla ricerca di un linguaggio fisico necessario, fortemente drammaturgico, in stretta relazione con tematiche sociali contemporanee. Ecco quindi che da subito seguono le creazioni e i debutti internazionali di: Maria Addolorata, Tristissimo (selezione AnticorpiXL), 012, Peurbleue e il più recente Don’t Be Afraid; le stesse ricevono negli anni prestigiosi riconoscimenti: “Premio della Giuria” Hiver Oclytes / Les Hivernales (F), “2nd Premio” International Competition for Choreographers in Hannover (D),“2nd Premio della Giuria” Zawirowania Dance competition (PL), “Premio del Pubblico” Konzert Theater Berne (CH), “Finalista” Machol Shalem Dance Competition (I), “Menzione Speciale” Premio Roma Danza (IT), “2nd Premio” Corto in Danza (IT), Premio Palco Aperto (IT). Parallelamente all’attività di produzione teatrale, prendono vita progetti performativi a partecipazione pubblica: ContaminAzioni, SpringRoll (RomaEuropa 2016), Femminile Plurale. Attualmente la Compagnia è impegnata nello sviluppo dell’esteso progetto Beast Without Beauty che vede al suo interno l’alternanza di progetti sociali e produzioni in collaborazione tra diversi partner Europei.
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Gli attori arrivano e approdano sulla scena, entrando nella storia con passo deciso, come guerrieri pronti alla battaglia. La storia degli uomini, quella che Shakespeare voleva raccontare e che tutt’oggi avrebbe ancora molto da dirci, è sempre una tragedia.
L’odio, il risentimento, la sete di potere, la brutalità, la gelosia, la cupidigia, la paura, l’incapacità di distinguere il bene dal male, il vero dal falso, la realtà dalla fantasia.
La nostra storia non ha senso, si manifesta come un sogno. Disseminata di morti, di martiri, che sono incapaci di dare un senso a tutto questo tumulto e si contorcono su una scena che non vuole lasciarsi andare. In balìa di una tempesta che infuria e imperversa per rammentarci la nostra fragilità, e ci prende a schiaffi come se avessimo perduto i sensi, per poi placarsi all’improvviso.
Guarda il trailer
Laura Corradi e la compagnia Ersiliadanza
Laura Corradi si forma prevalentemente in Francia a Parigi, dove resta per cinque anni, con alcuni dei maggiori esponenti della coreografia d’avanguardia francese degli anni 90 e con Carolyn Carlson. Dopo diverse esperienze come danzatrice in giovani compagnie francesi, frequenta come professionista ospite la Folkwang Hochschule di Essen Werden (università della danza) in Germania sotto la direzione artistica di Pina Bausch.
Qui prosegue i suoi studi con Malou Airaudo, Jean Cèbron ed altri insegnanti, seguendo da vicino il lavoro della compagnia di Wuppertal e inaugurando le sue prime esperienze coreografiche.
Vince a Parigi il “Prix du President”, poi il prmio per la miglior
ErsiliaDanza viene fondata nel 1988 da Laura Corradi, danzatrice e coreografa formatasi prevalentemente in Francia a Parigi, con alcuni dei maggiori esponenti della coreografia d’avanguardia francese degli anni 90 e con Carolyn Carlson e poi in Germania, presso la Folkwang Hochschule di Essen Werden (università della danza) sotto la direzione artistica di Pina Bausch.
Da allora le produzioni di ErsiliaDanza sono presentati e coprodotti dai maggiori teatri e festival che in Italia promuovono la danza ( Romaeuropa Festival, Spoleto, Estate Teatrale Veronese, La Versiliana, Torinodanza, Vignale Danza, Incontroazione di Palermo, Oriente e Occidente a Rovereto ecc.), oltre che invitati in Francia, Spagna, Olanda, Canada, Unione Sovietica, Uruguay e Argentina.
Oggi Ersiliadanza è una compagnia di produzione che svolge la sua attività con il sostegno continuativo del Mibac dal 1997, della
Regione del Veneto, del Comune e della Provincia di Verona.
Da sempre, parallelamente alla creazione di spettacoli, Laura si occupa di formazione, tenendo stages e seminari in numerose
città italiane, in contesti privati o nell’ambito di Corsi di Perfezionamento e di Formazione Professionale sostenuti da contributi
regionali.
Per quattro anni è stata direttrice artistica e didattica dei Corsi di perfezionamento per danzatori professionistiche si sono
svolti a Verona in collaborazione con la Regione Veneto e Arteven.
CPB
Nato in occasione del ventennale della Compagnia Abbondanza/Bertoni,
un nuovo emblematico lavoro da strada per un compleanno condiviso: un Compleanno Pubblico Ballato.
Un’ora di spettacolo, pensando al site-specific di una grande piazza situata nel centro storico di una città ( Piazza Duomo, Trento, ha ospitato la “prima”) ma naturalmente anche adattabile a spazi chiusi che garantiscano la visione sui quattro lati.
L’eccellenza di interpreti e danzatori che sono orbitati attorno alla compagnia in questi anni e non solo, e che si esibiscono tutto d’un fiato, sostenuti dalla preziosa collaborazione di un dj, che li segue in diretta-live. Per l’occasione non potevano mancare alcuni protagonisti della Piccola Compagnia Abbondanza/Bertoni, proprio per ribadire e testimoniare la particolarità trasversale di questo spettacolo.
In mezzo alla gente, nella piazza centrale, lo scoppio di una danza sfrenata di corpi e suoni in un crescendo potente e inarrestabile:
CPB!
Vent’anni di passi di danza in 50′, con protagonisti tredici danzatori e un dj : più tutta la gente che salirà o sarà trascinata sul palco in una ridda danzante, raffinatamente popolare.
Per festeggiare insieme l’età più bella.
Guarda il trailerMichele Abbondanza e Antonella Bertoni. Dall’esperienza newyorkese nella scuola di Alwin Nikolais agli studi francesi con Dominique Dupuy, attraverso le improvvisazioni ‘poetiche’ di Carolyn Carlson, lo studio e la pratica dello zen, Michele Abbondanza (co-fondatore del gruppo Sosta Palmizi e docente alla Scuola di Teatro del Piccolo di Milano) e Antonella Bertoni fondano la Compagnia Abbondanza/Bertoni riconosciuta come una delle realtà artistiche più prolifiche del panorama italiano per le loro creazioni, per l'attività formativa e pedagogica e per la diffusione del teatro danza contemporaneo.
Dall’esperienza newyorkese nella scuola di Alwin Nikolais agli studi francesi con Dominique Dupuy, attraverso le improvvisazioni ‘poetiche’ di Carolyn Carlson, lo studio e la pratica dello zen, Michele Abbondanza (co-fondatore del gruppo Sosta Palmizi e docente alla Scuola di Teatro del Piccolo di Milano) e Antonella Bertoni fondano la Compagnia Abbondanza/Bertoni riconosciuta come una delle realtà artistiche più prolifiche del panorama italiano per le loro creazioni, per l'attività formativa e pedagogica e per la diffusione del teatro danza contemporaneo.
«Contrapponiamo l’analogia-metafora all’illustrazione, più per associazione che descrizione. Vaghiamo nella penombra delle forme e dei movimenti che ci circondano, cercando nel riprodurli quella vibrazione “vivente” che in genere nascondono: forme che gli esseri e le cose non fanno normalmente apparire. Così ogni creazione può diventare il tentativo di far cristallizzare attorno a una passione quelle sagome intraviste. Diamo forma alle visioni che ci agitano come qualcosa di urgente da dire. La coscienza di una direzione, ammesso che ce ne sia solo una, ci porta a credere di avvicinarci sempre più a una “sintesi”, con l’attenzione che ciò non si traduca solo in sottrazione, ma anche in esposizione dello stretto necessario. Setacciare il territorio fisico, del cuore e del pensiero, vedere e far vedere le azioni che tracciano i percorsi del vivere».
Se quello che devo aspettarmi dal progresso è un processo sempre più veloce di accumulazione di beni e di informazioni, un sistema che va via via sempre complicandosi, dove rischio di perdermi, allora ho bisogno di una sospensione. Ho bisogno di percepire cosa sono in relazione a quello che sta succedendo fuori. Ho bisogno di prendere del tempo. Di osservare, solo osservare senza fare. Ho bisogno di notare le cose piccole e sottili dentro i fenomeni ad alta definizione. Ho bisogno di non dover necessariamente capire. Di aspettare. Di arrendermi. Di cercare il silenzio. Di togliere.
Plutone e l’ultimo dei pianeti del sistema solare, recentemente scoperto tanto che ancora è in dubbio la sua entità planetaria. Astrologicamente parlando, esso governa l’invisibile ma potente, influenzando la realtà con energie sottili e latenti, dal potere tanto creativo quanto distruttivo. Il suo regno è fatto di individualità e di collettività. Plutone è il vero e proprio principio creativo, quell’intenzione personale che è volontà pura e che si può usare sia come forza trasformatrice personale, sia come modello rigeneratore generazionale. Plutone chiede all’Io di svuotarsi di tutti i bisogni di apparire, di tutte le paranoie di potere sugli altri e di tutte le false strutture e i falsi obiettivi.
Plutone e’ una performance che chiede al pubblico la contemplazione di un paesaggio fatto di interazioni tra centri che non smettono di cercare una cooperazione. Un serie continua di evoluzioni concentriche punteggiata da incontri effettivi e potenziali.
“ il Plutone di Elisabetta Consonni, una danza lunare […] che cattura sguardo, mente e cuore, cullando e lasciando pensieri e riflessioni” (Corriere della Sera)
Guarda il trailerLaureata in Scienze della Comunicazione, frequenta The Place- London Contemporary Dance School (2004-2005) e approfondisce la ricerca in ambito performativo in Olanda e in Polonia. I suoi lavori Maquillage (2007), Fotoritocco (2012) e Plutone (2016) si situano nello spazio di dialogo tra la danza e altri linguaggi artistici. Dal 2013 è ideatrice e direttrice artistica di Ergonomica un progetto di ricerca e network europeo che indaga la relazione tra danza e architettura per lo sviluppo di strategie di attivazione della partecipazione nella rigenerazione urbana. All’interno del progetto realizza le azioni We want to become architecture e Go with the flow (Polonia, 2014), la costruzione coreografata di Pompenpurg Park (Rotterdam, Biennale di Architettura 2014), Il secondo Paradosso di Zenone (Milano, 2016), Abbastanza Spazio per la più tenera delle attenzioni (Venezia, Biennale Danza 2016) e la conferenza teorica Spazio Ergornomico, all’interno della Biennale Danza 2016.
AiEP è un laboratorio artistico che ha fatto delle nuove tecnologie un punto di ricerca espressiva attento all’innovazione del linguaggio e centrato su contenuti attuali come quello della percezione del corpo nei confronti dell’ambiente virtuale. In oltre vent’anni di attività i direttori artistici, Ariella Vidach (coreografa e danzatrice) e Claudio Prati (videoartista), hanno esplorato l’utilizzo dei media interattivi in relazione al corpo e al movimento, creando opere d’arte multimediale raffinate e suggestive. Oltre alla produzione di spettacoli, AiEP un importante ruolo di diffusione delle conoscenze sulle tecnologie interattive applicate all’arte performativa, organizzando festival e residenze produttive per giovani autori. I suoi lavori sono stati rappresentati in Italia e all’estero nei maggiori teatri e festival internazionali. La compagnia AiEP è stata insignita nel 2013, per il lavoro innovativo e di ricerca tra tecnologia interattiva e danza, del premio WSA e-content creativity promosso dalle Nazioni Unite.
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L’orizzonte degli eventi delimita in un buco nero una immaginaria superficie di spazio-tempo che
separa i punti da cui i segnali possono fuggire da quelli per cui ciò non è più possibile.
Questa zona immaginaria di confine e di passaggio tra ciò che è chiaro e leggibile e ciò che è
oscuro e misterioso è la zona di indagine di Von.
Una riflessione sulla danza intesa come continua mutazione e trasformazione in rapporto con le
forze che agiscono sui corpi e sullo spazio in una coreografia di movimento, luce e suono.
Forze naturali, forze fisiche e forze politiche che mutano, distorcono e muovono i corpi e il loro
incedere nel tempo, onnipresente personaggio di questo spettacolo.
Guarda il trailerDaniele Albanese si forma presso l' EDDC di Arnhem, in Olanda, studiando con i grandi maestri legati alla Judson Church e al postmodernismo americano tra i quali Steve Paxton, Eva Karkzag, Lisa Kraus. Lavora come interprete con Peter Pleyer, Tony Thatcher, Charlotte Zerbey, Martin Butler, Mawson-Raffalt + Falulder-Mawson, Jennifer Lacey,Virgilio Sieni, Nigel Charnock, Karine Ponties, Enzo Cosimi. Fonda la propria compagnia di danza STALKER nel 2002 con lo scopo di indagare la danza come linguaggio e presenta i propri spettacoli in importanti festival e teatri in Italia e all'estero; collabora come assistente artistico nella creazione di Benoit Lachambre Snakeskins.
GRUPPO NANOU nasce a Ravenna nel luglio del 2004 come luogo di incontro dei diversi linguaggi e sensibilità che caratterizzano la ricerca artistica di Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci e Roberto Rettura. In questo contesto il corpo, il suono e l’immagine trovano un linguaggio comune nella coreografia, dando vita ad un’opera organica. gruppo nanou concentra la propria ricerca sul corpo, inteso come: corpo sonoro, corpo/oggetto, corpo/luce, elementi che si situano sullo stesso piano del corpo del performer, il quale diviene segno tra i segni. Di conseguenza la coreografia è assunta come linguaggio comune alle diverse specializzazioni artistiche che dialogano sulla scena. Vi è una coreografia dell’immagine, il cui movimento è dato da un peculiare utilizzo della luce, ed una coreografia del suono, che non solo accompagna, ma suggerisce e talvolta svela la direzione stessa del corpo e del movimento. L’immagine ricerca un altrove, in grado di sottrarre gli oggetti del reale all’oggettività di cui godono, lasciare fuori scena l’azione che funge da movente per osservare ciò che resta (l’indizio) o ciò che si dona come dato di fatto, carico di mistero, con lo scopo di riconoscere nei luoghi della quotidianità e dell’intimità quella piega da cui deflagra il dato conturbante. Le produzioni hanno attraversato piazze importanti quali: Fabbrica Europa, Santarcangelo Festival of The Arts; Teatro Comunale di Ferrara; Drodesera; Operaestate; Unidram; Les Brigittes; Nu Dance Fest.
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In occasione dei 20 anni di ininterrotta rappresentazione dello spettacolo “C’era una volta… un lago dei cigni” – debuttato nel 1997 a Lione (F) per la Biennale Theatre Jeunes Public – la compagnia intende celebrare questo evento con un anno intero di iniziative che hanno preso il via al Todi Festival 2016 ( occasione in cui è anche stato presentato un libro commemorativo ) e che proseguiranno in Italia e nei mondo fino a tutto il 2017. Con questo spettacolo la compagnia iniziò una lunga serie di spettacoli inneggianti alla contaminazione multidisciplinare fondendo magistralmente la danza contemporanea alle tecniche del teatro di strada. Lo spettacolo nacque per gli spazi all’aperto: per questo motivo la versione commemorativa proposta in SWAN LAKE RELOAD mantiene invariata la musica, l’assetto drammaturgico nonché alcuni passaggi salienti dello spettacolo originale, mentre vengono rivisitati i costumi, l’ambientazione scenografica, il disegno luci ed aggiunti alcuni momenti coreografici. Lo spettacolo che si intende commemorare è stato visto in 18 paesi del mondo, eseguito più di duecento volte e visto da oltre duecentomila spettatori
….Mentre nella corte del castello si celebra l’addio al celibato del Principe, alcuni giovani trasformati in cigno dal maleficio di Rothbart aspettano il giorno della loro liberazione.
Solo il sopraggiungere di un vero eroe- il Principe! – potrà ridargli coraggio, virtù e speranza in una nuova vita.
Ma dov’è questo Principe? Tutti lo cercano e nessuno l’ha visto…
E tu, l’hai forse visto?
Coreografia: Luca Bruni. Musiche: Marco Schiavoni. Scene e costumi: Mario Ferrari
Guarda il trailerInizia gli studi di danza a Perugia con F.Mariotti, frequenta l'Accademia Nazionale di Danza in Roma e poi si sposta a Bruxelles dove si diploma al "Mudra" (dir. M. Bejart). Inizia la carriera professionale giovanissimo con il Balletto di Roma, per poi proseguire con l'Ensemble di M.v.Hoecke. Fondamentale è l'esperienza con il Ballet de Tours / CCNTours (dir. J.C.Maillot). Successivamente lavora con il Balletto del Landeshauptstadt Kiel (dir. M.Stiefermann), con il Balletto di Spoleto (dir. F.D'Alessandro). Come coreografo è autore di numerosi balletti, alcuni dei quali ricevono riconoscimenti internazionali a concorsi e festival: in particolare con "Mamma Roma" al Prix Volinine, Parigi (F) 1993; con "Carmen", in Al Carrer di Vilareal (E) 2000, e ad Olsztyn (PL) il Premio Na Pomostach 2005; con "Julieta e Romeo" alla Fira de Teatro de Castilla y Leon (E) 2006. Crea coreografie per il Ballet de Tours, il Balletto di Toscana, Danza Contemporanea de Cuba, e per l'OPLAS.
L'OPLAS / CENTRO REGIONALE DELLA DANZA UMBRIA nasce nel 1993 ed opera stabilmente sul territorio regionale producendo spettacoli di danza rappresentati in tutto il mondo. Ha la sua sede permanente presso il Teatro Domenico Bruni ( parte del Centro Culturale OPLAS ). La direzione artistica dell’OPLAS è affidata a Luca Bruni e Mario Ferrari che con il loro impeto creativo hanno prodotto spettacoli, formato generazioni di artisti, inventato tecniche espressive e sperimentato con successo il principio della contaminazione interdisciplinare. Oltrepassando il concetto di “contemporaneità”, il lavoro di ricerca dei due direttori artistici - che si auto-definiscono “artisti” e non “artigiani” della danza - si è concentrato sul superamento di ogni barriera estetica formale, privilegiando il messaggio insito all’arte piuttosto che la ricerca dell’originalità ad ogni costo. Andando per il mondo alla scoperta di altre culture, hanno fatto tesoro di esperienze che arricchiscono continuamente sia la compagnia che la scuola da essi diretti, e regalando al pubblico sempre nuove emozioni. La compagnia ha prodotto spettacoli di danza per il teatro e per gli spazi non convenzionali, ospiti di manifestazioni culturali e rassegne di 12 paesi dell’UE, dell’Europa dell’Est, del Vicino Oriente, dell'Estremo Oriente, negli Stati Uniti e nei Caraibi ( Cuba ). Nel 2010 si è esibita in Vietnam in rappresentanza ufficiale dell’Italia, sotto l’Alto Patrocinio del Presidente della Repubblica Italiana.
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theKITCHENtheory.
Il primo luogo da raggiungere al mattino e l’ultimo da visitare prima di andare a dormire.
Una zona di transito vivace o solitaria, ma sempre e comunque piena di odori, ricordi, sensazioni, attese e infiniti stati sospesi.
Dura tutta la vita questa relazione densa e profumata fatta di rumori fluidi e familiari, di spazi imparati a memoria e, su ogni cosa, potenti come sovrane, regnano le parole.
La stanza delle parole, escono dalla bocca come dervisci rotanti, capaci di schivare, sfiorando dolcemente o conficcarsi come lame. Restano lì sospese per anni, quasi diventano un’eredità, aleggiano in ogni pertugio e sovente sono le memorie delle famiglie.
La cucina è l’area prescelta per affondare i denti e i sensi in preziosi nutrimenti, ma soprattutto è lo spazio dove si parla.
Parole. Parole. Un fiume in piena, ognuna diversa dall’altra, lunghe ed elastiche come alghe o rigide e appuntite, s’impossessano della bocca per urlare l’ incomprensione o la denuncia della solitudine, o parlare dell’amore.
Numerose come chicchi di riso, necessarie tutte per dire in mille modi la stessa cosa e troppo poche per riuscirci.
Marisa Ragazzo
E’ un racconto teatrale.
Al linguaggio tecnico dei danzatori, pulito, estremamente virtuoso e frutto di un lungo ed emotivo legame con i coreografi stessi, si affianca una forza interpretativa, scenica e umana.
La gestualità urban dei DaCru lega il mood metropolitano a quello del teatro, creando una fusione estremamente contemporanea che facilmente raggiunge e conquista qualsiasi pubblico.
Affascina le nuove generazioni per il contesto culturale e artistico al quale esse sentono di appartenere e, nel contempo, giungono veloci anche ad un pubblico eterogeneo, di certo catturato anche dalla scelta musicale, eclettica e dotata di forte immediatezza comunicativa.
Guarda il trailer
MARISA RAGAZZO e OMID IGHANÌ (DaCru Dance Company) iniziano a collaborare amalgamando le personali curiosità artistiche e il proprio background.
La loro diversa formazione artistica, accademica per Marisa (Prebil, Trayanova, Lupov, Peter Goss, Sebron) e street per Omid (freestyler, come molti talenti cresciuti nella cultura hip hop degli anni ’80), produce un codice artistico innovativo.
Innamorati della sperimentazione e delle contaminazioni di linguaggi, creano una dimensione coreografica insolita, restando allo stesso tempo raggiungibili dal vasto pubblico.
Amano la velocità, il virtuosismo tecnico e la fusione dello spazio teatrale con il codice artistico della strada.
In questa zona di confine, i coreografi danno vita ad un percorso innovativo di urban theatre, spaziando ovunque possa giungere la contaminazione dell’hip hop, fondendone il gesto tecnico con quello dell’house, della danza contemporanea, del jazz rock e del breaking.
Creata nel 1988 da Luciano Padovani e Francesca Mosele, con lo spettacolo Taigà (1989) vince il primo premio al Concorso Internazionale di Coreografia Città di Cagliari. La sede organizzativa e operativa della compagnia è a Vicenza (Italia). Svolge un continuativo lavoro di ricerca sulla danza contemporanea, sul tango e sui nuovi linguaggi della danza. Progetta e realizza spettacoli ed eventi unici avvalendosi di collaborazioni con realtà nazionali quali Teatro Olimpico di Vicenza, Festival Oriente Occidente, Operaestate Festival, AbanoDanza, Pergine Spettacolo Aperto, Festival d'Autunno, Segni Barocchi, Concerti in Villa, Festival Lunatica.
Realizza tournèes in Italia e in Europa.
È riconosciuta e sostenuta da Ministero dei Beni e Attività Culturali, Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Comune di Vicenza, Comune di Comacchio e Arco Danza.
Promuove rassegne e festival tra cui Forti in Scena, Danza a Comacchio e Danzafest.
Recenti produzioni:
Romeo y Julieta Tango (per dodici danzatori e musica dal vivo) CREAZIONE 2015
West end CREAZIONE 2016
Where we forgot The Gardeners CREAZIONE 2017
The kitchen theory CREAZIONE 2017
Abrazame / Piazzolla Tango CREAZIONE 2017
Nel 2014 Irene Russolillo vince il Premio Equilibrio come miglior interprete.
La giovane coreografa e performer, oltre al suo lavoro di interprete, è attiva da qualche anno con coreografie proprie e il Premio è stato per lei occasione di scegliere un artista con cui collaborare per la creazione di un nuovo solo. Lisi Estaras, artista argentina di base in Belgio, storica interprete dei principali spettacoli di Alain Platel e già coreografa de les ballets C de la B, ha accolto l’invito e ha deciso di creare con e per Irene il pezzo the speech. Prendendo spunto da un recente assolo di Estaras, debuttato in Belgio lo scorso ottobre, the speech è un nuova riflessione su come costantemente cerchiamo di riempire i nostri personali “spazi vuoti”. Talvolta, ci avviciniamo ad essi un po’ di più, lasciandoci andare alle nostre memorie fisiche ed emotive e riusciamo persino a manipolare la nostra storia, così simile, in fondo, a tante altre storie. E’ un tentativo stralunato di instaurare un discorso diretto col pubblico e far sì che legga i nostri pensieri e il nostro linguaggio, fatto di una gestualità muscolare. Un invito che rivela qualcosa di intimo; un appello dolce e disperato o forse solo una scusa, per mostrare senza filtri l’essenza di ciò che siamo.
Guarda il trailerNata nel 1982. Dal 2013 è autrice dei suoi lavori. I primi assoli Ebollizione e Strascichi sono selezionati dalla Rete Anticorpi XL e nel 2015 A loan è co-prodotto dai Festival Inequilibrio e Oriente Occidente. Nel 2016, l' ultimo assolo The Speech, creato con Lisi Estaras (Les Ballets C de la B) debutta all'Auditorium Parco della Musica di Roma, in seguito al Premio Equilibrio come migliore interprete, ricevuto nel 2014. Nello stesso anno, riceve anche il Premio Masdanza come migliore interprete ed viene proposta al Premio Virginia Reiter, destinato alla migliore attrice italiana under 35. Nel 2015 vince il Premio Prospettiva Danza insieme a Davide Calvaresi, per il loro progetto condiviso Map. Nel settembre 2016, è l’artista in residenza presso l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, per il progetto Les promesses de l’art. Per il biennio 2017/2018 è artista associata del Festival Oriente Occidente. Danza, tra gli altri, per Roberto Castello, Micha Van Hoecke, Abbondanza/Bertoni.
ALDES è un'associazione di artisti e operatori culturali che dal 1993, sotto la direzione di Roberto Castello, produce e promuove opere di sperimentazione coreografica con particolare attenzione alle forme di confine fra danza e arti visive, danza e nuove tecnologie, danza e teatro, realizzando spettacoli, video, installazioni, performance e manifestazioni che hanno come oggetto il corpo, il movimento e la loro rappresentazione. ALDES è un progetto politico, un esperimento di gestione responsabile della cultura e dell’azione artistica e del rapporto con il territorio. ALDES riunisce alcuni tra gli autori italiani di danza più significativi sperimentando modalità organizzative che mirino a sgravare gli artisti da ogni onere burocratico. A partire dal 2008 ALDES, nella provincia di Lucca, cura il progetto “SPAM! rete per le arti contemporanee” ospitando residenze, una programmazione multidisciplinare di spettacoli, workshop, attività didattiche, incontri. ALDES è sostenuta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo / Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo e da Regione Toscana / Sistema Regionale dello Spettacolo. Gli autori sostenuti fino ad oggi: Roberto Castello, Ambra Senatore, Stefano Questorio, Irene Russolillo, Caterina Basso, Giselda Ranieri, Claudia Caldarano, Silvia Alfei, Massimiliano Barachini, Francesca Foscarini, Giorgia Nardin, foscarini:nardin:dagostin, Aline Nari e Davide Frangioni, Giacomo Verde e Francesca Zaccaria.
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Con la nuova produzione Bolero, Loris Petrillo si mette in relazione con un classico del repertorio ballettistico, estrapolandolo dalla sua collocazione storica e restituendone una lettura contemporanea. Al centro del percorso coreografico c’è la danza fisica di Petrillo che, per questo lavoro, sceglie dei corpi maschili.
Petrillo continua il suo personale percorso di studio estremizzando il repertorio e potenziandone la visione disegnando lo spazio attraverso il corpo maschile,messo al servizio di una danza potente,poetica ed ironica. Bolero è un gioco di ritmi e di intrecci, un lavoro coreografico dove la figura maschile si staglia al centro come collante,misura e ipotesi di una danza sempre più carnale. Bolero è inoltre un “ostinato” costante che, come nella musica di Ravel, è segnato da un uso della potenza fisica mai in calare e mai in crescendo, ma sempre sostenuta. I danzatori appaiono come figure ancestrali o forse semplici guerrieri da campo di gara: non a caso dietro ai danzatori appaiono immagini degli indigeni maori impegnati in un Haka.
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Loris Petrillo si forma in danza classica e contemporanea tra l’Italia e la Francia. Molto rilevante per la sua formazione di danzatore è l’incontro con Dan Moisev a Parigi, che gli permette di avviare da giovanissimo un’importante carriera come primo ballerino e solista in Italia al Balletto di Toscana.
La sua carriera prosegue per molti anni al Goteborgs Operan Ballet, al Ballet Royale de Wallonie e allo Stadttheatre di Berna. A conclusione della carriera all’estero, torna in Italia dove viene invitato come coreografo da Aterballetto, Teatro Regio di Torino, Teatro di Torino, Teatro Sociale di Rovigo e Compagnia Opus Ballet. Nel 2000 fonda la Compagnia Petrillo Danza per la quale crea un ricco repertorio di opere di impegno sociale, politico e culturale. Dal 2010 a oggi ha collaborato con la Compagnia Opus ballet per le produzioni di “Caravan”, “Il lago dei cigni”, “Bolero” e “Gaite Parisienne”.
La Compagnia Opus Ballet è diretta da Rosanna Brocanello ed ha sede a Firenze.
Sempre aperta a nuove collaborazioni e molteplici spunti artistici, la Compagnia opera in un costante rinnovamento con grande attenzione per la sperimentazione. Evolvendo da basi di danza moderna nella contemporaneità e proponendo un linguaggio comune tra i generi, mantiene costante il forte impatto espressivo e l'alto profilo tecnico.
Fin dalla sua nascita, la Compagnia si avvale della professionalità di alcuni coreografi di fama nazionale ed internazionale quali Loris Petrillo, Patrick King, Peter Mika, Corinne Lanselle, German Jareguie e Vasco Wellenkamp.
Riceve il riconoscimento e il sostegno della Regione Toscana e presenta i suoi spettacoli in molteplici e importanti contesti italiani ed internazionali (teatri,circuiti e festival).
Le produzioni presentate dal 2012 ad oggi h”Il lago dei cigni" di Loris Petrillo, "Otello" di Arianna Benedetti e "La belle de sommeil" di Philippe Talard, realizzata in co-produzione col Grand Theatre de la Ville du Luxembourg, che continuano a riscuotere grande riscontro di pubblico e critica.
Recentemente la Compagnia Opus Ballet ha presentato "Bolero&Gaite Parisienne",una nuova produzione sempre firmata Loris Petrillo. Ha inoltre sostenuto il lavoro sia di coreografi consolidati come Samuele Cardini e Angela Placanica che di autori emergenti come Aurelie Mounier, Maria Vittoria Feltre e Gustavo De Oliveira.
Uno scabro bianco e nero e una musica ipnotica sono l’ambiente nel quale si inanellano le micro narrazioni di questo peripatetico spettacolo notturno a cavallo fra cinema, danza e teatro. Illuminato dalla fredda luce di un video proiettore che scandisce spazi, tempi e geometrie, il nero profondo dei costumi rende diafani i personaggi e li proietta in un passato senza tempo abitato da un’umanità allo sbando che avanza e si dibatte con una gestualità brusca, emotiva e scomposta, oltre lo sfinimento; mentre il ritmo martellante trasporta poco a poco in una dimensione ipnotica e ad un’empatia quasi fisica con la fatica degli interpreti. “In girum imus nocte et consumimur igni”, “Andiamo in giro la notte e siamo consumati dal fuoco”, enigmatico palindromo latino dalle origini incerte che già fu scelto come titolo da Guy Debord per un famoso film del 1978, va così oltre la sua possibile interpretazione di metafora del vivere come infinito consumarsi nei desideri, per diventare un’esperienza catartica della sua, anche comica, grottesca fatica.
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ROBERTO CASTELLO
(Torino 1960) Danzatore, coreografo, insegnante
Nei primi anni ‘80 danza a Venezia nel “Teatro e danza La Fenice di Carolyn Carlson”, dove realizza le sue prime coreografie.
Nel 1984, è tra i fondatori di Sosta Palmizi.
Nel 1993 fonda ALDES.
Riceve svariati premi, tra cui il Premio UBU nel 1986 e nel 2003 (“Il Cortile”/“Il migliore dei mondi possibili”).
Dal 1996 è curatore di varie manifestazioni e rassegne e, dal 2005 al 2015, è docente di coreografia digitale presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
A partire dal 2008, con ALDES, cura il progetto “SPAM! rete per le arti contemporanee” nella provincia di Lucca, ospitando residenze, una programmazione multidisciplinare di spettacoli, workshop, attività didattiche, incontri.
Durante la sua carriera, collabora, tra gli altri, con Peter Greenaway, Eugène Durif, Rai3 / Fabio Fazio e Roberto Saviano, Studio Azzurro.
ALDES è un'associazione di artisti e operatori culturali che dal 1993, sotto la direzione di Roberto Castello, produce e promuove opere di sperimentazione coreografica con particolare attenzione alle forme di confine fra danza e arti visive, danza e nuove tecnologie, danza e teatro, realizzando spettacoli, video, installazioni, performance e manifestazioni che hanno come oggetto il corpo, il movimento e la loro rappresentazione.
ALDES è un progetto politico, un esperimento di gestione responsabile della cultura e dell’azione artistica e del rapporto con il territorio. ALDES riunisce alcuni tra gli autori italiani di danza più significativi sperimentando modalità organizzative che mirino a sgravare gli artisti da ogni onere burocratico.
A partire dal 2008 ALDES, nella provincia di Lucca, cura il progetto “SPAM! rete per le arti contemporanee” ospitando residenze, una programmazione multidisciplinare di spettacoli, workshop, attività didattiche, incontri.
ALDES è sostenuta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo / Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo e da Regione Toscana / Sistema Regionale dello Spettacolo.
Gli autori sostenuti fino ad oggi: Roberto Castello, Ambra Senatore, Stefano Questorio, Irene Russolillo, Caterina Basso, Giselda Ranieri, Claudia Caldarano, Silvia Alfei, Massimiliano Barachini, Francesca Foscarini, Giorgia Nardin, foscarini:nardin:dagostin, Aline Nari e Davide Frangioni, Giacomo Verde e Francesca Zaccaria.
Everything is ok si pone come un esperimento sulla stanchezza del guardare.
Da una parte il performer, che incarna una catena ininterrotta di movimenti, depositando segni, posture e dinamiche che richiamano a sé il vasto territorio dell’intrattenimento, attraversato anarchicamente dalle sue origini ad oggi. È una danza che si vuole efficiente nella propria articolazione anatomica, ma che allo stesso tempo consegna un guardare fragile, un’umana presenza a muoverla.
Dall’altra parte il pubblico, sottoposto a un bombardamento d’immagini che ne vuole testare il limite di sazietà, il personale ma inevitabile tracollo, il momento in cui si rende necessaria la resa, in cui lo sguardo, appunto, si stancherà di guardare.
È su questo fragile terreno di abbandono che si innesta la possibilità di un’apertura del paesaggio, di una lenta espansione dello sguardo, pronto forse ad accogliere quello che finora è stato invisibile: le genti, gli animali, i pianeti, le storie; fossili millenari, restituiti nella loro immobilità, che lasciano in consegna un ultimo compito a questo gruppo di occhi: cosa ci resta da guardare, ora, tutti assieme?
Guarda il trailer
M. D'Agostin è un performer e coreografo. Ha danzato per Claudia Castellucci/Socìetas Raffaello Sanzio, Alessandro Sciarroni, Liz Santoro, Iris Erez, Tabea Martin.
Approfondisce le tematiche legate alla ricerca coreografica con, tra gli altri, Rosemary Butcher, Peggy Olieslaegers, Wendy Houstoun/DV8, grazie ai progetti internazionali in cui è invitato, tra i quali ChoreoRoam Europe e Act Your Age.
Tra i suoi lavori, viola (vincitore Premio GdʼA Veneto 2010, selezione Aerowaves 2011 e Anticorpi XL 2011), Spic & Span (vincitore Segnalazione Speciale Premio Scenario 2011), per non svegliare i draghi addormentati (vincitore Premio Prospettiva Danza 2012).
Everything is ok è stato selezionato da Aerowaves ed è il solo italiano scelto dalla rete di circuitazione svedese Dancenet Sweden nel 2016.
Nel 2017 debutta il suo ultimo lavoro, The Olympic Games, creato in collaborazione con Chiara Bersani e coprodotto da K3/Kampnagel (Amburgo) e dal progetto europeo BeSpectACTive!
VAN è un organismo di produzione della danza supportato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Nasce nel 2013 dall’incontro artistico e umano di Marco D’Agostin, Francesca Foscarini e Giorgia Nardin, che avevano da poco creato Spic & Span, spettacolo vincitore della Menzione Speciale al Premio Scenario 2011 e finalista al Concorso Internazionale delle Isole Canarie MasDanza 2012.
I tre coreografi hanno inteso creare una struttura che potesse consolidare sia il loro rapporto con il Veneto, regione di provenienza e primo luogo di incubazione dei loro nuovi progetti, sia la dimensione internazionale, che da sempre è importante punto di riferimento e ne caratterizza le modalità di creazione e di circuitazione.
VAN sostiene, produce e distribuisce gli spettacoli e le offerte formative dei tre autori, assieme a quelli dei coreografi Camilla Monga, Davide Valrosso e Andrea Costanzo Martini.
Mistero, Bellezza e Meraviglia vi attendono nel Giardino di Luce.
Sarete trasportati in un regno magico, alla scoperta di cosa accade sotto la luce della luna quando il mondo si riposa e si avvia al sogno.
Nella notte creature bioluminescenti si svegliano e giocano in una nuova dimensione incandescente, dove le ombre hanno colore, il paesaggio è dipinto di luce, e le leggi della natura si trasformano in un’ affascinante illusione!
Una serata piena di inventiva, eccitante e di grande impatto visivo, che riempie di magia il Teatro.
Vi è un momento onirico, tra il giorno e la notte, che trasforma il paesaggio e le sensazioni. Questo cambiamento di luce risveglia i nostri istinti più primitivi. La giornata di lavoro si è conclusa, e la timida luce del crepuscolo ci porta a riflettere e fantasticare sul domani.
Mentre ci rifugiamo nel calore dei nostri desideri più profondi tutto un altro mondo, al di fuori, sta per svegliarsi.
Vortici di vento fluorescente avvolgono lo spettatore in un abbraccio fluttuante, lampi di luce percorrono il palco, la luce cambia e si apre una finestra per guardare di nascosto e scoprire cosa si cela dietro al velo segreto del giardino notturno, dove nulla è come sembra.
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Si forma al “Boston Conservatory”_USA.
Partecipa a numerosi spettacoli coreografati da Paul Taylor, Jose Limon, Lar Lubovitch, Angelin Preljocaj, David Parsons, Lachine, Peter Anastos, Martha Graham.
Nel 2001 entra a far parte dei “Momix”.
Danza negli spettacoli SunFlowerMoon, LunarSea, OpusCactus, Momix in Orbit, Best of Momix, Momix Classics and Supermomix con tour mondiali di 1500 spettacoli.
Assiste Moses Pendleton nella creazione di SunFlower Moon e Lunar Sea.
Nel 2006 lavora come assistente di coreografia, ballerino, regia di scena in “Comix”, in collaborazione con Emiliano Pellissari dei “No Gravity” e Gianni Melis.
Nel 2007 danza in “Why” di Daniel Ezralow.
Nel 2008 forma la compagnia eVolution dance theater con sede a Roma, in cui riveste il ruolo di Direttore Artistico, Coreografo e Danzatore.
eVolution dance theater _ creativity in Motion
La Evolution Dance Theater è una fusione innovativa ed emozionante di danza, arte, Acrobazia, magia e illusione.
Presenta spettacoli che affascinano e ipnotizzano il pubblico in Italia e all'estero, riscuotendo grandissimo successo in paesi quali Brasile, Colombia, Israele, Grecia, Hong Kong, Macao e Germania.
Importanti co-produzioni sono state "FIREFLY" creato per il Balletto MAGGIO DANZA di Firenze e THE MAGIC OF LIGHT per la Disney Cruise Lines. Fondata dall'artista americano, Anthony Heinl, con sede a Roma Italia, Evolution Dance Theater è dedicato alla creazione di tecniche nuove e innovative per il palcoscenico, usando un eccitante mix di scienza e arte per creare un'esperienza unica.
Liberamente tratto da Ovidio
Le Metamorfosi di Ovidio entrano in una singolare risonanza con la nostra epoca preoccupata dal mito di un cambiamento continuo. Confrontando l’ordine e il caos e immergendosi nell’immaginario fantastico di Ovidio con epoche e spazi diversi, ci siamo chiesti in che modo queste metamorfosi possono rimandarci ai nostri miti quotidiani. L’approccio a questi miti sarà così per noi occasione di riflessione sulle forze che costituiscono la natura umana, sulla manifestazione del desiderio, sull’eterna lotta tra bene e male, sulle ambiguità legate alle strategie dello sguardo. Evocare un antico altrove per interpretare meglio la nostra contemporaneità.
Guarda il trailerPsichiatra, coreografo e danzatore, dal ‘02 al ‘05 è uno dei 10 danzatori italiani di Susanne Linke, per il progetto di VersiliaDanza. Di formazione classica e contemporanea si è perfezionato in Italia e all’estero con: Susanne Linke, Carolyn Carlson, Beatrice Libonati, Matilde Monnier, Birgit Cullberg, Nina Watt, Doris Rudko, Alice Condodina, Simona Bucci, Andè Peck, Roberta Garrison. Ha ricevuto premi e segnalazioni speciali (Beato Angelico, DanzaPrimavera, SalernoDanza, Agon Coreografia, Premio Nureyev). Inoltre, si occupa di formazione degli operatori (ASL SA; Seconda Università di Napoli, Istituto di Psichiatria) all’uso della tecnica di danzaterapia per disabili psichici e fisici, oltre a tenere annualmente incontri periodici con utenti affetti da disabilità (Alessandria, Firenze, Salerno). Attualmente è consulente per la danza nel progetto AltriOrizzonti Piattaforma delle Arti Contemporanee della Campania 2010-2013 e direttore artistico della rassegna interegionale danza RA.I.D.
BorderlineDanza è attiva con i suoi progetti sulla scena nazionale fin dal 1992. E' residente per le proprie attività di produzione, formazione e promozione della danza contemporanea presso l’Auditorium del Centro Sociale di Salerno. Il gruppo di danza sviluppa un lavoro di ricerca rivolto a una decodificazione dei linguaggi, cercando di destrutturare il movimento che nasce dalla propria capacità di introspezione e di invenzione e successivamente di analizzarlo, fonderlo o confonderlo tramite i sensi, a materiali provenienti dalla tecnologia, dalle arti visive, dalla musica e dal teatro. In particolare, nell'ultimo decennio i progetti coreografici si avvalgono delle immagini video, live o precedentemente elaborate, come componente fondamentale della performance.
Borderline quindi come linea di confine che ridisegna continuamente il concetto di esperienza e di rappresentazione nei suoi protagonisti autori/interpreti, nei suoi esiti spettacolari, nei suoi formati, nelle sue sinergie.
La compagnia di danza effettua in genere circa 40 repliche all'anno, distribuite sull'intero territorio nazionale e internazionale (Lussemburgo, Belgio, Spagna, Bosnia, Albania, Grecia, Armenia, Giappone, Vietnam, Messico).
é fondatrice del network Ra.I.D. e della rassegna Raid Festival, nonché in rete con altri network nazionali.
Sviluppata attraverso molteplici riflessioni: psicologiche, culturali, sociali. La difficoltà dell’individuo a vivere la propria
“indipendenza”, causa di un disagio o ricerca della libertà…La creazione focalizza l’individuo come un essere
socialmente indipendente, colto nella sua solitudine.
Due interpreti‐danzatori, nello stesso spazio, condividono la necessità di essere indipendenti l’uno dall’altro, e
gradualmente subiscono il peso del loro isolamento. In scena, loro utilizzano dinamiche coreografiche differenti, dalla
Break al movimento Contemporaneo, portando le stesse al di là del prevedibile. Le differenze e la qualità dei loro corpi
in movimento permettono una scrittura coreografica fisica, rude e poetica allo stesso tempo.
Si trovano a condividere lo stesso spazio, che si allunga e si contrae, l’uno avverte la presenza dell’altro, ma i loro
sguardi non si incrociano mai.
Durante il percorso di concezione, il video è diventato un fattore necessario da integrare alla creazione coreografica.
Per rispettare l’idea dell’isolamento, quindi identificare “l’essere solo”, ci si è legati all’idea della sovrapposizione
geometrica, mettendo il performer all’interno di uno spazio in evoluzione. Il video-mapping permette di definire degli
spazi virtuali ed effimeri, che cambiano in funzione del ritmo, dell’energia e della personalità del performer. Il risultato
creato da queste componenti è quello di un’atmosfera asettica, industriale. Il lavoro di astrazione spaziale dona al
pubblico la sensazione di essere nel seminterrato di un edificio, in un garage abbandonato, nella stanza di un motel di
periferia, richiamando le atmosfere di questi ambienti senza descriverli o ritrarne stereotipi.
La necessità di creare un disegno luci che esalti la solitudine dei corpi, in una scena asettica che si sposa con la verità e
la velocità dei movimenti e cammina parallelamente con musiche e video senza mai intrecciarsi troppo, ad evidenziare
il distacco.
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Dopo il diploma in chimica industriale entra nell’Accademia delle Arti Sceniche di Milano diretta da Susanna Beltrami.
Prosegue per la "London Contemporary of Dancing", in seguito presso il "Centro della Danza Aterballetto".
Collabora in seguito con diversi coreografi e registi: Franco Branciaroli(It), Susanna Beltrami(It), Loris Petrillo(It), Mark Baldwin(Rambert Ballet - Uk),
Bruno Agati (Fr), Yvann Alexandre(Fr), Blandini - Battezzato (Fr), Olivier Py (Fr), Grand Teatro di Ginevra(Ch), Lionel Hoche(Fr), Lena Josefsson(Sv),
David Drouard(Fr), Caroline Bo(Fr), Farid Ounchiouene(Fr).
Nel 2004, conduce il suo primo progetto coreografico e nel 2007 fonda la Compagnia Ezio Schiavulli.
Nel 2016 crea “iMeand Myself” per il Centro Coreografico Nazionale/Balletto du Rhin (Mulhouse, Fr).
Insegna in diverse compagnie e centri di formazione europei.
Dal luglio 2013 diviene membro del Consiglio Internazionale della Danza UNESCO
ResExtensa presenta
LA COMPAGNIA Ez3, nasce dall'unione tra arte plastica e spettacolo dal vivo, con Ezio Schiavulli (coreografo e performer, membro del Consiglio Internazionale della Danza, UNESCO) e Michele Ardito (artista plastico e performer).
La Compagnia di danza contemporanea accompagna il processo di creazione coreografica, la diffusione, la formazione, sino alla sensibilizzazione e l’educazione artistica.
La compagnia nasce in Francia nel 2007 e dal 2013 si trasferisce sul territorio Italiano nella regione Puglia.
Diverse città e dipartimenti di Francia hanno ospitato la Compagnia in residenza. Convenzionata con il Consiglio Generale del dipartimento della Seine-etMarne. E’ inoltre sostenuta da diversi centri culturali nella regione Ile de France. Nel 2012 é stata in residenza al “Centre Développement Chorégraphique Les Hivernales” in Avignone.
Oggi la compagnia ha potenziato la sua rete di collaborazioni su piani di creazione e formazione (per professionisti e amatori) su diversi territori: in Alsazia con l’Opera National du Rhin/Centro Coreografico Nazionale di Mulhouse, e il Conservatorio di Strasburgo; In Italia un nuovo ponte culturale, con scambi internazionali tra Francia e Italia con la Puglia.
In Puglia costruisce una rete di danzatori professionisti continuando il proprio lavoro di creazione e crea il Network Internazionale Danza Puglia (progetto di coesione per la formazione del territorio, danzatori e pubblico, verso la Danza professionale).
La prima creatura fu la luce
“È buio perché ti stai tentando con troppa forza.
Con leggerezza, mia creatura, con leggerezza.
Impara a fare ogni cosa con leggerezza.
Sì, senti con leggerezza, anche quando senti profondamente.
Con leggerezza lascia che le cose accadano, e con leggerezza vivi con esse.
Dunque getta via il tuo bagaglio e procedi.
Sei circondata ovunque da sabbie mobili,
che ti risucchiano i piedi,
che cercano di risucchiarti nella paura,
nell’autocommiserazione e nella disperazione.
Ecco perché devi camminare con tale leggerezza.
Con leggerezza, tesoro mio”
Aldous Huxley
luce e corpo. un passo a due.
LIGHT
Luce. Ma anche leggero.
la prospettiva della luce
vedere ciò che era nell’ombra o nell’oscurità,
e illuminare un punto per nasconderne un altro.
alleggerire il coinvolgimento per comprendere,
raggiungere una nuova prospettiva
Attraverso la luce, nascere
e, con la luce, ripartire…
La vulnerabilità più intima della creatura umana e
la sfaccettata essenza dell’essere si rivelano per la
la loro emozionante bellezza.
LIGHT PROSPECTUS è un lavoro nel quale corpo e luce si incontrano alla pari, ambedue con lo stesso profondo scopo di cogliere il perché della simbologia che porta ogni essere a cercare luce e buio, a vivere di luce e buio, a comunicare tra luce e buio.
Una sfida tecnica, sincronia di un corpo al servizio della luce, non fine a se stessa, ma alla ricerca dell’emozione più che umana, tra grande fragilità e foga entusiasta.
Un corpo a corpo con la luce, un confronto ora tenero, ora sofferto che prelude alla vestizione. Poi tutto evolve in una ricerca di levità, questo sogno di smettere falsi panni mentali e ritrovare la purezza atavica.
Un duello-amplesso tra fari e corpo danzante.
Vivere come la luce, senza avere peso, è possibile per quanto difficile. Tutto sta a sbarazzarsi del ciarpame del pensiero. In fondo, basta solo alleggerirsi.
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Lauree Magna cum Laude in danza e antropologia in USA, è fondatrice di ResExtensa. E' coordinatrice regionale per danza in AGIS Puglia e Basilicata e nel direttivo nazionale AIDAP.
E' ideatrice dello spazio di formazione e produzione PolArtis a Giovinazzo(BA).
Danzatrice, assistente e traduttrice per Susanne Linke, Carolyn Carlson e Malou Airaudo, Artist in Residency, University of Michigan, ha insegnato a Universiteti i Artit, Tirana. Ha danzato per Jacques Heim, David Zambrano, Andrea Olsen, Nikos Lagousakos, e ha lavorato con Roberto Castello e Peter Greenaway, Amy Chavasse, Helen Simoneau.
Con Studio Festi e BalichWS è coreografa e danzatrice in eventi quali Olimpiadi di Torino, Anno della Cultura a Pechino e Rio de Janeiro, Agorà dei Giovani per Papa Benedetto XVI, Progetto Aqua in Kenya.
Ha danzato e coreografato in Italia, Stati Uniti, Cina, Norvegia, Inghilterra, Francia, Spagna, Olanda, Belgio, Germania, Svizzera, Austria, Turchia, Russia, Kenya, Brasile, Slovenia, Albania
ResExtensa è riconosciuta da MiBACT e Regione Puglia.
Nasce nel 2004 grazie al sostegno di Carolyn Carlson, Susanne Linke, Danio Manfredini (che firma il sostegno e la regia di varie produzioni ResExtensa), e dopo i primi due anni prevalentemente in Norvegia, è una delle poche compagnie professioniste in Puglia, dove tra le altre cose è stata unica capofila di danza nel progetto FESR “Teatri Abitati: una Rete del Contemporaneo”, 2010-2012 e 2012-2014.
Vincitrice di Archeo. S. IPA Adriatica, prod. Danza, 2011-2012, con attività fino al 2016, ResExtensa ha creato e gestisce lo spazio residenziale per produzione e formazione PolArtis.
Residenze artistiche a: University of Michigan-- Artists in Residency, DansensHus Oslo, Energimølla, Kongsberg (Norvegia), Stadt Theater Bremen (Germania), Teatro Kismet, Bari, Universiteti i Artit, Tirana.
Ha presentato il suo lavoro in Italia, Stati Uniti, Brasile, Cina, Russia, Svizzera, Albania, Croazia, Slovenia.
Al suo attivo ha vari lavori creati in collaborazione con musicisti, light designer e video maker, tra i quali Rendering Revolution, di prossima uscita, con il compositore Stefano Mainetti, Anima e La Divina Bellezza con Unità C1, proiezioni immersive e interattive, Incantation per Martinů Festtage Performing Arts Project, Basilea.
ResExtensa ricerca inoltre l'integrazione tra danza aerea e danza a terra, in teatro e en plein air.
Ha collaborato inoltre con La Fura dels Baus, Studio Festi, BalichWS, Molecole.
La trama del balletto “Lo Schiaccianoci” è tratta da una favola borghese di Hofmann: Durante la vigilia di Natale, il sindaco indice una festa per i suoi amici e per i loro piccoli figli. Questi, in attesa dei regali e pieni di entusiasmo, stanno danzando quando arriva il signor Drosselmeyer, un amico di famiglia, che porta regali a tutti i bambini, intrattenendoli con giochi di prestigio.
Alla sua prediletta, Clara, regala uno schiaccianoci a forma di soldatino che Fritz, il fratello della bambina, rompe per dispetto. Arrivano così alla festa anche i parenti, che si uniscono alla festa danzando. Clara, stanca per le danze della serata, si assopisce seduta su una sedia e inizia a sognare.Il sogno di Clara si trasforma in un incubo , il principe (lo schiaccianoci) correrà in suo soccorso per salvarla, la porterà in un luogo magico, e qui le bambole prenderanno vita con un divertissement allegro divertente e colorato.Clara alla fine rimane sola, ripensando al suo incubo così tanto avventuroso e così tanto reale.
La regia, a cura di Luigi Martelletta, ha eliminato subito i risvolti più inquietanti del racconto, a favore di una formula spettacolare che esaltasse maggiormente lo spirito favolistico. La drammaturgia sarà profondamente innovativa,anche nel senso della scelta dei temi,ogni personaggio sarà tratteggiato secondo scansioni psicologistiche di forte impatto teatrale. Anche se con una formazione più snella lo spettacolo ripercorrerà comunque quell’itinerario danzato che molti conoscono e si aspettano, non mancheranno infatti le danze più note i questo capolavoro di Tciaikovski: la danza russa, cinese, araba, spagnola, il famoso valzer dei fiori,i fiocchi di neve, ecc.. mantenendo così la struttura e la regia che il grande coreografo M. Petipa già nelle fine dell’ottocento aveva previsto
Guarda il trailerLuigi Martelletta Inizia gli studi all'età di sei anni alla scuola di danza del teatro dell'opera di Roma,a soli sedici anni entra a far parte della compagnia e, a 19,ne diventa il primo ballerino. Danza con Carla Fracci e R. Nureyev (1978 ) "Marco Spada" e "Papillon" (79/80/81) Nel 1982 /83 / 84 "Schiaccianoci" "La bella addormentata" "Paquita".Nel 1985 /86 / 87 "Le creature di prometeo" "Coppelia""Don Quixote" "Cenerentola" "Lago dei cigni" "La Silfide".Da allora ha sempre danzato tutti i ruoli del repertorio classico con partners internazionali. Firma innumerevoli coreografie partecipa a numerosi programmi televisivi e dirige L'Atelier della Danza a Roma .
Compagnia Almatanz
La Almatanz Società è stata fondata nel 1982 con il nome di Teatro D2 ed è diretta per molti anni da Margherita Parilla (attuale direttore dell'Accademia di Danza di Roma). Dopo alcuni anni, e soprattutto dopo numerose produzioni, nel 1997 l'azienda inizia una lunga e intensa collaborazione con il coreografo Luigi Martelletta (ballerino del Teatro dell'Opera di Roma) che diventato direttore artistico nel 2003, il presidente e coreografo, infine, stabile nel 2005. Poi ha iniziato una serie di collaborazioni con altri coreografi e ballerini di fama internazionale. La proposta Almatanz, nel recente lavoro, è quello di avvicinare il pubblico alla danza; con balletti, storie e immaginario collettivo che nascono da una forte base classica, ma con una linea artistica e coreografica più diretto verso un linguaggio che privilegia lo stile neoclassico e contemporaneo. La società è composta da un nucleo stabile di 8 ballerini, più l'interprete principale (guest Etoile) che ogni anno il direttore sceglie secondo il progetto stabilita. I ballerini sono (anche se giovani) provenienti da strutture e soggetti abilitati (Teatro dell'Opera di Roma, l'Accademia Nazionale di Danza, Balletto di Toscana, il Teatro San Carlo) e grazie ai numerosi progetti in corso si sono qualificati e forgiati negli anni
Un Hotel, una vita, una donna e ospiti speciali.
Una giornata in cui pittoreschi e chimerici personaggi si incontrano
e si mescolano con i loro ‘bagagli’ diversi, i loro sogni, i loro ricordi.
In un vecchio e polveroso Hotel gli ospiti troveranno ad accoglierli
una proprietaria eccentrica e misteriosa, Dolores, che con la sua vita di
continui incontri fugaci, dolori e follie renderà il loro soggiorno intenso e
indimenticabile.
Atmosfere soffuse, appassionate e seducenti accompagneranno
gli ospiti nei loro racconti, nelle loro danze e nei loro sorrisi.
Sulle note di vecchi tanghi prenderanno vita vicende
e intrecci raffinati e inquietanti.
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Diplomata all’Accademia Nazionale di Danza Classica di Roma.
Docente di danza classica e contemporanea , improvvisazione.
Coreografa , regista.
Istruttore I Dan di Viet Tai Chi
Dal 1998 al 2016 ideatrice e direttore artistico del Festival Prospettiva Danza Teatro in collaborazione con il Comune di Padova e Arteven.
Dal 2011 al 2016 docente di danza contemporanea e tai chi presso l’Accademia del Teatro Stabile del Veneto Il Palcoscenico diretta dal Maestro Alberto Terrani.
Ideatrice e fondatrice del Premio Prospettiva Danza Teatro per la Danza d’Autore.
Ideazione e regia dello spettacolo ‘Dolores Hotel-tango e altre storie’ per la compagnia italo-argentina Tango Brujo.
Docente ospite di coreografia e danza contemporanea presso il Dipartimento di Scenografia dell’Accademia di Brera, Milano.
Regista dello spettacolo ‘Sinfonia delle Pietre’ in collaborazione con il Maestro scultore Nuccio Scola ,Accademia di Brera,Milano.
Creata nel 1988 da Luciano Padovani e Francesca Mosele, con lo spettacolo Taigà (1989) vince il primo premio al Concorso Internazionale di Coreografia Città di Cagliari. La sede organizzativa e operativa della compagnia è a Vicenza (Italia). Svolge un continuativo lavoro di ricerca sulla danza contemporanea, sul tango e sui nuovi linguaggi della danza.
Progetta e realizza spettacoli ed eventi unici avvalendosi di collaborazioni con realtà nazionali quali Teatro Olimpico di Vicenza, Festival Oriente Occidente, Operaestate Festival, AbanoDanza, Pergine Spettacolo Aperto, Festival d'Autunno, Segni Barocchi, Concerti in Villa, Festival Lunatica. Realizza tournèes in Italia e in Europa. È riconosciuta e sostenuta da Ministero dei Beni e Attività Culturali, Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Comune di Vicenza, Comune di Comacchio e Arco Danza.
Promuove rassegne e festival tra cui Forti in Scena, Danza a Comacchio e Danzafest.
Da alcuni anni sostiene alcune realtà coreoutiche come Chiara Frigo, Dacru e altri
In un’epoca contrastata e apatica, travolta da cambiamenti e sconquassi, disorientata e atterrita, dove la tentazione di erigere steccati a salvaguardia della mediocrità ha sempre la meglio, verrebbe da gridare: ”Muovetevi! Incamminatevi almeno, o tentate di farlo, verso soluzioni possibili”.
Mentre intorno tutto si muove – folle che fuggono da paesi violentati, intere città che sprofondano sotto a bombardamenti e terremoti, opere d’arte cancellate in nome di falsi dei – si resta immobili, arroccati nei propri piccoli mondi, come se questo bastasse a proteggerci. Per quanto ancora potremo sperare che tutto questo non ci tocchi?
Eppure le soluzioni sono lì, a portata di mano, solo che si abbia la voglia di raccoglierle.
“Vale la pena di lottare solo per le cose senza le quali non vale la pena di vivere” Ernesto Che Guevara
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ESPERIENZE PROFESSIONALI
Dal 1987 Simona Cieri lavora come danzatrice professionista e coreografa (compagnia La Classe, compagnia Metateatro, compagnia Ruinart, compagnia Chille de la Balanza, compagnia Sabina Cesaroni, compagnia Massimo Lippi, compagnia Guido Bocci).
Attualmente (dal 1991) Coreografa e danzatrice della Compagnia MOTUS
In più di 25 anni di attività con la Compagnia MOTUS, Simona Cieri crea le coreografie di oltre 80 produzioni, condividendone anche la regia.
Riceve un Premio Nazionale di Coreografia (concorso di Spello 1994), due premi internazionali della critica (premi Teatarfest 2006 e 2008) e due apprezzamenti ufficiali della Presidenza della Repubblica.
ATTIVITÁ DIDATTICA
Nel 2000 Simona Cieri fonda a Siena il Centro Internazionale d’Arte. Simona Cieri è anche autrice di un metodo depositato per l’insegnamento della danza, che insegna in varie scuole in Italia e all’estero. Tiene corsi universitari, workshop, Master Class e corsi di avanzamento professional
La Compagnia professionale MOTUS, diretta dalla coreografa Simona Cieri, è sostenuta dalla Regione Toscana, dal Comune di Siena, dal Comune di Castelnuovo Berardenga e dal Comune di Sovicille. La ricerca artistica della Compagnia è mirata a individuare gestualità significanti per la trattazione di argomenti di impatto sociale. La Compagnia nasce nel 1991 al Piccolo Teatro di Siena da un’idea di Simona Cieri, danzatrice e coreografa, con il nome di Duncaniando. Cambia nome in MOTUS, nel 1995, a seguito dell’esperienza maturata (Premio Nazionale di Coreografia 1994).
La vasta produzione della Compagnia si caratterizza per la ricchezza di collaborazioni con altri artisti ma anche con moltissimi enti e associazioni impegnati nel sociale. Tra questi, l’UNICEF per cui MOTUS è testimonial fin dal 2003. I lavori di MOTUS sono apprezzati anche all’estero (USA, Singapore, India, Regno Unito, Olanda, Grecia, Spagna, Portogallo, Romania, Bosnia Erzegovina, Germania) dove hanno ottenuto importanti riconoscimenti (premi Teatarfest 2006 e 2008).
Nel 2009 lo spettacolo “Iris sotto il mare” ha ricevuto l’apprezzamento ufficiale del Presidente della Repubblica Italiana che nel 2010 è stato attribuito anche allo spettacolo contro la pena di morte “Della tua carne”. Dal 2009 la Compagnia gestisce la Rassegna Move Off. Nel 2011è stato pubblicato il volume VENTI DI MOTUS a cura del Prof. Andrea Mancini che illustra per testi e immagini, i primi venti anni di attività della Compagnia.
Una moderna rilettura priva di femminile dolcezza, in cui la seduzione lascia il posto all’avidità, alle lotte per il potere e alla subdola manipolazione di uno stratega.
Sono tutti uomini i danzatori di questa nuova Carmen, in cui la forza di carattere e l’intraprendenza
si declinano nell’energia maschile che sprigiona dalle coreografie di Marco Batti.
Sulla celeberrima partitura di Bizet, e con i brani musicali appositamente composti dal Maestro Riccardo Joshua Moretti, si ridisegnano i tratti di personaggi senza tempo.
Josè, un ingenuo alla ricerca di fortuna e ricchezza, corrotto dal fascino del denaro, ennesimo strumento in mano alla malavita.
Escamillo, il Toreador, nella cui fama e grandezza lo spettatore riconosce inequivocabilmente un boss della moderna malavita.
El Carmen infine, leader di una banda di delinquenti, subdolo e fascinoso manipolatore che porta il povero Josè a compiere il peggiore dei delitti, per poi voltargli senza indugio le spalle.
Carmen, el Traidor descrive i delitti, l’avidità, gli imbrogli ed i tradimenti del genere umano; racconta
il pentimento tardivo di chi egoisticamente aggira menti ingenue e fiduciose; narra la morte, che quasi per vendetta, colpisce il tessitore della spietata rete in cui il povero Josè cade intrappolato.
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Quando nel 2006 Marco Batti torna in Toscana per fondare, a soli venticinque anni, l’Ateneo della Danza, ha già alle spalle una lunga carriera di danzatore ed un invidiabile percorso da maestro.
Ai dieci anni di palcoscenico insieme alla compagnia Motus, per cui è principale interprete di numerosi spettacoli, e ad un’intensa esperienza oltre oceano con l’Eglevsky Ballet, Batti affianca una lunga formazione come maestro e coreografo. A San Pietroburgo studia presso la prestigiosa Accademia A. Vaganova.
Quando Ateneo della Danza diventa un riferimento nazionale per giovani e talentuosi allievi, Batti, consapevole che solo la quotidianità dell’impegno in sala e il continuo confronto con le scene possono nutrire il talento dei suoi giovani danzatori, fonda nel 2012 il Balletto di Siena. Nascono produzioni come Lucifero, Carmen El Traidor, Butterfly, Reshimu, L’Autre Histoire de Manon.
Balletto di Siena
Fondata dal maestro e coreografo Marco Batti, questa talentuosa compagnia, composta da giovani danzatori provenienti da tutta Europa, ha in repertorio spettacoli in cui l’accuratezza tecnica incontra uno stile di movimento carico di emotività e passione. La ricerca drammaturgica si affianca a quella coreografica comunicando così a tutto il pubblico teatrale.
Negli anni entrano a far parte del repertorio della compagnia titoli creati dal direttore e fondatore Batti, e opere che nascono dalla collaborazione con numerosi artisti ospiti. I giovani danzatori del Balletto di Siena sono così stimolati dal confronto con i coreografi chiamati a creare per loro. Dal russo Vitali Safronkine alla belga Sara Olmo, alle italiane Emanuela Tagliavia e Roberta Ferrara. Costanti e numerose sono anche le collaborazioni con Etoiles e Solisti di riconosciuto valore, fra i quali Giuseppe Picone, Beatrice Carbone e Mick Zeni.
Quartetto per oggetti, coreografia
che rielabora l’idea compositiva di Edgard Varese in
Ionisation mediante l’utilizzo di oggetti che divengono
lo strumento di base per definire una serie di possibilità
fisiche. I protagonisti saranno tredici oggetti le cui funzioni
determinano azioni e traiettorie imprevedibili che servono
come base per l’espansione e la variazione del ritmo. Il
risultato è un’intensa visione parossistica che raggiunge un
caos illusorio e una logica surreale.
“There is an idea, the basis of an internal structure, expanded and split into different shapes or groups of sound constantly changing in shape, direction, and speed, attracted and repulsed by various forces” (Edgard Varese).
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Dopo gli studi all’Accademia Paolo Grassi di Milano e all’Accademia di Brera, Camilla Monga si diploma alla P.A.R.T.S. Academy di Bruxelles, dove si forma con importanti coreografi e musicologi tra cui Anne Teresa de Keersmaeker, Bojana Cvejic e Thierry De Mey. Il suo personale percorso coreografico unisce l’interesse per la matematica e la fisica applicate al movimento, l’apprendimento cinestetico, musicologia e sperimentazione sonora. Dal 2012 collabora come coreografa con il musicista Luca LSKA, sviluppando una ricerca sulla sperimentazione e l’utilizzo della sound art nella creazione di performance audiovisive. I suoi progetti sono stati presentati e sostenuti da importanti festival e istituzioni europee: tra gli altri, Uovo Performing Festival, Biennale for young artists-Thessaloniki, Opera Estate Festival, ZPC Plesni Centar Zagreb Residency Program,
Julidans LAB for young choreographers, P.A.R.T.S. e CND Centre National de la Danse di Parigi, Biennale di Venezia 2016 e Teatro
Dopo gli studi all’Accademia Paolo Grassi di Milano e all’Accademia di Brera, Camilla Monga si diploma alla P.A.R.T.S. Academy di Bruxelles, dove si forma con importanti coreografi e musicologi tra cui Anne Teresa de Keersmaeker, Bojana Cvejic e Thierry De Mey. Il suo personale percorso coreografico unisce l’interesse per la matematica e la fisica applicate al movimento, l’apprendimento cinestetico, musicologia e sperimentazione sonora. Dal 2012 collabora come coreografa con il musicista Luca LSKA, sviluppando una ricerca sulla sperimentazione e l’utilizzo della sound art nella creazione di performance audiovisive. I suoi progetti sono stati presentati e sostenuti da importanti festival e istituzioni europee: tra gli altri, Uovo Performing Festival, Biennale for young artists-Thessaloniki, Opera Estate Festival, ZPC Plesni Centar Zagreb Residency Program,
Julidans LAB for young choreographers, P.A.R.T.S. e CND Centre National de la Danse di Parigi, Biennale di Venezia 2016 e Teatro Grande di Brescia.
Entrata, semibuio, accende da solo una luce, ha una borsa di plastica.
Così inizia “Quintetto”. Un solo attore, quattro fari sulla scena, il mixer luci ed audio vuoti.
Il resto della Compagnia è misteriosamente scomparso dopo aver avuto la proposta di lavorare per metà paga.
Dodici persone verranno man a mano coinvolte per occupare tutti i posti vacanti, per aiutare il coreografo rimasto solo a ricreare il “Quintetto”.
Saranno due le persone a gestire la consolle, quattro a direzionare manualmente i proiettori. Altre due persone dovranno occuparsi della scelta musicale, infine alcune azioni, non realizzabili dal solo interprete, vengono eseguite con l’aiuto di altri quattro componenti del pubblico. Si crea così un’équipe di diverse persone che, senza alcuna premeditazione, sceglie musiche, effetti sonori, luci e partecipa a passaggi fondamentali della coreografia.
Per ricreare il “Quintetto”, la coreografia e tutto il sistema spettacolare vengono smontati, messi a nudo, affinché solo nell’ultima fase il sistema coreografico possa riprendere forma.
In “Quintetto” il clima è irriverente, di gioco del tutto condiviso con il pubblico in un rapporto alla pari.
Oggi la crisi economica evidenzia la crisi del lavoro, ed il teatro, come qualunque altro sistema produttivo, entra in una fase critica importante. Lo spettacolo in sé, visto come un semplice sistema produttivo, come “lavoro” in sé, viene per l’appunto “tagliato”. Via quattro partiture del quintetto, via la tecnica, via ogni orpello.
Il risultato è assolutamente imprevedibile, ma lo scopo è creare un momento di condivisione, di gioco, di cooperazione, in cui tutti, anche chi osserva, possa diventare un attore attivo e consapevole dello svolgersi degli eventi. L’estetica è aderente a ciò, la danza è parte di un concerto di azioni in cui ognuno mette il proprio, ognuno ha il proprio compito e lo assume di fronte agli altri. Danzatore compreso.
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Marco Chenevier è coreografo, danzatore, regista e attore.
Ottenuto il diploma triennale all'Accademia Internazionale di Teatro, scuola di Recitazione di Roma “Circo a Vapore” (di stampo lecoquiano), inizia la sua formazione in danza seguendo una formazione triennale presso la scuola "Filomarino” di Roma e con Annapaola Bacalov.
È stato per sette anni assistente di Isaac Alvarez presso il Théâtre du Moulinage a Lussas (Francia).
È danzatore in diverse compagnie tra Italia e Francia (Romeo Castellucci e Cindy Van Acker, Cie CFB451 in seno al CCN di Roubaix - Carolyn Carlson, Cie Lolita Espin Anadon,...) e trova nel TIDA il luogo ideale per sviluppare la propria ricerca artistica.
Da subito interessato alla composizione coreografica sviluppa un percorso di ricerca a cavallo tra i generi, esplorando i confini tra i linguaggi della danza e del teatro.
Il progetto artistico del TIDA si identifica con una concezione critica della società, dello spettacolo, dell'estetica convenzionale e della produzione artistica in sé.
La ricerca del TiDA è nutrita da collaborazioni con giovani filosofi, mettendo in pericolo e a disposizione del pensiero i corpi dei danzatori quali oggetti politici, linfa e cuore pulsante degli spettacoli che sono concepiti come risultati di processi di ricerca su stimoli critici.
Per quanto il lavoro di scrittura drammaturgico parta da stimoli intellettuali, nelle proprie produzioni TiDA mantiene la centralità del corpo e rifiuta un' eccessiva intellettualizzazione della coreografia.
TiDA crea spettacoli in cui CONTEMPORANEAMENTE si muovono il pensiero, il piacere (nel senso più vasto del termine e quanto mai distante da un concetto di intrattenimento) e la sorpresa.
Il TiDA è stato invitato in festival e rassegne nazionali ed internazionali, tra cui: Be Festival di Birmingham (2015 e 2016) – primo premio miglior spettacolo, Mess Festival di Sarajevo, Teszt Festival, Lavanderia a Vapore di Collegno, HangartFest, OpenDance, Festival Mirabilia di Fossano, International Ancient Greek Drama Festival di Cipro, Torino Spiritualità , Festival Differenti Sensazioni, Pflasterspektakel Festival di Linz, Festival di Seul, Giochi del Mediterraneo, Barhat Rang Mahotsav Festival, Saison Culturelle di Aosta.
Swan Lake” è un Balletto in due atti creato dal Coreografo Giorgio Azzone su commissione di
Andrea Volpintesta e Sabrina Brazzo, Direttori Artistici della JAS ART Ballet Company.
Mantenendo la partitura musicale originale di Tchaikovsky, il Coreografo ha voluto dare a questo
balletto un’interpretazione nuova ed attuale, utilizzando come idea principale della storia il tema
della Violenza sulle donne.
La drammaturgia del Balletto creato originariamente dai Coreografi M. Petipa e L. Ivanov viene
resa da Azzone più reale e moderna (anche attraverso l’uso del linguaggio della Danza
Contemporanea), ma senza perdere quel velo di magia che rende questo balletto un Masterpiece
della Storia della Danza.
Il focus della vicenda è incentrato sulla protagonista femminile Odette: una donna dall’animo
sensibile e puro che scopre, nel corso della storia, di avere anche un forte temperamento in grado
di salvare per sempre il proprio destino.
Promessa sposa di Siegfried, viene tratta in inganno da Rothbart: un uomo tenebroso, ma molto
affascinante, il quale abusando di lei la trasforma per sempre in Cigno bianco (simbolo della
lussuria,come sostenne Vincent de Beauvais nella sua opera Speculum Majus).
Tutto sembra ormai essere perduto,ma il destino di Odette verrà stravolto grazie all’aiuto di tutti gli
altri Cigni: simbolo di tutte le donne vittime di violenze.
Nelle vesti di Cigno Nero, Odette riuscirà a trarre in inganno Rothbart e ad esiliarlo in un luogo
oscuro e lontano.
Spezzato l’incantesimo, Odette farà ritorno dal sua amato Siegfried per promettergli amore eterno.
Attraverso uno stile Contemporaneo,ma che rimanda alla Tecnica Classica, “Swan Lake” è un
balletto adatto ad ogni tipo di pubblico e dal forte messaggio:l’amore,puro e sincero, vince su ogni
altra cosa e la violenza è un’azione che va punita.
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Da Novembre 2015 - Danzatore e Coreografo per la
JAS ART BALLET (Diretta da Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta, Primi Ballerini del Teatro
alla Scala) - Milano.Docente di Tecnica Contemporanea presso i Corsi Professionali del CENTRO
STUDI COREOGRAFICI TEATRO CARCANO - Milano
2014 - Vincitore del Concorso “CURATOR FOR A DAY” in Collaborazione con
Gallerie D’Italia e Banca Intesa Sanpaolo
FORMAZIONE PROFESSIONALE:
2008-2011 London Contemporary Dance School
(Laureato in Danza Contemporanea) - Londra
2006-2008 Centro Studi Coreografici Teatro Carcano
(Diploma professionale in danza classico accademica) - Milano
R.A.D. ballet exams (Advance Foundation) - Bari
ESPERIENZE LAVORATIVE:
Da Novembre 2015 - Danzatore e Coreografo Residente della JAS Art Ballet
(Direttori Artistici Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta) - Milano
Da Agosto 2013 - Danzatore presso COD Danza
(Direttrice Artistica Chiara Olivieri) - Mantova
La J.A.S. ART è una Società e Associazione che opera nell’ambito artistico culturale e dello spettacolo pubblico e privato con produzioni artistiche create ad Hoc , Video Spot Commerciali , Produzioni Teatrali e Spettacoli e Show che hanno come base l’utilizzo della danza Classica e Contemporanea , con l’ausilio della propria compagnia .
La Compagnia JAS ART BALLET nasce nel 2012 per iniziativa di Sabrina Brazzo Etoile Internazionale già Prima Ballerina del Teatro alla Scala di Milano ed Andrea Volpintesta Primo Ballerino Internazionale e Ballerino del Teatro alla Scala di Milano , entrambi ballerini di fama nonché direttori artistici della stessa , ed è composta da giovani e talentuosi danzatori italiani che partecipano a tutte le produzioni e gli spettacoli che hanno come base la danza classica ma che spaziano anche in chiave contemporanea e neoclassica .
Uno dei punti chiave e fine di questo progetto è dare totale attenzione e importanza a questi giovani danzatori , che sono accompagnati e seguiti nella loro crescita artistica e professionale non solo dai due artisti fondatori ma anche da altri artisti ospiti provenienti da realtà importanti del panorama della danza.
Parte di questo progetto è supportato da un team artisticamente qualificato di settore , coreografi, scenografi, costumisti, fotografi e maître de ballet .
L’obiettivo della compagnia è quello di avvicinare in particolare i giovani al mondo della danza e del teatro,
CARMEN 3.0 mira a creare un’empatia tra artisti e spettatori attraverso il linguaggio artistico della danza.
Lo sconvolgimento della sceneggiatura ha permesso la creazione di nuovi percorsi che si intersecano,
creando nuovi stimoli drammaturgici e coreografici, permettendo così di non portare in scena un remake,
ma qualcosa di nuovo.
L’idea parte dalla scena finale, dove la protagonista è senza vita; come in un thriller, lo spettatore cerca di
capire i personaggi, ripercorrendo la storia a ritroso.
L’amore, assieme ai suoi intrecci ed alle sue complicazioni, resta il punto fermo dello spettacolo che ha
sempre contraddistinto la storia di “Carmen”, ma il tutto avvolto da un alone di mistero.
L’utilizzo di musiche originali di George Bizet, abbinate a musiche di autori contemporanei ed a l’utilizzo di
oggetti scenici non convenzionali, coinvolge il pubblico in prima persona, come fosse uno dei personaggi.
Presentazione
Ci troviamo in uno spazio buio ed estraneo. La nostra attenzione è attirata dal corpo inerme di una donna,
non riusciamo a intravedere il suo volto, a capire chi sia. Di colpo sparisce nel buio.
Chi è? Chi ha preferito il silenzio al ritmo incessante del cuore?
Da quel buio si intravedono delle luci e inaspettatamente ci ritroviamo a ripercorrere gli eventi che hanno
stabilito il destino crudele di quella sagoma.
Passo dopo passo riviviamo le scene prima di quello che è accaduto, conoscendo i personaggi che si
intrecciano nei loro percorsi, andando alla scoperta di quella silhouette che ci ha incuriositi, alla ricerca di
dettagli che ci possano far comprendere la verità.
Tutto sembra complicato; ma la verità è sempre stata sotto ai nostri occhi, ma sfugge da una scena ad
un’altra, senza darci tregua.
La fine è un déjà-vu, ci ritroviamo dove tutto ha avuto inizio, ma il punto è:
saremo riusciti a rispondere alla nostre domande? –
Un continuo cambio di prospettiva attraverso gli sguardi della danza e della drammaturgia.
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Nasce a Milano nell'1984 e cresce Napoli dove studia danza classica e contemporanea.
Si perfeziona a Firenze e a Budapest.
Direttore e coreografo della Compagnia Kinesis Danza
è vincitore del concorso DANZ’E’ di Rovereto, ed è selezionato per la piattaforma in Almada Portogallo.
Tra le altre produzioni ricordiamo: “Unico Atto” (tour 2014 – 2015), “corpoREAmente” ( tour 2014 – 2015), coprodotto dal Festival Oriente Occidente di Rovereto.
Coreografa per Letizia Giuliani l’assolo “corpo e mente”.
Nel 2015 crea per l’Accademia Internazionale Coreutica di Firenze “Spaces In Between”
Selezionato per il Progetto europeo “Il mestiere dell’arte” di Fabbrica Europa.
coreografa per il Balletto del Sud lo spettacolo “Kandinskij e Scriabin”.
Nel 2016/17 collabora con il Consiglio della Regione Toscana.
crea “CARMEN 3.0”, per la compagnia kinesis danza.
Crea per il Gruppo Icaro di Pisa la pièce “Come Out”.
Selezionato per Choreographic Dance di Fondazione Nazionale della danza
Kinesis danza è un progetto che prende vita ufficialmente nel 2012 dall’idea di Angelo Egarese ed Elena Salvestrini, direttori artistici e coreografi della compagnia.
Giovane realtà fiorentina, nasce dall’esigenza di esprimere il proprio concetto di danza contemporanea, dando vita ad una compagnia professionale, in cui la ricerca e la sperimentazione si fondono in un’espressione unica e sempre più indistinguibile che permette di proporre al pubblico un linguaggio sempre in continua evoluzione tra coreografia e teatralità.
CREDITS
Vincitrice del concorsi Danz’è – Danz’è Off (2013) e di Pisa in Tilt (2014).
Collaborazioni con:
M° Mario Menicagli-Teatro di Collesalvetti (LI), Renato Greco-Teatro Greco(Roma), Lavanderia del Vapore(Torino), A.c. Archetipo.
Collaborazione produttiva con:
Festival internazionale Oriente Occidente di Rovereto (2014) per la creazione dello spettacolo “corpoREAmente”,
Consiglio regionale della Toscana (2016-2017) per la creazione dello spettacolo
“Diritti & Umani” e Carmen 3.0
Partecipazione ai Festival:
Quinzena de danca (Almada- Portogallo)
Florence dance Festival (Firenze)
Mugello Dance Experience (Firenze)
Festival Internazionale della danza Oriente Occidente (Rovereto)
Festival Armonia fra i popoli (Montecatini Terme)
Che danza vuoi? (Roma)
Ai confini del corpo (Bari).
Festival Shackespiriano (Bagno a Ripoli)
In occasione del Florence Dance Festival 2015 e 2016, la compagnia è stata affiancata
Dalla Prima ballerina inter
“Tutto inizia in una grotta magica sotto la montagna, dove viene preparato il magico Mantello di pelle di Drago. Qui una misteriosa ma belllissima Regina o forse una Fata nessuno lo sa con certezza , guida dei buffi esseri , elfi che lavorano ininterrottamente alla realizzazione di un magico mantello fatto di preziosa pelle di drago e che una volta pronto lo porta con se’ in un lungo viaggio per il Mondo alla ricerca delle anime pure, le uniche in grado di indossarlo senza esserne sopraffatti”.
Partendo da alcune antiche fiabe popolari è stata creata una storia divertente ed appassionata, raccontata attraverso la danza con una struttura narrativa moderna e godibile, non solo per gli appassionati di balletto.
La compagnia JAS ART BALLET porta in scena uno spettacolo vivace ed elegante, accompagnato dalle musiche di , Kachaturian, Bizet , Minkus e Liszt e arricchito da magnifici costumi , e suggestive videoproiezioni .
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Massimiliano Volpini entra a far parte del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala nel '91 dove rimane
fino al 2014, quando decide di dedicarsi completamente alla coreografia.
L’attività di coreografo inizia nel 1995, con la creazione di 3 spettacoli insieme ad alcuni danzatori
del Teatro alla Scala: “Buster” dedicato a Buster Keaton, “Drakula” sul mito del vampiro,
“Cartoons”.
E' uno dei quattro coreografi scelti per l'International Choreography Showcase 2000 in Virginia
dove crea “Due” su musiche di Bach; sempre nel 2000 crea "Sinfonia in quattro colori" per la
Scuola di Ballo della Scala.
Nel 2001 inizia la collaborazione con Roberto Bolle, per il quale crea un assolo per il "Premio
Barocco 2001", trasmesso da Rai 1; una coreografia per "Notte di duelli e di magia", trasmissione
ideata da Vittoria Ottolenghi sempre per Rai 1; una coreografia per Roberto Bolle e Greta
Hodgkinson in occasione di una sfilata-evento per Ferragamo, tenutasi a Shanghai nel 2008
La J.A.S. ART è una Società e Associazione che opera nell’ambito artistico culturale e dello spettacolo pubblico e privato con produzioni artistiche create ad Hoc , Video Spot Commerciali , Produzioni Teatrali e Spettacoli e Show che hanno come base l’utilizzo della danza Classica e Contemporanea , con l’ausilio della propria compagnia .La Compagnia JAS ART BALLET nasce nel 2012 per iniziativa di Sabrina Brazzo Etoile Internazionale già Prima Ballerina del Teatro alla Scala di Milano ed Andrea Volpintesta Primo Ballerino Internazionale e Ballerino del Teatro alla Scala di Milano , entrambi ballerini di fama nonché direttori artistici della stessa , ed è composta da giovani e talentuosi danzatori italiani che partecipano a tutte le produzioni e gli spettacoli che hanno come base la danza classica ma che spaziano anche in chiave contemporanea e neoclassica .
Uno dei punti chiave e fine di questo progetto è dare totale attenzione e importanza a questi giovani danzatori , che sono accompagnati e seguiti nella loro crescita artistica e professionale non solo dai due artisti fondatori ma anche da altri artisti ospiti provenienti da realtà importanti del panorama della danza.
Parte di questo progetto è supportato da un team artisticamente qualificato di settore , coreografi, scenografi, costumisti, fotografi e maître de ballet .
L’obiettivo della compagnia è quello di avvicinare in particolare i giovani al mondo della danza e del teatro.
“L’uomo dal cervello d’oro” nasce da un’esperienza personale della coreografa Alessia Gatta. Era il 31 Luglio 1992 quando diciassettenne, assisteva al lancio dello space shuttle Atlantis, presso il KSC (Cape Canaveral – USA). Il ricordo apre a delle domande che si traducono in partitura corporea e musicale: Come ci si prepara ad essere autori di uno spettacolo del genere? Quale l’aspettativa di chi si ritrova coinvolto in un momento così unico senza una particolare preparazione scientifica se non il desiderio giovanile di conoscere? Il confine tra scienza e meraviglia diventa una coreografia che esplora il tempo, la materia e lo spazio. Architettura rigorosa e circolazione sanguigna. La tessitura coreografica prende il via dal semplice movimento di alzare la testa e guardare in alto, per poi svilupparsi attorno alla drammaturgia testuale di Marco Angelilli. Quest’ultimo si è basato sulle poesie di Wisława Szymborska per fornire ai danzatori un terreno di sperimentazione gestuale e vocale. Il risultato è una danza che sonda distanze e punti di incontro tra spazio e tempo, suoni e gesti, persone e linguaggi.
Lo spettacolo vanta infatti la collaborazione di diverse personalità artistiche: Il light designer Daniele Davino cura un allestimento scenico che si fa portavoce della dimensione rarefatta e sospesa cui la partitura coreografica rimanda. Le ambientazioni musicali sono affidate alla navigata band “Mokadelic”, nota al grande pubblico per aver composto la colonna sonora della serie Sky “Gomorra”. Per “l’Uomo del cervello d’oro” la band ha composto un tessuto sonoro animato da tinte post-rock, neo-psichedeliche e suggestioni ambient. Inoltre, l’artista visiva Viola Pantano ha realizzato una serie di opere fotografiche e installative che confluiranno in un progetto espositivo satellite allo spettacolo. Infine a suggellare la vocazione eclettica di quest’ultima produzione di Ritmi Sotterranei è la presenza di danzatori internazionali (Francia e Corea).
Guarda il trailerAlessia Gatta è una Performer e Coreografa.Dal 2002 ha intrapreso un percorso di produzione e sperimentazione coreografica fondando la compagnia [Ritmi Sotterranei] contemporary dance company. Alessia Gatta firma, per la [RITMI SOTTERRANEI] c.d.c. numerose produzioni teatrali come SOSPESO TRA LE CORRENTI (2008), L’OSPITE INQUIETANTE (2009), METAMORPHOSEON(2010), CEMENTO(2011) , MI ARRENDO (2012), A MAZON (2013), WELTFLUCHT (2014), CONVIVIO (2015). Parallelamente al progetto coreografico si occupa di formazione presso centri di formazione professionali come [MATRICE]N di Alatri, Opus Ballet di Firenze, Urban Dance Hdemy di Modena e in stage nazionali ed internazionali. Dal 2011 è docente del corso di “Performance Multimediale dell’Evento Moda” presso l’Accademia delle Belle Arti di Frosinone. E’ Direttrice Artistica del “TanzFest” di Alatri e del Festival “Raccordi” del Teatro dei Riuniti di Umbertide dedicati alla danza contemporanea.
Ritmi Sotterranei è una compagnia di danza contemporanea che si muove tra coreografia e performance. Nasce dall’idea di Alessia Gatta di mettere insieme un gruppo di artisti, con i quali dare forma a linguaggi espressivi di diverso tipo. Il punto di partenza è sempre stato pensiero/corpo/spazio. Pensiero inteso come concetto, coscienza, idee e desideri. Corpo inteso come insieme di funzioni dinamiche complesse. Spazio inteso come tutto ciò che ci circonda. Sin dalla fondazione nel 2002, Gatta ha creato produzioni di diverso genere; alcune di esse, come Sospeso tra le correnti (2008), Cemento (2011), Amazon (2013), Weltflucht (2014) e Convivio (2015) sono studiate per risiedere in contesti teatrali, altre necessitano di luoghi urbani che ne esaltino la vera essenza. È proprio questa particolare attenzione per lo spazio una caratteristica predominante nei lavori della coreografa. Le sue opere, infatti, devono parte della loro imponenza ai luoghi che le ospitano. Opere pensate come strutture sotterranee che lottano per emergere dal suolo. L’esigenza di sprofondare per, poi, slanciarsi verso alto, oltre le ostilità del quotidiano. Ad animare il percorso della compagnia infine, è un'attitudine alla collaborazione con altri linguaggi e personalità artistiche. Ritmi Sotterranei ha infatti lavorato con Quiet Ensamble, Viola Pantano, Giovanni Fontana e nell'ultima produzione con la band Mokadelic.
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“Labir Into” è una produzione coreografica che ripercorre il cammino interiore dell’uomo. Un percorso che ogni singolo sa di dover intraprendere per riscoprire la sua vera essenza. “Labir Into” è metafora di vita, lo specchio della nostra anima.Rappresenta la sfida della ricerca del più autentico se’: il centro del proprio labirinto personale. I danzatori oscilleranno tra il buio e l’etereo, in un contrasto di gesti ampi e movimenti spezzati, intervallati da suggestivi momenti di silenzio introspettivo. Verrano portate in scena le indagini più interne del proprio “io”: ne emergerà un
racconto viscerale e di scoperta di sé stesso.
Guarda il trailerDiplomata nel 2003 all' Accademia Nazionale di Danza di Roma. Dopo essersi trasferita a New York, nel 2008 si diploma al PTP al Martha Graham Dance Center. Nel 2009 entra a far parte della Martha Graham Dance Company e prende parte della produzione teatrale "Cercando Picasso", "Baccanti" e "Prometeo". Nel 2007 Caterina Rago fonda ufficialmente la Caterina Rago Dance Company (CRDC). Nel 2010 un tutto esaurito marca il debutto al Manhattan Movement and Arts Center di New York City. Nel 2013 CRDC debutta al MMAC la produzione di Fall in Autumn. Caterina ha recentemente ricevuto una Commissione Coreografica per il Steffi Nossen Dance Foundation e selezionata come Coreografa Emergente 2016 per il MET Dance Company in Houston, Texas. Ha recentemente debuttato Labir Into al NYLA in collaborazione con lo scenografo italiano Pier Paolo Bisleri. Continua in Italia e all'estero a divulgare la sua esperienza ed ha recentemente creato a Roma il programma "Tecniche Di Danza Moderna".
Caterina Rago Dance Company (CRDC) e' una compagnia di danza moderna, caratterizzata da un’ incredibile fisicità e forza che non teme di spingere oltre i confini emotivi e che trae ispirazione dall’unicità della terra dei contrasti per eccellenza: l’ Italia.
Grazie agli studi ed insegnamenti creativi di ogni membro, la CRDC riscopre la vulnerabilità del movimento, mirando al raggiungimento della conoscenza del sé. Condividendo la propria scintilla divina, lo scopo ultimo della CRDC è quello di ispirare nuove generazioni di danzatori a mantenere viva la loro vera fonte di luce.
Penelope Canti d’attesa
produzione ADARTE/VERSILIADANZA
Ideazione ,Coreografia e interpretazione: Paola Vezzosi
Produzione: ADARTE /VERSILIADANZA
Con il sostegno di Ministero per i Beni e le attività Culturali e Regione Toscana
La coreografia, nata all’interno del progetto internazionale dedicato a Susanne Linke a cura dell’Associazione Versiliadanza di Firenze, ha vinto il Primo premio Danz’è ed. 2009 a cura del Festival Oriente Occidente di Rovereto.
L’attesa dinamica incarna un’attitudine e un punto di forza profondamente connaturati all’indole della donna, creatura idonea per natura ad essere artefice e custode del processo di gestazione, attesa produttiva per eccellenza. Figura letteraria di riferimento è Penelope, donna che vive per anni nel dolore di un’assenza, ma nel progetto di una nuova vita, consapevole di dover trovare in se stessa e nella memoria degli anni passati la forza per difendere il presentimento di una felicità prossima che sa di meritare.
Accanto a Penelope altre donne che, eredi della sua forza, quotidianamente si conquistano il privilegio di coprire con fantasia ed azione lo spazio che c’è tra un giorno e un altro giorno, fra un anno e l’anno seguente.
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Paola Vezzosi è direttrice artistica di ADARTE.La sua formazione è segnata dall’incontro con Carolyn Carlson che l'ammette, a seguito di audizione internazionale, all’Accademia Isola Danza - Biennale di Venezia, dove studia con maestri di fama internazionale. Avvia la sua carriera di coreografa con progetti produttivi in stretta collaborazione con la stessa Carlson. Come danzatrice lavora per Susanne Linke, e Urs Dietrich. Nel 2009 vince, con l’assolo “Penelope Canti d’attesa” il primo premio del concorso coreografico Danz’è dedicato dal Festival Internazionale Oriente Occidente di Rovereto ai coreografi di nuova generazione.
Nel corso degli anni viene riconosciuto il pregio delle coreografie di Paola Vezzosi anche in ambienti istituzionali, tanto da venire scritturata come coreografa da Enti Lirici e Istituzioni Teatrali italiane di grande rilievo come: Fondazione Arena di Verona, Fondazione Maggio Musicale Fiorentino, Fondazione Teatro della Pergola
Compagnia ADARTE
La Compagnia ADARTE è impegnata nel promuovere la cultura in modo innovativo attraverso attività di produzione, formazione del pubblico, organizzazione di eventi culturali e attività didattica. ADARTE è sostenuta dalla Regione Toscana dal 2002, dal Ministero per i Beni e le Attività culturali dal 2006. Da anni svolge un lavoro capillare sul territorio toscano e italiano anche in collaborazione con alcuni enti locali come il Comune di Siena, Poggibonsi, S.Giuliano Terme (Pisa), Arezzo e Firenze, la Provincia di Arezzo e la Provincia di Trento.
Le produzioni della Compagnia hanno una circuitazione nazionale e internazionale ;vanta coproduzioni con varie Istituzioni e Associazioni tra cui:Festival Oriente Occidente di Rovereto, Fondazione Sipario Toscana La città del Teatro di Cascina (PI), Versiliadanza (Firenze), Timbre Teatro (Poggibonsi) etc.
La Compagnia dirige una rassegna di danza contemporanea presso il Teatro Rossini di Pontasserchio (Pisa) e il Festival di Danza Contemporanea in Spazi Urbani “Ballo Pubblico” (Poggibonsi-Siena).
La Compagnia ha rapporti stabili con Enti e istituzioni pubbliche: dal 2002 con la Fondazione Toscana Spettacolo, dal 2007 con l'Assessorato all'istruzione del Comune di Firenze.
Dal 2004 opera nel settore della disabilità in collaborazione con la ONLUS Vivere Insieme (Bagno a Ripoli FI).
Per la celebrazione del quarto centenario della scomparsa di William Shakespeare, la compagnia ALTRADANZA, propone “La tempesta” con regia e coreografie di Domenico Iannone. Opera profondamente caratterizzata dalle forti personalità dei protagonisti. Tematiche approfondite sono le ragioni e le credulità divinatrici. La ricerca testuale e musicale e lo studio dei soggetti protagonisti, sono concentrati sui personaggi di Prospero, Miranda, Calibano, Ferdinando e Ariel. La libertà dell’umano pensiero e la costrizione al potere. Gli estremi e assoluti sentimenti degli uomini, nei quali lo scrittore inglese, concentra l’attenzione del lettore e su di essi il dramma. Caratteristiche peculiarità del drammaturgo inglese che “scava” nei personaggi mettendo a nudo le reali e intrinseche debolezze degli animi. In questo contesto l’approfondimento e la trascrizione “muta” del racconto, necessita di approfondite ricerche sonore “legate” alla composizione di passi, legazione e figure che rendono “letteratura” il balletto. Il dispendio di pensiero per l’attività in corso di progettazione , ha la necessità di porsi di fronte uno “screen” di conoscenza storica della danza contemporanea cercando punti di transizioni temporali tra le compagnie che, della ricerca e della sperimentazione, hanno dal XX° secolo*, contraddistinto e mutato l’ordine preesistente della danza classica.
Guarda il trailerDomenico Iannone, nato a Bari il 7 luglio 1963, si diploma come Tesicoreo con il perfezionamento della Regione Puglia e il Ministero della Pubblica Istruzione. Direttore Artistico e Coreografo della Compagnia “AltraDanza”, docente di Danza Classica e Contemporanea in diverse scuole di Danza in Puglia e nel territorio Nazionale: , Direttore Artistico a Dell’Accademia Unika di Bari. Maestro Ospite presso l’Accademia Nazionale di Tirana, e presso L’A.I.D. di Roma. Direttore Artistico per il Festival MediterraneoDanza. Suoi allievi si sono Diplomati e frequentano prestigiose scuole Nazionali ed Internazionali quali; English National Ballet, Teatro alla Scala di Milano, San Carlo di Napoli, Opera di Roma, Alvin Ailey N.Y. John Cranko Schule Stuttgart. Ecole Supérieure De Danse De Cannes Rosella Hightower, Opera di Vienna. Come danzatore ha lavorato in produzioni come Schiaccianoci, Lago dei Cigni, Giselle, e altre opere contemporanee.
Domenico Iannone fonda la Compagnia AltraDanza con i propositi di fare sì spettacolo, ma soprattutto di fare del ballerino, un mestiere. La Compagnia AltraDanza, composto da uno staff di collaboratori, tutti provenienti dal passato di danzatori e quindi tecnici della danza, matura in circa trent'anni, le capacità artistiche e logistiche per la messa in scena di repertori contemporanei estrapolati dalle chiavi umanistiche che della letteratura colta, ne prende la loro drammaturgia. A tutt'oggi, la compagnia ha un background di forte spessore emotivo con opere di profonde tematiche sociali e spirituali. La compagnia è composta da solisti di alta tecnica classica. Questa scelta del coreografo e direttore Domenico Iannone, è mirata a far sì che la compagnia abbia caratteristiche di interpretazione e caratterizzazione delle trasposizioni dei personaggi da portare sulla scena. Qualità necessarie perchè la danza non è solo ballata, ma interpretata. La compagnia e il team organizzativo, con sede operativa a Bari, invita maestri coreografi e noti danzatori contemporanei, ad approfonditi masters che perfezionino e invitino gli allievi e i docenti stessi, alla ricerca continua di come la danza e le arti, sono in continua evoluzione fondendo culture e società nel presente globale.
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Sostegni, equilibri, simbiosi di corpi un’energia condivisa in dissonanza, l’esplodere di due entità che invadono la scena nella loro nuda essenza, profondamente umana. Sincronia, mutazioni in un discorso fisico e spaziale che dilata il movimento sfumando in una indefinitezza cinetica di un gesto che pare non arrestarsi.
Il rapporto dialogico fra i due interpreti basato su elementi fisici di intesa e conflitto, si svolge all’interno di uno scenario onirico e mitologico dove la figura umana si confonde con altre apparizioni antropomorfe, esponendo un catalogo di simboli riconoscibili o enigmatici. Le forme si succedono e si dissolvono per lasciare emergere un senso altro del movimento, dove anche ciò che sembra familiare si ritrova avvolto dall’indeterminatezza.
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Dopo il diploma presso L’English National Ballet, studia in numerosi centri di formazione contemporanea europei, da 5 anni collabora stabilmente con la compagnia Virgilio Sieni. Durante la sua carriera collabora con: Cristina Rizzo, Fabrizio Favale, Tino Sehgal, Paolo Bronstein, Ariella Vidach Laura Corradi, Paolo Mohovich, Gustavo Ramirez, Jacopo Godani, Eugenio Scigliano, RaymonSullivan, Daniele Ninarello, Antonello Tudisco , Raphael Bianco, Pascal Touzea.
Attualmente impegnato come autore con “Cosmopolitan Beauty” prodotto da CANGO_Centro di Produzione sui linguaggi del corpo e della danza e “We_Pop” commissionato dal Festiva Oriente Occidente di cui è aritista associato. Recentemente selezionato per “ResiDanceXL”-2017 progetto di sostegno alla creazione e nel progetto “Prove D’autore” della rete AnticorpiXl tramite cui lavorera per il Balletto di Roma, inoltre lavorera per l’accademia nazionale di danza di Roma, per il progetto Resi’AND.
VAN è un organismo di produzione della danza supportato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Nasce nel 2013 dall’incontro artistico e umano di Marco D’Agostin, Francesca Foscarini e Giorgia Nardin, che avevano da poco creato Spic & Span, spettacolo vincitore della Menzione Speciale al Premio Scenario 2011 e finalista al Concorso Internazionale delle Isole Canarie MasDanza 2012.
I tre coreografi hanno inteso creare una struttura che potesse consolidare sia il loro rapporto con il Veneto, regione di provenienza e primo luogo di incubazione dei loro nuovi progetti, sia la dimensione internazionale, che da sempre è importante punto di riferimento e ne caratterizza le modalità di creazione e di circuitazione.
VAN sostiene, produce e distribuisce gli spettacoli e le offerte formative dei tre autori, assieme a quelli della coreografa Camilla Monga e del giovane danz’autore Davide Valrosso.
Kurt Cobain, frontman della band Nirvana ha descritto il testo di Come As You Are come contraddittorio e confuso, dicendo che la canzone riguarda le “persone e come ci si aspetta che agiscano”. Questo progetto coreografico, creato con la collaborazione dell’artista visivo Jacopo Miliani, prende in prestito il titolo della canzone del 1991 usandolo come invito per il pubblico e per la danza che verrà messa in atto, che dilata e contrae quel momento di passaggio in cui si aggancia lo sguardo e si accede al movimento puro. Lo spazio semantico del testo della canzone viene decostruito nel lavoro di Miliani sotto forma di immagine e ricollocato sulla scena attraverso la produzione di 20 asciugamani di spugna bianchi e rossi dove le parole riemergono scomposte in una forma grafica, determinando nel movimento una trasformazione di relazioni con le liriche scritte da Cobain. La coreografia si sviluppa in due sezioni partendo da un flusso di movimento stratificato dalla schiena e traslato in forme e dinamiche. Nella seconda parte emergono le parole e il corpo assorbe l’immagine, creando un insieme di danze frammentate in un flusso cromatico nel quale la percezione seleziona un mondo, dove le cose si muovono o sono mosse.
Guarda il trailerJacopo Jenna è un coreografo, performer e filmaker che crea lavori per la scena, il video e per installazioni. La sua ricerca indaga la percezione della danza o la coreografia come pratica estesa. Laureato in Sociologia si approccia alla danza in età adulta formandosi presso Codarts (Rotterdam Dance Academy). Ha collaborato in Europa con compagnie stabili e progetti di ricerca coreografica tra i quali Virgilio Sieni, Anouk van Dijk, Kinkaleri. I suoi lavori sono prodotti da spazioK/Kinkaleri e per il 2016 sostenuti da Cango/Centro di produzione sui linguaggi del corpo e della danza. Negli ultimi anni ha presentato i suoi progetti presso Centrale Fies (finalista di LiveWorks Vol. 4 Performance Act Award), Mart-museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Contemporanea Festival, Pépinières européennes pour jeunes artistes/Jeune Création-Vidéo Cinéma (2014), Fabbrica Europa, LeMurate Progetti Arte Contemporanea, CROSS International performance award (2015).
Kinkaleri è un collettivo nato nel 1995 e composto da Massimo Conti, Marco Mazzoni e Gina Monaco. La riflessione sul linguaggio della performance portata avanti dal gruppo prende la forma di spettacoli, azioni, installazioni, video, sonorizzazioni, allestimenti e pubblicazioni. Nel 2002 la compagnia riceve il “PREMIO LO STRANIERO Scommesse per il futuro”, il PREMIO UBU per lo spettacolo
Dice Emmanuel Lèvinas che nel semplice incontro di un uomo con l’Altro si gioca l’essenziale, l’assoluto: nella manifestazione, nell’ epifania del Volto dell’altro scopro che il mondo è mio nella misura in cui posso condividerlo con l’Altro. Da questa tensione, da questa impossibilità di sottrarsi all’Altro, che il filosofo lituano chiama “asimmetria”, prende origine e si sviluppa il nuovo lavoro di Francesca Foscarini, Vocazione all’Asimmetria, un lavoro in forma di duo che si rivela cautamente, in un alternarsi di assoli e momenti insieme, di tempi per mostrarsi e di tempi per incontrarsi, di scoperta di quello che divide e di ricerca di quello che unisce e forma un Noi possibile.
I due danzatori, nel desiderio di essere con l’Altro ma anche nella resistenza ad annullarsi, nell’alternarsi di esserci e non esserci, di essere per sé e essere per gli Altri, accompagnano lo spettatore in una visione attiva e partecipata di una continua trasformazione di identità e di ruoli che si manifesta in quel tempo dell’accadere che è il presente, e attraverso lo sguardo, la voce, il farsi e il disfarsi della danza, svela, nasconde, rivela quell’alterità che sempre si cerca, che sempre ci sfugge.
Guarda il trailerFRANCESCA FOSCARINI, danzatrice e coreografa nasce a Bassano del Grappa (VI) nel 1982. Inizia da giovanissima la propria carriera di danzatrice, lavorando come interprete per R. Castello e nel 2009 inizia il suo percorso di autrice ottenendo diversi riconoscimenti. Nel 2015 le viene assegnato il premio Danzatrice dell'anno sulla Scena Contemporanea Positano Premia la Danza - Leonide Massine. Il premio arriva dopo il riconoscimento per il miglio solo al 17MASDANZA assegnato nel 2012 a Cantando sulle ossa e alla vittoria nel 2013 del Premio Equilibrio per l’Interprete, assegnatole per Grandmother, nato dalla collaborazione con S. Wiktorowicz. Il Premio le permette di scegliere un coreografo internazionale per la creazione di un nuovo solo; da qui incontro con Y. Godder e la nascita di Gut Gift. Firma nel 2016 il duo Vocazione all'Asimmetria, selezionato da Aerowaves Twenty17 e Good Lack. Attualmente lavora come interprete per A. Sciarroni in Folk-s e con Y. Godder in Two Playful Pink.
VAN è un organismo di produzione della danza supportato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Nasce nel 2013 dall’incontro artistico e umano di Marco D’Agostin, Francesca Foscarini e Giorgia Nardin, che avevano da poco creato Spic & Span, spettacolo vincitore della Menzione Speciale al Premio Scenario 2011 e finalista al Concorso Internazionale delle Isole Canarie MasDanza 2012.
I tre coreografi hanno inteso creare una struttura che potesse consolidare sia il loro rapporto con il Veneto, regione di provenienza e primo luogo di incubazione dei loro nuovi progetti, sia la dimensione internazionale, che da sempre è importante punto di riferimento e ne caratterizza le modalità di creazione e di circuitazione.
VAN sostiene, produce e distribuisce gli spettacoli e le offerte formative dei tre autori, assieme a quelli dei coreografi Camilla Monga, Davide Valrosso e Andrea Costanzo Martini.
Il solo ” Trop” esplora gli equilibri di potere che si creano, nell’atto performativo, tra il danzatore, il pubblico e un mondo esterno fatto di simboli e immagini che fanno la loro comparsa sul palcoscenico attraverso un loro canale particolare (una piccola televisione con zapping automatico).
La tensione tra questi elementi determina il movimento e l’azione sul palcoscenico.
Il performer è sempre il responsabile ultimo di ciò che avviene in scena oppure ci sono altre forze che entrano in gioco? E’ l’orchestratore della trama oppure è sotto il controllo di forze più grandi di lui?
E infine, è possibile che trovi intimità, pace e silenzio nonstante la pressione schiacciante dello spettacolo?
Questo pezzo è un breve viaggio attraverso una foresta intricata di messaggi e informazioni dove il corpo si impone come un’ancora, unica realtà tangibile fatta di volontà, bisogni e desiderio.
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Andrea Costanzo Martini è nato e cresciuto in Italia dove ha studiato balletto e danza contemporanea.Dopo qualche anno in Germania presso la Aalto Theater Dance Company, Andrea si trasferisce a Tel Aviv per unirsi all' Ensemble Batsheva, successivamente alla Batsheva Dance Company.
Tra il 2010 e il 2014 danza con il Cullberg Ballet in Svezia e con la Inbal Pinto & A. Pollack Dance Company. Dal 2013 comincia il suo percorso di coreografo. Riceve a marzo dello stesso anno il primo premio per coreografia e performance alla international Tanz Solo Competition Stuttgart e i suoi lavori "Occhio di Bue" e "What Happened in Torino" ottengono il secondo premio alla "Jerusalem Choreography Competition" nel 2016 e il premio del pubblico al "MASDANZA Festival" nel 2015. Tra il 2014 e il 2016 crea inoltre "TROP", "VOGLIO VOGLIA", "SCARABEO, angles and the void" e "Filthy guilty aaaAAAHHHH".
VAN è un organismo di produzione della danza supportato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Nasce nel 2013 dall’incontro artistico e umano di Marco D’Agostin, Francesca Foscarini e Giorgia Nardin, che avevano da poco creato Spic & Span, spettacolo vincitore della Menzione Speciale al Premio Scenario 2011 e finalista al Concorso Internazionale delle Isole Canarie MasDanza 2012.
I tre coreografi hanno inteso creare una struttura che potesse consolidare sia il loro rapporto con il Veneto, regione di provenienza e primo luogo di incubazione dei loro nuovi progetti, sia la dimensione internazionale, che da sempre è importante punto di riferimento e ne caratterizza le modalità di creazione e di circuitazione.
VAN sostiene, produce e distribuisce gli spettacoli e le offerte formative dei tre autori, assieme a quelli dei coreografi Camilla Monga, Davide Valrosso e Andrea Costanzo Martini.
Capita di essere in due posti nello stesso momento, di essere allo stesso tempo presenti e assenti, dentro e fuori. In bilico tra un altrove interiore, fugace e fragile, e il peso vitale della terra. Un po’ di distacco ci permette di guardare i nostri movimenti da fuori, di togliere peso, di attenuare il presente che per sua natura si trasforma continuamente in passato.
Allo stesso tempo, il distacco separa, crea distanza, dolore. Se il dolore della perdita di parti di noi non passasse, non si trasformasse in liberazione sarebbe insopportabile, dissolverebbe il nostro corpo in quiete totale. Il presente a cui cerchiamo di aderire è fugace quanto l’altrove in cui custodiamo i nostri più lontani pensieri?
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Caterina Basso (danzatrice e coreografa)
Nel 2006 viene selezionata per il corso di ricerca coreografica IFA di Polverigi, alla fine del quale presenta il suo primo lavoro coreografico. Dal 2007 collabora con ALDES e Roberto Castello, danzando in diversi spettacoli. Lavora anche con altre compagnie tra cui Motus, Laura Moro, Silvia Traversi. Nel 2009 inizia la collaborazione con Ambra Senatore per il duo Passo, che vince il Premio Equilibrio di Roma. Da allora è interprete e collabora alla creazione di Passo quintetto, Studio, A posto, Insalata al veleno, Petites Briques e Aringa Rossa che a febbraio 2015 è presentato con successo al Théatre de la Ville di Parigi. Nel 2013 entra a fare parte degli autori Aldes e crea il suo primo assolo Il volume com’era all’interno del progetto Prima Danza della Biennale di Venezia, che viene selezionato dalla rete Anticorpi XL 2014 e ottiene il premio come miglior solo al Festival Masdanza 2015. Nel 2016 debutta, al Festival Inteatro con il suo seco
ALDES è un'associazione di artisti e operatori culturali che dal 1993, sotto la direzione di Roberto Castello, produce e promuove opere di sperimentazione coreografica con particolare attenzione alle forme di confine fra danza e arti visive, danza e nuove tecnologie, danza e teatro, realizzando spettacoli, video, installazioni, performance e manifestazioni che hanno come oggetto il corpo, il movimento e la loro rappresentazione.
ALDES è un progetto politico, un esperimento di gestione responsabile della cultura e dell’azione artistica e del rapporto con il territorio. ALDES riunisce alcuni tra gli autori italiani di danza più significativi sperimentando modalità organizzative che mirino a sgravare gli artisti da ogni onere burocratico.
A partire dal 2008 ALDES, nella provincia di Lucca, cura il progetto “SPAM! rete per le arti contemporanee” ospitando residenze, una programmazione multidisciplinare di spettacoli, workshop, attività didattiche, incontri.
ALDES è sostenuta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo / Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo e da Regione Toscana / Sistema Regionale dello Spettacolo.
Gli autori sostenuti fino ad oggi: Roberto Castello, Ambra Senatore, Stefano Questorio, Irene Russolillo, Caterina Basso, Giselda Ranieri, Claudia Caldarano, Silvia Alfei, Massimiliano Barachini, Francesca Foscarini, Giorgia Nardin, foscarini:nardin:dagostin, Aline Nari e Davide Frangioni, Giacomo Verde e Francesca Zaccaria.
“Tutto solito. Nient’altro mai. Mai tentato. Mai fallito. Fa niente. Tentare di nuovo. Fallire di nuovo. Fallire meglio.” (S. Beckett)
JENTU è una creazione ispirata al “Don Quijote” di Miguel Cervantes. Nella riscrittura dell’opera cervantesca l’interesse per le gesta del protagonista e dei suoi compagni di viaggio (da Sancho Panza a Dulcinea) si è spostato sul senso che tali imprese possono ancora avere per noi oggi. Azioni senza lieto fine, inutili, consumate nella penombra di una stanza. Azioni capaci di prefigurare una nuova etica e un nuovo modello di eroe senza poteri speciali, senza gloria né squilli di tromba ad annunciarne la fragile umanità. I colori più accesi si diluiscono acquarellando la scena attraverso coreografie, soli e duetti, azioni e silenzi pervasi di un umore delicato. Si disegna con tratto leggero e sfuggente la figura di un eroe emblema di un’etica del fallimento che rilancia la sfida a provare di nuovo, daccapo, con coraggio. Che ci parla della capacità di cadere, di esistere persistendo nell’inseguire un ideale, il proprio, riscoprendo in ogni nuova avventura la meraviglia di farsi viaggio. Così i personaggi di JENTU. Esiliati da un tempo cui non corrispondono o da un luogo che gli è stato sottratto, sospesi, stranieri, abitano un paesaggio leopardiano che ha per soglia la resa, unico possibile luogo di appartenenza e senso.
Guarda il trailerStefano Mazzotta, coreografo e danzatore. Dopo una formazione in danza e teatro avviata in giovanissima età presso CTK (Lecce), prosegue gli studi presso la Civica Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” dove si diploma nel 2000. Ha lavorato con registi e coreografi tra cui L. Veggetti, I. Ivo, H. Koubi e A. Kaiser. Dal 2005, con la compagnia Zerogrammi, di cui è coreografo e direttore artistico, avvia un percorso creativo e produttivo il cui segno coreografico è fortemente ispirato dalla contaminazione di generi e dalla ricerca in ambiti e linguaggi artistici trasversali a quello coreutico e teatrale. Da tale mistura deriva una danza fluida ed evocativa, spezzata solo da forme e segni provenienti dal ricco vocabolario della gestualità quotidiana, che fonda le sue basi sulla ricerca di una leggerezza comunicativa di calviniana ispirazione, mappando un viaggio creativo che è ricerca (anche geografica e antropologica) di un’onestà comunicativa costruita sulle parole "urgenza e "necessità
Quella di Zerogrammi è una danza di piccoli gesti quotidiani, di dettagli minimi, invisibili, imperfetti che rivelano, pur nella loro inconsistenza, gli aspetti più profondi dell’essere umano. La costruzione del movimento è il frutto di osservazione, distorsione e ripetizione al limite del grottesco, degli aspetti più fragili, assurdi e contraddittori dei personaggi in scena: un piccolo tic, un’incertezza, una distrazione sono il punto di partenza di una narrazione essenziale e di immediata comprensione che ama sovvertire i significati, creare inediti punti di vista e suggerire allo spettatore nuove logiche del pensiero. Le creazioni e i progetti realizzati sono frutto di una ricerca multidisciplinare che ama sovvertire i significati e mescolare i linguaggi per poi tornare allo strumento del corpo, rigenerato da nuovi segni e contenuti, come principale tramite di espressione e comunicazione. Il prezioso confronto tra vocabolari differenti spinge l’attività di ricerca di Zerogrammi oltre le convenzioni di genere e incontro al valore della persona e del dialogo come elemento essenziale del fare teatro. L’intero bagaglio esperienziale che ne deriva è lo strumento con cui la compagnia torna alla costruzione del proprio lavoro artistico, rinnovandone il senso e l’urgenza. Zerogrammi è Organismo di Produzione della Danza diretto dal coreografo e danzatore Stefano Mazzotta e riconosciuto e sostenuto da Regione Piemonte e Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo.
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Concepito come un’anteprima al nuovo lavoro di compagnia 2017-2018 dal titolo CIRCEO, questo lavoro, nel voler mettere a fuoco l’andare verso un punto d’approdo, sia spettacolare che metaforico, verso un punto mitico/geografico chiamato Circeo, si ridisegna in una parabola di allontanamento fino a immaginare di toccare un altro punto geografico e altrettanto mitico: Hekla.
In un orizzonte esteso e privo di riferimenti, antartico, incantatorio, i danzatori affondano pienamente in un universo leggero e cangiante, fatto della pura ricercatezza e complessità del movimento, come in un ricamo senza fine. Nell’incertezza tra il mentale e il fattuale, il notturno e il diurno, i danzatori parlano un linguaggio che sembra non appartenere più a noi, ma un mare tempestoso.
Il lavoro presenta una ulteriore sequenza di azioni, che avvengono parallelamente alla struttura danzata, influenzandone costantemente il mood e le atmosfere spaziali. Queste azioni si articolano perlopiù ai lati della zona performativa, nella penombra o oscurità, e hanno a che fare con elettricità, con cambiamenti luminosi e bagliori, con l’uso di strumentazioni da vulcanologia, blocchi di ghiaccio, roccia, carbone, profili di animali non chiaramente identificabili… Queste azioni creano atmosfere che sono a metà strada fra qualcosa di basilare/arcaico e tecnologico/strumentale, che dall’ombra influenzano ciò che sostanzialmente è uno spettacolo basato sul puro movimento.
Guarda il trailerFull Scholarship presso American Dance Festival, Duke University USA 1990. Come danzatore riceve nel 1996 il “premio della critica come miglior danzatore italiano dell’anno”. Come coreografo nel 2011 la “Medaglia del Presidente della Repubblica al talento coreografico italiano”. Dal 1991 al 2000 è danzatore per la compagnia Virgilio Sieni. Nel 1999 fonda la compagnia Le Supplici. È ideatore di una serie di progetti indipendenti dedicati alla ricerca tra cui: Piattaforma della Danza Balinese per Santarcangelo Festival e Gamelan progetto interamente prodotto dal Festival Fabbrica Europa Firenze (entrambe i progetti sono co-ideati con i coreografi Michele di Stefano e Cristina Rizzo), “Circo Massimo” per Teatro Duse e “Le Supplici Youth Dance Art” 2017. Collabora con musicisti internazionali come Mountains, Teho Teardo, Daniela Cattivelli, Keith Fullerton Whitman.
Le Supplici è fondata da Fabrizio Favale nel 1999. Dagli anni successivi i suoi lavori sono invitati in importanti contesti della scena internazionale come La Biennale di Venezia, Suzanne Dellal Tel Aviv, Expo 2010 Shanghai, SIDance Seoul, Kitazawa Town Hall Tokyo, La RED Serpiente Messico, Santarcangelo Festival, Gender Bender Festival, Danae Festival Milano, Festival of Edinburgh, Internationale Tanzmesse NRW Dusseldorf ecc. I lavori UN RICAMO FATTO SUL NULLA e IL GIOCO DEL GREGGE DI CAPRE ricevono premi per la coreografia in Spagna, Germania e Serbia. Fra il 2005 e il 2007 realizza il progetto Mahabharata – episodi scelti, in una residenza triennale a cura di ERT, in cui collabora con Francesca Caroti, Roberta Mosca e David Kern (Forsythe Company) e con il gruppo Mk. Recentemente il lavoro OSSIDIANA è stato invitato alla Biennale de la Danse de Lyon 2016 e la produzione CIRCEO 2017/2018 è coprodotta da Théâtre National de Chaillot, Paris.
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Il papavero da oppio è il fiore consacrato alla dea della mitologia greca Demetra: solo
bevendone il nettare poteva alleviare il dolore per la terribile perdita della figlia.
Dormire era l’unica condizione per sopportare la realtà e sconfiggere l’incredibile sofferenza
della sua morte.
Il riferimento al mito della dea greca Demetra è l’idea ispiratrice alla base di questa
produzione, dal momento che il dolore alla base di questo lavoro è autentico, una vera
tragedia nata in un normale contesto di vita quotidiana.
Come lei anche la danzatrice protagonista di “Oppio” è invasa dallo stesso insopportabile e
straziante dolore. Cerca una via d’uscita. Ma la fuga è impossibile.
Oppio che le avvolge l’anima, leggero come una piuma, ma è solo un inganno,perchè al
risveglio la riconsegna alla gabbia della realtà.
Sul palco il dolore della perdita di un figlio, la tragedia più straziante per una madre. Ma se
Demetra poteva trovare sollievo bevendo il succo del papavero, nella vita questo rimedio è
fugace e momentaneo.
Nuda sulla scena, la danzatrice cerca di superare l’angoscia e la paura.
Con il dolore che resiste e persiste, nonostante tutto.
Francesca Selva è una coreografa di origine italo-francese. Dopo essere stata finalista al Prix de Lausanne nel 1977 viene scelta da Roland Petit e inizia a lavorare con il Ballet de Marseille partecipando a numerose produzioni(es: La Dame de Pique con Michail Baryshnikov, Notre Dame de Paris, Cyrano de Bergerac e Coppelia con Denys Ganio) Nel 1981 entra nella compagnia “Opéra du Nord” di Lille come prima ballerina. Dal 1986 al 1990, come étoile, entra nella Compagnia di Danza di Boris Tonin Nikisch (di cui sarà anche assistente coreografa) e per lei viene creato il balletto Sinfonia fantastica con Stéphane Fournial. In questo periodo partecipa a numerose tournées prodotte dall’International Ballet Centrum di M. Tietz lavorando con Sylvie Guillem e Rudolph Nureyev. Nei primi anni ’90 è in Messico (Balet Clasico Cabanas, Ballet di Lucy Arce e presso la Scuola di Ana Maria Jurado) e alla metà degli anni 90 ritorna in Italia dove fonda nel 1995 la sua Compagnia.
Francesca Selva fonda la propria Compagnia nel 1995 e debutta con successo al “Summer Festival” di Spalato. Dal 2002 la Compagnia è finanziata dalla Regione Toscana e dal 2003 è finanziata dal MIBACT che ne ha riconosciuto i meriti professionali ed artistici La Compagnia Francesca Selva/CON.COR.D.A. ha la propria residenza artistica presso il Comune di Pisa. Alcuni degli artisti con cui sono stati creati spettacoli sono: Boris Nikisch, la Compagnia Nazionale di Spalato, Mauro Pagani, Stephane Fournial, Sofiane Sylve, Colette Armand, (Scuola del Balletto di Marsiglia), Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano. La Compagnia ha realizzato diversi progetti artistici multimediali con: Brian Fox (USA), Tristan Sherif (Armenia), Sylvia Foti (Svizzera), Giovanni Mezzedimi e Alessandro Botticelli. Nel 2012 lo spettacolo “Sulle Labbra Tue Dolcissime” vince il Florence for Fringe e viene selezionato come rappresentante dell’Italia al Festival di Edimburgo. La Compagnia ha portato i suoi spettacoli in: Albania, Armenia, Belgio, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Cina, Croazia, Cuba, Cipro, Francia, Germania, Giappone, Israele, Kenya, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Scozia, Stati Uniti, Slovacchia, Taiwan, Turchia e Ungheria. Francesca Selva ha condotto masterclass a Roma, Milano, Firenze, Budapest (BDT), Tirana (Accademia delle Arti), Shanghai (Teatro Nazionale), Taipei (Ilan Dance Center), New York (Danspace Project), Tokyo e Kyoto.
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ALBUM parte da un concetto di base tanto semplice quanto rigoroso: coreografare un intero album di un gruppo rock come se fosse musica per balletto, un Lago dei Cigni la cui materia sonora è in questo caso opera dei Suicide, duo punk newyorkese degli anni 70. La puntina di un vecchio giradischi in scena percorre tutto il lato A, poi il lato B.
Il giradischi è la forza inesorabile che pilota il corpo e gli fa attraversare le sette tracce dell’album: sette ambienti, sette stanze che disegnano un universo ipnotico ed ineluttabile.
Il cuore del lavoro, la traccia n. 6 Frankie Teardrop, è stato definito uno dei brani più agghiaccianti della storia del rock: […] la voce straniata di Vega narra, attraverso sussurri e grida lancinanti, la storia dell’operaio Frankie che a un certo punto esplode e uccide la moglie e il figlio prima di suicidarsi. E’ unatto d’accusa contro la società dei consumi che annienta l’individuo nonché uno dei brani più agghiaccianti dell’intera storia del rock. […]
Hanno contribuito alla creazione di Album anche le Strategie Oblique, sistema di carte inventate da
Brian Eno negli anni Settanta per veicolare la creazione di un’opera d’arte. La prima carta estratta è stata: sii sporco.
Guarda il trailerInterprete e autore di danza e teatro, lavora come interprete con compagnie italiane e internazionali tra cui: Wim Vandekeybus, Studio Azzurro, Societas Raffaello Sanzio, Company Blu e altri. Dal 2001 collabora con la compagnia Aldes di R. Castello e partecipa come interprete e coautore alla decalogia Il Migliore dei Mondi Possibili (premio Ubu 2003), e altre creazioni come il recente In Girum Imus Nocte et Consumimur Igni (2015). Come autore ha firmato alcuni lavori tra cui Specie di Spazi con Valentina Buldrini (2006) e Le Cose (2008). Con Spartaco Cortesi ha avviato nel 2011 il progetto su D. Jarman The Angelic Conversation e il progetto musicale Play it again S. Nel 2011 collabora alle coreografie per la trasmissione Rai Vieni Via con Me. Nel 2013 partecipa alle video installazioni The Towers e Dance of Death di P. Greenaway. Attualmente è in tour con lo spettacolo interattivo per l'infanzia Pop Up Garden di TPO, con Go Down Moses di R. Castellucci, e In Girum di R. Castello.
ALDES è un'associazione di artisti e operatori culturali che dal 1993, sotto la direzione di Roberto Castello, produce e promuove opere di sperimentazione coreografica con particolare attenzione alle forme di confine fra danza e arti visive, danza e nuove tecnologie, danza e teatro, realizzando spettacoli, video, installazioni, performance e manifestazioni che hanno come oggetto il corpo, il movimento e la loro rappresentazione.
ALDES è un progetto politico, un esperimento di gestione responsabile della cultura e dell’azione artistica e del rapporto con il territorio. ALDES riunisce alcuni tra gli autori italiani di danza più significativi sperimentando modalità organizzative che mirino a sgravare gli artisti da ogni onere burocratico.
A partire dal 2008 ALDES, nella provincia di Lucca, cura il progetto “SPAM! rete per le arti contemporanee” ospitando residenze, una programmazione multidisciplinare di spettacoli, workshop, attività didattiche, incontri.
ALDES è sostenuta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo / Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo e da Regione Toscana / Sistema Regionale dello Spettacolo.
Gli autori sostenuti fino ad oggi: Roberto Castello, Ambra Senatore, Stefano Questorio, Irene Russolillo, Caterina Basso, Giselda Ranieri, Claudia Caldarano, Silvia Alfei, Massimiliano Barachini, Francesca Foscarini, Giorgia Nardin, foscarini:nardin:dagostin, Aline Nari e Davide Frangioni, Giacomo Verde e Francesca Zaccaria.
STUPOR parte da un’immagine pop: l’esibizione di Britney Spears agli MTV Video Music Awards del 2007, in cui si presentò manifestamente fuori forma psico-fisica, creando una sorta di sconcertante cortocircuito.
La presenza-assenza di Britney Spears, così brutalmente esposta e portata avanti fino alla fine, somiglia in qualche modo al senso di sfasamento e di stordimento di cui quotidianamente facciamo esperienza nella marea di input spesso schizofrenici che ci circondano e destabilizzano le nostre convinzioni.
Il nostro intento e’ isolare l’inadeguatezza di Britney Spears, renderla un “oggetto profanante”, contro il meccanismo mediatico dell’esposizione sempre e comunque, in riferimento a quanto dice Giorgio Agamben nel suo “Elogio della profanazione” e, attraverso i nostri corpi, vogliamo mettere davanti alle persone un’esigenza di un “nuovo uso” (ossia una materia attiva di trasformazione) di questo sfasamento.
Giocheremo con l’iconografia e l’immaginario della musica Pop, proponendo al pubblico dei corpi brutalmente fragili e “fuori luogo” che vogliono porsi con forza come questioni per una nuova consapevolezza e condivisione collettiva. Per questo utilizzeremo degli oggetti che “ostacoleranno” e trasformeranno le nostre danze, oggetti posizionati durante la performance dalla nostra stessa scenografa: una presenza “grezza” fra la vita e la scena, che creerà un ponte tra i performer e il pubblico, trasformando la trappola che lei stessa costruisce in un ponte che è richiesta di “oltrepassare”, “evadere”, “profanare”. La scena quindi sarà una trappola e contemporaneamente una “possibilità” di emersione effettiva attraverso un corpo diverso (mutato, distorto, spalmato, appoggiato e incuneato nello spazio) di uno stato di “impossibilità”, indispensabile per proporre una condizione di stupor. Ne facciamo una “materia viva” in una danza che vuole tentare di essere un rito collettivo, esattamente come lo sono i riti religiosi.
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Giordano Novielli si forma presso la Theaterschool, dove completa il corso
di laurea in Moderne TheaterDans. Danza con la compagnia Dansgroep de Meekers di Arthur Rosenfeld, danzatore storico di Pina Bausch, in progetti di Hans Hof Ensemble, Ninke Reehorst e Fabian Galama da Ultima Vez di Wim Vandekeybus , oltre che in collaborazioni con la regista Leela May Stokholm. In Italia, danza in progetti di Mario Piazza e di Benedetta Capanna, con le compagnie Arsmovendi e Superdiverso/DMA, ed in diverse produzioni del Teatro dell’Opera. Partecipa al progetto “Destroy//” di Dance Elixir (USA/PA)
Lorenzo Giansante inizia la sua esperienza teatrale con laLut. Danza con MAddAI
di Simona Lobefaro. Nel 2010 realizza la regia di Oggi, un’incursione performativa
in spazi urbani. Nel 2010 è finalista al Premio NET di Roma con la performance
Tourist, che poi replica al Kollatino Underground e al Teatro Studio Uno dUno di Roma.
Nel 2012 realizza la performance CONDOMINIUM con varie tappe in Italia
Excursus, “digressione”, come simbolo del discorso coreografico di Ricky Bonavita, delle sue atmosfere rarefatte, della gestualità che ispirandosi al quotidiano è trasfigurata in surreale e stilizzata espressione. Il vasto repertorio della compagnia, protesa verso la creazione contemporanea, dà spazio alla ricerca di un formalismo astratto, alla creazione di universi onirici e simbolici e all’esplorazione dei rapporti interpersonali.
Con la compagnia fondata nel 1994 Ricky Bonavita dà corpo ad una propria visione coreografica e stilistica rinnovandosi annualmente attraverso produzioni e collaborazioni artistiche in un percorso creativo fecondo, fino ad oggi aperto al nuovo. Excursus è sostenuta dal MIBACT – produzione danza Art. 26 comma 1 ed ha riunito nel tempo anche un gruppo di coreografi affini per la qualità professionale dei propri progetti e per una ricerca artistica focalizzata sulla danza e sul corpo come mezzi espressivi, teatrali e poetici. In collaborazione con partner pubblici e privati Excursus è distribuito in Italia, nella Comunità Europea e oltre.
Le produzioni destinate a teatri e spazi scenici tradizionali sono affiancate da progetti di danza urbana, e in collaborazione con ASL e strutture convenzionate da progetti di danza sociale o di comunità.
Attualmente la compagnia produce i lavori di sette coreografi. Maggiori informazioni: www.excursus.it
ANGEL – Indagine sui generis tra i sonetti di William Shakespeare
Angel è un trio al femminile ispirato al personaggio al centro di molti sonetti di William Shakespeare, il Fair Youth. Il lavoro coreografico sviluppa la trasformazione come gioco. Gioco libero come lo è il movimento tra le identità, le parti, i valori e i generi.
Il bel giovane-Fair Youth è il principale personaggio della raccolta dei sonetti di Shakespeare ed è s/oggetto di un amore “ispirato e profondo” che irrompe con la sua qualità indecifrabile. La sua essenza è piacevole e sfuggente, come lo è la Grazia. Una qualità sensuale piana e luminosa che a volte però volge in ombre inquiete.
Master-mistress of my passion, ”padrone-padrona della passione amorosa”, questa figura è la pacificazione che regna al centro di ogni conflittualità, Till my bad angel fire my good one out, “finché l’angelo cattivo non avrà arso quello buono”.
Così il Fair Youth rimanda a un archetipo di grande fascino, l’androgino, essere superiore, anelito e desiderio per entrambi i sessi: Which steals men’s eyes and women’s souls amazeth, colui “che ruba gli occhi degli uomini e le anime delle donne stupìte”.
Un terreno di scontro tra primordiali diritti, insinuanti pregiudizi e ipocrisie come già nell’epoca elisabettiana, quando giovani attori interpretavano personaggi femminili. Un tema etico e culturale, attualmente oggetto di grande dibattito.
Le musiche di “Angel” sono originali, realizzate appositamente per lo spettacolo. Le canzoni e le sonorità, che danno corpo ai Sonetti di Shakespeare toccano differenti scansioni ritmico/vocali, dalla Beat alle melodie pop, al Rap. Il soundscape realizzato è parte integrante della scena, svela e cambia l’azione seguendo una modalità poetico/narrativa assimilabile a quella di uno storyteller che scandisce e misura la rappresentazione ma anche la sconvolge.
co-produzione Company Blu / ALDES
realizzata con il sostegno di MiBACT e REGIONE TOSCANA
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Coreografa, danzatrice, vocalista.
E’ attiva da oltre 25 anni nel panorama della danza contemporanea in Europa e Stati Uniti.
Dopo aver conseguito una formazione tradizionale di danza moderna e classica all'Università di Utah dal 1979 al 1982, lavora in Europa. Dall’83 è parte di Group/O di Katie Duck (I), collabora a tre produzioni con Company Gaby Agis (UK) nel 1987 e nel Film diretto da Bob Bentley nel 1988, è con Company Hamilton (UK, NL) nel 1993 e nello stesso anno con Parco Butterfly (I). Nel 1994 lavora con Sasha Waltz and Guests (D) alla prima produzione Twenty to Eight – Travelogue I replicato estensivamente in Europa e negli Stati Uniti fino al 2001, ripreso poi a Berlino (2008) e Parigi (2009).
Nel 1989 fonda Company Blu insieme ad Alessandro Certini e ne è co-direttrice e coreografa.
http://www.companyblu.it/compagnia/compagnia.htm
Alessandro Certini e Charlotte Zerbey conducono la loro ricerca tecnica e artistica in nord Europa a partire dal ‘79 per poi fondare nel 1989, in Italia, la compagnia di danza contemporanea Company Blu.
Il percorso artistico della compagnia va dalla produzione di spettacoli alla ricerca coreografica, dall'improvvisazione alla didattica. Company Blu è da anni ospite in residenza presso il Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino e, col triennio 2013-2015 è capofila del progetto TRAM (Teatro di Residenza Artistica Multipla) sostenuto dalla Regione Toscana e dal Comune di Sesto Fiorentino.
La Compagnia ha presentato il proprio lavoro in festival e teatri quali: Rotterdam Festival, Dance Umbrella Londra, Uthrect Festival, Purcell Room Queen Elizabeth Hall Londra, International Tanz Festival Freiburg, Teatro Nacional de Caracas, Biennale Danza di Venezia, Piccolo Teatro di Milano, Teatro Comunale di Ferrara, Reggio Emilia Teatri. Localmente è presente in teatri e rassegne quali: Festival di Castiglioncello, Fabbrica Europa, Cango Firenze, Teatro Studio Scandicci, Teatro Manzoni Pistoia, Teatro della Limonaia tra gli altri. Company Blu ha ricevuto il premio coreografico Danza&Danza e il Premio IMAIE per la pubblicazione Shoptalk.
http://www.companyblu.it/compagnia/compagnia.htm
Il mio nome è Xebeche “colui che parla ad alta voce senza dire nulla”. Preferisco essere chiamato Nessuno.
Jim Jarmush, Dead Man (1995)
Attraverso la negazione dell’identità, la sua scomparsa, il suo limarne i confini, il problema fondamentale è quello di produrre inconscio e, con esso, nuovi enunciati, altri desideri.
Gilles Deleuze / Felix Guattari, Millepiani
[…] rigoroso, impassibile nel perseguire la propria ricerca senza sbavature, […] le ripetizioni di frasi dinamiche, gli “a capi” e i raggruppamenti pulviscolari sono disposti con non comune accortezza in relazione o in aperto battibecco con lo spazio che li attrae e li rigetta. […]
Marinella Guatterini, Il sole 24 ore
Per la prima volta, Nanou si confronta con la struttura coreografica dell’ottetto attraverso il procedimento rigoroso di una strategia creativa, giocata sulla formalizzazione della figura e del recinto che la perimetra Il corpo è forma antropomorfica inevitabilmente in conflitto con il recinto geometrico. La geometria del recinto assume l’esperimento retorico della perfezione, in quanto funzionale allo scatenamento prodotto sulla figura interna spaesata in un centro impossibile. La struttura coreografica è una continua mutazione che segue diversamente il passaggio del corpo e la trasformazione che questo da al luogo. Un infinito piano sequenza che si intreccia e si riversa su se stesso fino a diventare nodo e quindi a scoppiare.
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Marco Valerio Amico: diplomato nel 2001 presso la Civica Scuola di Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Dal 1998 al 2001 studia con Monica Francia e con Michele Di Stefano.
Dal 2001 al 2003 danza per la compagnia Monica Francia.
Nel 2002 è interprete in Iliade, premio Ubu 2003, del Teatrino Clandestino di Bologna.
Dal 2003 al 2004 fa parte del gruppo di lavoro Acquario 03, coordinato da Michele Di Stefano.
Nel 2005 danza per MK nello spettacolo Real Madrid.
Nel 2004 fonda gruppo nanou insieme a Rhuena Bracci e Roberto Rettura.
Rhuena Bracci: pratica ginnastica artistica a livello agonistico dal 1982 al 1999. Dal 1999 al 2001 studia con Monica Francia e Michele di Stefano.
Dal 1999 al 2004 danza per Monica Francia.
Dal 2001 al 2004 lavora con il Teatro della Valdoca.
Dal 2003 al 2004 fa parte di Acquario 03.
Nel 2004 fonda gruppo nanou.
Nel 2005 danza per MK nello spettacolo Real Madrid.
GRUPPO NANOU nasce a Ravenna nel luglio del 2004 come luogo di incontro dei diversi linguaggi e sensibilità che caratterizzano la ricerca artistica di Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci e Roberto Rettura. In questo contesto il corpo, il suono e l’immagine trovano un linguaggio comune nella coreografia, dando vita ad un’opera organica. gruppo nanou concentra la propria ricerca sul corpo, inteso come: corpo sonoro, corpo/oggetto, corpo/luce, elementi che si situano sullo stesso piano del corpo del performer, il quale diviene segno tra i segni. Di conseguenza la coreografia è assunta come linguaggio comune alle diverse specializzazioni artistiche che dialogano sulla scena. Vi è una coreografia dell’immagine, il cui movimento è dato da un peculiare utilizzo della luce, ed una coreografia del suono, che non solo accompagna, ma suggerisce e talvolta svela la direzione stessa del corpo e del movimento. L’immagine ricerca un altrove, in grado di sottrarre gli oggetti del reale all’oggettività di cui godono, lasciare fuori scena l’azione che funge da movente per osservare ciò che resta (l’indizio) o ciò che si dona come dato di fatto, carico di mistero, con lo scopo di riconoscere nei luoghi della quotidianità e dell’intimità quella piega da cui deflagra il dato conturbante.
Le produzioni hanno attraversato piazze importanti quali: Fabbrica Europa, Santarcangelo Festival of The Arts; Teatro Comunale di Ferrara; Drodesera; Operaestate; Les Brigittines; Unidram; Nu Dance Fest
Bevilacqua e Diana s’incontrano per studiare il narcisismo. Mettono insieme la loro capacità visionaria per solleticare un argomento tanto attuale quanto controverso della cultura del nostro tempo. Vedere nell’altro un riflesso di sé stessi, contemplarsi in chi ci sta davanti come se fosse uno specchio, frugare in esso per afferrare la propria anima. Volere e pretendere tutto di sé stessi, con il rischio di auto-violentarsi e auto-manipolarsi ma anche di violentare e manipolare qualcuno che in realtà è altro da noi. È una riflessione sulle azioni compiute perché di moda, sul mettere da parte gli affetti col solo scopo di risaltare la bellezza esteriore. Non c’è profondità, azione o rivoluzione in tali gesti vuoti, solo l’amarezza e l’insoddisfazione di un rapporto mancato, di un piacere immediato consumato in solitudine. Due sono le figure di riferimento: Narciso e la ninfa Eco, incapaci di instaurare una relazione; Narciso ama sé stesso, Eco ama Narciso ma è ridotta da Era a voce incomprensibile e ripetitiva. Il suono e l’immagine sono un vuoto riflesso e si specchiano all’infinito, dal mito ai contemporanei selfie. NARCISO_IO dimostra quanto sia difficile e letale conoscere realmente sé stessi. È il dramma di tutti i tempi, il dramma di ogni artista di teatro che non potrà mai vedersi quando si affaccia, e si specchia, alla propria opera.
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Leonardo Diana studia con Carolyn Carlson, Susanne Linke, Richard Haisma, Julien Hamilton, Franco Di Francescantonio, Gabriella Bartolomei e Simona Bucci. Dal 2003 lavora come danzatore, dal 2006 come coreografo con Versiliadanza. Nel 2004 danza per Susanne Linke. Nel 2009 lavora come danzatore nel Teatro Stabile di Bremen, con Urs Dietrich e Tero Saarinen. Nel 2011 e 2012 è finalista del Premio Equilibrio per la Danza. Nel 2013 fonda il Collettivo CLAK-Teatro Contagi. Dal 2004 fa parte della compagnia di Teatro di Figura diretta da Claudio Cinelli.
Marta Bevilacqua, danzatrice e coreografa, studia all'Accademia Isola Danza di Venezia, sotto la direzione di Carolyn Carlson (2001); dal 1998 collabora con la Compagnia Arearea. Lavora con Adarte, Aldes, Balletto Civile, Ersilia Danza, Naturalis Labor, TPO, CSS e insegna stabilmente danza contemporanea presso la Civica Accademia d’arte Drammatica Nico Pepe di Udine.
Versiliadanza, fondata nel 1993 da Angela Torriani Evangelisti, è un organismo professionale di produzione di danza riconosciuto da Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Direzione Generale Spettacolo dal Vivo, Regione Toscana, Comune di Firenze e sostenuta dall'Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Negli anni ha ospitato e collaborato con artisti di fama mondiale come Antonio Tabucchi, Susanne Linke, Urs Dietrich, Bob Wilson, Luciana Savignano, Paco Decina, Igor Mitoraj e strutture come il Festival La Versiliana, l’Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij, Festival Fabbrica Europa, Rencontres Chorégraphiques Internationales de Bagnolet Seine Saint Denis, Small Theatre/NCA e Ambasciata d'Italia a Yerevan (Armenia). Dal giugno 2012 è residente presso il Teatro Cantiere Florida di Firenze, di cui Angela Torriani Evangelisti è responsabile artistica per il settore danza. Nel 2013 ha ottenuto il riconoscimento della Regione Toscana quale Centro Regionale per la Danza.
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SDD si ispira a quattro capolavori di William Shakespeare: Amleto, Otello, Macbeth e Re Lear. Il regista armeno Vahan Badalyan e la coreografa italiana Angela Torriani Evangelisti, presenta uno spettacolo che vuole essere una galleria di personaggi Shakespeariani attraverso i linguaggi del teatro e della danza. SDD è un viaggio polifonico e surreale nei quattro drammi di Shakespeare e gioca tra i vari parallelismi delle figure principali.
«Una serie di impressioni shakespeariane, senza soluzioni di continuità, in cui con dissolvenza si passa da una storia all’altra sfiorandone le affinità e le variazioni».
Silvia Poletti – Danza&Danza
«Tra torve musiche, il marchingegno, stritolante e a fisarmonica, regge. Il corpo, con tutti i suoi dettagli appiccicati l’uno all’altro, inzuppa la parola».
Marinella Guatterini – Sole 24 Ore
Guarda il trailerAngela Torriani Evangelisti studia danza classica con Erna Bonk. Si perfeziona con Benedicte Billiet, Malou Airaudo, Dominique Mercy. Danzatrice, coreografa, direttrice artistica di Versiliadanza dal 1993, ha collaborato con artisti come Antonio Tabucchi, Susanne Linke, Urs Dietrich, Micha Van Hoecke, Luciana Savignano, Igor Mitoraj, Jane Campion, Avion Travel, Eugenio Scigliano e strutture come Festival La Versiliana, Centre pour les Oeuvres chorégraphiques de Bagnolet Seine Saint – Denis, Teatro Comunale di Firenze, Festival Fabbrica Europa. Vahan Badalyan, giovane regista classe 1980, è considerato il miglior protagonista della scena teatrale armena. E' stato docente dell'Istituto del Cinema e del Teatro di Yerevan, da alcuni anni dirige la compagnia e teatro Small Theatre/ National Centre of Aesthetics. Versiliadanza ha invitato il suo Diary of a Madman nel novembre 2007 a Firenze, presentando per la prima volta in Europa la compagnia armena.
Versiliadanza, fondata nel 1993 da Angela Torriani Evangelisti, è un organismo professionale di produzione di danza riconosciuto da Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Direzione Generale Spettacolo dal Vivo, Regione Toscana, Comune di Firenze e sostenuta dall'Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Negli anni ha ospitato e collaborato con artisti di fama mondiale come Antonio Tabucchi, Susanne Linke, Urs Dietrich, Bob Wilson, Luciana Savignano, Paco Decina, Igor Mitoraj e strutture come il Festival La Versiliana, l’Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij, Festival Fabbrica Europa, Rencontres Chorégraphiques Internationales de Bagnolet Seine Saint Denis, Small Theatre/NCA e Ambasciata d'Italia a Yerevan (Armenia). Dal giugno 2012 è residente presso il Teatro Cantiere Florida di Firenze, di cui Angela Torriani Evangelisti è responsabile artistica per il settore danza. Nel 2013 ha ottenuto il riconoscimento della Regione Toscana quale Centro Regionale per la Danza.
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