Le conversazioni sono le sedici interviste agli autori che saranno a NID Platform e che pubblicheremo da luglio a settembre. Intervista a cura di Lisa Cadamuro, NID Platform staff Com’è nata e di che cosa parla la vostra performance A room for all our tomorrows? A Room For All Our Tomorrow è il […]
Le conversazioni sono le sedici interviste agli autori che saranno a NID Platform e che pubblicheremo da luglio a settembre. Intervista a cura di Lisa Cadamuro, NID Platform staff Com’è nata la performance R. OSA? R. OSA è una performance che è nata dalla passione per i corpi rotondi, per le forme curve […]
Le conversazioni sono le sedici interviste agli autori che saranno a NID Platform e che pubblicheremo da luglio a settembre. Intervista a cura di Lisa Cadamuro, NID Platform staff Il suo lavoro, Trigger, fa parte del più ampio progetto Pratiche di abitazione temporanea. Di che cosa si tratta? Nel 2015 Virgilio Sieni mi […]
martedì 26 settembre 2017, ore 20.30 – proiezione
di Wim Wenders
con Con Pina Bausch, Regina Advento, Malou Airaudo, Ruth Amarante,
Rainer Behr, Andrey Berezin, Damiano Ottavio Bigi, Bénédicte Billet,
Ales Cucek, Clementine Deluy, Josephine Ann Endicott, Lutz Förster
documentario, durata 100 min — Germania 2011
Visione introdotta da Lisa Parolo, studiosa di Arti Visive, Università degli Studi di Udine e Marta Bevilacqua, danzatrice e coreografa
Nel 1985 Wim Wenders vede per la prima volta “Café Müller”, nel quale la coreografa tedesca capofila del teatrodanza, Pina Bausch, danza per 40 minuti insieme ai suoi ballerini sulla musica di Henry Purcell.
Ne nasce un’amicizia lunga vent’anni e il progetto di un film insieme, che comincia a concretizzarsi nel 2008 con la scelta del repertorio da filmare ma s’interrompe un anno dopo, con la morte della stessa Bausch. Wim Wenders, però decide di riprendere il progetto, portando i componenti dell’ensemble di Wuppertal in locations industriali o naturali che danno nuova vita ai passi di danza. Completano il film le interviste alle persone che hanno ballato con Pina.
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martedì 3 ottobre 2017, ore 20.30 – proiezione
di Ivan Gergolet.
Con Maria Fux, Martina Serban, Maria José Vexenat, Marcos Ruiz, Macarena Battista, Diana Martínez
Documentario, Durata 75 min. – Italia, Argentina, Slovenia 2014
Visione introdotta dal regista Ivan Gergolet e Marta Bevilacqua
Maria Fux ha 93 anni. Ancora danza e insegna a danzare. Il suo metodo, nato nel 1942 vedendo una foglia staccarsi da un albero e muoversi al vento, attira nella sua casa-studio di Buenos Aires persone da tutto il mondo. Secondo Maria Fux non è solo seguendo la musica che si danza, ma imparando a seguire il proprio ritmo interno. Dunque tutti possono farlo. Trasformare i limiti fisici in una risorsa è diventata la sua missione e le ha permesso di cambiare la vita di molta gente: a chi non può camminare, a chi non vede, ai ragazzini down Marcos e Macarena. Il regista goriziano osserva l’artista al lavoro, ospite nel suo mondo.
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Con Soko, Gaspard Ulliel, Melanie Thierry, Lily-Rose Depp, François Damiens, Louis Garrel, William Houston, David Bowles, Louis-Do de Lencquesaing, Petra Buckova, Charlie Morgan, Denis Menochet
Biografico, durata 108 min. – Francia 2016
Visione introdotta da Marta Bevilacqua
Loïe Fuller, tra un’audizione e una delusione trova il gesto che cambierà la sua vita e la condurrà dall’altra parte dell’oceano. Inventa una danza impalpabile e illuminata da effetti cromatici: la danza Serpentine. Prima performeuse della storia, cerca spazi espressivi, sprofondata dentro un mare di seta e attrezzata con lunghe bacchette. Dall’America all’Europa, diventa un’icona della danza del ventesimo secolo. Il film ha ottenuto 5 candidature e vinto un premio ai Cesar.
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martedì 17 ottobre 2017, ore 20.30 – proiezione
di Lars von Trier.
Con Catherine Deneuve, David Morse, Björk Gudmundsdóttir, Peter Starnmare, Peter Stormare
Musical, durata 140 min. – Danimarca 2000.
Visione introdotta da Lisa Parolo e Marta Bevilacqua
Selma lavora alacremente, senza badare alla stanchezza, per racimolare il denaro sufficiente a far operare agli occhi il figlio adolescente, affetto dalla sua stessa malattia. Quando scoprirà che il denaro le è stato rubato e non c’è più nulla da fare, non le resterà che alleviare il dolore rifugiandosi nel suo mondo di suoni e balli. Lars von Trier omaggia i differenti periodi del musical già a partire dal titolo, lo stesso di un numero di Spettacolo di varietà di Vincent Minnelli. Fondamentale l’apporto della musicista islandese Björk, anche autrice della colonna sonora, insignita del premio per la migliore interpretazione femminile al 53° Festival di Cannes, lo stesso in cui il film ricevette la Palma d’oro dalla giuria.
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Kinemax di Gorizia, lunedì 16 ottobre 2017, ore 15.00 – incontro con proiezione
Conversazione con la coreografa e danzatrice Daša Grgič e il regista Luca Quaia in compagnia di Enrico Coffetti
video selezionati dall’archivio Cro.me – Cronache e Memorie dello Spettacolo.
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Kinemax di Gorizia, martedì 17 ottobre 2017, ore 15.00 – incontro con proiezione
Conversazione con l’autore e regista Gianni Di Capua in compagnia di Roberto Calabretto
Il progetto documentario del settore danza della Biennale di Venezia realizzato da RAI SAT S.p.A. a cura di Gianni Di Capua durante lo storico quadriennio 1999-2002 diretto dalla danzatrice e coreografa americana Carolyn Carlson. In collaborazione con RAI Teche
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a cura di Simone Pacini/fattiditeatro
Gorizia, 18/22 ottobre 2017
#Comunicadanza è un progetto di sviluppo e coinvolgimento del pubblico della danza contemporanea. Proponiamo un laboratorio teorico-pratico per far vivere la vetrina anche alla città di Gorizia! I partecipanti saranno inizialmente formati sull’utilizzo attivo dei social media (Facebook, Instagram Twitter, Snapchat ecc.), in seguito diventeranno “social media reporter” dell’evento, raccontando i dietro le quinte degli spettacoli, i luoghi che li ospitano e le persone che li realizzano. Sarà un’occasione divertente per conoscere meglio le nuove tecnologie e raccontare la propria esperienza in rete, utilizzando l’anima ludica e l’immediatezza dei social, ma anche per acquisire competenze per migliorare le proprie attività online.
Il workshop è rivolto a spettatori, studenti, blogger e operatori culturali.
Requisiti: smartphone con connessione autonoma, canale Instagram e/o Twitter attivo
Tra gli argomenti trattati:
Oltre alla parte teorica, il gruppo parteciperà agli eventi di NID Platform 2017.
18 ottobre
ore 15-19 workshop
ore 19 brindisi 2.0 di inizio
19 ottobre
ore 10-13 workshop
dal pomeriggio incursioni 2.0 tra gli eventi di NID Platform
20 ottobre
ore 10-11 workshop
ore 11.30 partecipazione alla tavola rotonda “La danza in video tra grande e piccolo schermo: quali prospettive?”
dal pomeriggio incursioni 2.0 tra gli eventi di NID Platform
21 ottobre
ore 10-13 workshop
dal pomeriggio incursioni 2.0 tra gli eventi di NID Platform
22 ottobre
ore 10.00-13.00 workshop
dal pomeriggio incursioni 2.0 tra gli eventi di NID Platform
SIMONE PACINI
Simone Pacini si occupa come consulente free lance di comunicazione, formazione e organizzazione in ambito culturale. Nel 2008 concepisce il brand “fattiditeatro” che si sviluppa trasversalmente imponendosi come forma di comunicazione 2.0. I suoi laboratori e le sue partnership che mettono in relazione performing arts e nuovi media sono state realizzate in 16 regioni. Dal 2015 crea progetti e tiene lezioni e workshop di “social media storytelling” per lo spettacolo dal vivo.
Costo d’iscrizione:
€ 85,00 intero
€ 65,00 ridotto studenti universitari
L’iscrizione comprende: il Kit di benvenuto; l’accesso a tutti gli spettacoli fino ad esaurimento posti; l’accesso ai tavoli tematici e alle attività collaterali; l’accesso al Punto d’incontro Santa Chiara; i pranzi con gli operatori e gli artisti.
Info e iscrizioni:
a.Artisti Associati Soc. Coop.
via Carducci, 71
34170 Gorizia
Tel. 0481 532317
Mail. ufficiostampa@artistiassociatigorizia.it
Simone Pacini si occupa come consulente free lance di comunicazione, formazione e organizzazione in ambito culturale. Nel 2008 concepisce il brand “fattiditeatro” che si sviluppa trasversalmente imponendosi come forma di comunicazione 2.0. I suoi laboratori e le sue partnership che mettono in relazione performing arts e nuovi media sono state realizzate in 16 regioni. Dal 2015 crea progetti e tiene lezioni e workshop di “social media storytelling” per lo spettacolo dal vivo.
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Gorizia, Kulturni center Lojze Bratuž, Giovedì 19 ottobre 2017 ore 16.00
“Quando la nostra età è tuttavia tenera, egli confonde la sua voce con la nostra, e dei due fanciulli che ruzzano e contendono tra loro, e, insieme sempre, temono, sperano, godono, piangono, si sente un palpito solo, uno strillare e un guaire solo” – Giovanni Pascoli
Re-Garde è uno spettacolo di danza contemporanea che indaga sul senso della vista: dimensione innocente e pulita di uno sguardo che si posa sulle cose e che sa ironicamente divertirsi con la vita. Un’osservazione da fanciullo pascoliano, priva di qualsiasi condizionamento e libera di potersi esprimere ed affermare. In scena due uomini, specchio delle loro proiezioni, sono pronti a subire o ricevere, a dare o perdere, a essere manipolati, provocati, abbandonati. Il corpo è controllato e vigile come lo sguardo, ma non rinuncia a godere di momenti di distensione e respiro. Un ipotetico ed assurdo soggetto noir che ammetta l’esistenza di un colore più gradevole, vicino alla sfera dell’umana e carnale visione della vita in tempi moderni. L’alternanza tra binomi opposti consente di valicare i delicati confini che separano la giovinezza dalla vecchiaia, in un tempo sospeso tra gesto e poesia.
Guarda il trailerFrancesco Colaleo (Napoli, 1988), danzatore e coreografo freelance, inizia i suoi studi di danza classica, moderna e contemporanea presso il Labart T.C.S. di Napoli. Nel 2010 segue, alla Biennale di Venezia, un master di alta formazione per la danza contemporanea. Nel 2011 partecipa al corso di perfezionamento Modem Atelier di Roberto Zappalà. Dal 2010 al 2012 collabora con la Compagnia Zappalà Danza, il Colletivo NaDa di Antonello Tudisco, la Cie Ismael Ivo e la Compagnia Les Danseurs Napolitains. Dal 2013 ad oggi collabora con la compagnia Artemis/Danza Monica Casadei, la Cie Tiziana Arnaboldi, la Cie Anou Skan. Vince, come giovane coreografo, il Fringe di Napoli nel 2013 con In.Corpo.Reo. Nel 2015 viene selezionato, con il duetto Re-Garde, alla vetrina della giovane danza d'autore Anticorpi XL e nel 2016 con il trio Beviamoci su_No Game. Nello stesso anno viene scelto per la seconda edizione di Anghiari Dance Hub.
Nel 1994 Monica Casadei fonda in Francia la Compagnia Artemis Danza, con la quale si trasferisce in Italia nel 1997. Dal 1998 al 2007 la Compagnia è in residenza al Teatro Due-Teatro Stabile di Parma e Reggio Emilia e da maggio 2014 è in residenza artistica presso il Teatro Comunale di Bologna. Ad oggi la Compagnia ha portato in scena oltre trenta creazioni, cui si affiancano le coreografie per numerosi spettacoli teatrali e d’opera lirica. Artemis Danza promuove inoltre opere di giovani autori, tra cui Francesco Colaleo e Maxime Freixas. Dal 2005 Artemis Danza si dedica intensamente alla realizzazione di Artemis Incontra Culture Altre, progetto di residenze artistiche e tournée internazionali che ha dato vita a spettacoli, laboratori, pubblicazioni, reportage e mostre. Parallelamente ha dato vita a Corpo d’opera, progetto di rivisitazione in danza contemporanea dei principali titoli del repertorio operistico, con un focus sulla figura femminile. Ad esso si legano alcune fra le principali produzioni che la Compagnia ha messo in scena negli ultimi anni come Traviata, Tosca X e Carmen K. La Compagnia Artemis Danza è sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Emilia Romagna; per numerosi progetti all’estero dal Ministero degli Affari Esteri e dalla Regione Emilia Romagna - Assessorato alla Cultura e Cultura d’Europa. Nel 2007 è inoltre membro del WDA-World Dance Alliance Europe sotto l’egida del IDC-ITI/UNESCO.
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In un limbo bianco. Come una sfilata di moda. Come una collezione di insetti. Come un balletto classico. Romanticismo oltre il contemporaneo e i suoi concettualismi, raffreddato e reso incandescente insieme da un’aria di lacerante e distante citazione, dedica e ossimoro, viaggio nel corpo che si esibisce fino alla nudità estrema più asettica e ascetica, si fa portatore di abiti meravigliosi per nascondersi, per celebrare le proprie oscurità esaltandosi e proiettandosi in un orizzonte mitologico.
Sylphidarium rievoca quel balletto che fu all’origine della danza romantica, La Sylphide di Maria Taglioni del 1832, atto di affermazione del ballo sulle punte e del tutù, evolve ne Les Sylphides, rievocazione astratta delle sue lunari fumisterie del 1909 per mutare ora verso l’entomologia con i silfidi, coleotteri che si nutrono di carogne usati dagli scienziati per risalire all’ora del decesso di un corpo.
Un’autopsia del balletto classico, trasformato e ibridato con ginnastica, acrobatica, culturismo e con un finale aerobico modellato sui video di Jane Fonda, con costumi argentati, lunari, sempre nel bianco di una scena che vuole ripetere l’effetto abbacinante del volteggiare dei tutù. Il fantasy si connette con lo smontaggio ironico dei canovacci dei balletti, della storia di Adolphe Nourrit, come gli slanci verso l’alto lottano con la disarticolazione della postura eretta o si immobilizzano in tableaux che sembra vogliano fermare un tempo ibrido tra il passato, l’oggi, il futuro.
Un lavoro rutilante, sostenuto dalla musica mobilissima di Francesco Antonioni, eseguite dal vivo, e dalle luci cangianti, appena crepuscolari, immaginose di Fabio Sajiz.
Una riflessione sulle forme della tradizione per disegnare un corpo mutante, superando gli stessi stereotipi del genere “contemporaneo”, per avventurarsi in territori inesplorati, che oltrepassano il galateo delle forme predefinite e pure quello delle contaminazioni, in cerca di propria generativa urgenza di espressione
Guarda il trailerFrancesca Pennini [Ferrara, 1984] esordisce come ginnasta e si forma esplorando discipline eterogenee che vanno dalla apnea alle arti marziali, dal butoh alla disco-dance. Studia al Balletto di Toscana e al Laban Centre di Londra. Lavora come danzatrice freelance per Sasha Waltz & Guests. Nel 2007 fonda CollettivO CineticO per cui firma 37 produzioni ricevendo numerosi premi tra cui: Premio Giovani Danz’Autori 2008; Jurislav Korenić Award Miglior Giovane Regista 2014; Premio Rete Critica 2014; Premio Danza & Danza 2015 miglior coreografa e interprete, nomination UBU miglior performer under 35, MESS Prize 2016 - Birmingham; Premio Hystrio Iceberg 2016; Premio Nazionale dei Critici di Teatro per il Teatro Danza 2016. Da sempre interessata alla didattica tiene percorsi di formazione professionali e workshop, in particolare sviluppando metodologie di organizzazione del movimento per corpi che non hanno una formazione canonica e dispositivi che ripensano la visione e l’atto di creazione.
CollettivO CineticO nasce nel 2007 ed è diretto della coreografa Francesca Pennini in collaborazione con il dramaturg Angelo Pedroni e oltre 50 artisti provenienti da discipline diverse. La ricerca del collettivo indaga la natura dell’evento performativo con formati al contempo ludici e rigorosi che si muovono negli interstizi tra danza, teatro e arti visive. Uno dei caratteri salienti è l’ideazione di metodi di composizione in grado di incontrare corpi estremamente differenziati e dispositivi che discutono il rapporto con lo spettatore.
CollettivO CineticO è compagnia residente del Teatro Comunale di Ferrara e all’oggi ha prodotto 37 creazioni ricevendo numerosi premi tra cui: Jurislav Korenić Award Best Young Theatre Director; Premio Rete Critica 2014 come miglior artista 2014; Premio Danza & Danza 2015 a Francesca Pennini come miglior coreografa e interprete, nomination premi UBU miglior performer under 35; Premio Hystrio Iceberg 2016; Premio MESS al BE Festival di Birmingham 2016; Premio Nazionale dei Critici di Teatro per il Teatro Danza 2016.
Dal 2013 la compagnia è sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dal 2015 da Regione Emilia-Romagna e dal 2016 è parte del network internazionale APAP.
I lavori sono stati presentati in: Austria, Belgio, Bosnia, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Serbia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Taiwan e tramite proiezioni live streaming negli USA e in Corea.
Concepito come un’anteprima al nuovo lavoro di compagnia 2017-2018 dal titolo CIRCEO, questo lavoro, nel voler mettere a fuoco l’andare verso un punto d’approdo, sia spettacolare che metaforico, verso un punto mitico/geografico chiamato Circeo, si ridisegna in una parabola di allontanamento fino a immaginare di toccare un altro punto geografico e altrettanto mitico: Hekla.
In un orizzonte esteso e privo di riferimenti, antartico, incantatorio, i danzatori affondano pienamente in un universo leggero e cangiante, fatto della pura ricercatezza e complessità del movimento, come in un ricamo senza fine. Nell’incertezza tra il mentale e il fattuale, il notturno e il diurno, i danzatori parlano un linguaggio che sembra non appartenere più a noi, ma un mare tempestoso.
Il lavoro presenta una ulteriore sequenza di azioni, che avvengono parallelamente alla struttura danzata, influenzandone costantemente il mood e le atmosfere spaziali. Queste azioni si articolano perlopiù ai lati della zona performativa, nella penombra o oscurità, e hanno a che fare con elettricità, con cambiamenti luminosi e bagliori, con l’uso di strumentazioni da vulcanologia, blocchi di ghiaccio, roccia, carbone, profili di animali non chiaramente identificabili… Queste azioni creano atmosfere che sono a metà strada fra qualcosa di basilare/arcaico e tecnologico/strumentale, che dall’ombra influenzano ciò che sostanzialmente è uno spettacolo basato sul puro movimento.
Guarda il trailerFull Scholarship presso American Dance Festival, Duke University USA 1990. Come danzatore riceve nel 1996 il “premio della critica come miglior danzatore italiano dell’anno”. Come coreografo nel 2011 la “Medaglia del Presidente della Repubblica al talento coreografico italiano”. Dal 1991 al 2000 è danzatore per la compagnia Virgilio Sieni. Nel 1999 fonda la compagnia Le Supplici. È ideatore di una serie di progetti indipendenti dedicati alla ricerca tra cui: Piattaforma della Danza Balinese per Santarcangelo Festival e Gamelan progetto interamente prodotto dal Festival Fabbrica Europa Firenze (entrambe i progetti sono co-ideati con i coreografi Michele di Stefano e Cristina Rizzo), “Circo Massimo” per Teatro Duse e “Le Supplici Youth Dance Art” 2017. Collabora con musicisti internazionali come Mountains, Teho Teardo, Daniela Cattivelli, Keith Fullerton Whitman.
Le Supplici è fondata da Fabrizio Favale nel 1999. Dagli anni successivi i suoi lavori sono invitati in importanti contesti della scena internazionale come La Biennale di Venezia, Suzanne Dellal Tel Aviv, Expo 2010 Shanghai, SIDance Seoul, Kitazawa Town Hall Tokyo, La RED Serpiente Messico, Santarcangelo Festival, Gender Bender Festival, Danae Festival Milano, Festival of Edinburgh, Internationale Tanzmesse NRW Dusseldorf ecc. I lavori UN RICAMO FATTO SUL NULLA e IL GIOCO DEL GREGGE DI CAPRE ricevono premi per la coreografia in Spagna, Germania e Serbia. Fra il 2005 e il 2007 realizza il progetto Mahabharata – episodi scelti, in una residenza triennale a cura di ERT, in cui collabora con Francesca Caroti, Roberta Mosca e David Kern (Forsythe Company) e con il gruppo Mk. Recentemente il lavoro OSSIDIANA è stato invitato alla Biennale de la Danse de Lyon 2016 e la produzione CIRCEO 2017/2018 è coprodotta da Théâtre National de Chaillot, Paris.
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Il compositore Dan Kinzelman e il coreografo Daniele Ninarello per la prima volta si incontrano in un territorio di esplorazione comune: lo spazio come luogo in cui esercitare e trasfigurare il corpo, sonoro e fisico, la sua precarietà, la sua impermanenza, la fatica della resistenza.
Dan Kinzelman lavora improvvisando dal vivo con l’elettronica, mescolando sintesi, rumori interni delle macchine e feedback, assieme a suoni generati dagli strumenti che da anni utilizza maggiormente: sax, clarinetto, flauti, stratificando i vari elementi con l’ausilio di una loop station.
Nel comporre la parte coreografica Daniele Ninarello, oltre a ricercare nel campo a lui abituale della composizione istantanea, opera in un territorio che si crea dal dialogo continuo con il paesaggio sonoro e le informazioni che da questo riceve per contattare quei fili invisibili che uniscono corpo e spazio.
La sperimentazione sonora e quella corporea tendono dunque a tradurre gli elementi percettivi attravarso cui l’evolversi della figura umana si rende visibile.
Qualcosa all’interno del corpo vibra costantemente come una minaccia: è il caos, il rumore interno delle cicatrici e dei pensieri. E riguarda tutti. Soltanto la danza può assestare progressivamente queste tracce nel qui e ora. E ripulire lo sguardo, trovare pace. Come un vero e proprio mantra fisico da esplorare nella sua continuità, perimetro muto di un pensiero correttamente liberato.
Guarda il trailer
Dan Kinzelman è nato negli Stati Uniti, ma vive in Italia dal 2005.
Si è affermato rapidamente sulla scena italiana, unendosi al gruppo del trombettista italiano Enrico Rava dove ha lavorato come solista, arrangiatore e direttore musicale, e collaborando con i talenti emergenti della sua generazione come Giovanni Guidi, Simone Graziano e William Tatge.
Il suo lavoro è caratterizzato da una vena fortemente irriverente, mescola una profonda conoscenza della storia del jazz con un appetito vorace per il rischio e l'esplorazione sonora. I suoi progetti sono difficili da catalogare, spesso combinano selvaggiamente lontane linguaggi musicali in qualcosa di inquietante, ma allo stesso tempo seducente, la loro coerenza estetica deriva paradossalmente dall’estremo contrasto degli elementi
E’ figura centrale nella scena musicale italiana. I suoi gruppi si sono esibiti nei più importanti festival musicali in Europa e Usa.
DANIELE NINARELLO frequenta la Rotterdam Dance Academy e danza con coreografi internazionali (Bruno Listopad, Felix Ruckert, Virgilio Sieni, etc) . Dal 2007 presenta le sue creazioni nei festival nazionali ed internazionali. Nel 2010 le sue produzioni entrano nella rete “Anticorpi XL” e sono presentate all’estero grazie a Dance Roads supportato da Mosaico Danza. Nello stesso anno è invitato a partecipare al progetto “Transforme” sotto la direzione artistica di Myriam Gourfink della Fondazionen Rouyamont. Nel 2012 con TROIS CORP ottiene la menzione DNA Romaeuropa Festival. Nel 2013 è finalista al Premio Equilibrio Roma. Nel settembre 2012 collabora con la compagnia EASTMAN – Sidi Larbi Cherkaoui. La prima produzione firmata dalla compagnia “ROCK ROSE WOW” (2013) è sostenuta da MOVIN’UP e vince il bando Teatro del Tempo Presente.
Nel 2014 è vincitore del premio produttivo COLLABORACTION con “L.A.N.D. WHERE IS MY LOVE”
Danza a fianco di musicisti e compositori di fama internazionale tra cui Kai Gleusteen, Ezio Bosso, Francesco Romano. I suoi lavori sono stati sostenuti da festival e centri nazionali ed internazionali
“KUDOKU” (2016) realizzato con il musicista Dan Kinzelman, debutta alla Biennale Danza di Venezia ed è selezionato per Aerowaves Twenty17. STILL (debutto maggio 2017) vince il Premio Prospettiva Danza 2016 ed è parte del progetto STILL Body Experience With Digital Brain vincitore del Bando ORA! - Compagnia di SanPaolo.
Su invito del direttore artistico del Balletto di Roma Roberto Casarotto, l’artista associato della compagnia per il triennio 2015/2017 Alessandro Sciarroni porta in scena HOME ALONE, spettacolo di danza con interazioni video per il pubblico giovane interpretato dai danzatori dell’ensemble romano. La produzione rientra nel progetto TEATRO RAGAZZI con cui il Balletto di Roma intende avviare programmi di danza per i più piccoli.
Dopo il grande successo di JOSEPH Kids, creazione del 2013 presentata in Italia e all’estero in prestigiosi contesti fra i quali il Festival d’Automne a Parigi e la Biennale de la Danse a Lione, Alessandro Sciarroni torna ad esplorare i temi della multimedialità per gli spettatori più giovani con una nuova versione dello spettacolo appositamente ideata per la compagnia romana.
Il lavoro intende porre i ragazzi di fronte alla possibilità di osservare i mezzi tecnologici come veicolo di creatività e non di mera alienazione. HOME ALONE fa divertire e anche riflettere, proponendo l’idea di muoversi e agire in uno spazio performativo in modi insoliti e imprevisti. Lo spettacolo richiama la profonda intelligenza e intuizione che ogni giovane spettatore (e possibile performer) porta con sé coinvolgendo piccoli e grandi in un sorprendente gioco visivo. Con l’utilizzo di un computer e di uno schermo in scena, gli interpreti deformeranno, amplieranno e restringeranno lo spazio adattando il proprio corpo alle immagini di un riflesso multiforme. Parte integrante della performance, momenti di gioco interattivo in cui i bambini sperimenteranno il semplice dispositivo tecnologico alla base della performance.
Guarda il trailerSciarroni è attivo nell’ambito delle Performing Arts con alle spalle anni di formazione nel campo delle arti visive e di ricerca teatrale. I suoi lavori vengono rappresentati in festival di danza e teatro contemporanei, musei e gallerie d’arte e prevedono il coinvolgimento di professionisti provenienti da diverse discipline. Ha creato eventi per la Biennale di Venezia, sezione Danza. Ha partecipato a circuiti e reti per la diffusione della danza contemporanea e la mobilità internazionale degli artisti (Anticorpi Explo, Aerowaves) e a residenze di ricerca (Choreographic dialogues, Choreoroam, Performing Gender). Fa parte del progetto Migrant Bodies, progetto di ricerca e produzione coreografica che promuovere riflessioni e creazioni sul tema della migrazione e sul suo impatto culturale nella società europea e canadese. Numerosi i premi ricevuti: Premio Rete Critica, Premio del miglior spettacolo – Puf Festival de Pola (Croazia), Miglior artista emergente – Rivista Danza&Danza
ll Balletto di Roma nasce nel 1960 dal sodalizio artistico tra due icone della danza italiana: Franca Bartolomei. Nel corso dei suoi 55 anni di vita, il Balletto di Roma ha visto susseguirsi prestigiose collaborazioni e molteplici anime creative, e negli anni l’attività produttiva è cresciuta sia in termini di quantità delle opere allestite nel corso delle stagioni. Entrando nel 2015 nel 55° anno di attività, il Balletto di Roma annuncia un cambiamento importante al vertice artistico della struttura. Il maestro Walter Zappolini lascia la direzione artistica dello storico gruppo, e il general manager Luciano Carratoni affida oggi la guida artistica del Balletto di Roma a Roberto Casarotto, figura tra le più interessanti sull’attuale scena nazionale e internazionale della danza contemporanea. Primo traguardo di un processo di innovazione avviato nel 2014, l’apertura internazionale della compagnia inaugurata con la residenza coreografica londinese presso Royal Opera House per la creazione di We/Part a firma del coreografo Paolo Mangiola. Del 2016 le due coreografie Paradox di Itama Serussi e Paolo Mangiola e Giselle di Itamar Serussi (gia ballerino della Batsheva Dance Company) e Chris Haring (Leone D’ora nel 2007 alla Biennale di Venezia). A condividere il percorso di direzione artistica di Roberto Casarotto, tre coreografi associati che rappresentano la storia recente del repertorio della compagnia: Fabrizio Monteverde, Alessandro Sciarroni e Paolo Mangiola.
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Moderatore: Roberto Calabretto (musicologo)
Relatori: Gianni Di Capua (regista, produttore), Felice Cappa (giornalista, autore televisivo e regista), Elena Cervellati (storica della danza), Roberto Cocconi (coreografo), Roberto Canziani (esperto di spettacolo dal vivo).
con il patrocinio di Università degli Studi di Udine – Centro Polifunzionale di Gorizia
Le sale cinematografiche sono sempre più orientate verso strategie di programmazione di contenuti alternativi. L’incremento di eventi in sala, documentari, mostre live, dirette di opere liriche e di celebri balletti corrispondono ad un crescente interesse del pubblico verso un prodotto filmico che dopo l’uscita in sala raggiunge l’intrattenimento domestico, la televisione a pagamento e la televisione gratuita aprendo di fatto nuovi spazi allo spettacolo dal vivo. Come si pone la danza, l’insieme degli attori che concorrono alla sua creazione e produzione, di fronte a questa nuova opportunità?
Cinque esperti, portatori di altrettanti punti di vista, dialogano sul rapporto della danza con il cinema e la televisione analizzando la peculiarità del gesto coreografico declinato al video, riflettono su percorso fatto finora e si interrogano sui possibili scenari futuri.
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Su invito del direttore artistico del Balletto di Roma Roberto Casarotto, l’artista associato della compagnia per il triennio 2015/2017 Alessandro Sciarroni porta in scena HOME ALONE, spettacolo di danza con interazioni video per il pubblico giovane interpretato dai danzatori dell’ensemble romano. La produzione rientra nel progetto TEATRO RAGAZZI con cui il Balletto di Roma intende avviare programmi di danza per i più piccoli.
Dopo il grande successo di JOSEPH Kids, creazione del 2013 presentata in Italia e all’estero in prestigiosi contesti fra i quali il Festival d’Automne a Parigi e la Biennale de la Danse a Lione, Alessandro Sciarroni torna ad esplorare i temi della multimedialità per gli spettatori più giovani con una nuova versione dello spettacolo appositamente ideata per la compagnia romana.
Il lavoro intende porre i ragazzi di fronte alla possibilità di osservare i mezzi tecnologici come veicolo di creatività e non di mera alienazione. HOME ALONE fa divertire e anche riflettere, proponendo l’idea di muoversi e agire in uno spazio performativo in modi insoliti e imprevisti. Lo spettacolo richiama la profonda intelligenza e intuizione che ogni giovane spettatore (e possibile performer) porta con sé coinvolgendo piccoli e grandi in un sorprendente gioco visivo. Con l’utilizzo di un computer e di uno schermo in scena, gli interpreti deformeranno, amplieranno e restringeranno lo spazio adattando il proprio corpo alle immagini di un riflesso multiforme. Parte integrante della performance, momenti di gioco interattivo in cui i bambini sperimenteranno il semplice dispositivo tecnologico alla base della performance.
Guarda il trailerSciarroni è attivo nell’ambito delle Performing Arts con alle spalle anni di formazione nel campo delle arti visive e di ricerca teatrale. I suoi lavori vengono rappresentati in festival di danza e teatro contemporanei, musei e gallerie d’arte e prevedono il coinvolgimento di professionisti provenienti da diverse discipline. Ha creato eventi per la Biennale di Venezia, sezione Danza. Ha partecipato a circuiti e reti per la diffusione della danza contemporanea e la mobilità internazionale degli artisti (Anticorpi Explo, Aerowaves) e a residenze di ricerca (Choreographic dialogues, Choreoroam, Performing Gender). Fa parte del progetto Migrant Bodies, progetto di ricerca e produzione coreografica che promuovere riflessioni e creazioni sul tema della migrazione e sul suo impatto culturale nella società europea e canadese. Numerosi i premi ricevuti: Premio Rete Critica, Premio del miglior spettacolo – Puf Festival de Pola (Croazia), Miglior artista emergente – Rivista Danza&Danza
ll Balletto di Roma nasce nel 1960 dal sodalizio artistico tra due icone della danza italiana: Franca Bartolomei. Nel corso dei suoi 55 anni di vita, il Balletto di Roma ha visto susseguirsi prestigiose collaborazioni e molteplici anime creative, e negli anni l’attività produttiva è cresciuta sia in termini di quantità delle opere allestite nel corso delle stagioni. Entrando nel 2015 nel 55° anno di attività, il Balletto di Roma annuncia un cambiamento importante al vertice artistico della struttura. Il maestro Walter Zappolini lascia la direzione artistica dello storico gruppo, e il general manager Luciano Carratoni affida oggi la guida artistica del Balletto di Roma a Roberto Casarotto, figura tra le più interessanti sull’attuale scena nazionale e internazionale della danza contemporanea. Primo traguardo di un processo di innovazione avviato nel 2014, l’apertura internazionale della compagnia inaugurata con la residenza coreografica londinese presso Royal Opera House per la creazione di We/Part a firma del coreografo Paolo Mangiola. Del 2016 le due coreografie Paradox di Itama Serussi e Paolo Mangiola e Giselle di Itamar Serussi (gia ballerino della Batsheva Dance Company) e Chris Haring (Leone D’ora nel 2007 alla Biennale di Venezia). A condividere il percorso di direzione artistica di Roberto Casarotto, tre coreografi associati che rappresentano la storia recente del repertorio della compagnia: Fabrizio Monteverde, Alessandro Sciarroni e Paolo Mangiola.
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Everything is ok si pone come un esperimento sulla stanchezza del guardare.
Da una parte il performer, che incarna una catena ininterrotta di movimenti, depositando segni, posture e dinamiche che richiamano a sé il vasto territorio dell’intrattenimento, attraversato anarchicamente dalle sue origini ad oggi. È una danza che si vuole efficiente nella propria articolazione anatomica, ma che allo stesso tempo consegna un guardare fragile, un’umana presenza a muoverla.
Dall’altra parte il pubblico, sottoposto a un bombardamento d’immagini che ne vuole testare il limite di sazietà, il personale ma inevitabile tracollo, il momento in cui si rende necessaria la resa, in cui lo sguardo, appunto, si stancherà di guardare.
È su questo fragile terreno di abbandono che si innesta la possibilità di un’apertura del paesaggio, di una lenta espansione dello sguardo, pronto forse ad accogliere quello che finora è stato invisibile: le genti, gli animali, i pianeti, le storie; fossili millenari, restituiti nella loro immobilità, che lasciano in consegna un ultimo compito a questo gruppo di occhi: cosa ci resta da guardare, ora, tutti assieme?
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M. D'Agostin è un performer e coreografo. Ha danzato per Claudia Castellucci/Socìetas Raffaello Sanzio, Alessandro Sciarroni, Liz Santoro, Iris Erez, Tabea Martin.
Approfondisce le tematiche legate alla ricerca coreografica con, tra gli altri, Rosemary Butcher, Peggy Olieslaegers, Wendy Houstoun/DV8, grazie ai progetti internazionali in cui è invitato, tra i quali ChoreoRoam Europe e Act Your Age.
Tra i suoi lavori, viola (vincitore Premio GdʼA Veneto 2010, selezione Aerowaves 2011 e Anticorpi XL 2011), Spic & Span (vincitore Segnalazione Speciale Premio Scenario 2011), per non svegliare i draghi addormentati (vincitore Premio Prospettiva Danza 2012).
Everything is ok è stato selezionato da Aerowaves ed è il solo italiano scelto dalla rete di circuitazione svedese Dancenet Sweden nel 2016.
Nel 2017 debutta il suo ultimo lavoro, The Olympic Games, creato in collaborazione con Chiara Bersani e coprodotto da K3/Kampnagel (Amburgo) e dal progetto europeo BeSpectACTive!
VAN è un organismo di produzione della danza supportato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Nasce nel 2013 dall’incontro artistico e umano di Marco D’Agostin, Francesca Foscarini e Giorgia Nardin, che avevano da poco creato Spic & Span, spettacolo vincitore della Menzione Speciale al Premio Scenario 2011 e finalista al Concorso Internazionale delle Isole Canarie MasDanza 2012.
I tre coreografi hanno inteso creare una struttura che potesse consolidare sia il loro rapporto con il Veneto, regione di provenienza e primo luogo di incubazione dei loro nuovi progetti, sia la dimensione internazionale, che da sempre è importante punto di riferimento e ne caratterizza le modalità di creazione e di circuitazione.
VAN sostiene, produce e distribuisce gli spettacoli e le offerte formative dei tre autori, assieme a quelli dei coreografi Camilla Monga, Davide Valrosso e Andrea Costanzo Martini.
Ci sono opere che nascono quasi all’insaputa di noi stessi, nascono come papaveri spontanei tra le rovine o sul ciglio di una strada. E che gioia per l’occhio attento del passante! Con quella spontaneità Arearea si è avvicinata a Le Quattro Stagioni di Vivaldi. Lo spettacolo viene realizzato prima in versione urbana (Mittelfest 2016) e nel 2017 in versione teatrale. Questa seconda approfondisce la stagione estiva e autunnale. From Summer to Autumn è un viaggio fra il maschile e il femminile, è un’affermazione d’esistenza, è la ricerca di un’atmosfera.
L’Estate è il femminile, è soprattutto il nostro attaccamento alla realtà sensuale del mondo. Ne assaporiamo la quiete dopo una tempesta. La tempesta crea un incantevole disordine: che pace, che frescura! Il desiderio è di ascoltare ogni minimo impulso naturale. Cinque donne si fanno attraversare da un forte vento d’estate e cercano complicità e solitudine. (M.B.)
Autunno, è tempo di transizione, tempo per rivolgersi all’interno, in un malinconico declino verso la madre terra. Uno sparuto gruppetto di uomini tergiversa sui suoi passi, attardando il più possibile ogni piccola decisione. Tra il mesto girovagare e l’agonistico vigore gli uomini gioiscono e danzano allegramente sotto l’albero dei riti antichi. (R.C.)
Qualche parola sulla composizione è doverosa. I primi quattro concerti grossi sono stati composti nel 1727, e riscritti da Max Richter nel 2015. Ricomporre Le Quattro Stagioni, un’idea folle. Farle convivere con ambient music ed elettronica, un sacrilegio. “Non c’era bisogno di riscrivere Vivaldi”,dice Richter,”ma si trattava di un’esigenza personale. Sono sempre stato innamorato delle Quattro Stagioni. Poi crescendo ho incominciato a sentirle ovunque, nei centri commerciali,nelle segreterie telefoniche e in pubblicità. Ad un certo punto le ho odiate. Riscriverle è stato come guidare attraverso un meraviglioso paesaggio conosciuto usando una strada alternativa per apprezzarlo di nuovo come la prima volta”.
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Roberto Cocconi è un riferimento centrale della danza contemporanea per la Regione FVG. La sua carriera artistica si coniuga con la mission di incentivare figure professionali per la creazione di eventi focalizzati sulla cultura del corpo. Nel 1992 fonda la Compagnia Arearea per cui realizza una ventina di opere coreografiche teatrali e urbane tra cui P.E.E.P. OVEST, menzione speciale al Coreografo Elettronico, LE MURA, BOX_TWO, BALLATA e ABOUT:BLANK.
Marta Bevilacqua si forma all’Accademia Isola Danza a Venezia con Carolyn Carlson (2001); collabora stabilmente con la compagnia Arearea dal 1998. Tra le sue coreografie più premiate NEC NEC (Anticorpi Explò), ORGANON (Premio Equilibrio), INNESTI, RUEDIS. Ha danzato con compagnie di ricerca come Adarte, Aldes, Balletto Civile, Ersilia Danza, Naturalis Labor, TPO, Versilia Danza. Ѐ stata coinvolta nei seguenti progetti internazionali: Lieux Publics con DAFNE, Writing site by site con PANTA REI e OLTRE LA LUNA, prodotto da Dance Channels.
La compagnia Arearea è stata fondata da Roberto Cocconi nel 1992, dopo le sue esperienze nella compagnia del Teatro La Fenice di Venezia con Carolyn Carlson e la fondazione assieme ad altri coreografi del gruppo Sosta Palmizi.
La direzione artistica è di Roberto Cocconi e Marta Bevilacqua in sinergia con un nucleo artistico stabile formato da Valentina Saggin, Anna Savanelli, Luca Zampar.
Le creazioni della compagnia si articolano nella doppia dimensione dello spettacolo teatrale e della performance negli spazi del quotidiano. La cifra poetica di Arearea risiede nella messa in discussione delle consuete logiche di utilizzo del palcoscenico e della piazza.
Dal 2007 la Compagnia è sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Dipartimento dello Spettacolo dal vivo – ed è nella sua regione l’unica realtà professionale che opera nel campo della produzione di danza.
Tra le creazioni di maggior rilievo: Le Mura (1999) di: Roberto Cocconi; A Rebours, l’amore ai tempi dell’assenzio (2011) di: Bevilacqua, Bertoncelli, Cocconi, Zampar; Nec Nec (2011) di: Marta Bevilacqua; About:Blank (2013) di: Roberto Cocconi; Ruedis_ruote di Confine (2014) di: Marta Bevilacqua.
Nel 2007 Arearea apre il centro di danza contemporanea LO STUDIO: una condizione, oltre che uno spazio, che favorisce l’occorrenza di progetti performativi multidisciplinari con specifica attenzione a quelli inerenti nuove esperienze coreografiche.
Coordinatori: Claire Verlet (Direttrice programmazione danza del Théâtre De La Ville di Parigi), Gigi Cristoforetti (Direttore della Fondazione Nazionale della Danza )
Relatori: Filippo Fonsatti (Direttore del Teatro stabile di Torino – Teatro Nazionale e Presidente Federvivo), Carlo Fuortes (Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma), Natalia Alvarez (Direttrice del Teatros del Canal e del Canal Dance Center di Madrid)
Gorizia, KINEMAX, Sabato 21 ottobre 2017, ore 11.30
L’abitudine internazionale a ragionare le programmazioni in maniera pluridisciplinare deve presto trovare radici anche in Italia. Questo potrà avvenire in presenza di un nuovo quadro normativo, di una apertura più decisa del confronto tra operatori di settori diversi, ma anche dello studio di modelli che possano servire da punto di partenza. Per incuriosire i pubblici senza confonderli, e per avviare un processo irreversibile di comunicazione di ciò che davvero è la danza contemporanea, nella sua più ampia accezione. Con i suoi tanti colori, toni e ritmi.
L’incontro di Gorizia parte dalla variegata esperienza di operatori che non solo hanno lavorato sul confine che unisce e separa discipline diverse, ma anche dentro istituzioni importanti e in vari paesi. È possibile codificare dei modelli? Dei trend? Delle azioni di promozione valide per ogni contesto? Difficile rispondere: ma certo possiamo coniugare l’osservazione e l’esperienza con la proposta di qualche soluzione operativa. E questi due aspetti -studio di esperienze e proposta di nuovi modelli- saranno al centro della riflessione.
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Sostegni, equilibri, simbiosi di corpi un’energia condivisa in dissonanza, l’esplodere di due entità che invadono la scena nella loro nuda essenza, profondamente umana. Sincronia, mutazioni in un discorso fisico e spaziale che dilata il movimento sfumando in una indefinitezza cinetica di un gesto che pare non arrestarsi.
Il rapporto dialogico fra i due interpreti basato su elementi fisici di intesa e conflitto, si svolge all’interno di uno scenario onirico e mitologico dove la figura umana si confonde con altre apparizioni antropomorfe, esponendo un catalogo di simboli riconoscibili o enigmatici. Le forme si succedono e si dissolvono per lasciare emergere un senso altro del movimento, dove anche ciò che sembra familiare si ritrova avvolto dall’indeterminatezza.
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Dopo il diploma presso L’English National Ballet, studia in numerosi centri di formazione contemporanea europei, da 5 anni collabora stabilmente con la compagnia Virgilio Sieni. Durante la sua carriera collabora con: Cristina Rizzo, Fabrizio Favale, Tino Sehgal, Paolo Bronstein, Ariella Vidach Laura Corradi, Paolo Mohovich, Gustavo Ramirez, Jacopo Godani, Eugenio Scigliano, RaymonSullivan, Daniele Ninarello, Antonello Tudisco , Raphael Bianco, Pascal Touzea.
Attualmente impegnato come autore con “Cosmopolitan Beauty” prodotto da CANGO_Centro di Produzione sui linguaggi del corpo e della danza e “We_Pop” commissionato dal Festiva Oriente Occidente di cui è aritista associato. Recentemente selezionato per “ResiDanceXL”-2017 progetto di sostegno alla creazione e nel progetto “Prove D’autore” della rete AnticorpiXl tramite cui lavorera per il Balletto di Roma, inoltre lavorera per l’accademia nazionale di danza di Roma, per il progetto Resi’AND.
VAN è un organismo di produzione della danza supportato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Nasce nel 2013 dall’incontro artistico e umano di Marco D’Agostin, Francesca Foscarini e Giorgia Nardin, che avevano da poco creato Spic & Span, spettacolo vincitore della Menzione Speciale al Premio Scenario 2011 e finalista al Concorso Internazionale delle Isole Canarie MasDanza 2012.
I tre coreografi hanno inteso creare una struttura che potesse consolidare sia il loro rapporto con il Veneto, regione di provenienza e primo luogo di incubazione dei loro nuovi progetti, sia la dimensione internazionale, che da sempre è importante punto di riferimento e ne caratterizza le modalità di creazione e di circuitazione.
VAN sostiene, produce e distribuisce gli spettacoli e le offerte formative dei tre autori, assieme a quelli della coreografa Camilla Monga e del giovane danz’autore Davide Valrosso.
Uno scabro bianco e nero e una musica ipnotica sono l’ambiente nel quale si inanellano le micro narrazioni di questo peripatetico spettacolo notturno a cavallo fra cinema, danza e teatro. Illuminato dalla fredda luce di un video proiettore che scandisce spazi, tempi e geometrie, il nero profondo dei costumi rende diafani i personaggi e li proietta in un passato senza tempo abitato da un’umanità allo sbando che avanza e si dibatte con una gestualità brusca, emotiva e scomposta, oltre lo sfinimento; mentre il ritmo martellante trasporta poco a poco in una dimensione ipnotica e ad un’empatia quasi fisica con la fatica degli interpreti. “In girum imus nocte et consumimur igni”, “Andiamo in giro la notte e siamo consumati dal fuoco”, enigmatico palindromo latino dalle origini incerte che già fu scelto come titolo da Guy Debord per un famoso film del 1978, va così oltre la sua possibile interpretazione di metafora del vivere come infinito consumarsi nei desideri, per diventare un’esperienza catartica della sua, anche comica, grottesca fatica.
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ROBERTO CASTELLO
(Torino 1960) Danzatore, coreografo, insegnante
Nei primi anni ‘80 danza a Venezia nel “Teatro e danza La Fenice di Carolyn Carlson”, dove realizza le sue prime coreografie.
Nel 1984, è tra i fondatori di Sosta Palmizi.
Nel 1993 fonda ALDES.
Riceve svariati premi, tra cui il Premio UBU nel 1986 e nel 2003 (“Il Cortile”/“Il migliore dei mondi possibili”).
Dal 1996 è curatore di varie manifestazioni e rassegne e, dal 2005 al 2015, è docente di coreografia digitale presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
A partire dal 2008, con ALDES, cura il progetto “SPAM! rete per le arti contemporanee” nella provincia di Lucca, ospitando residenze, una programmazione multidisciplinare di spettacoli, workshop, attività didattiche, incontri.
Durante la sua carriera, collabora, tra gli altri, con Peter Greenaway, Eugène Durif, Rai3 / Fabio Fazio e Roberto Saviano, Studio Azzurro.
ALDES è un'associazione di artisti e operatori culturali che dal 1993, sotto la direzione di Roberto Castello, produce e promuove opere di sperimentazione coreografica con particolare attenzione alle forme di confine fra danza e arti visive, danza e nuove tecnologie, danza e teatro, realizzando spettacoli, video, installazioni, performance e manifestazioni che hanno come oggetto il corpo, il movimento e la loro rappresentazione.
ALDES è un progetto politico, un esperimento di gestione responsabile della cultura e dell’azione artistica e del rapporto con il territorio. ALDES riunisce alcuni tra gli autori italiani di danza più significativi sperimentando modalità organizzative che mirino a sgravare gli artisti da ogni onere burocratico.
A partire dal 2008 ALDES, nella provincia di Lucca, cura il progetto “SPAM! rete per le arti contemporanee” ospitando residenze, una programmazione multidisciplinare di spettacoli, workshop, attività didattiche, incontri.
ALDES è sostenuta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo / Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo e da Regione Toscana / Sistema Regionale dello Spettacolo.
Gli autori sostenuti fino ad oggi: Roberto Castello, Ambra Senatore, Stefano Questorio, Irene Russolillo, Caterina Basso, Giselda Ranieri, Claudia Caldarano, Silvia Alfei, Massimiliano Barachini, Francesca Foscarini, Giorgia Nardin, foscarini:nardin:dagostin, Aline Nari e Davide Frangioni, Giacomo Verde e Francesca Zaccaria.
[…] un pezzo di prossimità che il pubblico contribuisce a ridisegnare e dove la bellezza e la forza del movimento della danzatrice, così come l’esplosiva traccia sonora di Palm Wine, innescano relazioni ritmiche e spaziali accattivanti. — Chiara Castellazzi, Il Sole 24 Ore, 10 giugno 2016
Trigger è un sistema mobile, che si organizza in modo differente in base al luogo in cui viene ospitato. Il sistema ridisegna la geometria degli spazi e, viceversa, lo spazio trasforma l’azione performativa.
La partitura coreografica, costituita da nuclei di movimento prestabiliti, composti tra di loro in maniera istantanea, si sviluppa nell’area interna ed esterna al perimetro di un rettangolo iscritto nello spazio. Il pubblico è disposto lungo i lati del rettangolo, condividendo lo spazio scenico con la performance. Trigger è un’esplorazione personale, orientata alla trasformazione di uno spazio in un luogo, che per un tempo limitato, diventa dimora, luogo di passaggio, tana di un corpo che, in ascolto continuo, amplifica gli spazi interni ed esterni a sé.
Trigger è parte del progetto Pratiche di abitazione temporanea, serie di azioni costruite e vissute in spazi non convenzionali. Venezia, Milano, Firenze, Parigi e Los Angeles sono le città che hanno ospitato diffe- renti azioni coreografiche in spazi esistenti, vissuti e definiti in quanto dimore, soggiorni, ripari, ma non necessariamente case.
Guarda il trailerLaureata in Lettere moderne, si diploma come danzatrice presso la Scuola di Arte Drammatica Paolo Grassi. È del 2013 [In]Quiete, che vince il premio speciale del PremioEquilibrio 2014.Nel 2015 crea Tiny, vincitore di DnAppunti coreo- grafici 2014 presentato a Dna RomaEuropa Festival e alla Biennale di Venezia. Per la Biennale College Venezia 2015 (direzione di Virgilio Sieni), presenta il progetto site specific Būan. Da questa esperienza nasce Pratiche di abitazione temporanea, serie di azioni costruite in spazi non teatrali. Il progetto ha fatto tappa a Milano,(Solo, Fondazione Prada),Firenze (Trigger, Palazzo Pitti e Cango),Parigi (Innesti, Italiano di Cultura),Los Angeles, (De La, Night Gallery),Reggio Emilia (Antala, Musei Civici),Milano (Slide in B, Bonotto Edition). Alla Biennale Danza di Venezia 2016, presenta Imaginary garden with a real tods in them, esito finale della masterclass di Biennale College. Vince il premio Danza&Danza2015 come interprete emergente-contemporaneo.
Fin dalla sua fondazione, nel 2007, l'associazione CAB 008 si dedica alla produzione di alcuni coreografi che, dopo lungo lavoro in compagnie importanti e numerose esperienze in Italia e all'estero, hanno deciso di intraprendere percorsi di ricerca innovativi e personali.In particolare si è voluta privilegiare negli anni una linea che consentisse a giovani coreografi un percorso di sperimentazione, che favorisse l'inserimento negli spettacoli di giovani leve della danza e la coproduzione con altri enti produttivi di rilevanza nazionale e internazionale, come la Fondazione Musica per Roma, la Fondazione Fabbrica Europa, la Biennale di Venezia.Importante per CAB 008 è il sostegno costante agli spettacoli in tutto le fasi della loro realizzazione. CAB 008 mantiene un forte interesse per lavori che pongano al centro il corpo e il rapporto tra l'uomo e il mondo circostante, alla ricerca di un linguaggio innovativo e in grado di creare un forte legame con il momento storico presente attraverso il movimento coreografico.La danza, dunque, la sua grammatica, il suo significato profondo, la ricerca, la relazione con nuovi e interessanti percorsi artistici è quello che CAB 008 persegue con grande impegno e si pone come obiettivo. La direzione artistica è collettiva ed è curata dai coreografi della compagnia e dal Presidente Roberto Mansi.La compagnia opera con il sostegno di contributi della Regione Toscana dal 2010 e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali dal 2012.
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R. OSA _10 ESERICIZI PER NUOVI VIRTUOSISMI
R. OSA è una performance che si inserisce nel filone poetico di Silvia Gribaudi, coreografa che con ironia dissacrante porta in scena l’espressione del corpo, della donna e del ruolo sociale che esso occupa con un linguaggio “informale” nella relazionale con il pubblico .
R. OSA si ispira alle immagini di Botero , al mondo anni 80 di Jane Fonda, al concetto di successo e prestazione.
R.OSA è uno spettacolo in cui la performer è una “one woman show” che sposta lo sguardo dello spettatore all’interno di una drammaturgia composta di 10 esercizi di virtuosismo .
R.OSA è un ‘esperienza in cui lo spettatore è chiamato ad essere protagonista volontario o involontario dell’ azione artistica in scena .
R.OSA fa pensare a come guardiamo e a cosa ci aspettiamo dagli altri sulla base dei nostri giudizi. Lo spettacolo mette al centro una sfida, quella di superare continuamente il proprio limite.
R.OSA è in atto una rivoluzione del corpo, che si ribella alla gravità e mostra la sua lievità.
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Silvia Gribaudi_Vincitrice premio pubblico e giuria GD'A Veneto 2009, selezionata nel 2010 in Aerowaves Dance Across Europe, finalista premio equilibrio nel 2013 è ospite in numerosi festival nazionali ed internazionali tra cui nel 2009 alla Biennale di Venezia e nel 2012 alll’ Edinburgh Fringe Festival. Crea Performance specifiche su: identità e Gender ( progetto Performing Gender 2014 Performance Museum Reìna Sofìa Madrid and MAMbo Bologna), riflessioni sulla femminilità Over 60 ( Performance di invecchiamento attivo attraverso arte della danza dal titolo What age are you acting? prodotta nel progetto Europeo ACT YOUR AGE) .
Roger Salas dice di lei su El Paìs :”Silvia Gribaudi es una artista singular que cultiva el feísmo y un humor ácido; su llamativo físico ya va a contracorriente”
Il lavoro di Silvia Gribaudi è sostenuto dall' Associazione Culturale Zebra
L’associazione culturale ZEBRA nasce agli inizi del 2011 dall’incontro di tre coreografe venete che, seppur con identità artistiche diverse, sono accomunate dagli stessi obiettivi di sviluppo culturale territoriale, nazionale ed internazionale.
Chiara Frigo, Silvia Gribaudi, Giuliana Urciuoli si uniscono in una struttura condivisa con l’intento di portare avanti le rispettive produzioni artistiche, e progettualità comuni. Dal 2013 l'associazione culturale ZEBRA sostiene artisti provenienti da diverse discipline (artisti visivi, coreografi e performer) come Anna piratti , Domenico Santonicola, Susi Danesin e Silvia Bugno.
Gli artisti di Zebra sono sotenuti dal Mibact per alcune tournèe estere.
[…] un pezzo di prossimità che il pubblico contribuisce a ridisegnare e dove la bellezza e la forza del movimento della danzatrice, così come l’esplosiva traccia sonora di Palm Wine, innescano relazioni ritmiche e spaziali accattivanti. — Chiara Castellazzi, Il Sole 24 Ore, 10 giugno 2016
Trigger è un sistema mobile, che si organizza in modo differente in base al luogo in cui viene ospitato. Il sistema ridisegna la geometria degli spazi e, viceversa, lo spazio trasforma l’azione performativa.
La partitura coreografica, costituita da nuclei di movimento prestabiliti, composti tra di loro in maniera istantanea, si sviluppa nell’area interna ed esterna al perimetro di un rettangolo iscritto nello spazio. Il pubblico è disposto lungo i lati del rettangolo, condividendo lo spazio scenico con la performance. Trigger è un’esplorazione personale, orientata alla trasformazione di uno spazio in un luogo, che per un tempo limitato, diventa dimora, luogo di passaggio, tana di un corpo che, in ascolto continuo, amplifica gli spazi interni ed esterni a sé.
Trigger è parte del progetto Pratiche di abitazione temporanea, serie di azioni costruite e vissute in spazi non convenzionali. Venezia, Milano, Firenze, Parigi e Los Angeles sono le città che hanno ospitato diffe- renti azioni coreografiche in spazi esistenti, vissuti e definiti in quanto dimore, soggiorni, ripari, ma non necessariamente case.
Guarda il trailerLaureata in Lettere moderne, si diploma come danzatrice presso la Scuola di Arte Drammatica Paolo Grassi. È del 2013 [In]Quiete, che vince il premio speciale del PremioEquilibrio 2014.Nel 2015 crea Tiny, vincitore di DnAppunti coreo- grafici 2014 presentato a Dna RomaEuropa Festival e alla Biennale di Venezia. Per la Biennale College Venezia 2015 (direzione di Virgilio Sieni), presenta il progetto site specific Būan. Da questa esperienza nasce Pratiche di abitazione temporanea, serie di azioni costruite in spazi non teatrali. Il progetto ha fatto tappa a Milano,(Solo, Fondazione Prada),Firenze (Trigger, Palazzo Pitti e Cango),Parigi (Innesti, Italiano di Cultura),Los Angeles, (De La, Night Gallery),Reggio Emilia (Antala, Musei Civici),Milano (Slide in B, Bonotto Edition). Alla Biennale Danza di Venezia 2016, presenta Imaginary garden with a real tods in them, esito finale della masterclass di Biennale College. Vince il premio Danza&Danza2015 come interprete emergente-contemporaneo.
Fin dalla sua fondazione, nel 2007, l'associazione CAB 008 si dedica alla produzione di alcuni coreografi che, dopo lungo lavoro in compagnie importanti e numerose esperienze in Italia e all'estero, hanno deciso di intraprendere percorsi di ricerca innovativi e personali.In particolare si è voluta privilegiare negli anni una linea che consentisse a giovani coreografi un percorso di sperimentazione, che favorisse l'inserimento negli spettacoli di giovani leve della danza e la coproduzione con altri enti produttivi di rilevanza nazionale e internazionale, come la Fondazione Musica per Roma, la Fondazione Fabbrica Europa, la Biennale di Venezia.Importante per CAB 008 è il sostegno costante agli spettacoli in tutto le fasi della loro realizzazione. CAB 008 mantiene un forte interesse per lavori che pongano al centro il corpo e il rapporto tra l'uomo e il mondo circostante, alla ricerca di un linguaggio innovativo e in grado di creare un forte legame con il momento storico presente attraverso il movimento coreografico.La danza, dunque, la sua grammatica, il suo significato profondo, la ricerca, la relazione con nuovi e interessanti percorsi artistici è quello che CAB 008 persegue con grande impegno e si pone come obiettivo. La direzione artistica è collettiva ed è curata dai coreografi della compagnia e dal Presidente Roberto Mansi.La compagnia opera con il sostegno di contributi della Regione Toscana dal 2010 e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali dal 2012.
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Con la nuova produzione Bolero, Loris Petrillo si mette in relazione con un classico del repertorio ballettistico, estrapolandolo dalla sua collocazione storica e restituendone una lettura contemporanea. Al centro del percorso coreografico c’è la danza fisica di Petrillo che, per questo lavoro, sceglie dei corpi maschili.
Petrillo continua il suo personale percorso di studio estremizzando il repertorio e potenziandone la visione disegnando lo spazio attraverso il corpo maschile,messo al servizio di una danza potente,poetica ed ironica. Bolero è un gioco di ritmi e di intrecci, un lavoro coreografico dove la figura maschile si staglia al centro come collante,misura e ipotesi di una danza sempre più carnale. Bolero è inoltre un “ostinato” costante che, come nella musica di Ravel, è segnato da un uso della potenza fisica mai in calare e mai in crescendo, ma sempre sostenuta. I danzatori appaiono come figure ancestrali o forse semplici guerrieri da campo di gara: non a caso dietro ai danzatori appaiono immagini degli indigeni maori impegnati in un Haka.
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Loris Petrillo si forma in danza classica e contemporanea tra l’Italia e la Francia. Molto rilevante per la sua formazione di danzatore è l’incontro con Dan Moisev a Parigi, che gli permette di avviare da giovanissimo un’importante carriera come primo ballerino e solista in Italia al Balletto di Toscana.
La sua carriera prosegue per molti anni al Goteborgs Operan Ballet, al Ballet Royale de Wallonie e allo Stadttheatre di Berna. A conclusione della carriera all’estero, torna in Italia dove viene invitato come coreografo da Aterballetto, Teatro Regio di Torino, Teatro di Torino, Teatro Sociale di Rovigo e Compagnia Opus Ballet. Nel 2000 fonda la Compagnia Petrillo Danza per la quale crea un ricco repertorio di opere di impegno sociale, politico e culturale. Dal 2010 a oggi ha collaborato con la Compagnia Opus ballet per le produzioni di “Caravan”, “Il lago dei cigni”, “Bolero” e “Gaite Parisienne”.
La Compagnia Opus Ballet è diretta da Rosanna Brocanello ed ha sede a Firenze.
Sempre aperta a nuove collaborazioni e molteplici spunti artistici, la Compagnia opera in un costante rinnovamento con grande attenzione per la sperimentazione. Evolvendo da basi di danza moderna nella contemporaneità e proponendo un linguaggio comune tra i generi, mantiene costante il forte impatto espressivo e l'alto profilo tecnico.
Fin dalla sua nascita, la Compagnia si avvale della professionalità di alcuni coreografi di fama nazionale ed internazionale quali Loris Petrillo, Patrick King, Peter Mika, Corinne Lanselle, German Jareguie e Vasco Wellenkamp.
Riceve il riconoscimento e il sostegno della Regione Toscana e presenta i suoi spettacoli in molteplici e importanti contesti italiani ed internazionali (teatri,circuiti e festival).
Le produzioni presentate dal 2012 ad oggi h”Il lago dei cigni" di Loris Petrillo, "Otello" di Arianna Benedetti e "La belle de sommeil" di Philippe Talard, realizzata in co-produzione col Grand Theatre de la Ville du Luxembourg, che continuano a riscuotere grande riscontro di pubblico e critica.
Recentemente la Compagnia Opus Ballet ha presentato "Bolero&Gaite Parisienne",una nuova produzione sempre firmata Loris Petrillo. Ha inoltre sostenuto il lavoro sia di coreografi consolidati come Samuele Cardini e Angela Placanica che di autori emergenti come Aurelie Mounier, Maria Vittoria Feltre e Gustavo De Oliveira.
“Mysterious Engine” …ovvero l’esigenza dell’autentico
ME è la prima di 2 parti di una nuova creazione che rivendica la ”condizione “ di non libertà degli uomini. L’intenzione di noi esseri umani con il tempo diventa impermeabile, muta frequentemente, e a causa di questo mutamento si perde il contatto con i colori, con i suoni, con le parole…bisogna sapersi riprogrammare, partire dal corpo, dai nostri movimenti scomposti, disorganizzati per ridisegnare una strada percorribile e comprensibile. Bisogna ripristinare le condizioni per una libertà interiore e difenderla dagli attacchi degli istinti scatenati, cercare di rimanere autori dei propri desideri, piuttosto che far costruire le nostre vite dai desideri. La possibilità di questa scelta rende concreta la nostra ricerca per la libertà.
ME incentra la sua ricerca sui fattori che determinano un aumento del campo di visione di tutto quello che ci circonda: la pelle, le ossa, il battito cardiaco diventano altro rispetto a quello che anatomicamente si conosce. ..Un altro piccolo passo per la conquista della libertà è sprofondare nel mistero del nostro funzionamento e non dare nulla mai per completamente conosciuto. (M.A.)
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Mauro Astolfi è uno degli autori contemporanei italiani maggiormente rappresentativi . Dopo la lunga permanenza statunitense fonda nel 1994 Spellbound Contemporary Ballet- progetto produttivo che condivide con Valentina Marini oggi leader sul mercato internazionale nell’ambito della scena contemporanea. Oltre alle numerose produzioni per Spellbound Astolfi e’attivo come coreografo free lance con firme per Kitonb Extreme Theatre Company, Thatreschool di Amsterdam , Balletto di Roma , Szegedi Kortárs Balett in Ungheria, , Liepziger Ballet e Gärtnerplatztheater in Germania, River North Chicago Dance Company e Ballet Ex negli Stati Uniti, Arts Umbrella Dance Company e Proartedanza in Canada e prossimamente per Israel Ballet, Magdeburg Ballet in Germania e Compania Nacional de Ballet in Colombia. Dal 2009 è inoltre Direttore del dipartimento modern contemporaneo del Centro D.A.F. a Roma. Dal 2016 e' inoltre docente ospite presso la Scuola di Ballo del Teatro dell'Opera di Roma.
Spellbound Contemporary Ballet nasce nel 1994 per volontà del coreografo Mauro Astolfi cui si è aggiunta alla guida due anni dopo Valentina Marini con cui la compagnia ha avviato una intensa attività di internazionalizzazione.Forte di una cifra stilistica inconfondibile esaltata da un ensemble di danzatori considerati tra le eccellenze dell’ultima generazione, Spellbound si colloca oggi nella rosa delle proposte italiane maggiormente competitive sul piano di una dialettica internazionale, espressione di una danza che si offre al pubblico con un vocabolario ampio e in continua sperimentazione, convincendo le platee dei principali Festival di Europa, Asia, Americhe. La Compagnia ha posto negli anni le basi di un percorso dove il divario tra spettatore, amatore e artista si è fatto sempre più sottile, alimentando attraverso venti anni di seminari e workshop una filiera creativa che ha avvicinato al palcoscenico migliaia di danzatori e curiosi e consolidando questo processo ha dato luogo a un autentico vivaio in termini di formazione in rapporto dialettico con la Compagnia, processo culminato con la residenza presso Daf Dance Arts Faculty.
Le attivita' di Spellbound, oltre alle creazioni di Astolfi, abbracciano una serie di produzioni e progetti in rete con altri artisti e istituzioni su scala internazionale, come il recente "La Mode", installazione a firma di Tomoko Mukayiama e Tojo Ito che ha inaugurato il National Taichung Theater a Taiwan
Coreografia di Cristiana Morganti
Costumi: Cristiana Morganti e Francesca Messori
Luci: Carlo Cerri
La creazione di Cristiana Morganti, a lungo danzatrice per Pina Bausch e oggi coreografa apprezzata e richiesta in Europa, parte dalla constatazione della grande confusione che attraversa la contemporaneità. Confusione di linguaggi, immagini e suoni che determina le nostre vite. Come sempre, per Cristiana Morganti è importante far emergere una chiara identità e storia per ciascuno dei suoi interpreti. Quasi un immaginario teatrale, tracciato solo con lo strumento del corpo.
Prima Assoluta Gorizia – NID Platform, Teatro Verdi, 21 Ottobre 2017
Coreografia e Musica di Hofesh Shechter
Luci e Costumi: Hofesh Shechter
Additional Music: Fanfarra (cabua-le-le) from Brazileiro by Sergio Mendes, Verdi, Bach, ATM and Dance Music by Ophir Ilzetzki
Quasi 7.106 lingue dividono la razza umana. Circa 3,8 miliardi di anni di evoluzione separano tutte le forme di vita sulla Terra. Questa sera, tutte queste barriere crolleranno. Questa sera, 3,8 miliardi di anni di evoluzione si dissolveranno al ritmo di un tamburo. Questa sera, 7.106 lingue moriranno. Lasciatevi catturare dall’umorismo e dalla forza di questa nuova creazione di Hofesh Shechter, adattamento di una precedente opera, creata appositamente per e ispirata dai ballerini di Aterballetto. “Questo coreografo di origine israeliana è una delle punte di diamante della scena della danza britannica, creatore di opere piene di energia cruda e viscerale, realizzate su colonne sonore percussive che compone lui stesso.” The New York Times.
Prima Assoluta Gorizia – NID Platform, Teatro Verdi, 21 Ottobre 2017
Hofesh Shechter è conosciuto come uno degli artisti contemporanei più emozionanti, grazie alle sue composizioni di musica d’atmosfera che vanno a completare l’eccezionale fisicità del suo movimento.
Tra le sue opere più recenti troviamo Uprising, In your rooms, The Art of Not Looking Back, Survivor (in collaborazione con Antony Gormley al Barbican), Sun, Political Mother, barbarians e Grand Finale.
Shechter ha inoltre messo in scena e realizzato la coreografia di opere per le più importanti compagnie di danza a livello internazionale, tra cui il Royal Ballet, la Nederlands Dans Theater 1, la Alvin Ailey American Dance Theatre, il Cedar Lake Contemporary Ballet, il Bern Ballet, Carte Blanche, CanDoCo e Batsheva Ensemble, così come per il teatro, la televisione e l’opera. Oltre a ciò, Shechter è Artista Associato al Sadler’s Wells di Londra.
Cristiana Morganti è danzatrice e coreografa.
Si è diplomata in danza classica all'Accademia Nazionale di Danza di Roma e in danza contemporanea alla Folkwang Hochschule di Essen. In Germania ha lavorato con Susanne Linke, Urs Dietrich, Felix Ruckert e con la compagnia NEUER TANZ diretta da VA Wölfl e Wanda Golonka. Per approfondire lo studio della voce e la ricerca teatrale ha studiato con gli attori dell'Odin Teatret di Eugenio Barba.
Dal 1993 al 2014 Cristiana Morganti è stata danzatrice solista del TANZTHEATER WUPPERTAL PINA BAUSCH, con il quale continua a collaborare come artista invitata. Durante i 20 anni con il Tanztheater sotto la direzione di Pina Bausch ha partecipato a numerose creazioni e ha danzato in quasi tutti gli spettacoli del repertorio. Ha partecipato al film di Pedro Almodovar PARLA CON LEI (2001) e al film di Wim Wenders PINA (2011). Tra le varie attività legate all’insegnamento Cristiana Morganti è attualmente Professore Invitato al Conservatoire Nationale Superieure de Paris e all’Accademia D’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Per il Conservatoire Nationale Superieure de Paris ha creato le coreografie: OUT OF TWELVE (2012) SACRÉ PRINTEMPS! (2013) PETIT RÊVE ( 2017 ).
Nel 2010 Cristiana Morganti ha creato, in omaggio a Pina Bausch, la Conferenza Danzata MOVING WITH PINA, presentata poi con grande successo in numerosi teatri italiani e recentemente anche in Germania, a Bonn, Berlino e Stoccarda. Nel 2011 ha ricevuto il Premio Positano Leonide Massine come Migliore Danzatrice Contemporanea dell’anno.
Per il suo spettacolo JESSICA AND ME creato nel 2014, che la vede interprete, autrice e coreografa, Cristiana Morganti ha ricevuto il Premio Danza & Danza come migliore Interprete/Coreografa 2014. Lo spettacolo è andato in onda su RAI 5 con la regia televisiva di Felice Cappa.
Dopo una lunga tournée italiana, JESSICA AND ME è stato presentato nel 2016 in Irlanda al DUBLIN DANCE FESTIVAL ed in Francia, in un lungo tour che ha toccato anche Lyon per la BIENNALE DE LA DANSE. Nel 2017 JESSICA AND ME è stato ospite al Théâtre des Abbesses / THÈÂTRE DE LA VILLE a Parigi, al THE PLACE di Londra e al FESTIVAL TANZ IM AUGUST a Berlino.
L’ultima creazione, A FURY TALE, ha debuttato al FESTIVAL APERTO di Reggio Emilia in ottobre 2016.
LA TRAMA:
La fiaba narra la storia di un’eredità lasciata da un mugnaio ai suoi tre figli: il vecchio mulino al primogenito, al secondo un asino e al più giovane un gatto, dando a ciascuno la possibilità di vivere con questi mezzi. Il più giovane è dispiaciuto per la sua parte di eredità, ma il gatto della fiaba è un animale astuto e dotato di parola. Con astuzie ed inganni il gatto capovolgerà la vita del suo nuovo proprietario, fino a fargli sposare la figlia del re.
La favola narra dell’apparente sfortuna di un giovane che, attraverso l’aiuto di un amico assai particolare, un gatto parlante dotato di grande astuzia e desiderio di donare gioia al suo padrone, raggiungerà fortuna e appagamento.
LE TEMATICHE PRINCIPALI
Spettacolo concepito per un pubblico giovane (dai 3 agli 8 anni) che ruota attorno alla figura del Gatto con gli stivali come metafora del valore dell’amicizia, l’arguzia, il valore aldilà delle apparenze, il superamento delle proprie paure.
Il gatto che in apparenza sembra il meno prezioso dei lasciti si rivelerà invece di grande valore. Nella favola tradizionale il gatto munito di grandi stivaloni magici si trasforma in una sorta di guascone, furbo, audace, sfrontato, coraggioso. Nella versione qui presentata il nostro personaggio ha tutte queste qualità ma nasconde una debolezza, in realtà assai grave per l’orgoglio felino: egli non teme nulla se non i topi.
Proprio questa sua grande debolezza renderà il personaggio più vicino alle nature di tutti noi eroi quotidiani costituiti da forze e fragilità e la fragilità del nostro personaggio diventerà la chiave per il raggiungimento dell’intento.
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ROBERTO LORI - danzatore e coreografo
Si forma come danzatore presso il Balletto di Renato Greco a Roma con gli insegnanti Lucia Colognato (Danza Classica), Maria Teresa da Medico (Tecnica Matt Mattox), Cristina Menconi (Contemporaneo). Prosegue i suoi studi nella danza contemporanea con Simona Bucci, Carolyn Carlson, Monica Casadei, Loris Petrillo, Mauro Bigonzetti, Michele Abbondanza - Antonella Bertoni, Ivan Wolfe, Paola Bianchi, Kim Kam, Giovanni di Cicco, Inaky Azpillaga, Giovanni Scarcella, Karl Portal.
Lavora per la Compagnia Artemis danza con sede a Parma sotto la regia e coreografia di Monica Casadei. Nel 2005 inizia a lavorare per la Compagnia di Simona Bucci con sede a Firenze in diverse produzioni. Nel 2007 danza nell’opera musicale Miracolo a Milano, regia di Daniele Abbado, musiche originali di Giorgio Battistelli, coreografie di Simona Bucci. Nel 2010 collabora come danzatore nella Compagnia Virgilio Sieni. Dal 2017 comincia a realizzare proprie coreografie.
Direzione artistica Simona Bucci, già danzatrice solista della Alwin Nikolais Dance Company di New York. Coordinatrice e docente dell’Accademia Isola Danza, La Biennale di Venezia, già assistente di Carolyn Carlson.
La Compagnia nel 2005 vince il “Premio Coreografo d’Europa 2005” e il “Premio Danza&Danza 2005” per la coreografia “I Rimasti”. Nel 2007 La Biennale di Venezia le commissiona la coreografia Arresi alla notte, coprodotta dal Festival Oriente Occidente. Nel 2008 la Compagnia debutta con il suo primo lavoro dedicato a un pubblico giovane dal titolo Giorgio e il drago, coprodotto da la Corte Ospitale e dalla Fondazione I Teatri di Reggio Emilia.
Del 2009 è Indissolubile eco, un duetto liberamente ispirato all’opera di Francisco Goya, “Disparate matrimonial”. Del 2010 debutta con una nuova coreografia per bambini, Boxville_ballata di cartone, omaggio ad Alwin Nikolais per il centenario della sua nascita (1910-2010).
Del 2011 è lo spettacolo Giuditta e Oloferne, coproduzione Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, con il sostegno del CCN - Centre Chorégraphique National di Roubaix di Carolyn Carlson.
Nel 2014 debutta con la coreografia Enter Lady Macbeth, coprodotta dal Festival Danza Estate di Bergamo e Festival Nuovi Orizzonti di Chiusi.
Del 2015 è un nuovo lavoro per bambini, Il gatto con gli stivali, coreografia Roberto Lori.
la Compagnia Simona Bucci, inoltre, sostiene e coproduce anche i lavori dei giovani artisti-coreografi del suo nucleo.
DOMENICA 22 OTTOBRE 2017, ORE 12.30
INCONTRO CON LA COMMISSIONE ARTISTICA DI NID PLATFORM 2017
La commissione artistica internazionale di NID Platform è disponibile ad incontrare gli artisti, i rappresentati delle compagnie, gli operatori e i giornalisti interessati per presentare loro il lavoro di selezione effettuato tra le 118 proposte pervenute alla call, condividere i criteri adottati e le scelte fatte.
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[…] un pezzo di prossimità che il pubblico contribuisce a ridisegnare e dove la bellezza e la forza del movimento della danzatrice, così come l’esplosiva traccia sonora di Palm Wine, innescano relazioni ritmiche e spaziali accattivanti. — Chiara Castellazzi, Il Sole 24 Ore, 10 giugno 2016
Trigger è un sistema mobile, che si organizza in modo differente in base al luogo in cui viene ospitato. Il sistema ridisegna la geometria degli spazi e, viceversa, lo spazio trasforma l’azione performativa.
La partitura coreografica, costituita da nuclei di movimento prestabiliti, composti tra di loro in maniera istantanea, si sviluppa nell’area interna ed esterna al perimetro di un rettangolo iscritto nello spazio. Il pubblico è disposto lungo i lati del rettangolo, condividendo lo spazio scenico con la performance. Trigger è un’esplorazione personale, orientata alla trasformazione di uno spazio in un luogo, che per un tempo limitato, diventa dimora, luogo di passaggio, tana di un corpo che, in ascolto continuo, amplifica gli spazi interni ed esterni a sé.
Trigger è parte del progetto Pratiche di abitazione temporanea, serie di azioni costruite e vissute in spazi non convenzionali. Venezia, Milano, Firenze, Parigi e Los Angeles sono le città che hanno ospitato diffe- renti azioni coreografiche in spazi esistenti, vissuti e definiti in quanto dimore, soggiorni, ripari, ma non necessariamente case.
Guarda il trailerLaureata in Lettere moderne, si diploma come danzatrice presso la Scuola di Arte Drammatica Paolo Grassi. È del 2013 [In]Quiete, che vince il premio speciale del PremioEquilibrio 2014.Nel 2015 crea Tiny, vincitore di DnAppunti coreo- grafici 2014 presentato a Dna RomaEuropa Festival e alla Biennale di Venezia. Per la Biennale College Venezia 2015 (direzione di Virgilio Sieni), presenta il progetto site specific Būan. Da questa esperienza nasce Pratiche di abitazione temporanea, serie di azioni costruite in spazi non teatrali. Il progetto ha fatto tappa a Milano,(Solo, Fondazione Prada),Firenze (Trigger, Palazzo Pitti e Cango),Parigi (Innesti, Italiano di Cultura),Los Angeles, (De La, Night Gallery),Reggio Emilia (Antala, Musei Civici),Milano (Slide in B, Bonotto Edition). Alla Biennale Danza di Venezia 2016, presenta Imaginary garden with a real tods in them, esito finale della masterclass di Biennale College. Vince il premio Danza&Danza2015 come interprete emergente-contemporaneo.
Fin dalla sua fondazione, nel 2007, l'associazione CAB 008 si dedica alla produzione di alcuni coreografi che, dopo lungo lavoro in compagnie importanti e numerose esperienze in Italia e all'estero, hanno deciso di intraprendere percorsi di ricerca innovativi e personali.In particolare si è voluta privilegiare negli anni una linea che consentisse a giovani coreografi un percorso di sperimentazione, che favorisse l'inserimento negli spettacoli di giovani leve della danza e la coproduzione con altri enti produttivi di rilevanza nazionale e internazionale, come la Fondazione Musica per Roma, la Fondazione Fabbrica Europa, la Biennale di Venezia.Importante per CAB 008 è il sostegno costante agli spettacoli in tutto le fasi della loro realizzazione. CAB 008 mantiene un forte interesse per lavori che pongano al centro il corpo e il rapporto tra l'uomo e il mondo circostante, alla ricerca di un linguaggio innovativo e in grado di creare un forte legame con il momento storico presente attraverso il movimento coreografico.La danza, dunque, la sua grammatica, il suo significato profondo, la ricerca, la relazione con nuovi e interessanti percorsi artistici è quello che CAB 008 persegue con grande impegno e si pone come obiettivo. La direzione artistica è collettiva ed è curata dai coreografi della compagnia e dal Presidente Roberto Mansi.La compagnia opera con il sostegno di contributi della Regione Toscana dal 2010 e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali dal 2012.
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La prima rappresentazione di “Pulcinella” è a Parigi, nel 1920, ad opera dei Ballets Russes, con le coreografie di Leonide Massine, le musiche di Igor Stravinskij, le scene e i costumi di Pablo Picasso. Nel realizzarne la propria versione, Merola rispetta il passato, e i grandi capolavori prodotti sul tema, ma si muove per una propria strada. La colonna sonora è composta da alcuni brani del balletto e dalle “escursioni” del compositore Stefano Corrias. La contaminazione della partitura originale è dettata dall’esigenza di disporre di momenti più intimi, più scarni dal punto di vista musicale, per poter chiarire chi sia veramente Pulcinella: il coreografo ha voluto mettere in evidenza il versante solitario, malinconico e drammatico dell’alfiere napoletano. “Pulcinella – dice Merola – è una persona, è un’immagine anche di solitudine, che non muore mai: sembra morire più volte durante lo spettacolo, ma poi sempre si rialza, perché la sua libertà potrebbe essere soffocata, ma sempre torna a vivere.” Nel bianco e nero predominante dei costumi e della scena, compare solo una punta di rosso: è Pulcinella, il cui cuore batte al di là di ogni tentativo di farlo morire, e continua a pulsare, nel bene e nel male, nel bianco e nel nero.
Il coreografo non ha voluto seguire la trama originale, costruita nel 1920, ma si concentra sulla personalità del protagonista e sulle vicende principali, che ruotano intorno a lui: il suo amore per Pimpinella, la presunta morte, il finale, simbolo di rinascita. “La scena conclusiva – dice Merola – in cui Pulcinella indossa di nuovo il suo cappello, che a volte ha all’interno dello spettacolo, ma che spesso si toglie per essere simile al resto della società, simboleggia la sua scelta: si rende conto che essere come gli altri lo vorrebbero non lo porta da nessuna parte, e quindi sceglie di essere se stesso, sceglie la verità”.
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Michele Merola si è formato presso l’Associazione Balletto Classico diretta da Liliana Cosi e Marinel Stefanescu a Reggio Emilia e in seguito ha lavorato come danzatore presso le compagnie Toulon Opera House, Aterballetto, Arena di Verona. Nel 1999 ha fondato la MM Contemporary Dance Company, di cui è direttore artistico e coreografo principale, con cui ha portato in scena molte sue coreografie, sia in Italia che all’estero. Dal 2000 numerose sono le sue creazioni anche per altre compagnie, come l’Aterballetto, il Teatro San Carlo di Napoli, la Dominic Walsh Dance Theatre, il Teatro Massimo di Palermo, lo Junior Balletto di Toscana, il Teatro Nazionale di Belgrado.
Nel 2008 riceve il Premio Positano Leonide Massine per l’Arte della Danza e nel 2016 il Premio Giornale della Danza Award come Migliore Coreografo italiano. Dal 2010 Merola è, con Enrico Morelli, direttore artistico di Agorà Coaching Project, corso di perfezionamento professionale per danzatori con sede a Reggio Emilia.
La MM Contemporary Dance Company è una compagnia di danza contemporanea diretta dal coreografo Michele Merola, nata nel 1999 come centro di produzione di eventi e spettacoli con l’obiettivo di favorire scambi e alleanze fra artisti italiani ed internazionali, testimoni e portavoce della cultura contemporanea.
Il repertorio della compagnia, che ha sede a Reggio Emilia, è ricco e variegato, grazie ai lavori di Michele Merola e alle creazioni firmate da coreografi europei e italiani come Mats Ek, Gustavo Ramirez Sansano, Karl Alfred Schreiner, Emanuele Soavi, Enrico Morelli.
Nel 2010 la MMCDC ha vinto il prestigioso Premio Danza&Danza come migliore compagnia emergente e oggi, è, a tutti gli effetti, una realtà di eccellenza della danza italiana, con una consolidata attività di spettacoli su tutto il territorio nazionale.
Nel 2017 la MMCDC ha vinto il Premio Europaindanza 2017 - Premio al Merito alla coreografia, per lo spettacolo "Bolero" di Michele Merola.
All’estero la MMCDC è stata presente in Corea (Seul International Dance Festival Sidance 2010), Colombia (10° Festival Internacional de Ballet di Cali 2016), Germania (Aids International Dance Gala - Hagen 2016, Tanzmesse 2016 - Düsserdolf, Tanzfestival Bielefeld 2014 e 2017, schrit_tmacher Festival - Just Dance! Aachen 2017).
La compagnia è sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna, Compagnia Naturalis Labor, Teatro Asioli di Correggio, ASD Progetto Danza di Reggio Emilia. Partner tecnico: Pro Music.
Due sono i protagonisti di questa performance, ma la performance non parla di loro. Parla di tutti noi. Parla delle vite segrete che tutti abbiamo quando siamo tra gli altri. Parla di quei momenti – tra un caffè e la danza – in cui l’equilibrio ci abbandona e ciò che ci resta è soltanto il desiderio di gridare. È una performance che si fa luogo per immaginare come le cose potrebbero essere rispetto al modo in cui sono ora.
È semplicemente a room for all our tomorrows, una stanza per tutti i nostri domani.
Guarda il trailerIgor Urzelai e Moreno Solinas vivono e lavorano a Londra. Iniziano a collaborare nel 2007, sono co-fondatori di BLOOM! dance collective (2009) e della compagnia Igor and Moreno (2012). Il lavoro di Igor e Moreno mette a nudo la dimensione animale delle persone e dei rapporti interpersonali; rivendica inoltre l’evento teatrale come momento di assemblea ed esplora le sue proprietà catartiche. Igor and Moreno hanno presentato i loro lavori in Europa, Usa, Cile e Giappone, ottenendo riconoscimenti di pubblico e istituzionali: Rudolf Laban Award (vincitori nel 2010, nominati nel 2011); una menzione speciale al Prix Jardin d’Europe 2010; finalisti al Premio Equilibrio 2014; nominati per i National Dance Awards e Total Theatre Awards nel 2015; selezionati per Aerowaves nel 2011, 2013 e 2015, Anticorpi XL 2014, la British Council Showcase 2015, NID Platform 2015 e British Dance Ed. 2016. Igor e Moreno sono artisti associati a The Place (Londra) e sono sostenuti da TIR Danza dal 2016.
TIR Danza è un organismo di produzione che opera nel campo della danza contemporanea di ricerca e d’autore, attraverso azioni di accompagnamento e sostegno ad artisti coreografi, valorizzandone le identità e le creazioni.
TIR Danza sviluppa la propria progettualità grazie ad un assetto collegiale, mettendo a sistema le differenti competenze ed esperienze professionali dei componenti la direzione artistica (Fabio Acca, Massimo Carosi, Pietro Mazzotta).
TIR Danza è caratterizzato dalla capacità di interpretare una linea curatoriale come analisi costante delle relazioni tra soggetti e linguaggi artistici, tra pubblico e strutture produttive, attraverso una pratica di pensiero e di scavo culturale che mira a consolidare il sistema della “nuova danza italiana” nelle sue espressioni artistiche più dinamiche e originali.
TIR Danza gestisce in convenzione con le rispettive amministrazioni comunali il Teatro Comunale di Bomporto (MO) dal 2001 e il Teatro Astoria di Fiorano Modenese dal 2005.
TIR Danza è riconosciuto dal 1991 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Spettacolo dal Vivo per l'attività di produzione nell’ambito della danza; dal 1996 dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Modena per la sua attività nell'ambito delle arti performative e della promozione culturale.